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acquasuavNewsletter n°3
- Subject: acquasuavNewsletter n°3
- From: Alessio Di Florio <ahimsashalom at yahoo.it>
- Date: Wed, 23 Jan 2008 22:28:01 +0100 (CET)
Acquasuav informa Campagna Italiana per la salvaguardia di Hasankeyf contro la realizzazione della diga di Ilisu e del progetto Gap NUMERO 3 GENNAIO 2008 SOMMARIO * PRESIDI UNICREDIT * BIANCA JAGGER * LA SIRIA FA PRESSIONE SULLA TURCHIA RIGUARDO ALLA FORNITURA DI ACQUADELL'EUFRATE * UNICREDIT RISPONDE ALLA CAMPAGNA PRESIDI UNCIREDIT Dopo il primo presidio presso l'Unicredit a Milano, a metà luglio, un nuovo presidio di protesta, per porre l'accento sulla preoccupante situazione relativa al progetto Ilisu, si è tenuto il 15 novembre 2007. Da segnalare, al riguardo, è soprattutto il fatto che la protesta è stata assai più partecipata che nella prima occasione, da parte sai degli italiani che dei kurdi, e che si è estesa ad altre città: in contemporanea a quella di Milano, se ne sono tenute anche presso agenzie Unicredit di Roma, Catania, Cagliari e Ravenna. Inoltre, il primo dicembre vi è stato modo, per AcquaSuAv e per coloro che ne sostengono le iniziative, di partecipare con uno striscione e con un intervento dal palco alla manifestazione nazionale di Roma volta ad affermare il valore dell'acqua come bene comune. BIANCA JAGGER Il 3 e 4 dicembre 2007 si è svolta a Bruxelles la conferenza EU, TURKEY AND THE KURDS, alla quale ha preso parte anche Bianca Jagger, Ambasciatrice di Buona Volontà del Consiglio d'Europa. Di seguito una sintesi dei punti salienti del suo intervento. “Esorto a esprimere collettivamente opposizione al coinvolgimento di Germania, Svizzera e Austria nel finanziamento del progetto Ilisu, relativo a una diga sul fiume Tigri nel sudest della Turchia. Se si consentirà la continuazione di tale progetto, decine di migliaia di kurdi saranno forzosamente sloggiati dalle proprie case. Altra implicazione, oltre a quella relativa ai diritti umani, è quella relativa al patrimonio culturale: la diga di Ilisu con il proprio invaso seppellirà la magnifica città antica di Hasankeyf, nonché centinaia di altri siti archeologici ancora inesplorati. Inoltre, vi sarà un disastro ambientale. Infine, interrompendo il flusso idrico verso Iraq e Siria, il progetto accrescerà la minaccia di una futura guerra dell'acqua, in una regione già alle prese con gravi problemi. La diga è in costruzione da parte dell'ente per le opere idriche del Ministero dell'Energia turco. Il progetto è stato resuscitato da nuovi contraenti nel 2005, dopo che lo si era ritenuto sconfitto nel 2002. Un consorzio, guidato dall'austriaca VA Tech, include anche l'elvetica Alstom, la tedesca Zublin e imprese turche (Nurol, Cengiz, Celikler e Temelsu). Le agenzie di credito all'export -ECA- di Austria, Germania e Svizzera hanno acconsentito a sottoscrivere per far fronte ai rischi derivanti dal progetto. Hasankeyf è un sito archeologico di rilevanza internazionale, simbolo del retaggio culturale kurdo, di eccelsa bellezza. Come può un Paese che possiede un sito così bello contemplarne la distruzione? Il sindaco di Hasankeyf, quando l'ho incontrato in marzo 2007, mi ha parlato di innumerevoli persone le cui vite verrebbero 'spezzate' dalla diga. A migliaia, del resto, hanno già ricevuto ordini di evizione. Si sta progettando la diga da oltre 50 anni, ma tuttora manca riguardo al progetto una valutazione d'impatto ambientale o un piano per il reinsediamento che siano conformi a standard internazionali. Il governo turco progetta unicamente di 'trasferire' i monumenti in una nuova località, e sembra farsi beffe in tal modo del loro valore come patrimonio culturale. Infatti il trasferimento priverebbe Hasankeyf proprio del suo carattere complessivo di unicità. Uno degli effetti di maggior disturbo, ma talvolta trascurati, riguarda l'impatto della diga sui Paesi a valle. Unitamente a un'altra diga progettata per l'area di Cizre, quella di Ilisu ridurrebbe il flusso del fiume Tigri verso Iraq e Siria, accrescendo il