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La nonviolenza e' in cammino. 298
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 298 del 24 novembre 2001
Sommario di questo numero:
1. Davide Caforio: la tenda di Abramo, in digiuno per la pace
2. Umberto Di Maria, oggi e' la giornata del non acquisto
3. Ettore Masina, aggiornamenti e materiali per l'iniziativa per salvare la
vita di Safya
4. Nadia Cervoni, le Donne in nero oggi in piazza a sostegno delle donne
afghane
5. Per contrastare chi specula sul commercio di strumenti di morte,
sosteniamo la campagna "Banche armate"
6. Dina Bertoni Jovine ricorda Ada Gobetti
7. Silvia Vegetti Finzi, l'utopia
8. Social forum di Roma: le scelte della questura di Roma danneggiano
gravemente i lavoratori stranieri e incentivano clandestinita' e lavoro nero
9. Elio Veltri, per la democrazia e la legalita'
10. Sintesi di due opuscoli di Jean-Marie Muller
11. Riletture: "Hermeneutica" 1995, Kerygma e prassi. Filosofia e teologia
in Italo Mancini
12. Riletture: Massimo Mila, Scritti civili
13. Riletture: Raymond Queneau, Esercizi di stile
14. Alcune iniziative di pace di oggi e domani
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. DAVIDE CAFORIO: LA TENDA DI ABRAMO, IN DIGIUNO PER LA PACE
[Da Davide Caforio, amico della nonviolenza e promotore di varie iniziative
di pace, riceviamo e diffondiamo (per contatti: d.caforio@po-net.prato.it)]
Da domenica 25 novembre a sabato primo dicembre piazza S. Maria delle
Carceri a Prato ospitera' la tenda di Abramo, presso la quale sosteranno i
diciassette digiunatori che aderiscono alla proposta lanciata da Pax Christi
e Beati i Costruttori di Pace.
La tenda di Abramo e' un simbolo carico di significati: e' la tenda
dell'ospitalita', la tenda dei migranti, la tenda della sobrieta'.
La tenda e' un luogo dove confrontarsi e dove parlare, e' un luogo povero,
aperto a chiunque creda nella possibilita' di un mondo diverso. Una tenda
senza manifesti: in questi giorni di troppi discorsi un simbolo silenzioso.
La tenda ospita chi digiuna a favore di un mondo dove la violenza e l'odio
siano emarginati e accoglie coloro che vogliono fermarsi, cercando
un'occasione per riflettere e meditare.
La tenda e' un modo per vivere fisicamente, anche solo per un giorno, la
solidarieta' a chi in questo momento sta soffrendo la mancanza di cibo e il
freddo.
Aderiamo al digiuno, strumento di lotta profondamente nonviolento, perche':
- la guerra non e' un evento inevitabile, e ogni persona puo' agire per
fermarla e trovare altre vie per risolvere i conflitti;
- bisogna eliminare la guerra dal mondo. E' necessario essere uniti e
convinti nel rifiuto della guerra e delle armi come strumenti di pace e di
risoluzione dei conflitti per promuovere una societa' autenticamente
nonviolenta;
- anche la nuova finanziaria propone un cospicuo aumento delle spese
militari a discapito delle spese sociali: la logica e' che la sicurezza
internazionale si ottiene con una militarizzazione sempre piu' avanzata,
invece che con rapporti tra i popoli improntati alla giustizia e alla
solidarieta'.
La tenda di Abramo e' la casa di tutti coloro che lavorano per un mondo piu'
giusto, perche' senza giustizia non puo' esserci la pace.
2. INIZIATIVE. UMBERTO DI MARIA: OGGI E' LA GIORNATA DEL NON ACQUISTO
[Da Umberto Di Maria, della redazione di "Terre di mezzo" (per contatti:
umbertodimaria@terre.it) riceviamo e diffondiamo]
Milano, Roma, Firenze, Bologna, Bari, Trieste, Padova. Sono alcune delle
decine di citta' in cui le associazioni italiane hanno risposto all'appello
del Buy Nothing Day (in sigla: BND), la giornata per celebrare il non
acquisto che invita a un moratoria di 24 ore sugli acquisti.
Il 24 novembre decine di associazioni e organizzazioni non profit celebrano
il Buy Nothing Day, la Giornata Mondiale del Non Acquisto.
Dal 1992 il BND vede coinvolte centinaia di migliaia di persone in tutto il
mondo nel piu' grande sciopero del consumo che la cultura occidentale abbia
mai conosciuto.
Niente shopping per ventiquattr'ore, ma iniziative pubbliche per riprendersi
il proprio tempo e spenderlo insieme agli altri per la promozione di nuovi
stili di vita.
Una giornata contro la logica dell'acquisto sfrenato, contro il falso
messaggio propinato quotidianamente dalla pubblicita' secondo il quale piu'
cose si hanno piu' si e' felici; una giornata con l'attenzione rivolta
all'iniqua distribuzione delle ricchezze e del benessere del mondo.
Decine le iniziative: dal volantinaggio fuori dai centri commerciali per un
invito alla sobrieta' che si traduce in un minor impatto ambientale del
consumo, all'informazione su un consumo equo e solidale promosso da alcune
botteghe legate al circuito del commercio equo e solidale.
A Milano il gruppo del consumo critico del Milano social forum organizza di
fronte al centro commerciale Bonola differenti gazebo dedicati al riciclo di
giocattoli per bambini, alla banca del tempo e all'informazione sui
differenti stili di vita per un'economia basata sulla sostenibilita'. Un
altro punto informativo sara' presente in piazza Cordusio, angolo piazza
Mercanti.
A Padova, Mestre, Trieste gli attivisti del movimento dei "Bilanci di
Giustizia" distribuiranno per strada "buoni per l'esenzione del regalo di
Natale" invitando a spendere piu' tempo nelle nostre relazioni.
Per l'occasione i giornali "Terre di mezzo" e "Altreconomia" allestiranno la
mostra dei lavori pervenuti al conocorso di antipubblicita' "BND Contest
2001".
Tutte le iniziative locali su: www.terre.it/bnd2001italy,
www.retelilliput.org, www.unimondo.it/bilancidigiustizia
Per contattare i portavoce dell'iniziativa: Umberto Di Maria, Terre di
mezzo, tel. 0248953031; Silvia Marastoni, gruppo consumo critico del Milano
social forum, 3487160563; Caterina Azzoni, gruppo consumo critico del Milano
social forum, 3290834882; Roberto Brambilla, coordinatore del gruppo di
lavoro tematico (della Rete di Lilliput) "Impronta ecologica", e-mail:
r.brambilla@mclink.it, tel. 0396908533; Davide Barillari, associazione
Tatavasco, tel. 029504678; don Gianni Fazzini, Movimento Bilanci di
Giustizia, tel. 0415381479; Valerio Magnani, Rete di Lilliput, tel.
054684883.
