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Genova, un poliziotto racconta cosa è successo nella c aserma del Gruppo operativo mobile di polizia penitenziari a



Genova, un poliziotto racconta cosa è successo nella caserma
del Gruppo operativo mobile di polizia penitenziaria

La notte dei pestaggi
a Bolzaneto il lager dei Gom
"Calci, pugni, insulti: i diritti costituzionali
erano sospesi. E dicevano: tranquilli, siamo coperti"

di MARCO PREVE
GENOVA - Un poliziotto che presta servizio al Reparto Mobile di Bolzaneto, 
e di cui Repubblica conosce il nome e il grado ma che non rivela per 
ragioni di riservatezza, racconta la "notte cilena" del G8. "Purtroppo è 
tutto vero. Anche di più. Ho ancora nel naso l'odore di quelle ore, quello 
delle feci degli arrestati ai quali non veniva permesso di andare in bagno. 
Ma quella notte è cominciata una settimana prima. Quando qui da noi a 
Bolzaneto sono arrivati un centinaio di agenti del Gruppo operativo mobile 
della polizia penitenziaria".

E' il primo di uno dei molti retroscena sconosciuti del drammatico sabato 
del G8. Il nostro interlocutore ammette che "nella polizia c'è ancora tanto 
fascismo, c'è la sottocultura di tanti giovani facilmente influenzabili, e 
di quelli di noi che quella sera hanno applaudito. Ma il macello lo hanno 
fatto gli altri, quelli del Gom della penitenziaria".

E il pestaggio sistematico nella scuola? "Quello è roba nostra. C'è chi 
dice sia stata una rappresaglia, chi invece che da Roma fosse arrivato un 
ordine preciso: fare degli arresti a qualunque costo. L'intervento lo hanno 
fatto i colleghi del Reparto Mobile di Roma, i celerini della capitale. E a 
dirigerlo c'erano i vertici dello Sco e dirigenti dei Nocs, altro che la 
questura di Genova che è stata esautorata. E' stata una follia. Sia per le 
vittime, che per la nostra immagine, che per i rischi di una sommossa 
popolare. Quella notte in questura c'era chi bestemmiava perché se la 
notizia fosse arrivata alle orecchie dei ventimila in partenza alla 
stazione di Brignole, si rischiava un'insurrezione".

La trasformazione della caserma di Bolzaneto in un "lager" comincia lunedì 
con l'arrivo dei Gom, reparto speciale istituito nel 1997 con a capo un ex 
generale del Sisde, e già protagonista di un durissimo intervento di 
repressione nel carcere di Opera. Appena arrivati - vestiti con le 
mimetiche grigio verde, il giubbotto senza maniche nero multitasche, il 
cinturone nero cui è agganciata la fondina con la pistola, alla cintola le 
manette e il manganello, e la radiotrasmittente fissata allo spallaccio - 
prendono possesso della parte di caserma che già alcune settimane prima del 
vertice era stata adattata a carcere, con annessa infermeria, per gli 
arrestati del G8.

La palestra è stata trasformata nel centro di primo arrivo e di 
identificazione. Tutti i manifestanti fermati vengono portati qui, chi ha i 
documenti li mostra, a tutti vengono prese le impronte. A fianco alla 
palestra, sulla sinistra, accanto al campo da tennis, c'è una palazzina che 
è stata appositamente ristrutturata per il vertice ed è stata trasformata 
nel carcere vero e proprio. All'ingresso ci sono due stanzoni aperti che 
fungono da anticamera. Qui, la notte di sabato, fino a mattina inoltrata di 
domenica, staziona il vicecapo della Digos genovese con alcuni poliziotti 
dell'ufficio e qualche carabiniere.

"Quello accaduto alla scuola e poi continuato qui a Bolzaneto è stata una 
sospensione dei diritti, un vuoto della Costituzione. Ho provato a parlarne 
con dei colleghi e loro sai che rispondono: che tanto non dobbiamo avere 
paura, perché siamo coperti".

Quella notte. "Il cancello si apriva in continuazione - racconta il 
poliziotto - dai furgoni scendevano quei ragazzi e giù botte. Li hanno 
fatti stare in piedi contro i muri. Una volta all'interno gli sbattevano la 
testa contro il muro. A qualcuno hanno pisciato addosso, altri colpi se non 
cantavano faccetta nera. Una ragazza vomitava sangue e le kapò dei Gom la 
stavano a guardare. Alle ragazze le minacciavano di stuprarle con i 
manganelli... insomma è inutile che ti racconto quello che ho già letto".

E voi, gli altri? "Di noi non c'era tanta gente. Il grosso era ancora a 
Genova a presidiare la zona rossa. Comunque c'è stato chi ha approvato, chi 
invece è intervenuto, come un ispettore che ha interrotto un pestaggio 
dicendo "questa non è casa vostra". E c'è stato chi come me ha fatto forse 
poco, e adesso ha vergogna". E se non ci fossero stati i Gom? "Non credo 
sarebbe accaduto quel macello. Il nostro comandante è un duro ma uno di 
quelli all'antica, che hanno il culto dell'onore e sanno educare gli 
uomini, noi lo chiamiamo Rommel".

Che fine hanno fatto i poliziotti democratici? "Siamo ancora molti - 
risponde il poliziotto - ma oggi abbiamo paura e vergogna".

(26 luglio 2001)
<http://www.repubblica.it/online/politica/gottododici/pestaggi/pestaggi.html 
 >http://www.repubblica.it/online/politica/gottododici/pestaggi/pestaggi.html

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"Percorrerai tutte le strade di tutti i villaggi della terra prima di 
trovare te stesso".
("Niru zazalu´ guiráxixe neza guidxilayú ti ganda guidxelu´ lii")
Il Vecchio Antonio