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Una proposta affinche' femminismo, ecologia, nonviolenza giungano in parlamento
- Subject: Una proposta affinche' femminismo, ecologia, nonviolenza giungano in parlamento
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 13 Feb 2008 11:35:32 +0100
- Importance: Normal
Gentili signori, vi inviamo il seguente appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana intitolato "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna" (pubblicato anche nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 358), appello che propone un incontro per verificare la possibilita' concreta di promuovere liste di persone amiche della nonviolenza presa sul serio alle prossime elezioni. Per informazioni, adesioni, contatti con i promotori dell'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna": micheleboato at tin.it (per contattare individualmente uno o piu' dei tre promotori: Michele Boato: micheleboato at tin.it, Maria G. Di Rienzo: sheela59 at libero.it, Mao Valpiana: mao at nonviolenti.org). All'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana alleghiamo anche un editoriale di Maria G. Di Rienzo apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 357, e un articolo precedentemente apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 357 che propone "Dieci buone ragioni per cui e' necessario che alle prossime elezioni si presentino liste della sinistra della nonviolenza". Distinti saluti, La redazione de "La nonviolenza e' in cammino" Viterbo, 13 febbraio 2008 Mittente: Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532 e-mail: nbawac at tin.it sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ * * * Allegato 1 MICHELE BOATO, MARIA G. DI RIENZO, MAO VALPIANA: CRISI POLITICA. COSA POSSIAMO FARE COME DONNE E UOMINI ECOLOGISTI E AMICI DELLA NONVIOLENZA? DISCUTIAMONE IL 2 MARZO A BOLOGNA [Michele Boato e' nato nel 1947, docente di economia, impegnato contro la nocivita' dell'industria chimica dalla fine degli anni '60, e' impegnato da sempre nei movimenti pacifisti, ecologisti, nonviolenti. Animatore di numerose esperienze didattiche e di impegno civile, direttore della storica rivista "Smog e dintorni", impegnato nell'Ecoistituto del Veneto "Alexander Langer", animatore del bellissimo periodico "Gaia" e del foglio locale "Tera e Aqua". Ha promosso la prima Universita' Verde in Italia. Parlamentare nel 1987 (e dimessosi per rotazione un anno dopo), ha promosso e fatto votare importanti leggi contro l'inquinamento. Con significative campagne nonviolente ottiene la pedonalizzazione del centro storico di Mestre, contrasta i fanghi industriali di Marghera. E' impegnato nella campagna "Meno rifiuti". E' stato anche presidente della FederConsumatori. E' una delle figure piu' significative dell'impegno ecopacifista e nonviolento, che ha saputo unire ampiezza di analisi e concretezza di risultati, ed un costante atteggiamento di attenzione alle persone rispettandone e valorizzandone dignita' e sensibilita'. Tra le opere di Michele Boato: ha curato diverse pubblicazioni soprattutto in forma di strumenti di lavoro; cfr. ad esempio: Conserva la carta, puoi salvare un albero (con Mario Breda); Ecologia a scuola; Dopo Chernobyl (con Angelo Fodde); Adriatico, una catastrofe annunciata; tutti nei "libri verdi", Mestre; nella collana "tam tam libri" ha curato: Invece della tv rinverdire la scuola (con Marco Scacchetti); Erre magica: riparare riusare riciclare (con Angelo Favalli); In laguna (con Marina Stevenato); Verdi tra governo e opposizione (con Giovanna Ricoveri). Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81. Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007] Nessuno, o quasi, si aspettava cosi' presto la caduta del governo Prodi e le elezioni politiche fissate al 13-14 aprile. Poco importa se la causa sia di Veltroni ("Il Partito Democratico, comunque, andra' alle elezioni da solo"), di Mastella, o Dini (Di Pietro, Turigliatto ecc.). A noi, che pure abbiamo votato e apprezzato per talune scelte la coalizione di Prodi, ci appare evidente che: in Afghanistan il governo di centrosinistra ha confermato, proseguito, finanziato, una missione militare che ha coinvolto il nostro paese in una vera e propria guerra, in violazione della Costituzione. A Venezia Prodi e' il padrino del Mose, assieme a Berlusconi, Galan e l'ex sindaco prodiano P. Costa. A Vicenza e' il sostenitore accanito della base Usa "Dal Molin" (con gli stessi di sopra, piu' D'Alema e Rutelli). A Viterbo il governo di centrosinistra ha sottoscritto un accordo di programma con la