3. INIZIATIVE. ETTORE MASINA: AGGIORNAMENTI E MATERIALI PER L'INIZIATIVA PER
SALVARE LA VITA DI SAFYA
[Da Ettore Masina, una delle figure piu' prestigiose dell'impegno per la
pace e i diritti umani e dei popoli, riceviamo e diffondiamo questo
aggiornamento dell'appello per salvare la vita di Safya che abbiamo
riportato nel n. 295 del notiziario. Per contatti con Ettore Masina: e-mail:
ettore.mas@libero.it]
Questo testo e' stato aggiornato alle ore 21,15 del 23 novembre.
"Ricorda che nessuno fara' quello che puoi fare tu".
*
Agenda
- L'e-mail dell'ambasciata nigeriana a Roma e' embassy@nigerian.it
- Suggerisco di scrivere anche alla vicepresidente della Commissione
straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato,
sen. Patrizia Toia, e-mail: toia_p@posta.semato.it (attenzione. Fra Toia e p
c'e' una _ che sparisce nella sottolineatura).
- Testi standard da inviare all'Ambasciata nigeriana e al ministro degli
Esteri italiano riproduciamo sotto; una bozza di messaggio in inglese da
mandare al presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, indirizzandolo presso
l'ambasciata nigeriana in Italia, via Orazio 18, 00193 Roma, si puo' leggere
sul sito della Comunita' di Sant'Egidio che per prima lo lancio' nel gennaio
scorso; Il sito e' www.santegidio.org/it/pdm/news/ap_safir.htm
- Si puo' anche mandare lo stesso testo al presidente nigeriano usando il
seguente sito: www.nigeriatoday com/should_president_obasanjo_run_fo.ht
Questo indirizzo tuttavia pare funzionare a singhiozzo; un'amica segnala che
e' meglio usare president.obasanjo@nigeriagov.org
- Importantissimo: e' piu' che probabile che nelle prossime ore la casella
dell'Ambasciata risulti intasata e dunque respinga il vostro messaggio; non
crediate che con cio' abbiamo vinto. Questo puo' nascondere le dimensioni
della nostra protesta. Bisogna allora ricorrere alla spedizione di lettere.
Allo stesso modo e per le stesse ragioni e' importantissimo coinvolgere
nella nostra campagna anche le persone che non hanno e-mail: cerchiamo di
uscire dal nostro comodo telematismo.
*
Testi standard inviabili
a) All'ambasciatore nigeriano in Italia
Sua Eccellenza l'Ambasciatore
Ambasciata di Nigeria
via Orazio 14/18, 00193 Roma
e-mail: embassy@nigerian.it
Eccellenza,
apprezzando il fatto, reso noto da Amnesty International, che nell'anno 2000
nel Suo Paese non sono state eseguite condanne a morte, La prego di
inoltrare al Presidente della Repubblica Nigeriana questo appello affinche'
conceda la Grazia alla cittadina nigeriana Safya Husseini Tungar-Tudu,
condannata a morte per lapidazione nell'ottobre 2001 dalla Upper Sharia
Court in Gwadabawa, Sokoto State.
Certa/o che vorra' adoperarsi per ragioni umanitarie, La ringrazio
sentitamente.
b) Al Ministro degli Esteri italiano
Ministro degli Esteri Renato Ruggiero,
piazzale della Farnesina 1, 00184 Roma
Signor Ministro,
come cittadina/o italiana/o, la prego di sollecitare con urgenza un
intervento umanitario del Governo italiano presso il Presidente della
Repubblica Nigeriana affinche' conceda la grazia alla cittadina nigeriana
Safya Husseini Tungar-Tudu, condannata a morte per lapidazione secondo la
legge islamica (Sharia) dal tribunale islamico di Gwadabawa, nello stato di
Sokoto, nell'ottobre scorso.
Safya e' una giovane di 30 anni, "colpevole" di avere avuto un figlio senza
essere sposata. Terminato il periodo dell'allattamento (144 giorni dopo la
nascita del bambino), sara' posta in una buca e lapidata a morte.
Il caso e' segnalato da Amnesty International.
La ringrazio per l'interessamento che certamente vorra' prodigare.
*
Notizie
Safya e' stata condannata a morte per lapidazione nell'ottobre scorso da un
tribunale di Gwadabawa, nello stato di Sokoto. Il suo caso e' stato assunto
dalla National Human Right Commission, Plot 800 Blantyre street, Gidan
Aisha- Wuse II, Abuja, Nigeria.
Secondo alcune informazioni che non hanno trovato conferma certa, Safya, che
era agli arresti domiciliari in attesa dell'esecuzione capitale, sarebbe
riuscita a fuggire. E' una notizia che ci rallegra ma ci lascia col fiato
sospeso: potrebbe anche trattarsi di una notizia infondata, fatta circolare
per porre termine alla campagna per la sua salvezza che si sta sviluppando
in diverse nazioni.
*
Il nostro sforzo
E adesso qualche esempio della vostra mobilitazione: Luisa Morgantini, la
parlamentare europea che onora l'Italia nella sua strenua difesa dei diritti
umani e dei popoli, sta cercando di fare iscrivere il caso di Safya nelle
"urgenze" di Strasburgo. Sappiamo che un gruppo di "Nessuno tocchi Caino",
dopo avere manifestato davanti all'ambasciata nigeriana e' stato ricevuto
dall'ambasciatore stesso, il quale ha dichiarato che la sentenza a carico di
Safya non sara' eseguita. Con tutto il rispetto per l'ambasciatore, crediamo
che questa sia soltanto una dichiarazione di buona volonta' da parte sua: e
quindi che si debba inistere con la nostra campagna. Il nostro appello e'
stato pubblicato dal quotidiano "L'Adige" di Trento. Il Coordinamento
Sezioni Ds Montesacro Roma lo diffondera' fra gli iscritti; cosi' il Prc e
il Global Forum di Teramo. Ha scritto al presidente nigeriano l'assessore
alle politiche sociali del Comune di Agliana (PT), Eleanna Ciampolini.
Speriamo sia l'inizio di un coinvolgimento degli enti pubblici. Angelo
Cifatte ha inserito l'appello nella mailing-list dei 5000 aderenti alla Rete
Lilliput ligure, Marco Giovannelli lo ha pubblicato su "Varesenews", il
quotidiano informatico da lui diretto e' visitato da 5000 lettori
giornalieri; il Centro di ricerca per la pace di Viterbo nel suo bollettino
giornaliero, inesauribile miniera di cultura nonviolenta. Tristano Sapigni,
del Centro Nazionale Universitario di Ferrara ne ha parlato nella lista di
discussione di cui e' il gestore. Roberta Aiello ha inserito il nostro
appello nella Lista Gaia, Francesco Polcaro nella lista di discussione di
politica della ricerca e Luisa Molla nel sito www.consumi.etici. Riccardo
Alfonso ha pubblicato il caso nel sito www.fidest.net di cui e' direttore.