rischio di conflittualità in Medio Oriente. I finanziamenti ECA sono stati approvati quantunque la Turchia abbia mancato di adempiere ai suoi obblighi internazionali di consultazione con i Paesi limitrofi. Le autorità turche provano ad aggirare le procedure appropriate e a ridurre al silenzio l'oppressa minoranza kurda, le cui proteste riguardo alla diga sono attenuate in assenza di appoggio da parte della Comunità Internazionale. Occorre non consentire che tale situazione si protragga. È responsabilità dell'UE fare di più. Occorrono decisioni politiche ferme, alle quali la Turchia deve adeguarsi se vuol aderire all'UE. Occorre avere, riguardo a Ilisu, qualcosa di ben più consistente di una mera disapprovazione. La Turchia deve essere indotta ad attuare i suoi obblighi.I governi di tre Paesi europei, mediante le ECA, hanno già dato la loro approvazione, vergognosamente, al controverso progetto Ilisu. I contribuenti di tali Paesi, inconsapevolmente, diverranno i finanziatori, pur se involontari, di quel progetto. Molti saranno sorpresi e delusi nel constatare l'appoggio a un progetto che già era stato respinto dalla Banca Mondiale e da banche private, fra le quali anche alcune tedesche e svizzere. Come si può giustificare un progetto che, portato a termine, cancellerebbe un elemento fondamentale del patrimonio culturale kurdo? Nessuna motivazione addotta relativa a carenze energetiche può giustificare simili violazioni dei diritti umani. Imprese, banche ed ECA riconoscono l'esistenza di problemi, ma argomentano che alle preoccupazioni si è fatto fronte approvando 150 condizioni riguardanti il progetto. Esse riguardano ambiente, reinsediamento, patrimonio culturale, consultazione degli stati limitrofi. Compagnie ed enti finanziatori hanno anche nominato un comitato di esperti indipendenti, noti internazionalmente, come responsabili della compatibilità del progetto con gli standard della Banca Mondiale. Ciò appare rassicurante e tuttavia la realtà è che la Turchia ha già violato molte delle condizioni che sarebbe chiamata a rispettare. Molte delle condizioni appaiono del resto insufficienti a far sì che il progetto sia conforme a standard internazionali. Per esempio: # Le condizioni relative al patrimonio culturale appaiono inidonee a salvare Hasankeyf e la zona circostante. # Manca un piano di resinsediamento, in violazione di quanto stabilisce la Banca Mondiale, tuttavia la Turchia ha già avviato l'espropriazione di terreni in cinque villaggi, i cui abitanti non sono stati informati dei loro diritti e hanno ricevuto indennizzi di valore molto basso. # Era stata raggiunta un'intesa riguardo a uno specifico stanziamento nel bilancio nazionale, ai fini del reinsediamento, ma di tale stanziamento non vi è ancora traccia. # Non vi è alcuna valutazione d'impatto ambientale conforme a standard internazionali riguardo alla diga di Ilisu e persino le ECA riconoscono che mancano anche gli elementi base per poter redigere tale valutazione. Tuttavia, in verità, le stesse ECA avrebbero dovuto insistere per il rispetto di questa e altre condizioni prima di dare il loro beneplacito al progetto. Le rassicurazioni fornite dalla Turchia riguardo alla diga si sono dimostrate ben poca cosa; quelle provenienti da banche ed ECA non sono da meno. Ecco perché occorre condannare il progetto. Faccio appello agli europarlamentari e alla comunità internazionale affinché facciano tutto quel che è in loro potere per impedire che la Turchia provveda al progetto di costruzione della diga di Ilisu. Non si può restare inerti mentre viene distrutto uno dei più preziosi tesori dell'archeologia mondiale solo per un po' d'energia in più”. LA SIRIA FA PRESSIONE SULLA TURCHIA RIGUARDO ALLA FORNITURA DI ACQUADELL'EUFRATE (AFP, Ankara, 3 gennaio 2008) - Il Vicepremier siriano Abdullah Dardari, in visita in Turchia (per colloqui volti a migliorare la cooperazione economica e i collegamenti nei trasporti), ha esortato le autorità turche a consentire un maggior afflusso di acqua del fiume Eufrate verso il territorio siriano, come