Una proposta affinche' femminismo, ecologia, nonviolenza giungano in parlamento



Gentili signori,

vi inviamo il seguente appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao
Valpiana intitolato "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini
ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna"
(pubblicato anche nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n.
358), appello che propone un incontro per verificare la possibilita'
concreta di promuovere liste di persone amiche della nonviolenza presa sul
serio alle prossime elezioni.

Per informazioni, adesioni, contatti con i promotori dell'appello "Crisi
politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della
nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna": micheleboato at tin.it (per
contattare individualmente uno o piu' dei tre promotori: Michele Boato:
micheleboato at tin.it, Maria G. Di Rienzo: sheela59 at libero.it, Mao Valpiana:
mao at nonviolenti.org).

All'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana alleghiamo
anche un editoriale di Maria G. Di Rienzo apparso nelle "Notizie minime
della nonviolenza in cammino" n. 357, e un articolo precedentemente apparso
nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 357 che propone
"Dieci buone ragioni per cui e' necessario che alle prossime elezioni si
presentino liste della sinistra della nonviolenza".

Distinti saluti,

La redazione de "La nonviolenza e' in cammino"

Viterbo, 13 febbraio 2008

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532
e-mail: nbawac at tin.it
sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

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Allegato 1

MICHELE BOATO, MARIA G. DI RIENZO, MAO VALPIANA: CRISI POLITICA. COSA
POSSIAMO FARE COME DONNE E UOMINI ECOLOGISTI E AMICI DELLA NONVIOLENZA?
DISCUTIAMONE IL 2 MARZO A BOLOGNA
[Michele Boato e' nato nel 1947, docente di economia, impegnato contro la
nocivita' dell'industria chimica dalla fine degli anni '60, e' impegnato da
sempre nei movimenti pacifisti, ecologisti, nonviolenti. Animatore di
numerose esperienze didattiche e di impegno civile, direttore della storica
rivista "Smog e dintorni", impegnato nell'Ecoistituto del Veneto "Alexander
Langer", animatore del bellissimo periodico "Gaia" e del foglio locale "Tera
e Aqua". Ha promosso la prima Universita' Verde in Italia. Parlamentare nel
1987 (e dimessosi per rotazione un anno dopo), ha promosso e fatto votare
importanti leggi contro l'inquinamento. Con significative campagne
nonviolente ottiene la pedonalizzazione del centro storico di Mestre,
contrasta i fanghi industriali di Marghera. E' impegnato nella campagna
"Meno rifiuti". E' stato anche presidente della FederConsumatori. E' una
delle figure piu' significative dell'impegno ecopacifista e nonviolento, che
ha saputo unire ampiezza di analisi e concretezza di risultati, ed un
costante atteggiamento di attenzione alle persone rispettandone e
valorizzandone dignita' e sensibilita'. Tra le opere di Michele Boato: ha
curato diverse pubblicazioni soprattutto in forma di strumenti di lavoro;
cfr. ad esempio: Conserva la carta, puoi salvare un albero (con Mario
Breda); Ecologia a scuola; Dopo Chernobyl (con Angelo Fodde); Adriatico, una
catastrofe annunciata; tutti nei "libri verdi", Mestre; nella collana "tam
tam libri" ha curato: Invece della tv rinverdire la scuola (con Marco
Scacchetti); Erre magica: riparare riusare riciclare (con Angelo Favalli);
In laguna (con Marina Stevenato); Verdi tra governo e opposizione (con
Giovanna Ricoveri).
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio;
prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice,
regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche
storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica
dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle
donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei
diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di
Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra
Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne
nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un
piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in
"Notizie minime della nonviolenza" n. 81.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della
nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come
assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel
Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come
metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di
coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa
della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione
Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al
servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla
campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione
della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario
nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione
diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per
"blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio
direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio
della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione
di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato
di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per
la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il
digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana
rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto
con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4
dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e'
nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007]