Regione Lazio per la costruzione di un nuovo devastante mega-aeroporto per voli low cost. In Campania il centrosinistra e' la banda degli inceneritori; cosi' a Brescia, Modena, in Toscana ecc. E su questi, come su troppi altri esempi (la Tav di Mercedes Bresso, Di Pietro e Chiamparino, il Ponte di Messina del solito Di Pietro e P. Costa, i rigassificatori di Bersani e Realacci, gli Ogm e il nucleare di Veronesi, Bersani, Letta ecc.), va a braccetto col peggior centrodestra. Non si capisce piu' niente: "Cos'e' la destra, cos'e' la sinistra?" cantava Gaber e nessuno sa piu' rispondergli. * A luglio 2007 abbiamo aperto un dibattito su "Come contare di piu' nelle scelte politiche locali e nazionali, come ecologisti". Dopo una cinquantina di interventi telematici, ci siamo incontrati il 6 ottobre a Firenze, eravamo una quarantina di persone, con alle spalle molte esperienze positive, ma anche pesanti delusioni. Emergeva: 1. la necessita' di una svolta che renda piu' efficace l'ecologismo, a partire da una rete che rafforzi le moltissime, spesso sconosciute, esperienze locali; 2. l'estrema difficolta' a creare, in tempi brevi, qualcosa di piu' solido negli obiettivi, nei metodi, nell'organizzazione; 3. pero', forse, una possibilita' di costruire un "programma comune" (alcuni di noi si sono presi l'incarico di farne girare dei spezzoni, una bozza) e un metodo condiviso per non ricadere nei meccanismi dei partiti/carriere/verticismi ecc. (una prima proposta l'ha fatta girare Lino Balza, finora senza "ritorni", ne' positivi ne' critici); 4. l'idea di avere un confronto diretto sia con gli "amici di Grillo" che con i proponenti la "Lista civica nazionale" (ma questi incontri non si sono piu' fatti); 5. comunque contribuire alla nascita, crescita, miglioramento di liste civiche (anche) ecologiste nelle citta' dove quest'anno si andra' alle elezioni amministrative. Sappiamo che sta succedendo in molte citta', ma le notizie faticano a circolare. * Nel frattempo, nell'area nonviolenta e pacifista (Movimento Nonviolento, Tavola della Pace) prosegue la riflessione sul tema "nonviolenza e politica", mentre il giornale quotidiano telematico "Notizie minime della nonviolenza in cammino" sostiene la necessita' che alle prossime elezioni politiche vi sia una presenza di "liste elettorali della sinistra della nonviolenza". * Ora ci sono le nuove elezioni, che si svolgeranno con una legge elettorale pessima e una campagna peggiore: in molti ci chiediamo cosa possiamo/dobbiamo fare. La sensazione che finora abbiamo e' di una situazione compromessa e non recuperabile nell'immediato, da un punto di vista di un serio movimento ecologista e nonviolento, che voglia avere una sponda (se non addirittura un'espressione) altrettanto seria in Parlamento. Bisogna verificare le reali forze che abbiamo, e se non possiamo farlo subito, almeno avviare un serio lavoro a partire dalle realta' locali (comuni, province, regioni) per costruire in prospettiva un movimento politico nazionale indipendente, autonomo, che cammini da solo sulle gambe della nonviolenza, dell'ecologia e del femminismo (l'assenza di rispetto e di riconoscimento di valore e' il terreno su cui la violenza e l'esclusione crescono). Ma, per non stare a lamentarsi/piangere/imprecare/diventare individualisti-qualunquisti, forse e' il caso di riaprire con urgenza la discussione interrotta ad ottobre, e coinvolgere altre realta' del piu' vasto movimento per la nonviolenza e l'ecologia, sia rispondendo a questa mail, sia incontrandoci a Bologna domenica 2 marzo (nella sala sindacale dei ferrovieri, appena usciti dalla porta principale della Stazione, lato piazzale, a sinistra si vede il parcheggio delle biciclette, dove c'e' un'entrata con una sbarra per andare alla mensa e alla sede dei carabinieri: poco avanti, sulla destra, c'e' la sala con la scritta Cub), per verificare se possiamo stringere i tempi della rete, fare proposte di un qualche peso (anche) sul piano nazionale, o altro che qualcuno puo' suggerire a stretto giro di mail. A presto, Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana * Per informazioni, adesioni, contatti: micheleboato at tin.it * Per contattare individualmente i promotori: Michele Boato: micheleboato at tin.it Maria G. Di Rienzo: sheela59 at libero.it Mao Valpiana: mao at nonviolenti.org * * * Allegato 2 MARIA G. DI RIENZO: PERCHE' SI' Perche' questo appello, questo tentativo, questo azzardo? Perche' mi piacerebbe andare a votare: potendo scegliere qualcuno in cui ho fiducia; senza turarmi il naso; senza considerazioni sul "voto utile" che poi si rivela ampiamente