ha riferito l'agenzia di stampa Anatolia. Dardari ha dichiarato di aver colloquiato con funzionari turchi, rammentando che la recente siccità in Siria […]. Siria ed Iraq, d'altronde, lamentano spesso che la Turchia, grazie a una serie di dighe costruite sui fiumi Eufrate e Tigri, nell'ambito di un megaprogetto finalizzato all'irrigazione dell'Anatolia sud-orientale, monopolizza in sostanza l'acqua dei due fiumi. Essi nascono in Turchia e scorrono poi verso i due Paesi situati a sud di essa. Il Ministro dell'Ambiente turco, Veysel Eroglu, ha dichiarato che anche la Turchia sta soffrendo gli effetti della siccità, e tuttavia sta consentendo che una media di 500 metri cubi al secondo di acqua dell'Eufrate affluisca in Siria, come prescrivono le clausole di un accordo bilaterale del 1987. Ha aggiunto che qualora la portata d'acqua si accresca, la Turchia consentirà, naturalmente, che essa scorra verso la Siria. […] UNICREDIT RISPONDE ALLA CAMPAGNA Spett. Acquasuav Re: Partecipazione della Banca D'austria nel finanziamento della diga di Ilisu e il vostro interesse sulla valutazione degli impatti del progetto Scrivo in risposta alla vostra lettera datata 10 dicembre inoltrata a me attraversso il nostro CEO ,Alessandro Profumo,e alle recenti proteste che hanno avuto luogo di fronte a diverse filiali Unicredit Group in svariate citta' italiane. Io vorrei assicurare che la Banca d'Austria,come parte del gruppo Unicredit,e' fortemente impegnata a promuovere soluzioni socialmente ed ambientalmente sostenibili con rispetto di tutto questo nelle decisioni sugli investimenti. Specificamente per quello che concerne il progetto della diga di Ilisu,il nostro gruppo, e' altamente consapevoledella natura sensibile del progetto e di cio' che concerne le popolazioni e le ONG. Questo perche' abbiamo deciso di partecipare nel finanziamento del progetto dopo che le agenzi di esportazione al credito di Austria,Germania e Svizzera araggiunto un accordo di lontano raggiungimento con il governo turco circostanziando le 152 condizioni di pertinenza dell'impatto sociale e ambientale del progetto. L'accordo include visite al sito da una commissione indipendente di esperti in ordine di controllare se le sopra menzionate condizioni sono rispettate dai manager del progetto. Noi siamo stati informati che tale visita ha avuto luogo recentemente nel mese di Novembre, e che i risultati di questa valutazione di impatto e' attesa per la meta' gennaio 2008. In seguito a cio' ,in Febbraio,l'agenzia di esportazione al credito austiaca in Vienna ha pianificato di tenere un un incontro aperto con rappresentanti della societa' civile sul progetto. Questo incontro e' indirizzato a tutti gli azionisti interessati (parti in causa)e noi crediamo che questa occasione possa offrire un eccellente opportunita' per discutere e indirizzare alcune preoccupazioni riguardo al progetto e al report del comitato di esperti Noi crediamo che l'incontro,le stringenti condizioni poste dall'ECA e dal consorzio internazionale bancario,insieme a un elevato scrutinio del progetto da parte della societa' civile e un dialogo aperto e trasparente,rappresentino la migliore opportunita' per salvaguardare adeguatamente gli interessi delle popolazioni locali e degli azionisti. Sinceramente vostro Marck Beckers Capo del Gruppo Identita' e Comunicazioni-Unicredit Group Per richiedere informazioni e aderire alla campagna contro la costruzione della diga di Ilisu contattare: acquasuav at yahoo.it Rete italiana di solidarieta' con il popolo kurdo-Associazione Verso il Kurdistan-Associazione nazionale Azad-Ufficio di Informazione kurdistan in italia-Campagna per la riforma della banca mondiale-Fonti di Pace-Cecina Social Forum-Acquasuav-Europa Levante Acquasuav tavolo tematico di lavoro del coordinamento nazionale della rete di solidarieta' con il popolo kurdo ___________________________________ L'email della prossima generazione? Puoi averla con la nuova Yahoo! Mail: http://it.docs.yahoo.com/nowyoucan.html
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