Amelia Alberti ha fatto "correre" il messaggio ai 90 aderenti alla Lega
Ambiente, Circolo del Verbano. Roberto De Napoli ha diffuso il testo
dell'appello fra le colleghe e i colleghi della rete Rai della Calabria.
Mirella Albano ne sta parlando ai ragazzi del liceo Avogadro di Roma e
sempre a Roma Grazia Maria Bertini ha partecipato la vicenda di Safya alle
sue colleghe del liceo Virgilio. Grazie a Franca Stephenson, anche al liceo
Nomentano di Roma massima moblitazione; Aldo Borghesi ne ha distribuito
varie copie fra i genitori dei compagni di scuola dei suoi figli, etc. etc.,
Francesca Astegno ne ha parlato nella sua scuola e ne ha informato alcune
parrocchie della diocesi di Vicenza. Adriano Madonna ha segnalato il caso a
"Mi manda RAI3" e a "Buona Domenica". Mariana, una studentessa di Bologna,
ne ha scritto addirittura a "Striscia la notizia". Siete meravigliosi.
Nei prossimi giorni io potro' occuparmi assai meno di questo caso perche'
assorbito in altri lavori. Vi segnalo che se ne occupa con intelligenza e
vigore Farid Adly, un giornalista arabo che da tempo vive in Italia e dirige
un'agenzia di stampa che si chiama "Anbamed, notizie dal Mediterraneo". La
sua e-mail e': anbamed@katamail.com Vi prego di prendere contatto con lui
anche perche' e' importante che, in un periodo come questo, la campagna non
si presti a speculazioni anti-islamiche (peraltro inevitabili e gia'
presenti).
Un caro saluto e ancora grazie dal vostro
Ettore Masina
4. INIZIATIVE. NADIA CERVONI: LE DONNE IN NERO OGGI IN PIAZZA A SOSTEGNO
DELLE DONNE AFGHANE
[Nadia Cervoni e' impegnata nell'esperienza delle Donne in nero. Per
contatti: giraffan@tiscalinet.it]
In solidarieta' e a sostegno delle donne afghane, del loro impegno contro
ogni fondamentalismo, del loro riconoscimento nella costruzione di un reale
percorso democratico dei diritti, di liberta' e di sviluppo, aderiamo alla
giornata dedicata al consumo equo e solidale e in particolare sosteniamo la
giornata del " buy nothing day", giornata internazionale del non acquisto
lanciata da "Terre di mezzo". Contro la spesa militare e contro i costi di
guerra, umani e economici, invitiamo per il 24 novembre a sostenere una
"spesa etica" sottoscrivendo per la campagna "Nafas" promossa dalle Donne in
nero a sostegno dell'attivita' delle donne afghane dell'associazioni Hawca e
Rawa per l'accoglienza dei profughi in Pakistan e per corsi di
alfabetizzazione per donne, bambine e bambini dell'Afghanistan.
Per informazioni e contatti: Donne in nero di Roma, e-mail:
giraffan@tiscalinet.it, tel. 3294159514, 3494484269.
Per contributi: Campagna NAFAS/Donne in nero, bonifico bancario alla Banca
popolare Etica Novara, c/c n. 103344, ABI 5018 - CAB 12100; oppure c/c
postale n. 12182317, intestato a Banca Etica indicando nella causale il
numero di c/c 103344 donne in nero/Nafas
Le Donne in nero di Roma oggi saranno in piazza, alla tenda della pace del
Roma social forum a largo Argentina dalla 16 alle 19, e poi a Campo de'
fiori insieme alle associazioni che organizzano il " buy nothing day". Tanti
i contenuti in un intreccio per porre fine al digiuno della pace, della
nonviolenza, della giustizia.
5. INIZIATIVE. PER CONTRASTARE CHI SPECULA SUL COMMERCIO DI STRUMENTI DI
MORTE, SOSTENIAMO LA CAMPAGNA "BANCHE ARMATE"
Un aggiornamento dalla campagna "Banche armate", e il testo della lettera da
mandare alle banche coinvolte nel commercio di armi, sono consultabili nei
seguenti siti: www.saveriani.bs.it/missioneoggi/Campagne/Banche/index.htm e
www.nigrizia.it/Banchearmate/home.htm
Nei siti citati sono disponibili i dati completi desunti dalle annuali
relazioni governative al parlamento; in particolare per l'ultimo anno la
fonte e': Presidente del Consiglio dei Ministri, Relazione sulle operazioni
autorizzate e svolte per il controllo dell'esportazione, importazione e
transito dei materiali di armamento nonche' dell'esportazione e del transito
dei prodotti ad alta tecnologia (Anno 2000). Roma: Camera dei Deputati -
Senato della Repubblica, Atti Parlamentari, Doc. LXVII n. 5, 2001 (in
particolare: Relazione del Ministero del Tesoro).
*
Riportiamo di seguito un modello di lettera da inviare come singoli
risparmiatori alla direzione generale dell'istituto di credito di cui si e'
clienti, se esso e' compreso nell'elenco delle banche che finanziano
l'esportazione di armi secondo la relazione del Governo.
Al Direttore della Banca...
Nella Relazione 2001 che il Governo ha presentato in Parlamento sulle
esportazioni di armamenti autorizzate e svolte nel 2000, e in particolare
nella parte curata dal Ministero del Tesoro - divulgate da riviste
missionarie e della finanza etica, "Missione oggi", "Nigrizia" e "Mosaico di
pace" - ho trovato il vostro nome come banca coinvolta in operazioni
connesse con l'export (legale) di armi [vedi tabella riportata nei siti
sopra segnalati].
Ritengo che l'attivita' economica e finanziaria non possa sottovalutare il
suo impatto sui diritti umani. Banche e imprese dovrebbero considerare le
conseguenze sociali ed etiche delle loro azioni economiche. Da questo punto
di vista il commercio delle armi continua ad alimentare guerre e violazioni
dei diritti umani in tutto il mondo.
L'Africa in particolare, pur non essendo in assoluto l'area maggiormente
destinataria di forniture di armamenti, e' la regione dove i traffici hanno
l'impatto piu' grave in termini umani e materiali.
L'Italia continua ad avere un ruolo non marginale in questo mercato. Negli
ultimi anni e' stata tra i primi dieci esportatori nelle vendite di grandi
sistemi d'arma, e addirittura al terzo posto nel commercio di armi leggere.
Poco tempo fa il Segretario Generale dell'Onu Kofi Annan ha sottolineato
come l'impegno contro le piccole armi e' "una delle sfide chiave per
prevenire i conflitti nel prossimo secolo". A quanto vedo dai dati, un ruolo
cruciale nel mercato delle armi lo svolgono gli intermediari finanziari, cio
e' le banche.