Nessuno, o quasi, si aspettava cosi' presto la caduta del governo Prodi e le
elezioni politiche fissate al 13-14 aprile. Poco importa se la causa sia di
Veltroni ("Il Partito Democratico, comunque, andra' alle elezioni da solo"),
di Mastella, o Dini (Di Pietro, Turigliatto ecc.).
A noi, che pure abbiamo votato e apprezzato per talune scelte la coalizione
di Prodi, ci appare evidente che:
in Afghanistan il governo di centrosinistra ha confermato, proseguito,
finanziato, una missione militare che ha coinvolto il nostro paese in una
vera e propria guerra, in violazione della Costituzione.
A Venezia Prodi e' il padrino del Mose, assieme a Berlusconi, Galan e l'ex
sindaco prodiano P. Costa.
A Vicenza e' il sostenitore accanito della base Usa "Dal Molin" (con gli
stessi di sopra, piu' D'Alema e Rutelli).
A Viterbo il governo di centrosinistra ha sottoscritto un accordo di
programma con la Regione Lazio per la costruzione di un nuovo devastante
mega-aeroporto per voli low cost.
In Campania il centrosinistra e' la banda degli inceneritori; cosi' a
Brescia, Modena, in Toscana ecc.
E su questi, come su troppi altri esempi (la Tav di Mercedes Bresso, Di
Pietro e Chiamparino, il Ponte di Messina del solito Di Pietro e P. Costa, i
rigassificatori di Bersani e Realacci, gli Ogm e il nucleare di Veronesi,
Bersani, Letta ecc.), va a braccetto col peggior centrodestra.
Non si capisce piu' niente: "Cos'e' la destra, cos'e' la sinistra?" cantava
Gaber e nessuno sa piu' rispondergli.
*
A luglio 2007 abbiamo aperto un dibattito su "Come contare di piu' nelle
scelte politiche locali e nazionali, come ecologisti". Dopo una cinquantina
di interventi telematici, ci siamo incontrati il 6 ottobre a Firenze,
eravamo una quarantina di persone, con alle spalle molte esperienze
positive, ma anche pesanti delusioni.
Emergeva:
1. la necessita' di una svolta che renda piu' efficace l'ecologismo, a
partire da una rete che rafforzi le moltissime, spesso sconosciute,
esperienze locali;
2. l'estrema difficolta' a creare, in tempi brevi, qualcosa di piu' solido
negli obiettivi, nei metodi, nell'organizzazione;
3. pero', forse, una possibilita' di costruire un "programma comune" (alcuni
di noi si sono presi l'incarico di farne girare dei spezzoni, una bozza) e
un metodo condiviso per non ricadere nei meccanismi dei
partiti/carriere/verticismi ecc. (una prima proposta l'ha fatta girare Lino
Balza, finora senza "ritorni", ne' positivi ne' critici);
4. l'idea di avere un confronto diretto sia con gli "amici di Grillo" che
con i proponenti la "Lista civica nazionale" (ma questi incontri non si sono
piu' fatti);
