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messaggio a "Primapagina" sull'appello dell'Università di Chicago



Ho inviato a Primapagina (Rdio3, ore 7,30) questo messaggio.
Enrico Peyretti
peyretti@tiscalinet.it
enrico.peyretti@tin.it
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Gentile dottor Calabrò,
una domanda piccola. Bisognerebbe sapere se la stampa italiana ha dato
notizia di questo appello alla moderazione da parte dell'Università di
Chicago (allegato e riprodotto in calce), che ha già raccolto 200.000
firme.
E' solo una delle molte voci di dissenso statunitense dalla linea di Bush.
Sia negli Usa che altrove non c'è affatto unanimità, ma dai media correnti
si dà un'immagine di allineamento funzionale alla propaganda di guerra.

Il 20 settembre Mosca ha proposto una conferenza mondiale sui conflitti
che hanno alimentato questa esplosione di violenza.
È questa la via più giusta, più della guerra, anche più di una polizia
dell'Onu, finora impedita, anche più di un tribunale internazionale,
finora impedito dagli Usa.
La formula sudafricana della verità senza vendetta, per la riconciliazione,
col riconoscimento di ogni diritto offeso, è la più giusta e vitale,
è quella che rende il maggiore onore alle vittime - queste e tutte le
altre -
e può guarire la società dall'odio, perché è la più libera dalla violenza.
Certo, impegna a fondo il meglio dell'umanità di tutti. Anche per
questo è la via da scegliere. Fare questa proposta che al momento
appare utopica, a causa della ristrettezza mentale e del vizio militare
dei potenti, non è inutile, perché rettifica il cammino, almeno
negli animi più attenti e sensibili.

Guerra: NO, NO, NO
Polizia davvero internazionale, secondo la Carta Onu: SI, se le potenze
l'avessero costituita
Tribunale Internazionale: SI, SI, se ci fosse, se gli usa non lo impedissero
Conferenza Internazionale Verità e Riconciliazione: SI, SI SI. E'
possibilissima, se i potenti la volessero. La esigano i popoli.

La guerra è senza dubbio la via peggiore. Non fa mai giustizia ma
conferma e accresce l'ingiustizia, e convalida i metodi violenti che
vorrebbe scoraggiare. Non otterrà altro risultato che moltiplicare
l'odio, la distruzione, l'insicurezza. Se anche riuscisse a sradicare
l'attuale rete
di terroristi, ne farà nascere il doppio, perchè le cause strutturali
permangono
e si rafforzano quelle ideologiche. Politicamente stolta e cieca è la
decisione di Bush,
dettata dal più primitivo spirito di vendetta. Per ragioni morali e
anche puramente politiche, di sicurezza, non possiamo approvarla.
La sicurezza, come la libertà, o è di tutti o è di nessuno.

Ribelliamoci al ricatto di Bush "O con me o con i terroristi". Chi ama
davvero il popolo americano e tutti gli esseri umani colpiti dalle violenze
di vario tipo e risonanza, chi davvero rispetta e compiange le vittime,
non vuole una risposta che conferma il metodo violento e prepara altre
vittime.

Enrico Peyretti
peyretti@tiscalinet.it
enrico.peyretti@tin.it

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Appello Università di Chicago

L'Università di Chicago vuole rivolgere ai "Grandi" della Terra una
petizione che ieri sera, 20 settembre, aveva già raccolto quasi 200 mila
firme.
Si tratta di un documento che esprime bene l'angoscia e le speranze di
tanti.
Siete invitati a firmarlo SUBITO e a farlo circolare SUBITO perché è
evidente che la risposta armata all'attentato sta per ferire nuovamente la
Terra.

 La PETIZIONE si trova al sito
http://home.uchicago.edu/~dhpicker/petition.
Qui di seguito, la traduzione italiana del documento.
Ma la vostra firma deve essere registrata nel sito web stesso.
Cliccate sul sito sopra indicato e poi sulla scritta, in alto,
"traduzione in italiano"; quindi completate le caselle come richiesto.

La Petizione
Noi, cittadini degli Stati Uniti d'America e di altri Stati del mondo,
chiediamo al Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush; al Segretario
Generale della NATO, Lord Robertson;al presidente dell'Unione Europea,
Romano Prodi; e a tutti i leaders internazionali di usare moderazione e
cautela nel rispondere ai recenti attacchi terroristici contro gli Stati
Uniti. Imploriamo che il loro potere ricorra, dove possibile, alle
istituzioni giudiziarie internazionali e alle leggi internazionali sui
diritti umani, piuttosto che a strumenti di guerra, violenza e distruzione.
Inoltre, affermiamo che il governo di una nazione deve essere
considerato distinto e diverso da qualunque gruppo terroristico che
operi dal suo interno, e dunque non possa essere irragionevolmente
considerato responsabile di crimini commessi da questi gruppi. Ne consegue
che il governo di una particolare nazione non può essere condannato per i
recenti attacchi senza una convincente evidenza di una sua cooperazione e
complicità con gli individui che hanno effettivamente commesso i crimini
in questione.
Civili innocenti che vivono in una qualunque nazione ritenuta
colpevole, in parte o totalmente, per i crimini recentemente perpetrati
contro gli Stati Uniti, non possono essere ritenuti in alcun modo
responsabili per le azioni dei loro governi, e devono quindi essere
garantiti nella loro sicurezza ed immunità da ogni azione militare o
giudiziaria presa contro lo stato in cui essi risiedono.
Da ultimo e con la massima energia, chiediamo che non venga fatto
alcun ricorso ad armi nucleari, chimiche o biologiche né ad altro tipo di
arma che produca distruzione indiscriminata, e riteniamo che sia un nostro
inalienabile diritto umano il vivere in un mondo privo di tali armi.

Firma completa