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(AI) PERUGIA, Interventi Papisca e Fabre
PERUGIA - "Siamo qui per ricordare e ribadire che il mondo, l'economia, le
leggi appartengono ai popoli e devono essere fatte a misura dei popoli".
Antonio Papisca, direttore del Master europeo sui diritti umani e docente di
relazioni internazionali all'Università di Padova, è intervenuto poco fa
alla prima giornata della 4 Assemblea dell'Onu dei Popoli. Riaffermando che
"politica non significa arbitrio", Papisca ha elencato gli strumenti che
sono già in mano ai governi internazionali e ai popoli, senza che nulla ci
si debba inventare per praticare una vera giustizia internazionale: le
risoluzioni delle Nazioni Unite, il corpus di convenzioni che costituiscono
il Diritto internazionale dei diritti umani, il Codice di Diritto penale
internazionale.
"Un mondo interdipendente, che è sempre più piccolo e vulnerabile in ogni
sua parte, ha bisogno di governabilità adeguata, all'interno di un contesto
in cui i governanti sentano il bisogno della lettimazione popolare, e non
solo a livello locale". Perché cresca la "pace positiva", quindi, occorre
che le classi politiche sentano forte la pressione popolare. Papisca ha
precisato come ogni passo rischi di essere vano se non si difendono le
isituzioni internazionali multilaterali: senza le quali non ci sono i siti
dove attuare la partecipazione: "Ciascun membro della famigli aumana è
sovrano, perché ciascuno di noi è in sé, in maniera innata, depositario dei
diritti fondamentali.
E tanti sono i passi avanti cui l'impegno "dal basso" ha condotto negli
ultimi anni, come ha ricordato Jean Fabre, dell'UNDP (Programma per le
Nazioni Unite per lo sviluppo): abbiamo aumentato di otto anni le
possibilità di vita di un bambino, abbiamo dimezzato la mortalità infantile
e abbiamo fatto sì che cento paesi nel mondo abbiano cambiato regime.
Insomma, la riproposizione di quello che costituisce la ragion d'essere
dell'Assemblea di Perugia: la coscienza che una legge non si afferma finché
non ci si impegna, ogni giorno, per affermarla.
Eli.Pro.