[News] Ecco come l'Iran ha forato lo scudo antimissile israeliano
- Subject: [News] Ecco come l'Iran ha forato lo scudo antimissile israeliano
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Tue, 24 Jun 2025 16:26:05 +0200
Ve lo sarete chiesto: come mai la difesa antimissile israeliana ha fallito? Qui alcune risposte tecniche con relative spiegazioni.
Come l'Iran ha forato lo scudo antimissile israeliano
Nei recenti lanci contro Israele, l’Iran è riuscito a superare i sistemi di difesa antimissile israeliani grazie a una combinazione di tecnologie sofisticate e di una strategia ben pianificata. Vediamo come.
1. Missili balistici e ipersonici di nuova generazione
L’Iran ha usato missili balistici come Haj Qassem e Fattah-1, che rappresentano un netto salto tecnologico.
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Sono missili balistici: armi che seguono una traiettoria curva (simile a quella di una parabola), usati per colpire obiettivi lontani.
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Sono ipersonici: viaggiano a velocità superiori a Mach 5 (cinque volte la velocità del suono). Il Fattah-1, ad esempio, supera Mach 13, rendendolo estremamente difficile da intercettare.
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Hanno testate manovrabili: queste testate possono cambiare direzione durante il volo, sfuggendo ai radar e ai missili difensivi.
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Sfruttano sistemi di navigazione avanzati: combinano INS (Inertial Navigation System) e GNSS (Global Navigation Satellite System) per una precisione elevata, con un margine di errore stimato tra i 10 e i 25 metri.
Novità: è la prima volta che l’Iran dimostra di poter utilizzare operativamente missili con caratteristiche ipersoniche manovrabili in un attacco reale.
2. Limiti strutturali delle difese israeliane
Israele possiede un sistema di difesa a più livelli, ma ognuno ha i suoi limiti.
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Iron Dome: eccellente contro razzi a corto raggio e artiglieria, ma non è adatto contro missili balistici ad alta quota o ipersonici.
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David’s Sling, Arrow 2 e Arrow 3: progettati per missili più sofisticati, hanno mostrato però difficoltà nel gestire attacchi multipli e simultanei.
Novità: l’attacco ha mostrato che nemmeno i sistemi avanzati come Arrow 3 riescono a garantire una protezione totale contro minacce multiple e ipersoniche.
3. Attacco a saturazione: troppe minacce da gestire
L’Iran ha lanciato centinaia di missili e droni simultaneamente, creando un effetto chiamato “saturazione”: quando i sistemi difensivi sono sovraccarichi e devono decidere quali bersagli intercettare e quali lasciar passare.
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Alcuni missili sono stati deliberatamente ignorati perché non considerati minacce gravi o diretti verso aree disabitate.
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Tuttavia, circa il 10% degli attacchi ha raggiunto obiettivi sensibili, causando danni e vittime.
Novità: è emersa una nuova vulnerabilità strategica, ovvero l’impossibilità di Israele di proteggere tutto il territorio da attacchi multipli ben coordinati.
4. Superamento della guerra elettronica
Un altro punto a favore dell’Iran è la capacità dei suoi missili di eludere le contromisure elettroniche.
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Le testate manovrabili e i sistemi di guida avanzati riescono a contrastare i tentativi di disturbo elettronico (jamming).
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Riescono a superare sistemi come THAAD e Patriot, normalmente considerati tra i migliori al mondo.
Novità: l’Iran ha dimostrato una sofisticazione tecnologica insospettata, riuscendo a forzare sistemi difensivi supportati anche dagli USA.
Conclusione
L’attacco ha rivelato che lo scudo antimissile israeliano non è impenetrabile, soprattutto quando viene colpito da:
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armi ipersoniche e di nuova generazione;
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un attacco coordinato e di massa;
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tecnologie in grado di aggirare le contromisure elettroniche.
Questo episodio segna una svolta storica nella guerra missilistica mediorientale e costringerà Israele e i suoi alleati a rivedere le strategie e le tecnologie di difesa.
Per altre informazioni: www.peacelink.it/disarmo
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