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MEDIO ORIENTE: COMUNICATO CONGIUNTO BERRETTI BIANCHI - OPERAZIONE COLOMBA



COMUNICATO CONGIUNTO BERRETTI BIANCHI - PAPA GIOVANNI XIII (OPERAZIONE COLOMBA)

22.06.02

Questa mattina quattro volontari dell'Operazione Colomba e dei Berretti 
Bianchi stanno cercando di entrare nell'area di Al Mawassi.

L'area di Al Mawassi si estende nella fascia costiera nelle municipalità di 
Khan Younis e Rafah, nella parte meridionale della striscia
di Gaza. La zona di Al Mawassi è considerata "zona gialla" dopo gli accordi 
di Oslo, cioè sotto completa amministrazione civile e
militare israeliana. Le ottomila persone palestinesi che vi abitano sono 
sottoposte a numerose restrizzioni da parte delle autorità
israeliane. Il coprifuoco viene imposto tutte le notti, è vietato ai 
palestinesi costruire nuove abitazioni o strutture pubbliche. La
diretta vicinanza con gli insediamenti e la massiccia presenza di militari 
mette la popolazione civile in una continua situazione di
pericolo, tensione e paura.

Nell'area non sono presenti strutture sanitarie e per i palestinesi che vi 
abitano è molto difficile entrare e uscire dall'area. Vi sono
casi di persone alle quali, pur essendo residenti nell'area, viene negata 
l'entrata e, spesso, sono costrette a bivaccare nelle
vicinanze del check point nell'area di Tufah, considerata molto pericolosa 
a causa dei continui scontri tra l'esercito d'occupazione
israeliano e le forze palestinesi.

La situazione economica ad Al Mawasi è disastrosa per la difficolta, da 
parte dei contadini, di coltivare la loro terra, e di
trasportare fuori i prodotti. Anche la pesca risente di queste 
restrizzioni, i due attracchi per pescherecci, giacciono inutilizzati,
ormai da quasi due anni. L'accesso per i palestinesi non residenti è 
vietato e anche gli stranieri sono costretti a richiedere un
particolare permesso presso le autorità militari israeliane.

L'area di Al Mawasi è tra le più fertili e ricche di risorse idriche della 
striscia di Gaza e da circa vent'anni in parte occupata da
insediamenti israeliani. Le autorità israeliane giustificano tutte le 
restrizzioni causate alla popolazione civile palestinese con il
pretesto della sicurezza dei tremila coloni israeliani, costringendo cosi 
ottomila palestinesi, residenti nell'area, in una situazione
che ricorda molto i ghetti ebraici della prima metà del secolo scorso.

Miloon Kothari, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto alla 
casa, afferma, nel suo recente rapporto, che Israele giustifica
questi insediamenti come necessari a causa del "naturale" incremento 
demografico. Ma, mentre il numero dei coloni cresce del 12%
all'anno, la popolazione israeliana è aumentata appena del 2% all'anno.

"Israele ha utilizzato la crisi attuale per consolidare l'occupazione dei 
territori palestinesi - ha riferito Kothari - La costruzione
di nuovi insediamenti israeliani è incendiaria e provocatoria e i coloni 
sono liberi di esercitare violenze e di occupare le terre.
Israele ha costruito più di 100 colonie - case per circa 200.000 Israeliani 
- sulla terra occupata durante la Guerra dei Sei giorni, e
continua a costruirne."

Condividiamo le affermazioni di Miloon Kothari e per questo siamo decisi ad 
entrare nell'area di Al Mawasi per poter testimoniare la
situazione in cui la gente vive.