[News] Vogliamo radicare nel movimento per la pace la memoria di Andrea Rocchelli, giornalista italiano ucciso dai militari dell'Ucraina in Donbass



Quanti conoscono il caso di Andrea Rocchelli, giornalista italiano ucciso dai militari dell'Ucraina?

Per la sua importanza dovrebbe diventare una bandiera del movimento per la pace

Andrea Rocchelli era andato a documentare gli orrori della guerra in Ucraina, precisamente nel Donbass, ed è stato ucciso per questo. Era il 24 maggio del 2014. Il caso è scomodo, è un caso diplomatico da tacitare e su cui far scendere il silenzio. Perché gli assassini non sono i russi ma i nostri alleati: i militari dell'Ucraina. I "buoni". Quelli che difendono la libertà. Quelli che vogliamo sostenere in questa crisi militare perché sarebbero minacciati dalla Russia. E allora - se erano i "buoni" - perché hanno ucciso un giornalista italiano che andava lì a cercare la verità? Se non avevano nulla da nascondere perché avrebbero fatto questo?

Domande scomode.

Andrea Rocchelli è troppo scomodo, rischia di essere dimenticato, messo nell'oblio della cattiva coscienza. Ma il nostro compito è quello di tenere viva la memoria di questo giovane trentenne che andò in Ucraina per cercare la verità e venne centrato dal fuoco dei militari ucraini. Dobbiamo riprendere e rilanciare il caso di questo coraggioso giornalista italiano, anche per cominciare a nutrire dei dubbi sull'idea - molto propagandistica - che l'Ucraina sia governata da persone in buona fede e che difendono i diritti umani. Su Peacelink fu già pubblicato qualcosa nel maggio del 2014. Ecco qui.

Il testo diffuso dai colleghi del giornalista italiano Andrea Rocchelli
Il gruppo Cesuralab, un collettivo di fotografi co-fondato nel 2008 dal giornalista ucciso sabato scorso in Ucraina, racconta in questo testo chi era Andrea
https://www.peacelink.it/pace/a/40194.html

Le informazioni basilari su Andrea Rocchelli sono in una pagina di Wikipedia ben fatta, da cui saranno prese varie cose che leggerete qui di seguito.

Su Rocchelli si è svolto un processo in Italia.

Reazioni al processo? Le autorità Ucraine hanno parlato di complotto e di processo politico.

La cosa che prima di tutto colpisce è che Emma Bonino sia intervenuta in sostanziale sintonia con le autorità ucraine. Invece le organizzazioni dei giornalisti italiani hanno cercato di tenere viva l'attenzione sul processo schierandosi con i familiari del giornalista ucciso.

Si legge su Wikipedia: "Il 12 luglio 2019 la corte penale di Pavia ha giudicato Vitaly Markiv colpevole per concorso di colpa nell'omicidio di Rocchelli e Mironov e lo ha condannato a 24 anni di reclusione. Lo stato Ucraino è stato anch'esso giudicato colpevole nella medesima sentenza quale responsabile civile". E poi si legge: "Markiv viene difeso dall'avvocato Raffaele Della Valle e per la sua innocenza si schiera Emma Bonino e il partito dei Radicali Italiani, i quali ritengono che il processo sia di tipo indiziario e che la corte possa essere influenzata dalla politicizzazione del caso e dalle relazioni fra Italia e Russia che considerano costantemente inquinate dall'influenza di Vladimir Putin".

Altra cosa che colpisce sono le minacce. È stata minacciata l'interprete ucraina nel processo, e lei ha abbandonato l'incarico.

Le altre informazioni le trovate qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Rocchelli

Alcune sono veramente notevoli.

Ad esempio: "William Roguelon, unico sopravvissuto all'attacco fra i giornalisti, dichiarerà che il gruppo è stato bersagliato da colpi di mortaio e armi automatiche dalla collina Karachun, dove era stanziata la Guardia nazionale dell'Ucraina e l'esercito ucraino".

Spuntano poi le cose scomodissime: i neonazisti nelle truppe ucraine. Chi finisce sotto accusa è infatti un neonazista, secondo la ricostruzione che viene fatta.