Poiche' ho un deposito presso di voi mi trovo nella situazione per cui anche
il mio risparmio alimenta indirettamente questi gravi fenomeni. Se dunque i
dati riportati nella Relazione del Ministero del Tesoro non sono errati e
corrispondono a verita', mi trovo costretto ad aprire le procedure per
risolvere il rapporto con voi.
Naturalmente sarei lieto di una vostra eventuale presa di posizione che
dichiarasse l'impegno a uscire da queste attivita'. Riterrei opportuno, in
questo caso, un'informazione trasparente ai risparmiatori sul percorso per
arrivare a questo risultato.
Resto in attesa di un vostro riscontro e di una vostra eventuale verifica
dei dati qui riportati.
Cordiali Saluti
Firma
6. MAESTRE. DINA BERTONI JOVINE RICORDA ADA GOBETTI
[Da Dina Bertoni Jovine, Principi di pedagogia socialista, Editori Riuniti,
Roma 1977, p. 427 (e' un minimo frammento dal "Ricordo di Ada Gobetti"
apparso dapprima su "Riforma della scuola" n. 2 del 1970)]
Comprese invece che la Resistenza incompiuta esigeva un altro piu' difficile
contributo e non stette a indugiar su rammarichi sterili. Il suo compito non
era finito: occorreva raccogliere il molto di positivo che la Resistenza
aveva prodotto e farne la piattaforma per una azione ulteriore, piu'
profonda e piu' intima. Mancava all'Italia, ancora, una solida base di vita
civile e democratica. Alla formazione di questa base Ada diede tutte le sue
energie e chiamo' a raccolta le forze scaturite dall'impegno della
liberazione.
7. MAESTRE. SILVIA VEGETTI FINZI, L'UTOPIA
[Da Silvia Vegetti Finzi, Storia della psicoanalisi, Mondadori, Milano 1990,
p. 424]
Cosi' intesa l'utopia non designa un mondo di domani che possa consolare
dalla miseria di oggi. Se e' vero che l'atteggiamento utopico coinvolge la
dimensione temporale del futuro, esso implica anzitutto un particolare
approccio al presente. L'occhio non si proietta al di la' della realta' ma
proprio in essa sa cogliere i germi di cio' che ancora non e', e che
tuttavia ha la possibilita' di divenire.
8. INGIUSTIZIE. SOCIAL FORUM DI ROMA: LE SCELTE DELLA QUESTURA DI ROMA
DANNEGGIANO GRAVEMENTE I LAVORATORI STRANIERI E INCENTIVANO CLANDESTINITA' E
LAVORO NERO
[Riceviamo e diffondiamo questo comunicato del Social forum di Roma.
Ringraziamo Maurizio Buzi per avercelo trasmesso (per contatti:
mauriziobuzi@libero.it)]
Il Forum Sociale di Roma ha affrontato, nella sua ultima riunione di
coordinamento, la gravissima situazione dei lavoratori stranieri a Roma.
La scelta di irrigidire la verifica dei requisiti di lavoro sta provocando
il blocco dei rinnovi dei permessi di soggiorno negli uffici della questura.
Non consentendo ai lavoratori stranieri di autocertificare i redditi
percepiti nel lavoro sommerso, da un lato si impedisce che il sommerso
emerga, dall'altro si consegnano migliaia di lavoratori disperati ai
venditori di carte false e contratti fasulli. Si alimentano cosi' i business
come quello scoperto all'Esquilino con titoli a nove colonne sulla stampa
romana, e si ingrossa il numero delle pratiche di rinnovo bloccate in
questura per "falsa documentazione" che ammontano gia' oggi a circa
seicento.
Migliaia di lavoratori, regolarmente residenti da anni o addirittura da
decenni in Italia, sono costretti a file notturne davanti ai commissariati e
alla questura per pratiche di rinnovo i cui tempi si prolungano fino a
cinque o sei mesi, in flagrante violazione delle leggi che impongono
risposte celeri a tutta la pubblica amministrazione, polizia inclusa. Molti
commissariati impongono, ai fini del rinnovo, documentazioni di lavoro e
abitazione non previste dalla legge, fino a pretendere la presenza fisica
dei datori di lavoro o dei padroni di casa. Questa situazione diventa
particolarmente intollerabile in prossimita' delle ferie natalizie,
occasione di rimpatrio e di riunione familiare per tutti i migranti nel
mondo.
Sono quasi quindicimila, solo a Roma, i lavoratori stranieri che rischiano
cosi' di essere ricacciati nella clandestinita' da cui erano faticosamente
usciti.
Le pratiche di rastrellamento e deportazione messe in atto da alcune
settimane dalla questura di Roma accrescono il clima di terrore: ieri
tredici giovani lavoratori del Bangladesh privi di permesso di soggiorno
sono stati prelevati in due appartamenti all'Eur, portati in questura e da
li' tradotti direttamente all'aeroporto, anticipando le pratiche di
espulsione sommaria senza appello previste dal ddl Bossi-Fini.
L'atmosfera di guerra e la pressione politica sul mercato del lavoro e sullo
Statuto dei lavoratori non sono estranee a queste scelte, che estendono
l'area dell'illegalita' invece di restringerla, favoriscono oggettivamente
chi specula sulla clandestinita' e sul lavoro nero, e puntano a indebolire
tutto il tessuto del mondo del lavoro.
Per questo il Social forum romano, in vista delle manifestazioni contro il
ddl Bossi-Fini previste a Roma per il 22 dicembre e il 19 gennaio, ha deciso
di dedicare ai diritti umani, sociali e civili dei migranti una serie di
iniziative venerdi' 7 dicembre, in prossimita' della Giornata internazionale
dei diritti umani.
Per contatti: il Migrants' Social Forum di Roma si riunisce ogni mercoledi
alle ore 18 presso il Villaggio globale, tel. 0657300329-2933.
9. INIZIATIVE. ELIO VELTRI: PER LA DEMOCRAZIA E LA LEGALITA'
[Da Elio Veltri (medico, pubblico amministratore, parlamentare, animatore di
molte iniziative per la legalita' ed autore di alcuni importanti libri di
denuncia contro il regime della corruzione) riceviamo e diffondiamo. Per
contatti: redazione@democrazialegalita.it]
Cari amici,
le leggi proposte dal governo e approvate dal parlamento, gli attacchi
brutali del capo del governo e dei suoi collaboratori alla magistratura e,
soprattutto, l'azione costante favorita dagli organi di informazione, per
cancellare dalla memoria degli italiani gli anni '90, presentandoli come
anni di "guerra civile" e di infamie per scopi di potere, ci hanno indotto a
riorganizzare a Roma e nelle Regioni l'Associazione Democrazia e Legalita',
fondata nel 1997, attivissima finche' la totalita' degli aderenti non si e'
trasferita nella "Italia dei Valori".