5. comunque contribuire alla nascita, crescita, miglioramento di liste
civiche (anche) ecologiste nelle citta' dove quest'anno si andra' alle
elezioni amministrative. Sappiamo che sta succedendo in molte citta', ma le
notizie faticano a circolare.
*
Nel frattempo, nell'area nonviolenta e pacifista (Movimento Nonviolento,
Tavola della Pace) prosegue la riflessione sul tema "nonviolenza e
politica", mentre il giornale quotidiano telematico "Notizie minime della
nonviolenza in cammino" sostiene la necessita' che alle prossime elezioni
politiche vi sia una presenza di "liste elettorali della sinistra della
nonviolenza".
*
Ora ci sono le nuove elezioni, che si svolgeranno con una legge elettorale
pessima e una campagna peggiore: in molti ci chiediamo cosa
possiamo/dobbiamo fare.
La sensazione che finora abbiamo e' di una situazione compromessa e non
recuperabile nell'immediato, da un punto di vista di un serio movimento
ecologista e nonviolento, che voglia avere una sponda (se non addirittura
un'espressione) altrettanto seria in Parlamento. Bisogna verificare le reali
forze che abbiamo, e se non possiamo farlo subito, almeno avviare un serio
lavoro a partire dalle realta' locali (comuni, province, regioni) per
costruire in prospettiva un movimento politico nazionale indipendente,
autonomo, che cammini da solo sulle gambe della  nonviolenza, dell'ecologia
e del femminismo (l'assenza di rispetto e di  riconoscimento di valore e' il
terreno su cui la violenza e l'esclusione crescono).
Ma, per non stare a lamentarsi/piangere/imprecare/diventare
individualisti-qualunquisti, forse e' il caso di riaprire con urgenza la
discussione interrotta ad ottobre, e coinvolgere altre realta' del piu'
vasto movimento per la nonviolenza e l'ecologia, sia rispondendo a questa
mail, sia incontrandoci a Bologna domenica 2 marzo (nella sala sindacale dei
ferrovieri, appena usciti dalla porta principale della Stazione, lato
piazzale, a sinistra si vede il parcheggio delle biciclette, dove c'e'
un'entrata con una sbarra per andare alla mensa e alla sede dei carabinieri:
poco avanti, sulla destra, c'e' la sala con la scritta Cub), per verificare
se possiamo stringere i tempi della rete, fare proposte di un qualche peso
(anche) sul piano nazionale, o altro che qualcuno puo' suggerire a stretto
giro di mail.
A presto,
Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana
*
Per informazioni, adesioni, contatti: micheleboato at tin.it
*
Per contattare individualmente i promotori:
Michele Boato: micheleboato at tin.it
Maria G. Di Rienzo: sheela59 at libero.it
Mao Valpiana: mao at nonviolenti.org

