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Ettore Masina per Lidia Menapace
- Subject: Ettore Masina per Lidia Menapace
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 5 May 2006 16:27:56 +0200
PER LIDIA MENAPACE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA UN INTERVENTO DI ETTORE MASINA Ad alcuni mezzi d'informazione ad alcune persone e associazioni impegnate per la pace e i diritti umani Gentili signore e signori, vi inviamo come anticipazione uno degli interventi che appariranno oggi nel supplemento "Nonviolenza. Femminile plurale" del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" a sostegno della proposta che Presidente della Repubblica Italiana sia eletta la senatrice Lidia Menapace. Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 4 maggio 2006 Mittente: Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * * * ETTORE MASINA: UN APPELLO PER LIDIA MENAPACE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA [Ringraziamo di tutto cuore Ettore Masina (per contatti: e-mail: ettore at ettoremasina.it, sito: www.ettoremasina.it) per aver dedicato all'appello per Lidia Menapace Presidente della Repubblica l'intera sua "Lettera" n. 114 dell'aprile 2006, dal titolo "Politica e poesia", che si seguito integralmente riproduciamo] "Ci piacerebbe un presidente della Repubblica che avesse fatto la Resistenza. Un presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza. Un presidente della Repubblica femminista. Una presidente della Repubblica. Lidia Menapace". A questo modo il mio amico Peppe Sini, infaticabile animatore del Centro viterbese di ricerca per la pace (per contatti: nbawac at tin.it) ha scatenato una campagna elettorale che, del tutto trascurata dai giornali poiche' non emana dagli uffici stampa dei partiti ne' dalle loro anticamere, batte invece un gioioso tam tam nelle regioni della rete informatica. Lidia Menapace, infatti, non e' nota alla grande stampa che segue soltanto i Chiacchierati e i Chiacchieroni della politica e della cultura, ma e' notissima fra i gruppi di base di un'Italia da lei incessantemente percorsa a disposizione degli uomini e delle donne di buona volonta' interessati a discutere del nostro tempo e dei doveri che ne conseguono. Lidia ha ottantadue anni e un sorriso da ragazza. Ha partecipato alla Resistenza, e' stata docente universitaria, una dei fondatori e fondatrici del "Manifesto", e' cattolica conciliare, animatrice della cultura delle donne italiane, testimone della nonviolenza in cammino. Nelle scorse elezioni e' stata eletta senatrice, in Abruzzo, ma gia' da tempo in molti chiedevamo che Ciampi la nominasse senatrice a vita. Penso che la proposta di Peppe e di tanti altri, ai quali pienamente mi associo, sia una straordinaria irruzione della poesia nei tetri ambienti della politica italiana, in cui il mercanteggiamento levantino dei voti e delle cariche sente di muffe velenose. Che qualche cittadino si levi per inceppare con un nome la girandola dei cosiddetti "professionisti" e dei mediocri che essi vanno cooptando, mi pare nuovo e bellissimo. Che cio' si verifichi mentre si cerca di riproporre nomi usurati da lunghi poteri malamente impiegati, senza minimamente pesare l'autorevolezza morale dei candidati, la loro testimonianza di vita, la loro fedelta' alla Costituzione repubblicana, lo spirito di servizio, che dovrebbero essere i requisiti fondamentali di un capo di Stato, mi sembra ancora piu' gioiosamente opportuno. E Lidia Menapace possiede tutte queste qualita'. Naturalmente Lidia Menapace non sara' mai presidente della Repubblica italiana. Non e' questione di eta', come non e' per la sua eta' che non sara' candidata a quell'ufficio un'altra donna di grandi meriti e di limpida testimonianza di vita come Maria Eletta Martini. Non viene forse discusso seriamente il rinnovo della presidenza Ciampi? La vera questione e' che gli addetti ai lavori cercano in ben altro ambiente. Forse che si parla di eleggere personaggi piu' giovani, di grande levatura morale e costituzionale come, tanto per fare un altro nome, Stefano Rodota'? Tuttavia la proposta di Peppe Sini e dei suoi amici (la nostra proposta) non va lasciata cadere anche se appare priva di ogni realistica possibilita' di successo. E' evidente, a me pare, che per un'ubriacatura di realismo i nostri politici hanno perso il gusto della poesia - o dell'utopia, se preferiamo chiamarla cosi', del porre segni significanti, simboli, come dice la parola, unificanti. Si tratta di un errore dagli effetti devastanti perche' una politica che non sia modellata dai grandi ideali - le utopie, appunto - non ha vele per navigare ne' terra per coltivare. Se invece settanta parlamentari (basterebbero, e