Nei prossimi mesi lavoreremo per evitare che tanti militanti della "Italia
dei Valori" e di altri movimenti politici si ritirino a vita privata e
condurremo, con gli strumenti "poveri" a disposizione, una campagna costante
di informazione sugli anni '90 e una iniziativa forte per promuovere i
referendum sulle leggi piu' scandalose a cominciare da quella sulle
rogatorie. Pensiamo anche ad un lavoro comune con le altre associazioni che
si occupano degli stessi problemi. E proporremo di coordinarci.
Abbiamo attivato il nuovo sito (www.democrazialegalita.it), che ti prego di
visitare, e costruito il primo numero di un giornale on line che viene fatto
da una piccola, ma valorosa redazione di Firenze: Roberta Anguillesi,
Armando Lestingi e Marco Ottanelli, contattabili allíindirizzo e-mail:
redazione@democrazialegalita.it o anche: associazione@democrazialegalita
Abbiamo bisogno di rendere vivace il nostro lavoro e di qualificarlo e in
Italia persone che si occupano con competenza e, soprattutto, con coerenza
di legalita', non ce ne sono molte.
Vi ringrazio per quanto farete e vi invio cordiali saluti.
Elio Veltri
10. MATERIALI. SINTESI DI DUE OPUSCOLI DI JEAN-MARIE MULLER
[Sperando di far cosa utile e gradita riproponiamo ancora una volta questa
breve scheda che sintetizza due opuscolo di Jean-Marie Muller, una delle
piu' illustri personalita' della riflessione e dell'impegno nonviolento; e'
inutile che aggiungiamo ancora una volta che la nonviolenza e' un campo di
esperienze e riflessioni costitutivamente aperto e che quindi le
formulazioni proposte anche dalle personalita' piu' autorevoli non vanno
giammai assunte in modo dogmatico, ma sempre in modo critico, contestuale,
creativo, come passi di una ricerca e frasi di un dialogo, di un "colloquio
corale". Muller è nato nel 1939 a Vesoul in Francia, docente, ricercatore,
tra i più importanti studiosi del pacifismo e delle alternative nonviolente,
oltre che attivo militante nonviolento e fondatore del MAN (Mouvement pour
une Alternative Non-violente). Tra le opere di Jean-Marie Muller: Strategia
della nonviolenza, Marsilio, Venezia 1975; Il vangelo della nonviolenza,
Lanterna, Genova 1977; Significato della nonviolenza, Movimento Nonviolento,
Torino 1980; Metodi e momenti dell'azione nonviolenta, Movimento
Nonviolento, Perugia 1981; Lessico della nonviolenza, Satyagraha, Torino
1992; Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1994; Vincere la guerra, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999]
I. Una sintesi da Jean-Marie Muller, Significato della nonviolenza
Questo opuscolo, Jean-Marie Muller, Significato della nonviolenza, Edizioni
del Movimento Nonviolento, Torino 1980, costituisce una sintetica e
stimolante presentazione della nonviolenza come proposta di lotta.
Il testo di Muller è del 1974, la traduzione italiana è arricchita da una
introduzione di Matteo Soccio che descrive la figura dell'autore, da una
bibliografia essenziale in italiano, e da un indirizzario che, anche se non
più utilizzabile vent'anni dopo, è un commovente elenco di amici della
nonviolenza italiani che hanno continuato a dare buona prova.
Il testo è scandito in brevi paragrafi ognuno con un suo titolo, il che
facilita la lettura (anche se non sempre questa forma espositiva è la
migliore). Di questa scansione ci serviremo liberamente nella sintesi dell'
opuscolo che di seguito proponiamo con qualche nostro minimo commento.
1. Partire dai fatti: "non saremmo seri nella nostra riflessione sulla
nonviolenza se non prendessimo sul serio la violenza"; si tratta di
comprenderla: "essa è molto spesso la ricerca di soluzioni concrete a dei
problemi concreti", pertanto: "non potremmo accontentarci di una pura e
semplice condanna di tutte le violenze quali che siano, da qualsiasi
direzione provengano, ponendoci al di sopra della mischia e richiamandoci ad
una innocenza che non può essere di questo mondo". Si tratterà quindi di
esaminarla rigorosamente, per contrastarla efficacemente nel modo più
rigoroso, appunto con la lotta nonviolenta.
2. La violenza è distruzione: "non bisogna lasciarsi ingannare -scrive
Ricoeur-. Il volto della violenza, il fine che essa persegue implicitamente
o esplicitamente, direttamente o indirettamente, è la morte dell'altro". Il
richiamo alla riflessione di Ricoeur ci pare assai pertinente, e vorremmo
aggiungere anche l'Elias Canetti di Massa e potere (un'opera fondamentale).
3. Le tre violenze: di seguito Muller riprende la nota distinzione delle
"tre violenze" nel loro rapporto genealogico così come indicato da Helder
Camara, il grande vescovo brasiliano, eroico difensore dei diritti umani che
ci ha abbandonato da poco.
a) la prima violenza è la violenza delle situazioni di ingiustizia;
b) "la seconda violenza è quella che nasce dalla rivolta degli oppressi
quando essi tentano di liberarsi dal giogo dell'oppressione che li
schiaccia";
c) "la terza violenza è la violenza della repressione, essenzialmente legata
alla violenza d'oppressione per mezzo della quale i ricchi ed i potenti
spezzano i movimenti di liberazione dei poveri".
Dom Helder Camara, e padre Balducci riprendendone la riflessione,
esprimevano opposizione a tutte le violenze, ma ovviamente spiegavano che
ciò che occorreva innanzitutto era abolire la prima violenza, abolita la
quale le altre sparivano di conseguenza. Sulla stessa linea di pensiero
Muller nota che "se la nonviolenza condanna e combatte innanzitutto la
violenza degli oppressori, essa però viene a rimettere in questione anche la
violenza degli oppressi. Liberare i poveri, vuol dire anche liberarli dalla
loro violenza". Sulla stessa linea di riflessione Giuliano Pontara rilevava
che i sostenitori della nonviolenza non si limitano a condannare la
violenza, ma praticano e propongono la nonviolenza come una forma di lotta
concreta ed efficace contro la violenza. Vorremmo aggiungere questa
definizione: la nonviolenza è una teoria-prassi di liberazione che
degnifica, ovvero umanizza, chi ne partecipa nel suo stesso farsi.
4. La necessità del conflitto e la gestione nonviolenta dell'aggressività:
al riguardo Muller svolge alcune considerazioni ispirate a concretezza e
coscienza di alcune acquisizioni fondamentali del pensiero del Novecento.
Muller è esplicito: "non si tratta di reprimere l'aggressività dell'uomo, ma
di metterla in opera", aggiungendo che non è fatale che l'aggressività si
manifesti con la violenza, bisogna saperla disciplinare, controllare,
utilizzare in modi più costruttivi della violenza. l'aggressività va
incanalata affinché si manifesti in creatività, solidarietà, impegno per la
dignità, la giustizia, la verità.
