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Public Forum: eppur funziona



GENOVA - Dunque è quasi un destino. L¹inizio di questo Public Forum è nella
palestra di una scuola. Un ambiente informale, per fortuna non troppo caldo
(come invece promettono di essere i prossimi giorni giù a punta vagno,
accanto alla fiera dove sono acquartierate le forze dell¹ordine venute da
fuori per queste settimane calde). Trecento, forse quattrocento persone
sedute in palestra per due ore il mattino, quattro ore il pomeriggio. Non
c¹è la traduzione simultanea promessa nelle scorse settimane dalla Regione,
e ci si arrangia con ottimi traduttori ma in consecutiva: significa che i
tempi si raddoppiano. I relatori stranieri parlano in francese, inglese,
spagnolo, portoghese e i traduttori traducono, molto bravi, professionali
anche se non hanno le cuffie e lavorano a braccio.
E, allo stesso modo e con gli stessi tempi, i relatori italiani vengono
tradotti in inglese. Tutti, perché moltissimi tra quelli che già oggi sono
arrivati a Genova sono stranieri. Prendono aria  accampati fuori dalla
scuola Diaz che per questo primo giorno ospita il Public Forum.
E, la cosa incredibile è che, nonostante tutte le difficoltà e le
improvvisazioni e gli imprevisti il Public Forum c¹è e funziona. E la gente
continua ad arrivare.
Tante donne. Il popolo di Seattle è un popolo largamento femminile. Forse
bisognerebbe incominciare a vederlo. (mg)