inutile se non dannoso; ritrovando, per quanto lo permette una legge elettorale vergognosa, il piacere di esercitare un diritto/dovere democratico; sorridente e convinta, non mugugnante e riottosa come negli ultimi dieci anni. Perche' il contributo storico del femminismo, in tutto il mondo, ai grandi progetti di cambiamento e liberazione (dall'antischiavismo ai diritti sul lavoro, dalla resistenza ai fascismi a quella alla violenza di genere) merita di essere nominato e accolto. Il femminismo sa riconoscere con immediatezza "di cosa parliamo quando parliamo di politica": non di un gioco elettorale o di regime a somma zero, ma delle relazioni di potere nella societa' umana, dell'abuso del potere, di quanto politica ogni relazione sia in presenza di dinamiche di potere. Perche' non ne posso piu' delle parole-contenitore come "modernizzazione", "riforme", "il nuovo soggetto politico", eccetera, senza che nessuno si degni di dirmi cosa vuole modernizzare, cosa vuole riformare, e perche', e magari en passant cos'ha di nuovo un politico alla quarta o quinta legislatura. Perche' non voglio essere piu' menata per il naso con la storia della "governance". La quale sarebbe, in sintesi, la regolazione della vita politica a differenti livelli come governi locali, attori statali e non statali, comunita' di persone, movimenti sociali, con alla base l'assunzione di uno spostamento nelle "sfere d'autorita'", dallo stato (e dai rapporti tra stati) alla presenza di attori e luoghi molteplici. E invece e' diventata un'ideologia che assicura la continuazione del discorso neoliberista evocando immagini di manager e tecnici, sondaggi e grafici, aziendale efficienza e cosi' via, dichiarando di risolvere i problemi in modo "oggettivo". La questione e' non solo che welfare e sfrenata liberta' del mercato si contraddicono tra loro (riducendo la protezione sociale a regalia del Signore in carica), ma che i prodotti di questo concetto di governance si sono dimostrati altamente inefficienti nel proteggere l'ecosistema Terra ed i suoi abitanti. Tutto quel che hanno fatto e' stato "mercatizzare" le istituzioni, tendendo a privatizzare il piu' possibile servizi sociali e beni comuni. Perche' vorrei confrontarmi con la politica reale, e non con la politica spettacolo. Una volta credevo che il transito dai parlamenti ai salottini televisivi fosse una degenerazione spontanea del fioco lume, ora vedo che e' inevitabile progetto di governance, perche' colonializza la vita sociale: non e' un mero susseguirsi di immagini futili e discorsi fumosi, di giarrettiere esibite e di strilli cafoni, bensi' una relazione sociale tra persone mediata e filtrata da immagini; e' il progetto ed il risultato degli attuali modelli produttivi. L'immaginazione popolare e' ormai piena di salotti cialtroni, li' sta il potere, e il massimo a cui puoi/devi aspirare e' sederti in poltrona anche tu. Perche' voglio un'analisi di genere della politica economica e delle relazioni tra stato e mercato; una sfida alla divisione tra pubblico e privato, e un impegno a trasformare le relazioni di genere che informano le basi di ogni politica, giacche' le relazioni di genere sono costitutive dell'identita' "stato" e cruciali nella persistenza di moduli patriarcali nei campi della produzione e della riproduzione. Perche' se non ci proviamo non sapremo mai se e' possibile. Perche' abbiamo bisogno di guardarci negli occhi, di sorriderci, di darci una pacca sulla spalla e di discutere animatamente... Insomma, perche' si'. * * * Allegato 3 STANISLAO ARDITI E OLIVIERO LORELLI: DIECI BUONE RAGIONI PER CUI E' NECESSARIO CHE ALLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE SI PRESENTINO LISTE DELLA SINISTRA DELLA NONVIOLENZA La prima ragione: l'immensita' delle risorse pubbliche che oggi vengono utilizzate a fini di male e potrebbero invece essere utilizzate a vantaggio dell'umanita'. Tutti quelli di noi che nel corso della loro vita sono stati pubblici amministratori recano in cuore una ferita che non cicatrizza: la consapevolezza di quante risorse pubbliche si sperperino (e peggio: si usino per provocare disastri), e come invece sarebbe agevole utilizzarle a beneficio di tutti se ad amministrarle vi fosse anche qualche persona di volonta' buona, di retto sentire, di tenace concetto. Per questo occorre che a contribuire a gestire le risorse pubbliche nelle istituzioni democratiche vadano persone amiche della nonviolenza; per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * La seconda ragione: la crisi della democrazia in Italia e' un dato di fatto. Solo l'ingresso della nonviolenza