Leggete qui: "Nel luglio 2017 le indagini hanno portato all'arresto di Vitaly Markiv mentre rientrava in Italia, militare della Guardia nazionale ucraina col grado di vice-comandante al momento dell'arresto ma soldato semplice all'epoca dei fatti, con cittadinanza italiana. Markiv è stato sottoposto a misure detentive di custodia cautelare in attesa del processo che si è aperto a Pavia nel maggio 2018. Durante lo svolgimento del processo, Markiv viene anche accusato dentro e fuori l'aula di simpatie neonaziste".

Chi fosse Markiv emerge bene in questo resoconto https://www.ossigeno.info/processo-rocchelli-cosa-dicono-le-indagini-dei-ros/

Vi si legge: 

Sul tablet e sullo smartphone sequestrati a Markiv, secondo i Ros, sono conservate oltre duemila fotografie. Alcuni scatti mostrano un uomo incappucciato, con una catena di ferro al collo, rinchiuso nel bagagliaio di un’automobile, una Skoda Octavia. In alcune immagini scattate poco dopo, si vede lo stesso uomo, con il volto ancora coperto, gettato in una fossa mentre qualcuno non inquadrato nella ripresa lo ricopre di terra. Altre fotografie ritraggono Markiv davanti alla stessa Skoda Octavia. Quando nell’aula è stata mostrata una foto di agenti della guardia nazionale ucraina con alle spalle una bandiera nazista, Markiv ha chiesto di prendere la parola e ha detto: «Non voglio che la guardia nazionale sia presentata come nazista. La bandiera ritratta in quella foto è soltanto un bottino di guerra».

Markiv però se la cava, dopo l'intervento delle autorità dell'Ucraina che prendono le sue difese. Ed ecco il colpo di scena: "Il 3 novembre 2020 la Corte d'Assise d'appello di Milano, pur ritenendo colpevoli le forze armate ucraine dell'omicidio dei giornalisti, ha assolto Vitaly Markiv con formula piena escludendo alcune testimonianze chiave dall'impianto accusatorio per un vizio di forma".

Da notare è che Andrea Rocchelli appariva schedato sul sito Myrotvorets, gestito dai servizi segreti ucraini. Sulla foto della sua scheda, consultabile online, i servizi segreti hanno applicato la scritta rossa in sovraimpressione "Liquidato".

La responsabilità della morte di Rocchelli è stata oggetto di indagini ma la rogatoria non ha però sortito nessun risultato significativo per via della mancata collaborazione delle controparti ucraine.

C'è anche qualcosa di interessante sull'Espresso: https://espresso.repubblica.it/protagonisti/andrea_rocchelli/

Mi piace dedicare questo messaggio alla memoria di Rocchelli perché su PeaceLink vogliamo fare memoria, perché il silenzio sulla sua storia - un silenzio dovuto a ragioni diplomatiche con l'Ucraina - è davvero terribile. E i genitori di Andrea non hanno avuto tutta la solidarietà, la giusta solidarietà, che è stata data ai genitori di Giulio Regeni.

Il questo filmato potete vedere i genitori di Andrea Rocchelli, persone splendide che sono state lasciate sostanzialmente. Qui raccontano la storia del figlio. Il padre spiega perché l'uccisione del figlio non sia stata un errore nel fare fuoco: https://www.youtube.com/watch?v=OHehOPmOvDk&ab_channel=Articolo21

Vorrei che venisse fatta una campagna, come quella su Giulio Regeni, per la verità su Andrea Rocchelli. A lui andrebbero intitolate delle strade, delle piazze, delle scuole, delle biblioteche. La sua memoria è sacra come la libertà d'informazione.

E la memoria su Andrea Rocchelli dovrebbe essere condivisa con quella dell'attivista per i diritti umani (e interprete) Andrej Nikolaevič Mironov che lo accompagnava, anch'egli ucciso dal fuoco ucraino il 24 maggio 2014.

Sul caso Andrea Rocchelli sarebbe importante fare un webinar. Perché non è ammissibile continuare questo silenzio e cancellare la memoria per la ragion di Stato.

Intanto mercoledì prossimo, alle 21, faremo un webinar sull'Ucraina. Il link è sempre quello: www.peacelink.it/riunione

Mail priva di virus. www.avg.com