[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
Chiama l'Africa news
CHIAMA L'AFRICA NEWS
www.chiamafrica.it
28 novembre 2001
_______________________
Sommario:
1) PROSSIMA ASSEMBLEA. Un invito e una riflessione di Padre Silvio Turazzi
2) LIBERIAMO LA PACE! Conferenza stampa e nuovo appello di Anc'io a Bukavu 2
3) CHIAMA L'AFRICA IN SICILIA per tutto il mese di dicembre
4) ROMA, MARTEDI' 4 DICEMBRE si parlerà di Sierra Leone con Mons. Biguzzi
1) PROSSIMA ASSEMBLEA
In occasione della prossima assemblea (che si terrà - lo ricordiamo - Il 2
DICEMBRE alle ore 9,30 a BOLOGNA, presso la Cisl Emilia Romagna, in via
Milazzo 16) inoltriamo una riflessione di Padre Silvio Turazzi sul futuro
di Chiama l'Africa e un suo invito ad essere propositivi. Una
sollecitazione per i soci, innanzitutto, ma anche per gli amici e i
sostenitori vecchi e nuovi. Fatevi sotto dunque con idee e proposte:
info@chiamafrica.it
Cari amici,
alcune righe in merito alla prossima assemblea di Chiama l'Africa, il 2
dicembre a Bologna. Ho riletto le riflessioni degli ultimi tempi, in
particolare sulla situazione finanziaria e le proposte emerse.
Chiama l'Africa in tutti i suoi limiti, è stata anche una proposta
culturale alla società.
Come potrà continuare il suo ruolo?
Mi sembra sia importante richiamarci i contenuti del programma: pace e
dignità per l'Africa del 2000.
Certo, il primo pensiero torna alla sofferenza, dolore per molti paesi in
cui i diritti umani fondamentali non sono rispettati. La stessa
sopravvivenza è speso negata o gravemente ridotta. La terra in cui il peso
delle Compagnie minerarie e petrolifere, di gruppi locali corrotti hanno
calpestato beni e dignità, peggiorando le condizioni di vita e della
società. Il grido di tanti innocenti, i tentativi migliori della società
civile non hanno valida risposta dai governi e dalle istituzioni
internazionali, ma anche da grande parte della nostra società civile
occidentale.
Forse c'è maggiore consapevolezza su alcuni problemi o piaghe, come
scriveva Maria Grazia Cutuli sul Corriere della Sera, come l?aids, i
bambini soldato, il debito, il commercio delle armi. Ma c'è ancora tanto da
fare, e specialmente in merito a un radicale cambiamento di rapporti, oltre
che la necessità di vigilare perchè con la scusa degli aiuti umanitari non
continui in molti paesi uno sfruttamento neocoloniale.
Dopo i fatti dell'11 settembre, coloro che vivono nelle mille e mille
?torri? del continente africano che cadono nel silenzio più grande, si
chiedono: quanto vale ancora la vita di un bimbo o di una donna africana?
Che cosa dobbiamo pensare dei milioni di morti "dimenticati"... il ricco
mondo occidentale non può dirsi estraneo a queste tragedie.
Nell'ultima lettera, Eugenio aveva indicato (in linea di massima) un
programma di lavoro per il 2002.
- Impegno contro le guerre dimenticate, i bambini soldato, le armi leggere ...
- Convegno Africa e viaggio in Congo in collaborazione con varie realtà
(Pax Cristi, Beati costruttori di pace, Agesci, Comboniani...)
- Una giornata, il 7 aprile (?) come riferimento di un nuovo percorso
(contrario a quello di Vasco de Gama), in cui si invitano tutti i gruppi
per un'azione comune.
- Aggiornamento e sviluppo di un sito Web: raccolta documenti, notizie e
iniziative locali.
Di positivo si può ricordare la disponibilità dei giovani che hanno
partecipato al viaggio a Butembo e i giovani che hanno partecipato al campo
di lavoro di questa estate. Penso sia una novità da non sottovalutare,
insieme alla richiesta da parte dei vari gruppi di avere le mostre e i
materiali.