Inoltre, passando dal piano psicologico a quello sociologico: "bisogna
dunque accettare questa realtà del conflitto", anzi: la strategia della
nonviolenza promuove il conflitto contro l'ingiustizia. Chi pretende di
cancellare il conflitto dalla società, propugna una società totalitaria.
5. L'importanza dei mezzi: "non è soltanto un problema morale, è anche un
problema di efficacia. Una delle caratteristiche della nonviolenza è
precisamente di affermare che, se la scelta dei mezzi viene dopo (è seconda)
rispetto al fine da conseguire, non è tuttavia secondaria, è anzi essenziale
alla effettiva realizzazione di quel fine. Gandhi diceva: il fine è nei
mezzi come l'albero nel seme".
E Muller propone di esaminare il significato della nonviolenza ponendoci
successivamente a tre livelli diversi:
a) il livello personale;
b) il livello delle relazioni interpersonali;
c) il livello delle relazioni sociali e politiche.
6. Sul piano personale: "la violenza è il segno di una certa assurdità del
destino umano", la nonviolenza ci colloca in "un dinamismo della speranza
che ci libera dalla fatalità della violenza". E citando ancora Ricoeur:
"Colui che chiama crimine un crimine è già sulla via del senso e della
salvezza".
7. Sul piano delle relazioni interpersonali è la scelta del dialogo rispetto
alla violenza. A noi pare assolutamente evidente che solo sulla scelta del
ripudio della violenza si può fondare una società giusta.
8. Sul piano delle relazioni sociali e politiche, Muller evidenzia che la
nonviolenza è azione, impegno morale che si concretizza nella pratica, ed
incisivamente scrive che "l'azione nonviolenta è una prova di forza". "Un'
azione nonviolenta non è una dimostrazione d'amore. Essa è molto più
precisamente una dimostrazione di forza. La nonviolenza, non è l'amore, ma
piuttosto la ricerca di tecniche e di metodi di lotta compatibili con l'
amore, compatibili con il rispetto della verità". Si potrebbe dir
diversamente, e si potrebbe discutere la forzatura e l'ellissi, ma il senso
è chiaro. La nonviolenza è lotta, lotta come amore e amore come lotta.
9. La strategia dell'azione nonviolenta: "il principio essenziale di questa
strategia è il principio di non-cooperazione; io lo chiamerei meglio:
principio di non-collaborazione. Esso si fonda sulla seguente analisi: la
forza dell'ingiustizia nella società deriva dalla complicità che la
maggioranza dei membri di questa società apporta a questa ingiustizia". Ed
è davvero questo il cardine della proposta della nonviolenza: si tratta di
rompere la complicità.
10. Che fare:
10.1. L'analisi: innanzitutto occorre la denuncia dell'ingiustizia e l'
analisi della situazione concreta.
10.2. La protesta pubblica: quindi passare alla protesta pubblica (ma sempre
nelle azioni di protesta pubblica rispettare il principio della
"pacificazione della parola"); tra le azioni di protesta pubblica, lo
sciopero della fame è una delle più specifiche della nonviolenza (e qui
Muller segnala che lo sciopero della fame "non è nonviolento se diventa un
ricatto nei confronti dell'avversario").
10.3. L'azione diretta nonviolenta: dopo aver esaurito le possibilità del
dialogo, le possibilità del negoziato, bisogna passare all'azione diretta
nonviolenta.
Replicando ad una retorica diffusa, Muller scrive opportunamente: "Bisogna
dunque rovesciare i termini e non dire che il negoziato è un mezzo per
risolvere il conflitto, ma che il conflitto è un mezzo per risolvere il
negoziato. E' proprio perché il negoziato non è possibile che il conflitto è
necessario per rendere possibile il negoziato e per creare le condizioni in
cui il dialogo e il negoziato saranno possibili".
11. I mezzi dell'azione diretta nonviolenta: qui Muller propone alcuni
esempi, ovviamente tutt'altro che esaustivi:
a) lo sciopero;
b) il boicottaggio;
c) la disobbedienza civile.
12. La violenza è l'arma dei ricchi: Muller è incalzante nella concretezza
delle sue argomentazioni: "la capacità di violenza degli oppressori sarà
sempre smisuratamente più grande della capacità di violenza degli oppressi".
13. La nonviolenza è possibile, allora essa è preferibile: "molti conflitti
si sono sviluppati in un crescendo di violenza dall'una e dall'altra parte;
non è facile, a partire di là, tentare di intravvedere una soluzione
nonviolenta. Ma noi potremmo almeno metterci d'accordo su questa ipotesi di
lavoro: se la nonviolenza è possibile, allora essa è preferibile".
Ed è detto magnificamente, e vorremmo aggiungere: se la nonviolenza è
possibile, allora essa è necessaria.
E si potrebbe dir anche: se la nonviolenza è necessaria, allora essa è anche
possibile.
E noi sappiamo che la nonviolenza è possibile. E noi sappiamo che la
nonviolenza è necessaria.
*
II. Una sintesi da Jean-Marie Muller, Momenti e metodi dell'azione
nonviolenta
L'opuscolo di Jean Marie Muller, Momenti e metodi dell'azione nonviolenta,
Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1981, riprende un capitolo dell'
ampia opera di Muller, Strategia della nonviolenza, Marsilio, Padova 1975, e
precisamente il capitolo settimo (pp. 73-99).
E' un lavoro utile, che si affianca a quelli di Charles C. Walker (Manuale
per l'azione diretta nonviolenta), di Aldo Capitini (Le tecniche della
nonviolenza), di Alberto L'Abate (Addestramento alla nonviolenza), ed all'
opera fondamentale di Gene Sharp, (Politica dell'azione nonviolenta, in tre
volumi, presso le Edizioni Gruppo Abele).
Il testo di Muller si articola secondo la seguente scansione:
1. Analisi della situazione: "è essenziale che prima di decidere l'azione si
abbia una conoscenza esatta della situazione in cui s'inserisce quell'
ingiustizia che si vuole denunciare e combattere".
2. Scelta dell'obiettivo: "la scelta dell'obiettivo è essenziale poiché da
essa soltanto può dipendere la riuscita o l'insuccesso del movimento.
Converrà scegliere un obiettivo preciso, limitato e possibile".
3. Primi negoziati: "conviene entrare al più presto possibile in contatto
diretto con l'avversario, prima di portare la controversia sulla pubblica
piazza, allo scopo di tentare tutto ciò che è possibile per risolvere il
conflitto senza dover ricorrere alla prova di forza. Si tratta allora di far
conoscere ai rappresentanti della parte avversa le conclusioni a cui l'
analisi della situazione ha condotto e di far valere le rivendicazioni del
movimento precisando l'obiettivo che questo ha deciso di raggiungere. Sin da
questo momento è importante dar prova della più rigorosa cortesia nei
confronti dell'avversario. (...) Il clima che si instaurerà durante questi
primi negoziati determinerà in buona parte il clima di tutto il conflitto.