nella politica e nelle istituzioni puo' salvare la democrazia dalla deriva autoritaria ed anomica in corso. Per questo occorre abbandonare ogni sentimento di minorita', di marginalita', di rassegnazione e decidersi a portare la lotta nonviolenta ovunque occorre lottare per difendere e inverare legalita' e democrazia; per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * La terza ragione: il ceto politico attuale non si autoriformera' mai. Poiche' i meccanismi di cooptazione sono in se stessi corruttivi: e prova ne e' la triste sorte di alcune brave persone cooptate in questa legislatura: che si sono asservite quanto e piu' degli altri alla guerra e al razzismo. Per questo occorre mandare in parlamento persone amiche della nonviolenza, nitide e intransigenti; per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * La quarta ragione: non c'e' piu' tempo da perdere, vi e' una catastrofe ambientale di dimensioni planetarie in corso, e se i pubblici poteri non mutano politiche non vi sara' salvezza. Per questo occorre portare la scelta della nonviolenza dove si decide del bene comune; per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * La quinta ragione, e dirimente: occorre rovesciare i rapporti di genere nel governo della cosa pubblica, oppure il patriarcato e il maschilismo continueranno a provocare crimini e disastri. Per questo occorre candidare ed eleggere nelle istituzioni democratiche piu' donne che sia possibile, donne portatrici delle esperienze e delle riflessioni dei movimenti femministi; per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza - che nel femminismo riconosce la sua corrente calda e il suo storico maggior inveramento - alle ormai imminenti elezioni politiche. * La sesta ragione: lo sfruttamento e le ideologie dello sfruttamento sono crescite negli ultimi decenni a tal punto che sembra oggidi' ovvio cio' che lungo gli ultimi due secoli parve a tutti cosi' oscenamente scandaloso che a piu' riprese le oppresse e gli oppressi si sollevarono per abolire quel modo di produzione che aliena e disumanizza chi al giogo della proprieta' e' collocato e ai fini della massimizzazione del profitto vampirizzato, e a scorpioni e frustate si pretende governarlo. Per riaprire una prospettiva di solidarieta' che ogni essere umano raggiunga e la dignita' umana di ciascuno rivendichi occorre occorre riaffermare una scelta socialista e libertaria concreta e coerente nei mezzi e nei fini; per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * La settima ragione: e' la guerra, la guerra in corso, la guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, cui l'Italia sta partecipando in violazione della sua stessa legge fondamentale; e con la guerra il riarmo, il militarismo: l'organizzazione, la prassi e l'ideologia sterminista. E solo la nonviolenza si oppone alla guerra, al riarmo, al militarismo in modo adeguato. Solo la nonviolenza. Per contrastare la guerra, per difendere la Costituzione della Repubblica Italiana; per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * L'ottava ragione e' costituita dalle generazioni future e da quelle passate: accettare una politica irresponsabili e criminale che porta alla barbarie e al collasso della biosfera denega in radici i diritti umani degli esseri umani che verranno; e annienta il senso e il frutto di quell'impresa comune dell'umanita' che chiamiamo la storia della civilta' umana, il progredire dell'umana coscienza, dell'umana famiglia, dell'umana vicenda. Anche per le generazioni future e per le passate ancora, anche per loro e' oggi da lottare; anche per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * Una nona ragione: non fermeranno l'avanzata della destra eversiva e razzista e mafiosa coloro che in questi due anni hanno progressivamente ceduto alla sua aggressione lasciandosene insignorire fino a portarne avanti le politiche di guerra e razziste, ecocide e misogine. Potra' fermare l'avanzata dell'estrema destra barbarica e gangsteristica soltanto l'ingresso nelle istituzioni della nonviolenza. Per questo occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * E una decima, infine: quel comando morale che dice: "tu non uccidere". Perche' questo comando morale divenga criterio dell'azione politica, per questo, per questo occorre oggi presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * Altre ragioni ancora vi sarebbero, ma qui e adesso bastino queste per dire, ancora una volta, che occorre presentare liste della sinistra della nonviolenza alle ormai imminenti elezioni politiche. * * *
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