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Commercianti e artigiani contro il poligono di Teulada
- Subject: Commercianti e artigiani contro il poligono di Teulada
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Wed, 20 Dec 2006 11:55:02 +0100
-------- Messaggio Originale -------- Oggetto: [vialebasi] Data: Tue, 19 Dec 2006 21:40:11 +0100 Da: Mariella Cao <caomar at tiscali.it> Rispondi-A: vialebasi at liste.comodino.org A: vialebasi at liste.comodino.org, CUNTRA_SU_G8 at yahoogroups.com Giro un articolo sulla lotta di Teulada. Il centrosinistra locale, troppo spesso "distratto" e sempre molto blando sui problemi creati dall'occupazione militare del territorio, dopo che ha perso il potere alle ultime elezioni parrebbe che abbia finalmente aperto gli occhi: ha fatto sua la lotta contro il poligono. La "caduta da cavallo" ha giovato di molto! Un'analisi del voto che ha consegnato Teulada alle destre non può prescindere dall'intervento demenziale nella lotta dei pescatori attuato dal centrosinistra al potere nella Regione e avvallato dal silenzio del centrosinistra che ha amministrato il Comune fino allo scorso anno. Mariella L’Unione Sarda 18 dicembre 2006 *Teulada. Assemblea pubblica,si inasprisce la battaglia a favore della dismissione della base militare * **Commercianti e artigiani contro il poligono** * Lo sviluppo senza la base militare è possibile.Ma all ’appello mancano 7200 ettari di turritorio e 25 chilometri di costa che permetterebbero a Teulada di investire sul turismo.Dopo aver vissuto cinquant ’anni con il peso della servitù militare,i teuladini dicono basta.E se nel poligono militare i dipendenti civili locali sono appena quaranta e i lavoratori (spesso part time) trentuno,in paese ci si interroga sull ’utilità di avere una base militare grande cinque volte un piccolo paese del basso sulcis come Piscinas. Sabato pomeriggio i commercianti e gli artigiani la loro protesta l ’hanno pronunciata ad alta voce nell ’assemblea organizzata dal comitato cittadino a favore della smilitarizzazione del territorio.Non c ’erano politici a sostenere la tesi di uno sviluppo sostenibile senza la ba- se militare,ma semplici cittadini. «È giunto il momento di capire che non c ’è nessuna ricaduta economica su Teulada grazie alla base – spiega Ruggero Cossu,artigiano – in tanti ho svolto solo un lavoro per i militari,e come me tanti altri costretti a uscire fuori dal paese per poter lavorare:dopo cinquant ’anni abbiamo già dato,è ora che il poligono venga dismesso ».Anche Giacomo Floris,autonoleggiatore che appena dieci anni fa aveva solo un furgone,e sul libro paga nessun dipendente,è per la smobilitazione di Capo Teulada:oggi ha dodici dipendenti,ma la sua attività è cresciuta fuori da Teulada. «I pochi che hanno un lavoro nella base devono capire che non è grazie ai reticoli di filo spinato che Teulada può crescere,non c ’è un futuro per i nostri giovani all ’interno del poligono:il nostro è un paese popolato per lo più da anziani,lo spopolamento totale è dietro l ’angolo ». Fuori dal coro l ’orefice Teresa Salis,che riconosce un ruolo importante per la crescita economica della comunità,alla presenza dei militari.«Mia madre ha cresciuto nove figli – ricorda -e se negli anni è stata capace di garantire un lavoro a me e ai miei fratelli,è anche grazie a quella base militare che oggi tutti ripudiano ».I conti non tornano,perché l’equazione base e occupazione non da i risultati che la comunità si attende. L ’ex sindaco Tore Mocci,crede a un futuro senza la presenza di divise e carrarmati.«Non abbiamo niente da perdere nel combattere questa battaglia – spiega – è giunta l ’ora di alzare la voce,non è continuando a chinare la testa,accontentandosi di qualche briciola,che si crea sviluppo per il paese:migliaia di posti di lavoro che potrebbero sorgere sfruttando il territorio occupato dalla base non possono essere sacrificati sull ’altare di una occupazione sempre più insufficiente e precaria ». IVAN M URGANA L ’EX SINDACO «Non abbiano proprio nulla da perdere, ora bisogna alzare la voce » ************************************** ****
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