Tavolo tecnico Ilva a porte chiuse: una scelta inaccettabile



Tavolo tecnico Ilva a porte chiuse: una scelta inaccettabile. Della salute e della vita dei cittadini non si discute "in privato"


Il Comitato per Taranto stigmatizza categoricamente quanto avvenuto in occasione della convocazione del Tavolo tecnico sullo stato di avanzamento dei lavori dell'Atto d'intesa con l'Ilva che ha avuto luogo ieri presso la Prefettura di Taranto. In particolar modo, si condanna il carattere privatistico dato ad un'assemblea che ha come oggetto questioni di fondamentale importanza per l'intera cittadinanza come l'inquinamento ambientale di Taranto. Riteniamo molto grave, infatti, l'inspiegabile esclusione dall'assemblea, anche solo come "uditori", di cittadini e giornalisti che di fatto ha negato alla città di partecipare e conoscere ciò che viene deciso sulla salute pubblica. Persino le assemblee del Parlamento e i processi penali avvengono a porte aperte. Pertanto rifiutiamo la gestione privata, "a porte chiuse", di questioni che incidono profondamente sulla salute e sulla vita dei cittadini adducendo motivazioni di tipo "tecnico". La richiesta di semplici cittadini di partecipare in qualità di uditori è stata dalla Regione Puglia rifiutata sulla base di "considerazioni tecniche". L'esperienza ci insegna che in "sede tecnica", spesso, vengono assunte decisioni successivamente ratificate in "sede politica" e che, rese pubbliche, mostrano carenze e anomalie difficilmente rimediabili. Mentre è in corso la procedura dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, entro la quale sono contemplate tutte le casistiche e le prescrizoni per gli impianti Ilva, ci chiediamo come mai si cerchi piuttosto di affrontare le stesse tematiche nell'ambito di un tavolo che ha valore poco superiore ad una stretta di mano tra gentiluomini.

Il diritto alla salute e alla conoscenza sono e devono restare assolutamente inderogabili, specie quando riguardano l'intera comunità e per argomenti così sensibili.

In quest'ottica condanniamo la scarsa tempestività con cui è stata diffusa la documentazione inerente al tavolo, avvenuta solo ad assemblea in corso e chiediamo che gli stessi documenti, in successive occasioni, non solo vengano forniti con congruo anticipo, ma che vengano opportunamente messi a disposizione della cittadinanza mediante pubblicazione integrale sui siti internet istituzionali. La mancata pubblicazione degli stessi denota un'ulteriore mancanza di trasparenza da parte degli attori istituzionali chiamati a rappresentare la cittadinanza. Tale mancanza di trasparenza non può essere accettata alla luce delle normative europee sull'informazione e la partecipazione del pubblico. Riteniamo infine assolutamente insufficienti e deficitarie le garanzie fornite dalla dirigenza Ilva in un comunicato di poche righe nel quale non sono previsti che impegni di carattere generico ed evasivo riguardo alla riduzione dell'inquinamento da diossina. L'Ilva infatti rinvia ad un "Piano di adeguamento alle linee guida B.A.T." che, se letto con attenzione, è estramemente carente e generico sulla questione delle tecnologie da adottare per ridurre le emissioni di diossina. In tale piano Ilva infatti non si fa minimamante cenno all'obiettivo di portare la diossina sotto il livello "europeo" di 0,4 nanogrammi a metro cubo e non si prevede alcun monitoraggio in continuo della diossina stessa. Sottolineiamo altresì le perplessità espresse da Arpa Puglia nel comunicato diffuso nella stessa giornata di ieri, nel merito dei progetti presentati da Ilva Spa a contenimento dell'inquinamento atmosferico. Riteniamo infatti che erigere una barriera frangivento non sia assolutamente sufficiente a contenere le emissioni nocive provenienti dallo stabilimento.


Per il Comitato per Taranto

Peppe Cicala
Giuseppe D'Aloia
Salvatore De Rosa
Giulio Farella
Francesco Maresca
Alessandro Marescotti
Piero Mottolese
Antonietta Podda