Il progetto di Mario Ghiretti perle scuole superiori si potrà realizzare
in quanto è stato approvato il finanziamento da parte della Fondazione
della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza e della provincia di Parma.
L'inizio sarà per l'Emilia Romagna ma speriamo possa estendersi anche
altrove.
Qualcuno ci ha detto che per lavorare dobbiamo avere chiaro un programma.
Quali sono i vostri obbiettivi?
Per questo motivo mi sembra importante preparare una proposta, richiamando
quanto già detto, ma indicando anche nuove prospettive tenendo presente
l'attuale momento culturale (Genova, Assisi, il terrorismo e la guerra, la
divisione del mondo di chi vive nel Sud ).
Ciao a tutti da Silvio
Vicomero, 25 novembre 2001
2) LIBERIAMO LA PACE!
La nuova azione di pace - una "Anch'io a Bukavu 2" - si terrà in aprile, e
avrà come destinazione Kisangani, una città martire del conflitto che
insanguina da anni il Congo. VENERDI' 7 DICEMBRE a ROMA, nella Sala Stampa
di Montecitorio CONFERENZA STAMPA di presentazione. Qui di seguito il nuovo
appello.
"Quanto valgono un bambino o una donna africana?"
L'Africa non ci chiede anzitutto compassione, né soldi, né progetti. Le
persone in Africa, come nelle altre parti del mondo, vorrebbero essere
riconosciute nei loro diritti e incontrate nel loro quotidiano, sentirsi
come noi appartenenti a un unico mondo e partecipare con responsabilità
alla stessa storia.
Ci riesce più facile contestare i potenti che ascoltare e prendere sul
serio i poveri. Eppure basterebbe così poco! Nel marzo scorso a Butembo
(nord Kivu), in occasione del Simposio Internazionale per la Pace in Africa
(SIPA), siamo stati testimoni di un evento emozionante: la sola ma numerosa
presenza di persone semplici provenienti da vari paesi del mondo, ha
favorito l'esplosione della speranza di un'intera popolazione, che con
l'accoglienza e la festa ha in qualche modo anticipato la gioia della pace.
Ha visto i rappresentanti della società civile del Kivu protagonisti del
dialogo per il superamento del conflitto armato con la nonviolenza. Ha
ottenuto a sorpresa un risultato immediato con il ritiro delle postazioni
militari da alcune località.
La guerra, iniziata il 2 agosto 1998, nella Repubblica Democratica del
Congo è sopita lungo i vari fronti, ma è tuttora attiva all?interno dei
territori con scontri e saccheggi da parte di bande armate, chiudendo tutta
la popolazione in una morsa progressiva di impoverimento, di paura e di
oppressione.
A Moba e a Kalemie, nell'est del Paese, il 75% dei bambini muore prima di
aver raggiunto i 2 anni. E sempre nell'est, dall'agosto '98 all'aprile
2001, su 20 milioni di abitanti, sono 2,5 milioni i morti per causa della
guerra (Rapporto dell'International Rescue Committee, aprile 2001).
Non sono numeri o fredde statistiche: sono volti, nomi, persone come noi.
Le migliaia di mani strette a Butembo volevano esprimere una volontà di
solidarietà duratura e non occasionale e continuano ad interpellarci sulle
forme da dare al nostro impegno di pace.
La porzione di mondo alla quale apparteniamo spende la maggior parte della
vita per stare dentro alla logica del mercato, rincorrendo un benessere da
consumare sulla pelle degli altri. Perchè, assieme alla porzione di mondo
che non ha voce nè diritti, non convogliare le energie per la vita e la
gioia delle persone, realizzando un benessere da condividere?
Acquisterebbero un senso diverso anche le nostre giornate.
E' tutta l'Africa che ci interpella ma partiamo dalla situazione concreta
dei Grandi Laghi. Con questo appello vorremmo raggiungere quante più
persone possibili in tutta Europa per realizzare un incontro a Kisangani
nella prima settimana di aprile 2002 (SIPA 2) con i rappresentanti della
società civile della regione dei Grandi Laghi per ascoltarli, affiancarli e
farcene portavoce, dando anche alla nostra azione e ai nostri rapporti
maggiore continuità e concretezza.
