L'attuale crack finanziario era programmato ma ce lo hanno nascosto: ecco come è nata la maxifrode mondiale ai risparmiatori



"Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia, il resto è
propaganda". Questo afferma Horacio Verbitsky, giornalista investigativo
argentino, vincitore di premio per la Libertà di Stampa.

Di questo giornalismo c'è bisogno. Anche per capire l'attuale crisi
finanziaria, che non nasce ora. Guardate cosa scriveva Marcello Foa lo
scorso 30 gennaio 2008:

"L’Fbi ha messo sotto inchiesta 14 istituzioni finanziarie per lo scandalo
dei mutui subprime. Era ora. Ricapitoliamo: per uscire dalla crisi di
inizio decennio provocata dal crollo del Nasdaq e dall’11 settembre, la
Banca centrale americana ha abbassato i tassi ai minimi storici, sfiorando
lo zero. L’economia si è ripresa, ma le grandi banche ne hanno
approfittato per gonfiare artificialmente il mercato immobiliare. Come?
Inducendo milioni di cittadini a comprare casa anche quando non potevano
permetterselo, grazie ai mutui subprime, che coprono fino al 100% del
costo, richiedono basse garanzie sul reddito e garantiscono (anzi,
garantivano) inizialmente tassi molto bassi. Ma quando i tassi hanno
ripreso a salire, è arrivato il conto: molta gente non ce l’ha più fatta a
sostenere rate improvvisamente stratosferiche. Normalmente in questi casi
a pagarne le conseguenze sono le banche che hanno emesso il mutuo. E
invece no, questi gentiluomini avevano spalmato il rischio subprime usando
strumenti finanziari collaterali (obbligazioni e più in generale titoli di
debito), rivolti inizialmente a società specializzate ,ma poi diffusi in
tutti mercati, persino in quelli monetari, senza rivelarne il vero livello
di rischio.

Risultato: ancora oggi la maggior parte delle banche non sa se ha in
portafogli titoli “puliti” o avariati. Insomma, le grande banche si sono
arricchite con metodi poco trasparenti, cercando di far pagare
surretiziamente ad altri la fattura. Da qui l’inchiesta dell’Fbi per
frode.

Come non definire banditesco questo comportamento? Il prezzo lo sta
pagando l’economia mondiale; insomma, lo stiamo pagando tutti noi.

La vicenda induce ad altre considerazioni. Perché le istituzioni 
incaricate dei controlli hanno lasciato fare? Dov’erano le agenzie di
rating? Possibile che la lezione degli scandali Enron, Parmalat, Swissair
sia già stata dimenticata? E con che faccia banche come Citigroup, Ubs,
Morgan Stanley continuano ad emettere giudizi sulle società quotate in
borsa? Un po’ di coerenza, per cortesia. Io dico: ben venga l’ inchiesta;
che l’Fbi faccia davvero pulizia".


Fine dell'intervento di Foa...
E' chiaro? La trappola ai danni di milioni di risparmiatori era stata
accuratamente studiata e ora è saltata fuori.
Ma cosa sono i mutui subprime?

"Un mutuo subprime è, per definizione, un mutuo concesso ad un soggetto
che non poteva avere accesso ad un tasso più favorevole nel mercato del
credito", si legge su Wikipedia. E' consigliabile leggere tutta la voce,
perché è illuminante per capire cosa è accaduto (cliccare su
http://it.wikipedia.org/wiki/Subprime).

Su
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=21445
c'è un lungo elenco storico di crack finanziari, a cominciare dalla prima
crisi della borsa che risale addirittura al Seicento. L'autore è il
bravissimo Federico Rampini. In quale, in un altro articolo
(http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=21268), ha parole
durissime non solo verso i repubblicani ma anche verso i democratici:

"Alla guida dei massimi organi di controllo e di vigilanza sono stati
chiamati coloro che dovevano essere controllati e vigilati. Le authority
sono diventate succursali subalterne delle lobby. Il modello
dell’occupazione dell’Iraq, subappaltata in buona parte alla società
petrolifera Halliburton di Dick Cheney o a compagnie di mercenari privati,
aveva fatto le sue prove generali sul territorio americano, con
l’occupazione di snodi vitali dello Stato da parte dei potentati privati.
Su questo terreno la differenza tra destra e sinistra è stata meno netta
di quanto si creda. Se George Bush ha affidato il Tesoro all’ex numero uno
della Goldman Sachs, Henry Paulson, Bill Clinton lo aveva consegnato nelle
mani di Robert Rubin, ex presidente della Citigroup. Lo sconfinamento
delle merchant bank in settori sempre più esoterici e rischiosi della
finanza globale era già in atto durante l’èra Clinton. La settimana
scorsa, nelle ore più frenetiche della crisi di Wall Street, John McCain
ha detto sciocchezze monumentali, ma Barack Obama si è fatto fotografare
in una riunione con Robert Rubin e altri pezzi grossi di Wall Street (che
in fatto di finanziamenti elettorali è rigorosamente bipartisan). E’ in
questo groviglio di conflitti d’interessi, in questo establishment
incestuoso, che affondano le radici antiche del disastro attuale".

E in Italia?

L'intreccio di favori fra partiti e banche è talmente forte che di tutto
questo D'Alema e Berlusconi non ci avevano mai parlato. Che i risparmi
fossero minacciati da qualche scippatore rumeno o immigrato... questo sì,
era nel tira-e-molla dei discorsi, ma che i risparmi dei cittadini fossero
minacciati da qualche abile banchiere (magari di buone frequentazioni
politiche), beh... certamente no. Con la parola "sicurezza" ci si voltava
per guardare solo il proprio sedere e il proprio portafogli per evitare lo
scippo di 100 euro, ma non si guardava mai il portone di una banca per
evitare lo scippo di 50.000 euro...

Ed eccoci ora a contemplare un devastante crack finanziario a tutto danno
dei risparmiatori, di cui la politica di Palazzo, non a caso, non ci aveva
mai sussurrato nulla. Chissà perché.


Alessandro Marescotti
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