(...) Questi primi negoziati devono permettere alle due parti di conoscersi
meglio. (...) Ma dev'essere chiaro che il movimento non si accontenta in
nessun momento di promesse, ma che aspetta invece delle decisioni. Esso
accetterà di sospendere la sua azione solo quando avrà raggiunto un accordo
definitivo che metta fine al conflitto".
4. Appello all'opinione pubblica. "In seguito al fallimento dei primi
negoziati, bisognerà sforzarsi di far esplodere l'ingiustizia di fronte all'
opinione pubblica con tutti i mezzi di informazione di cui può disporre il
movimento".
Muller qui annota tra l'altro che "è molto importante mantenere l'iniziativa
dell'informazione e vigilare affinché il senso dell'azione non venga né
deformato né falsificato"; annota inoltre che "si tratta di mettere l'
opinione pubblica di fronte alle proprie responsabilità, ma non si tratta di
colpevolizzarla".
Muller indica quindi tutta una serie di metodi di manifestazione pubblica
(ovviamente riportando anche esempi storici significativi):
- comunicati;
- petizioni;
- sfilata;
- marcia;
- sciopero della fame limitato.
5. Invio di un ultimatum: "di fronte al fallimento degli ultimi tentativi di
negoziato, diventa necessario fissare all'avversario un ultimo termine al di
là del quale saranno date disposizioni di ricorrere all'azione diretta";
ovviamente l'ultimatum, ultimo tentativo di soluzione negoziata prima di
ricorrere all'azione diretta nonviolenta, dovrà essere reso pubblico.
6. Azioni dirette nonviolente: qui Muller propone la seguente
classificazione:
6.1. Azioni dirette di non-cooperazione: e tra queste segnala (con dovizia
di riferimenti ad esperienze storiche di resistenza nonviolenta):
- l'hartal: un giorno di sciopero generale restando a casa;
- il rinvio di titoli e di decorazioni;
- lo sciopero;
- il boicottaggio:
- lo sciopero degli affitti;
- il rifiuto collettivo dell'imposta;
- l'obiezione di coscienza;
- lo sciopero della fame illimitato;
- lo sciopero generale.
6.2. Azioni dirette d'intervento: e tra queste Muller segnala:
- il sit-in;
- l'ostruzione (impedire col proprio corpo la circolazione su una via
pubblica);
- l'usurpazione civile (nel proprio lavoro ignorare le istruzioni dall'alto
e seguire invece le indicazioni del movimento di resistenza);
- l'usurpazione delle funzioni governative e il governo parallelo: "quando
tutto un paese è abbandonato all'arbitrio di un governo che intende imporre
il dominio rinnegando tutti i princìpi della vita democratica, non si tratta
più soltanto di opporsi a una legge particolare, si tratterà di opporsi al
governo. Converrà perciò, allo scopo di bloccare i meccanismi del governo e
di paralizzarlo, estendere la disobbedienza civile alle leggi che, pur non
essendo di per se stesse ingiuste, servono nondimeno ai progetti del
governo". Allora "nella misura in cui la disobbedienza civile avrà potuto
essere organizzata su scala nazionale, i leader del movimento di resistenza
potranno essere considerati come rappresentanti dell'autorità legittima del
paese".
Ovviamente questo è solo un sunto che vale come invito a leggere l'intero
opuscolo, ed altrettanto ovviamente una lettura adeguata di questo opuscolo
richiederebbe la lettura integrale del libro di cui esso costituisce un
capitolo. Chi scrive queste righe ritiene che mai si debba correre il
rischio di ridurre le tecniche nonviolente a mere formule organizzative ed
operative, esse devono essere sempre coerenti a, e per così dire illuminate
da, scelte di valore, teoriche ed esistenziali, precise e rigorose, appunto
quell'insieme di scelte gnoseologiche, etiche e politiche su cui si fonda la
nonviolenza.
11. RILETTURE. "HERMENEUTICA" 1995: KERYGMA E PRASSI. FILOSOFIA E TEOLOGIA
IN ITALO MANCINI
"Hermeneutica" 1995, Kerygma e prassi. Filosofia e teologia in Italo
Mancini, Morcelliana, Brescia 1995, p. 270, lire 30.000. Questo volume della
nuova serie dello straordinario annuario fondato dall'indimenticabile Italo
Mancini reca vari eccellenti contributi sulla sua figura, il suo pensiero,
la sua opera, ed una fondamentale bibliografia.
12. RILETTURE. MASSIMO MILA: SCRITTI CIVILI
Massimo Mila, Scritti civili, Einaudi, Torino 1995, pp. 424, lire 28.000.
Del grande antifascista e musicologo scomparso nel 1988, tra i maestri che
ci hanno insegnato ad ascoltare la musica, ad amare la montagna, ed a
resistere sempre all'oppressione, questa raccolta di scritti curata da
Alberto Cavaglion e' un ulteriore prezioso dono. Rileggila, e' un pane buono
e ristoratore.
13. RILETTURE. RAYMOND QUENEAU: ESERCIZI DI STILE
Raymond Queneau, Esercizi di stile, Einaudi, Torino 1983, pp. 258. Cento
modi diversi per raccontare lo stesso minimo, banale episodio. Traduzione di
Umberto Eco. E' una lettura che raccomandiamo come utile esercizio per
uscire dalla presunzione della soggettivita', e verificare come molti siano
gli sguardi, molte le lingue, molte le persone: e tutte cooperano alla
felicita' comune, alla dignita' di tutti.
14. ALCUNE INIZIATIVE DI PACE DI OGGI E DOMANI
[Ovviamente le iniziative di pace di seguito segnalate sono quelle di cui
siamo venuti a conoscenza e che ci sembrano caratterizzate da due scelte
precise: I. la nonviolenza; e II. la difesa dei diritti umani, del diritto
internazionale, della legalita' costituzionale]
Sabato 24 novembre
- in tutta Italia: Il 24 novembre decine di associazioni e organizzazioni
non profit celebrano il Buy Nothing Day, la Giornata Mondiale del Non
Acquisto. Per informazioni: bnd2001italy@terre.it,
www.terre.it/bnd2001italy, www.retelilliput.it,
www.unimondo.it/bilancidigiustizia.
- ad Avellino: incontro con Lidia Menapace, promosso da "Quaderni irpini".
Info: 0825581260.
- a Bari: in via Dante 189, iniziativa sul consumo critico.
- a Bologna: al teatro Arena del sole, via Indipendenza 44, inizio alle ore
9, prima giornata nazionale della finanza etica e solidale. Per contatti:
info@finanza-etica.org
- a Bologna: in occasione della Giornata del non acquisto, iniziativa in
piazza di Porta Ravegnana dalle 10,30 alle 17,30.
- a Brescia: in programma manifestazione nazionale per i diritti degli
immigrati.
