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14 dicembre: digiuno per la pace (editoriale di PeaceLink)
PeaceLink aderisce alla giornata di digiuno per la pace del 14 dicembre
indetta dal Papa durante l'Angelus del 18 novembre scorso.
Come costruttori di pace crediamo che ogni gesto di testimonianza sia
importante e necessario. La cultura della violenza e della guerra non deve
attecchire nella nostra società. La lotta al terrorismo occorre che venga
condotta nel pieno rispetto del diritto internazionale e pertanto va
guidata da un Tribunale Internazionale che giudichi i crimini contro
l'umanità, vietando alle parti lese di ergersi a giudici del mondo. Se
prevalesse il principio che ogni nazione colpita dal terrorismo fosse
legittimata a scatenare una guerra, il mondo non conoscerebbe più la pace.
Il 14 dicembre digiunerà chi ancora crede in un futuro di pace e non in un
futuro di reciproche vendette, ritorsioni e rappresaglie fra nazioni. La
guerra fa il gioco del terrorismo, lo alimenta, lo motiva verso logiche
ancora più aberranti.
La legge della "libera rappresaglia" infatti incendierebbe il mondo in una
prospettiva regolata solo dalla guerra e dalla violenza omicida come
strumento brutale di risoluzione delle controversie internazionali. La
guerra e la violenza bruta fanno prevalere non la giustizia ma solo il più
forte. E' per questo che la nostra Costituzione (art.11) sancisce invece il
principio del ripudio della guerra come mezzo di risoluzione dele
controversie internazionali.
Il gesto del digiuno può unire credenti e non credenti. Il 14 dicembre gli
uomini di buona volontà hanno l'occasione di far sentire la propria voce
superando ogni distinzione religiosa e politica.
Come affermò lo scrittore tedesco Thomas Mann, "la guerra non è altro che
una comoda elusione dei compiti della pace" e noi crediamo che questo gesto
- che il Papa ci propone - possa farci provare per un giorno la sofferenza
di quel miliardo di persone che digiuna ogni giorno e possa farci capire
l'ingiustizia dello sviluppo ineguale e ingiusto di cui siamo complici.
Il digiuno per la pace ci vedrà fermamente schierati dalla parte di tutte
le vittime - sia del terrorismo sia dei bombardamenti - perché prevalga
l'interesse generale della giustizia su ogni interesse particolare di
natura egemonica o economica.
Agli uomini di buona volontà spetta il compito di rispondere universalmente
al grido di dolore delle vittime della guerra.
Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink