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In Nigeria l'AGIP è innocente, lo dice il portavoce dell'ENI
- Subject: In Nigeria l'AGIP è innocente, lo dice il portavoce dell'ENI
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Mon, 8 Jan 2007 01:22:14 +0100 (CET)
- Importance: Normal
L'Agip (gruppo ENI) in questi giorni sostiene di aver aiutato le popolazioni della Nigeria. «Se non fosse una vicenda dove non è il caso di scherzare - ha detto Di Giovanni (portavoce dell’Eni) - bisognerebbe dire che c'è un problema di comunicazione. Se c'è un’azienda che ha fatto tanto in Nigeria questa è l’Eni. Siamo lì dal 1962 e in questi anni abbiamo fatto interventi sociali, ambientali, sanitari per milioni di dollari: qualcosa come 97 milioni solo dal 1997 a oggi». «Purtroppo - continua il portavoce Eni - il petrolio non si trova in Svizzera. La Nigeria è una realtà abbastanza particolare, che ha avuto uno sviluppo impetuoso e ha grandi differenze sociali. Ed è anche per questo che noi abbiamo sempre avuto grande attenzione al contatto con le comunità locali e abbiamo avviato interventi di sviluppo regionale, come il Green River Project che aiuta 28mila famiglie». «Abbiamo anche avviato il progetto del recupero del gas che viene estratto insieme al petrolio, gas che sinora veniva bruciato e che da qualche tempo noi recuperiamo e destiniamo alla produzione di elettricità nella centrale di Kwale, in modo da rendere più sicuro l'approvvigionamento energetico della regione». Ma perché nel marzo 2004 l'Eni è stata esclusa dagli indici per l’investimento socialmente responsabile FTSE4Good? Perché non soddisfaceva i criteri riguardanti i diritti umani che riguardano due gruppi di imprese a maggior rischio: quelle operanti nel campo delle risorse naturali, come petrolio, gas e miniere, e quelle che hanno una significativa presenza in Paesi con particolari problemi di rispetto dei diritti umani. Ecco un po' di memoria storica che può servire a riflettere. --- Diritti umani in Nigeria, Agip sotto accusa. Aprile 2005 - Nigeria: 5000 sfollati. Colpa dell'Agip? Centinaia di abitazioni e una chiesa di una bidonville sono state rase al suolo a Port Harcourt, in Nigeria e 5.000 persone sono state lasciate senza casa. La decisione del governo nigeriano sembra essere arrivata a causa della vicinanza degli edifici con le installazioni petrolifere della compagnia petrolifera italiana Agip, del gruppo Eni. A riferirlo l’organizzazione olandese Unrepresented Nations and Peoples (UNPO). Alcuni attivisti del movimento Agip Waterside sospettano che la demolizione sia stata richiesta dall’Agip per potersi espandere. Per gli sfollati non è previsto alcun risarcimento né sistemazione alternativa, mentre un giornalista e un cineoperatore dell’ABC, che avevano chiesto di poter filmare l’intervento dei bulldozer, sono stati arrestati dalla polizia e rilasciati dopo due ore. Fonte: RSI News (http://www.rsinews.it/newsformat1.asp?news=735) http://www.cnms.it:8080/cnms/notizie/agip_diritti_nigeria --- Boicotta l'AGIP (redazione ECplanet) Con una brutale operazione ordinata dal governo nigeriano, il 13 aprile scorso sono state rase al suolo da bulldozer centinaia di abitazioni e una chiesa di una bidonville, lasciando circa 5.000 persone senza casa. La motivazione è stata che l'insediamento abitativo era troppo vicino alle installazioni petrolifere della compagnia petrolifera italiana Agip, del gruppo Eni, a Port Harcourt, nel delta del Niger. Lo riferisce l'Unrepresented Nations and Peoples Organization (UNPO), con sede in Olanda. Le attività di demolizione di quella che era nota come “Agip Waterside”, erano iniziate in febbraio ma erano state poi sospese, in seguito alle proteste degli abitanti, che si trovano in quell’area dal 1998, senza essere stati ostacolati dalle autorità. Non è previsto alcun risarcimento per gli sfollati, né alcuna sistemazione alternativa. Inoltre, un giornalista e un cineoperatore dell'Australian Broadcast Corporation (ABC), Eric Campbell e Ron Folley, che avevano chiesto di poter filmare l'intervento dei bulldozer, sono stati arrestati dalla polizia e rilasciati dopo due ore. Alcuni attivisti e residenti di Agip Waterside sospettano che la demolizione sia stata richiesta dall'Agip per potersi espandere, ma la compagnia nega qualsiasi coinvolgimento. Secondo quanto riferisce UNPO, il portavoce Agip in Nigeria, Tajudeen Adigun, ha dichiarato: “Non siamo informati di alcuna demolizione di case vicino alle nostre sedi di Port Harcourt. Ignoriamo se stanno avvenendo delle demolizioni e non abbiamo alcun ruolo in questo”. Dopo l'inizio delle demolizioni in febbraio, Anyakwe Nsirimovu, dell'Institute for Human Rights and Humanitarian Law, aveva stigmatizzato il silenzio della Nigeria Agip Oil Company affermando: “Facciamo appello all'Agip affinché dimostri che le sue affermazioni, secondo cui è una compagnia socialmente responsabile, abbiano qualche significato di fronte ai migliaia di rifugiati davanti alla sua porta di casa. In assenza di azioni, prenderemo ogni iniziativa possibile per informare i proprietari e i clienti di Agip sulla posizione dell’azienda in questa vicenda”. Ricordiamo che, nel marzo 2004, Eni è stata esclusa dagli indici per l’investimento socialmente responsabile FTSE4Good, perché non soddisfaceva i criteri riguardanti i diritti umani che riguardano due gruppi di imprese a maggior rischio: quelle operanti nel campo delle risorse naturali, come petrolio, gas e miniere, e quelle che hanno una significativa presenza in Paesi con particolari problemi di rispetto dei diritti umani. In particolare, alle società del settore estrattivo veniva richiesto di chiarire la loro posizione sui diritti delle popolazioni indigene e sull’utilizzo di servizi di sorveglianza armati per il controllo di impianti e infrastrutture. Questa notizia è stata pubblicata dal periodico “rsinews”. http://www.ecplanet.com/canale/varie-5/diritti_umani-65/1/0/17665/it/ecplanet.rxdf --- Uccisi almento 7 giovani "...the killing of at least seven youths by the security forces during a protest at an installation of the Nigeria Agip Oil Company (Agip Nigeria) at Ikebiri, Bayelsa State, on 19 April 1999". http://web.amnesty.org/library/Index/ENGAFR440222005 --- Nigeria: una guerra a bassa intensità occultata dalle multinazionali "Il mancato rispetto, da parte del governo della Nigeria, dei propri obblighi di difesa dei diritti umani sta provocando un'escalation di violazioni dei diritti civili, politici, sociali, economici e culturali nel contesto delle attività esplorative e produttive delle compagnie petrolifere nel Delta del Niger." E' quanto denunciava Amnesty International in un rapporto diffuso nel novembre del 2004, in cui si rileva come i diritti umani di singole persone e intere comunità siano stati violati a causa dell'operato di alcune imprese transnazionali, nonché delle azioni e del mancato intervento delle autorità federali nigeriane. Nel delta del Niger, che trasuda petrolio, ormai è il caos. http://www.altremappe.org/mdpro/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=490 17 Febbraio 2006 il Mend (Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger) ha dichiarato “guerra totale” agli interessi delle multinazionali (ENI, Shell) nella regione. Attraverso la BBC il Generale G.Tamuno leader del Mend ha intimato ai dipendenti delle Società straniere di abbandonare l’area entro la mezzanotte del 17/2/06. --- Alessandro Marescotti http://www.peacelink.it Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto (TA)
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