- a Ferrara: iniziativa di solidarieta' con i bambini di strada. Info:
0532205472.
- a Gemona: alle ore 20,30 al Centro "Salcons", spettacolo teatrale con "I
viandants". Letture e poesie dei migranti del nostro secolo. Seguira' un
rinfresco "etnico" con prodotti del commercio equo e solidale.
- a Limonaia di Campi Bisenzio (FI): alle ore 16,30 incontro "Uniti per
difendere i nostri ideali di legalita', di soidarieta' e di democrazia",
presieduto da Antonino Caponnetto e Carla Pertini, partecipano: Giancarlo
Caselli, Felice Casson, Luigi Ciotti, Piero Grasso, Antonino Ingroia, Paolo
Sylos Labini, Mario Almerighi, Giorgio Bongiovanni, Salvatore Calleri,
Adriano Chini, Vannino Chiti, Michele Del Gaudio, Vitaliano Della Sala,
Alfredo Galasso, Peter Gomez, Giuseppe Lavorato, Vito Lo Cicero, Saverio
Lodato, Adriana Musella, Enza Panebianco, Luca Tescaroli, Marco Travaglio,
Elio Veltri, Nichi Vendola. Organizzato da: Associazione "Viva Jospin",
Comitato per la Costituzione "Piero Calamandrei", tel. 055244430, fax
0552342713.
- a Mestre (VE): dalle 17.00 alle 19.30 in piazza Ferretto, il Venezia
social forum organizza un presidio per la cessazione della guerra. Per
contatti: miriamsil@libero.it
- a Milano: alle ore 10-13,30 presso la Camera del lavoro in corso Porta
Vittoria 43, prosegue il dibattito contro la guerra, verso Porto Alegre
2002. Partecipano: Vittorio Agnoletto, Cristophe Aguiton, Carla Casalini,
Giulietto Chiesa, Giorgio Cremaschi, Giulio Girardi, Emilio Molinari. Info:
puntorosso@puntorosso.it
- a Nemi: seminario della Caritas sulla pace. Tel. 0669886383.
- a Oristano: presso la Pinacoteca Comunale di Via S. Antonio, mostra sulle
cause e situazioni delle diverse aree mondiali afflitte da conflitti armati.
Ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20.
- a Pinerolo: presso la Pro Loco di Garzigliana, iniziativa di solidarieta'
con il popolo kurdo con cena kurda (lire 20.000). Per informazioni: Arci
Pinerolo, tel.0121322529.
- a Rimini: training di formazione nonviolenta con le Peace Brigades
International. Colonia Stella Maris, via Regina Margherita, 18, Marebello di
Rimini. Il corso e' a numero chiuso (massimo 30 partecipanti); info: tel.
0541751498, cell. 3494419638, e-mail: operazione.colomba@libero.it
- a Roma: iniziativa delle Donne in nero di solidarieta' con le donne
afghane (cfr. sopra l'articolo di Nadia Cervoni).
- a Saluzzo: a partire dalle 10, in corso Italia, presidio informativo sui
temi della guerra, del militarismo, della produzione e del commercio di
armi, ma anche su nonviolenza, finanza etica, progetti di cooperazione;
dalle 15 alle 20, in via Silvio Pellico (zona pedonale), tenda della pace,
mostra fotografica, street parade e animazione teatrale. Info: Comitato
Saluzzese per la Pace, ratatoj@libero.it
- a Torino: all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, prosegue
l'iniziativa "donne di pace".
- a Torino: alle ore 17,30 presso la libreria Abba, via Maddalene 46B,
"Afghanistan, paese di poesia": testi raccontati e interpretati da Claudio
Canal, audizione di musiche dall'Afghanistan; info: tel. 011531264, e-mail:
claunal@libero.it
- a Torino: in via Garibaldi 13, ore 14,30-18, riunione regionale
MIR-Movimento Nonviolento del Piemonte e Val d'Aosta. L'incontro e' aperto a
tutti gli interessati.
- a Trento: Sala Video, Centro Santa Chiara, via Santa Croce 67, incontro su
"Dieci anni di cooperazione con il sud est Europa: bilancio, critiche,
prospettive". Ore 9-18. Con Mauro Cereghini, Loris Defilippi, Giulio Marcon,
Tonino Perna,Michele Nardelli. Info: tel. 0464424230, fax: 0464424299,
e-mail: segreteria@osservatoriobalcani.org, sito:
www.osservatoriobalcani.org
- a Verona: con inizio alle ore 11 presso la casa della nonviolenza in via
Spagna 8, riunione dei collaboratori di "Azione nonviolenta". Per
informazioni: e-mail: azionenonviolenta@sis.it, sito: www.nonviolenti.org
- a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" iniziativa contro la
guerra, partecipano una rappresentante delle Donne in nero, Vitaliano Della
Sala, Giulio Vittorangeli.
*
Domenica 25 novembre
- In Italia: iniziativa di pace dell'Azione cattolica, settore giovani, con
raccolta di fondi per la riduzione del debito dei paesi impoveriti.
- a Buti (PI): alle ore 21 al teatro Di Bartolo di Buti, incontro pubblico
sulla nonviolenza con il monaco zen statunitense Claude Anshin Thomas. Per
informazioni: tel. 0587724677.
- a Ferrara: iniziativa di solidarieta' con i bambini di strada. Info:
0532205472.
- a Gemona: dalle ore 9 alle 12, Loggia del Municipio, come in molte piazze
italiane ed europee verra' proposta una colazione "alternativa", equa e
solidale. L'iniziativa e' realizzata in collaborazione con "CTM
Altromercato".
- a Nemi: seminario della Caritas sulla pace. Tel. 0669886383.
- a Oristano: presso la Pinacoteca Comunale di Via S. Antonio, mostra sulle
cause e situazioni delle diverse aree mondiali afflitte da conflitti armati.
Ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20.
- a Prato: piazza S. Maria delle Carceri a Prato ospita la tenda di Abramo,
presso la quale sosteranno i diciassette digiunatori che aderiscono alla
proposta lanciata da Pax Christi e Beati i Costruttori di Pace.
- a Rimini: training di formazione nonviolenta con le Peace Brigades
International. Colonia Stella Maris, via Regina Margherita, 18, Marebello di
Rimini. Il corso e' a numero chiuso (massimo 30 partecipanti). Info: tel.
0541751498, cell. 3494419638, e-mail: operazione.colomba@libero.it
- a Torino: all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, si conclude
l'iniziativa "donne di pace".
- a Verona: con inizio alle ore 10,30 presso la casa della nonviolenza in
via Spagna 8, riunione del comitato di coordinamento del Movimento
Nonviolento. Per informazioni: e-mail: azionenonviolenta@sis.it, sito:
www.nonviolenti.org
15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.
16. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ;
per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben@libero.it ;
angelaebeppe@libero.it ; mir@peacelink.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per
contatti: info@peacelink.it
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 298 del 24 novembre 2001