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Allegato 2

MARIA G. DI RIENZO: PERCHE' SI'

Perche' questo appello, questo tentativo, questo azzardo?
Perche' mi piacerebbe andare a votare: potendo scegliere qualcuno in cui ho
fiducia; senza turarmi il naso; senza considerazioni sul "voto utile" che
poi si rivela ampiamente inutile se non dannoso; ritrovando, per quanto lo
permette una legge elettorale vergognosa, il piacere di esercitare un
diritto/dovere democratico; sorridente e convinta, non mugugnante e riottosa
come negli ultimi dieci anni.
Perche' il contributo storico del femminismo, in tutto il mondo, ai grandi
progetti di cambiamento e liberazione (dall'antischiavismo ai diritti sul
lavoro, dalla resistenza ai fascismi a quella alla violenza di genere)
merita di essere nominato e accolto. Il femminismo sa riconoscere con
immediatezza "di cosa parliamo quando parliamo di politica": non di un gioco
elettorale o di regime a somma zero, ma delle relazioni di potere nella
societa' umana, dell'abuso del potere, di quanto politica ogni relazione sia
in presenza di dinamiche di potere.
Perche' non ne posso piu' delle parole-contenitore come "modernizzazione",
"riforme", "il nuovo soggetto politico", eccetera, senza che nessuno si
degni di dirmi cosa vuole modernizzare, cosa vuole riformare, e perche', e
magari en passant cos'ha di nuovo un politico alla quarta o quinta
legislatura.
Perche' non voglio essere piu' menata per il naso con la storia della
"governance". La quale sarebbe, in sintesi, la regolazione della vita
politica a differenti livelli come governi locali, attori statali e non
statali, comunita' di persone, movimenti sociali, con alla base
l'assunzione di uno spostamento nelle "sfere d'autorita'", dallo stato (e
dai rapporti tra stati) alla presenza di attori e luoghi molteplici. E
invece e' diventata un'ideologia che assicura la continuazione del discorso
neoliberista evocando immagini di manager e tecnici, sondaggi e grafici,
aziendale efficienza e cosi' via, dichiarando di risolvere i problemi in
modo "oggettivo". La questione e' non solo che welfare e sfrenata liberta'
del mercato si contraddicono tra loro (riducendo la protezione sociale a
regalia del Signore in carica), ma che i prodotti di questo concetto di
governance si sono dimostrati altamente inefficienti nel proteggere
l'ecosistema Terra ed i suoi abitanti. Tutto quel che hanno fatto e' stato
"mercatizzare" le istituzioni, tendendo a privatizzare il piu' possibile
servizi sociali e beni comuni.
Perche' vorrei confrontarmi con la politica reale, e non con la politica
spettacolo. Una volta credevo che il transito dai parlamenti ai salottini
televisivi fosse una degenerazione spontanea del fioco lume, ora vedo che e'
inevitabile progetto di governance, perche' colonializza la vita sociale:
non e' un mero susseguirsi di immagini futili e discorsi fumosi, di
giarrettiere esibite e di strilli cafoni, bensi' una relazione sociale tra
persone mediata e filtrata da immagini; e' il progetto ed il risultato degli
attuali modelli produttivi. L'immaginazione popolare e' ormai piena di
salotti cialtroni, li' sta il potere, e il massimo a cui puoi/devi aspirare
e' sederti in poltrona anche tu.
Perche' voglio un'analisi di genere della politica economica e delle
relazioni tra stato e mercato; una sfida alla divisione tra pubblico e
privato, e un impegno a trasformare le relazioni di genere che informano le
basi di ogni politica, giacche' le relazioni di genere sono costitutive
dell'identita' "stato" e cruciali nella persistenza di moduli patriarcali
nei campi della produzione e della riproduzione.
Perche' se non ci proviamo non sapremo mai se e' possibile. Perche' abbiamo
bisogno di guardarci negli occhi, di sorriderci, di darci una pacca sulla
spalla e di discutere animatamente... Insomma, perche' si'.

* * *

Allegato 3

STANISLAO ARDITI E OLIVIERO LORELLI: DIECI BUONE RAGIONI PER CUI E'
NECESSARIO CHE ALLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE SI PRESENTINO LISTE DELLA
SINISTRA DELLA NONVIOLENZA