E' stata scelta Kisangani perché città martire, dove tutti gli eserciti si
sono scontrati e perché centro delle contraddizioni di tutte le parti
attualmente in conflitto.
Siamo ancora attesi, in tanti, da tutte le organizzazioni di società civile
che continuano a lottare e a rischiare per uscire dalla guerra e costruire
la pace nella libertà e nella democrazia. Si erano accese grandi speranze
attorno alla realizzazione del Dialogo Intercongolese, preparato a Gaborone
nell?agosto 2001, ma fallito al suo nascere in ottobre ad Addis Abeba. Ora
siamo ancora più attesi.
Il mondo occidentale è sconvolto e concentrato contro il terrorismo
internazionale, che diventa ancora una volta il pretesto per intervenire
con la guerra, seminando indiscriminatamente distruzione e morte. Noi
vogliamo partire proprio dalle vittime, tutte, e con particolare attenzione
a quelle che sono totalmente ignorate, per esprimere una solidarietà che si
traduca in percorsi di pace.
Spesso pensiamo che siamo troppo piccoli per affrontare problemi così
grandi; rinunciamo già in partenza, perché solo i potenti possono decidere!
Eppure sappiamo quanto siamo importanti per le persone che amiamo e per
quelle da cui siamo amati !
Anche noi, come tanti, ci sentiamo in difficoltà, ma confidiamo in questa
forza che è dentro al cuore di ciascuno. Finora sono state le merci a
dettare legge, noi crediamo nella forza dell'incontro fra i popoli, al loro
prioritario diritto alla pace, per questo vogliamo camminare assieme.
Sappiamo che la situazione di grande sofferenza delle popolazioni in Africa
dipende anche dal modo in cui viene perseguito e gestito il potere a
livello locale, ma siamo consapevoli che la responsabilità della
riconciliazione e della pacificazione dei popoli è anche nostra e non ci
vogliamo sottrarre o delegare ad altri il compito della costruzione e della
salvaguardia della pace.
Promotori: Associazione Nazionale Beati i Costruttori di Pace, Chiama
l'Africa, Emmaus, Agesci, Pax Christi, Break the Silence, Missionari
Comboniani,Dehoniani,Saveriani.
Padova, 28 ottobre 2001
Questo Appello nasce da un incontro nell'agosto 2001 avuto con tutti i
gruppi e le associazioni della Société Civile di Kisangani, che si è
concretizzato nell?invito rivoltoci dall?Arcivescovo Mons. Laurent
Monsengwo Pasinya:
"L'Arcidiocesi di Kisangani e il Movimento SIPA 2 hanno l'intenzione di
organizzare a Kisangani, dal 4 al 7 aprile 2002, un Simposio dal tema
generale "Liberiamo la Pace!"
L'obiettivo del Simposio è di invitare gli uomini e le donne di buona
volontà dell'Africa e del mondo intero ad unirsi per portare "un'Africa che
fa la guerra" a trasformarsi in "un'Africa che fa la pace"... E' urgente,
infatti, che si passi da un'Africa dei problemi e dei conflitti a un'Africa
di giustizia, di pace e sviluppo.
Per la preparazione di questo Simposio, mi sembra più pratico che si
costituiscano due comitati: uno in Europa e l'altro a Kisangani. Questo è
il motivo per cui vi chiedo, con la presente, di volervi incaricare della
costituzione e dell'organizzazione del Comitato europeo."
Se condividi l?iniziativa, ti preghiamo di fartene promotore: insieme
costruiamo il progetto.
Segreteria organizzativa c/o Beati i Costruttori di Pace
Tel. 049/8070522 Tel/Fax. 049/8070699
e.mail: beati@libero.it; web: www.beati.org
3) CHIAMA L'AFRICA IN SICILIA
Per tutto il mese di dicembre le mostre itineranti di Chiama l'Africa
faranno sosta nell'isola, in particolare ad Agrigento e a Marsala.
Info: 0521 314263