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noi pacifisti e Windows XP



Questo articolo è stato scritto per la rivista di Pax Christi "Mosaico di pace" (mosaicodipace@paxchristi.it) ed è un'anticipazione. Pertanto non può essere riprodotto su altre riviste o altri siti ma è disponibile in sola lettura su PeaceLink.

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Come reagire di fronte al consumismo informatico?

Noi pacifisti e Windows XP

Una cultura della sobrietà e della libertà richiede scelte nuove. Con il passaggio a Linux possiamo avviare un "esodo" dal dominio digitale delle multinazionali

Perché è uscito in nuovo sistema operativo Windows XP? Nessuno ne sentiva il bisogno eppure è partita una campagna pubblicitaria imponente per convincerci che Windows XP è la novità che tutti in realtà aspettavano. Windows XP è un sistema operativo che non si blocca ed è "stabile": non si dovrebbe inchiodare proprio quando i dati non erano stati salvati. Così dicono per vendere Windows XP. La cosa curiosa è che la stessa affermazione era stata fatta circolare per vendere le precedenti versioni di Windows. Osserva Roberto Carbone, redattore di Win Magazine: "Windows Millennium Edition l'avevo installato appena un anno fa per risolvere i problemi di stabilità causati da Windows 98 Second Edition, che avevo installato l'anno prima per risolvere i problemi di stabilità causati da Windows 98, che avevo installato l'anno prima per risolvere i problemi di stabilità causati da Windows 95… e lo scioglilingua prosciuga-tasche potrebbe andare avanti ancora un po'…" I più attenti lettori avranno notato che Windows XP non è solo una questione "tecnica" ma è una metafora di questa società consumistica con le sue sirene incantatrici e i suoi retroscena. Già, i retroscena: cominciamo a raccontarne qualcuno a proposito di Windows XP. In primo luogo i computer non andranno più veloci ma più lenti e questo già smentisce la pubblicità della Microsoft piena di persone che volano sulle ali dell'ebbrezza di XP (che sta per eXPerience). Windows XP incarna il nuovo spirito della pubblicità che (come spiega bene Naomi Klein nel libro "No logo") non propone prodotti da acquistare ma esperienze da vivere: il nuovo software viene venduto come se fosse un'esperienza eccitante; viene cioè venduta un'emozione, non una semplice e banale "cosa utile". Ma a chi è realmente "utile" Windows XP? Windows XP è una manna per le multinazionali che potranno vendere computer con memorie RAM da 256 Megabytes per far viaggiare le loro macchine (dotate del nuovo sfavillante Windows XP) alla stessa velocità di quelle di due anni fa che erano invece dotate di "soli" 32 Megabytes e di sistemi operativi e programmi più modesti (ma di cui la maggior parte degli utenti ha sfruttato solo il 10% delle potenzialità).
La carotina della stabilità del nuovo sistema operativo è accompagnata dal bastone: un sistema tecnico "intelligente" quanto invadente blocca le copie non autorizzate di Windows XP. E il tutto si accompagna ad una ben avviata crociata per coinvolgere i venditori di computer in una rete di informazione privata che informi le multinazionali del software se l'acquirente compra un computer senza il sistema operativo originale di Bill Gates. Un sistema di delazione del genere - applicato dallo Stato - sbaraglierebbe i più incalliti evasori fiscali ma in questo caso è diligentemente posto al servizio dei profitti delle multinazionali.
La Microsoft e il suo presidente Bill Gates sono i principali animatori di una lobby che ha "convinto" la maggioranza dei parlamentari italiani a considerare la copia di un programma informatico come un crimine della peggior specie. Facciamo un esempio. Chi inquina è punito - in base al codice penale - con pene meno severe rispetto a chi copia un dischetto per computer. La copia non autorizzata di programmi è considerata reato più grave dell'omicidio colposo connesso all'inquinamento cancerogeno. Se alcuni operai muoiono di cancro per responsabilità dell'azienda, allora il padrone andrà di fronte ai giudici con la coscienza più tranquilla di chi invece si è copiato un dischetto a casa. Non è un mistero che queste aberrazioni giuridiche sono state introdotte nella legislazione italiana non perché abbiamo parlamentari con il cervello geneticamente modificato ma perché sono arrivati ordini ben precisi dall'alto. La trasmissione Report del terzo canale delle Rai ha pubblicamente mostrato un fax dell'ambasciata americana in Italia, inviato ai parlamentari per sollecitare interventi in difesa del copyright, ovviamente a tutela di note multinazionali del settore multimediale.
Se questa è la situazione, allora - amici pacifisti e del consumo equo e solidale - cominciamo a costruire anche nell'informatica una cultura del "consumo critico" e della sobrietà per non farci incantare dalle sirene digitali e per dare una "spallata" nonviolenta a questo sistema di asservimento del potere pubblico al volere privato delle multinazionali. Come? Costruendo club di appassionati che aiutino migliaia di persone a passare a Linux, un sistema operativo gratuito e costruito dalla comunità degli utenti e dei liberi programmatori: Linux è il socialismo digitale da costruire nella libertà. Un gruppo di volonterosi potrebbe fare il giro dei rivenditori di computer per convincerli a vendere Linux preinstallato sull'hardware, evitando grattacapi per gli utenti inesperti: Linux "chiavi in mano" e già pronto per l'uso, così come accade per Windows. Quello che possiamo preparare è un insieme di nuove abitudini, di nuovi stili di vita e di consumo, un "esodo", una pacifica rivoluzione, un distacco radicale. Per andare verso la diffusione di strumenti che ci liberino e non ci dominino. Ma funziona Linux? Certo, è un software che eccelle su Windows sotto molteplici aspetti. Linux, quello sì, non si blocca.

Alessandro Marescotti
www.peacelink.it