La prima ragione: l'immensita' delle risorse pubbliche che oggi vengono
utilizzate a fini di male e potrebbero invece essere utilizzate a vantaggio
dell'umanita'.
Tutti quelli di noi che nel corso della loro vita sono stati pubblici
amministratori recano in cuore una ferita che non cicatrizza: la
consapevolezza di quante risorse pubbliche si sperperino (e peggio: si usino
per provocare disastri), e come invece sarebbe agevole utilizzarle a
beneficio di tutti se ad amministrarle vi fosse anche qualche persona di
volonta' buona, di retto sentire, di tenace concetto.
Per questo occorre che a contribuire a gestire le risorse pubbliche nelle
istituzioni democratiche vadano persone amiche della nonviolenza; per questo
occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai
imminenti elezioni politiche.
*
La seconda ragione: la crisi della democrazia in Italia e' un dato di fatto.
Solo l'ingresso della nonviolenza nella politica e nelle istituzioni puo'
salvare la democrazia dalla deriva autoritaria ed anomica in corso.
Per questo occorre abbandonare ogni sentimento di minorita', di
marginalita', di rassegnazione e decidersi a portare la lotta nonviolenta
ovunque occorre lottare per difendere e inverare legalita' e democrazia; per
questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai
imminenti elezioni politiche.
*
La terza ragione: il ceto politico attuale non si autoriformera' mai.
Poiche' i meccanismi di cooptazione sono in se stessi corruttivi: e prova ne
e' la triste sorte di alcune brave persone cooptate in questa legislatura:
che si sono asservite quanto e piu' degli altri alla guerra e al razzismo.
Per questo occorre mandare in parlamento persone amiche della nonviolenza,
nitide e intransigenti; per questo occorre presentare liste della sinistra
della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche.
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La quarta ragione: non c'e' piu' tempo da perdere, vi e' una catastrofe
ambientale di dimensioni planetarie in corso, e se i pubblici poteri non
mutano politiche non vi sara' salvezza.
Per questo occorre portare la scelta della nonviolenza dove si decide del
bene comune; per questo occorre presentare liste della sinistra della
nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche.
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La quinta ragione, e dirimente: occorre rovesciare i rapporti di genere nel
governo della cosa pubblica, oppure il patriarcato e il maschilismo
continueranno a provocare crimini e disastri.
Per questo occorre candidare ed eleggere nelle istituzioni democratiche piu'
donne che sia possibile, donne portatrici delle esperienze e delle
riflessioni dei movimenti femministi; per questo occorre presentare liste
della sinistra della nonviolenza - che nel femminismo riconosce la sua
corrente calda e il suo storico maggior inveramento - alle ormai imminenti
elezioni politiche.
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La sesta ragione: lo sfruttamento e le ideologie dello sfruttamento sono
crescite negli ultimi decenni a tal punto che sembra oggidi' ovvio cio' che
lungo gli ultimi due secoli parve a tutti cosi' oscenamente scandaloso che a
piu' riprese le oppresse e gli oppressi si sollevarono per abolire quel modo
di produzione che aliena e disumanizza chi al giogo della proprieta' e'
collocato e ai fini della massimizzazione del profitto vampirizzato, e a
scorpioni e frustate si pretende governarlo.
Per riaprire una prospettiva di solidarieta' che ogni essere umano raggiunga
e la dignita' umana di ciascuno rivendichi occorre occorre riaffermare una
scelta socialista e libertaria concreta e coerente nei mezzi e nei fini; per
questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai
imminenti elezioni politiche.
*
La settima ragione: e' la guerra, la guerra in corso, la guerra terrorista e
stragista, imperialista e razzista, cui l'Italia sta partecipando in
violazione della sua stessa legge fondamentale; e con la guerra il riarmo,
il militarismo: l'organizzazione, la prassi e l'ideologia sterminista. E
solo la nonviolenza si oppone alla guerra, al riarmo, al militarismo in modo
adeguato. Solo la nonviolenza.
Per contrastare la guerra, per difendere la Costituzione della Repubblica
Italiana; per questo occorre presentare liste della sinistra della
nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche.
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L'ottava ragione e' costituita dalle generazioni future e da quelle passate:
accettare una politica irresponsabili e criminale che porta alla barbarie e
al collasso della biosfera denega in radici i diritti umani degli esseri
umani che verranno; e annienta il senso e il frutto di quell'impresa comune
dell'umanita' che chiamiamo la storia della civilta' umana, il progredire
dell'umana coscienza, dell'umana famiglia, dell'umana vicenda.
Anche per le generazioni future e per le passate ancora, anche per loro e'
oggi da lottare; anche per questo occorre presentare liste della sinistra
della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche.
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Una nona ragione: non fermeranno l'avanzata della destra eversiva e razzista
e mafiosa coloro che in questi due anni hanno progressivamente ceduto alla
sua aggressione lasciandosene insignorire fino a portarne avanti le
politiche di guerra e razziste, ecocide e misogine. Potra' fermare
l'avanzata dell'estrema destra barbarica e gangsteristica soltanto
l'ingresso nelle istituzioni della nonviolenza.
Per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle
ormai imminenti elezioni politiche.
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E una decima, infine: quel comando morale che dice: "tu non uccidere".
Perche' questo comando morale divenga criterio dell'azione politica, per
questo, per questo occorre oggi presentare liste della sinistra della
nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche.
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Altre ragioni ancora vi sarebbero, ma qui e adesso bastino queste per dire,
ancora una volta, che occorre presentare liste della sinistra della
nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche.

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