come!) votassero, almeno nel primo scrutinio, il nome di Lidia Menapace, i mass-media sarebbero costretti ad accorgersi che esiste un'Italia, a loro quasi (volutamente) sconosciuta, di galantuomini e di oneste donne, un'Italia di cultura viva e operante, che non si arrende all'esiguita' dei propri mezzi, che vota ma non si sente fortemente rappresentata dai partiti e li considera, tutti, in questo momento, strumenti obsoleti, poteri gerontologici, tali non per ragioni anagrafiche ma per carenze respiratorie. Se cinquanta parlamentari (basterebbero) facessero il nome di Lidia, molta gente sarebbe spinta a scoprire che esistono, quasi del tutto invisibili sotto la rete burocratica dei partiti e la condanna al silenzio stampa, legami trasversali ed efficaci che, potenziati, potrebbero ringiovanire e riqualificare la politica italiana: un gruppo politico informale - irregolare, mi piacerebbe definirlo - che vive testardamente alcuni valori etici: la pace, la giustizia internazionale, la nonviolenza non come "buonismo" ma come progettualita' politica; la maggiore presenza delle donne nelle sedi decisionali dello Stato non come bonario paternage maschile ma come assoluta necessita' di ampliamento di orizzonti e di prassi; una difesa della Costituzione non soltanto come carta fondamentale dello Stato ma come descrizione di un'etica laica con cui raggiungere una maggiore pienezza democratica e sbarrare la strada ai fascismi sempre risorgenti in forma piu' o meno occulta. Da utente ma anche da professionista della comunicazione, vorrei garantire alle mie amiche e ai miei amici piu' desolantemente o furiosamente delusi dalla situazione in cui viviamo, che il problema della visibilita' politica e' ormai tutt'altro che secondario. In un paese in cui il 90% delle persone riceve la sua unica informazione (e formazione) politica dalla televisione e' di drammatica importanza creare eventi di cui i mass-media debbano interessarsi. La candidatura Menapace avrebbe questa caratteristica. Come ottenerla? Penso che innanzi tutto dovremmo, oggi stesso perche' la scadenza dei termini e' vicinissima, parlarne ai nostri amici e alle persone con le quali abbiamo qualche non effimero incontro: e poi scriverne subito garbatamente a senatori, deputati e rappresentansi di regione per i quali abbiamo stima o rispetto. Facilissimo e' trovare l'indirizzo telematico dei parlamentari: basta cercarlo nei siti www.camera.it e www.senato.it. Quanto agli indirizzi di posta elettronica dei consiglieri regionali si trovano agevolmente nei siti dei relativi Consigli Regionali. Vi chiedo scusa per la brevita' e perentorieta' di questa "Lettera" ma mi pare necessario che essa parta subito. Buon lavoro e tanti cari saluti dal vostro Ettore Masina * * * Notizia su Lidia Menapace Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace at aliceposta.it) e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e' stata eletta senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004. * * * Notizia su Ettore Masina Ettore Masina (per contatti: e-mail: ettore at ettoremasina.it, sito: www.ettoremasina.it), nato a Breno (Bs) il 4 settembre 1928, giornalista, scrittore, fondatore della Rete Radie' Resch, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura e della prassi di pace. Sulle sue esperienze e riflessioni si vedano innanzitutto i suoi tre libri autobiografici: Diario di un cattolico errante. Fra santi, burocrati e guerriglieri (Gamberetti, 1997); Il prevalente passato. Un'autobiografia in cammino (Rubbettino, 2000); L'airone di Orbetello. Storia e storie di un cattocomunista (Rubbettino, 2005). Tra gli altri suoi libri: Il Vangelo secondo gli anonimi (Cittadella, 1969, tradotto in Brasile), Un passo nella storia (Cittadella, 1974), Il ferro e il miele (Rusconi, tradotto in serbo-croato), El Nido de Oro. Viaggio all'interno del terzo Mondo: Brasile, Corno d'Africa, Nicaragua (Marietti, 1989), Un inverno al Sud: Cile, Vietnam, Sudafrica, Palestina (Marietti, 1992), L'arcivescovo deve morire. Monsignor Oscar Romero e il suo popolo (Edizioni cultura della pace, 1993 col titolo Oscar Romero, poi in nuova edizione nelle Edizioni Gruppo Abele, 1995), Comprare un santo (Camunia, 1994); Il Volo del passero (San Paolo, tradotto in greco), I gabbiani di Fringen (San Paolo, 1999), Il Vincere (San Paolo, 2002). Un piu' ampio profilo di Ettore Masina, scritto generosamente da lui stesso per il nostro foglio, e' nel n. 418 de "La nonviolenza e' in cammino" * * * Per ricevere "La nonviolenza e' in cammino" e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/maillist.html L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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