Ettore Masina per Lidia Menapace



PER LIDIA MENAPACE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

UN INTERVENTO DI ETTORE MASINA

Ad alcuni mezzi d'informazione
ad alcune persone e associazioni impegnate per la pace e i diritti umani

Gentili signore e signori,
vi inviamo come anticipazione uno degli interventi che appariranno oggi nel
supplemento "Nonviolenza. Femminile plurale" del notiziario telematico
quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" a sostegno della proposta che
Presidente della Repubblica Italiana sia eletta la senatrice Lidia Menapace.

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo

Viterbo, 4 maggio 2006

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

* * *

ETTORE MASINA: UN APPELLO PER LIDIA MENAPACE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

[Ringraziamo di tutto cuore Ettore Masina (per contatti: e-mail:
ettore at ettoremasina.it, sito: www.ettoremasina.it) per aver dedicato
all'appello per Lidia Menapace Presidente della Repubblica l'intera sua
"Lettera" n. 114 dell'aprile  2006, dal titolo "Politica e poesia", che si
seguito integralmente riproduciamo]

"Ci piacerebbe un presidente della Repubblica che avesse fatto la
Resistenza.
Un presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta della nonviolenza.
Un presidente della Repubblica femminista.
Una presidente della Repubblica.
Lidia Menapace".
A questo  modo il mio amico Peppe Sini, infaticabile animatore del Centro
viterbese di ricerca  per la pace (per contatti: nbawac at tin.it) ha scatenato
una campagna elettorale che, del tutto trascurata dai giornali poiche' non
emana dagli uffici stampa dei partiti ne' dalle loro anticamere, batte
invece un gioioso tam tam nelle regioni della rete informatica. Lidia
Menapace, infatti, non e' nota alla grande stampa che segue soltanto i
Chiacchierati e i Chiacchieroni della politica e della cultura, ma e'
notissima fra i gruppi di base di un'Italia da lei incessantemente percorsa
a disposizione degli uomini e delle donne di buona volonta' interessati a
discutere del nostro tempo e dei doveri che ne conseguono. Lidia ha
ottantadue anni e un sorriso da ragazza. Ha partecipato alla Resistenza, e'
stata docente universitaria, una dei fondatori e fondatrici del "Manifesto",
e' cattolica conciliare, animatrice della cultura delle donne italiane,
testimone della nonviolenza in cammino. Nelle scorse elezioni e' stata
eletta senatrice, in Abruzzo, ma gia' da tempo in molti chiedevamo che
Ciampi la nominasse senatrice a vita.
Penso che la proposta di Peppe e di tanti altri, ai quali pienamente mi
associo, sia una straordinaria irruzione della poesia nei tetri ambienti
della politica italiana, in cui il mercanteggiamento levantino dei voti e
delle cariche sente di muffe velenose. Che qualche cittadino si levi per
inceppare con un nome la girandola dei cosiddetti "professionisti" e dei
mediocri che essi vanno cooptando, mi pare nuovo e bellissimo. Che cio' si
verifichi mentre si cerca di riproporre nomi usurati da lunghi poteri
malamente impiegati, senza minimamente pesare l'autorevolezza morale dei
candidati, la loro testimonianza di vita, la loro fedelta' alla Costituzione
repubblicana, lo spirito di servizio, che dovrebbero essere i requisiti
fondamentali di un capo di Stato, mi sembra ancora piu' gioiosamente
opportuno. E Lidia Menapace possiede tutte queste qualita'.
Naturalmente Lidia Menapace non sara' mai presidente della Repubblica
italiana. Non e' questione di eta', come non e' per la sua eta' che non
sara' candidata a quell'ufficio un'altra donna di grandi meriti e di limpida
testimonianza di vita come Maria Eletta Martini. Non viene forse discusso
seriamente il rinnovo della presidenza Ciampi? La vera questione e' che gli
addetti ai lavori cercano in ben altro ambiente. Forse che si parla di
eleggere personaggi piu' giovani, di grande levatura morale e costituzionale
come, tanto per fare un altro nome, Stefano Rodota'?
Tuttavia la proposta di Peppe Sini e dei suoi amici (la nostra proposta) non
va lasciata cadere anche se appare priva di ogni realistica possibilita' di
successo. E' evidente, a me pare, che per un'ubriacatura di realismo i
nostri politici hanno perso il gusto della poesia - o dell'utopia, se
preferiamo chiamarla cosi', del porre segni significanti, simboli, come dice
la parola, unificanti. Si tratta di un errore dagli effetti devastanti
perche' una politica che non sia modellata dai grandi ideali - le utopie,
appunto - non ha vele per navigare ne' terra per coltivare.
Se invece settanta parlamentari (basterebbero, e come!) votassero, almeno
nel primo scrutinio, il nome di Lidia Menapace, i mass-media sarebbero
costretti ad accorgersi che esiste un'Italia, a loro quasi (volutamente)
sconosciuta, di galantuomini e di oneste donne, un'Italia di cultura viva e
operante, che non si arrende all'esiguita' dei propri mezzi, che vota ma non
si sente fortemente rappresentata dai partiti e li considera, tutti, in
questo momento, strumenti obsoleti, poteri gerontologici, tali non per
ragioni anagrafiche ma per carenze respiratorie.
Se cinquanta parlamentari (basterebbero) facessero il nome di Lidia, molta
gente sarebbe spinta a scoprire che esistono, quasi del tutto invisibili
sotto la rete burocratica dei partiti e la condanna al silenzio stampa,
legami trasversali ed efficaci che, potenziati, potrebbero ringiovanire e
riqualificare la politica italiana: un gruppo politico informale -
irregolare, mi piacerebbe definirlo - che vive testardamente alcuni valori
etici: la pace, la giustizia internazionale, la nonviolenza non  come
"buonismo" ma come progettualita' politica; la maggiore presenza delle donne
nelle sedi decisionali dello Stato non come bonario paternage maschile ma
come assoluta necessita' di ampliamento di orizzonti e di prassi; una difesa
della Costituzione non soltanto come carta fondamentale dello Stato ma come
descrizione di un'etica laica con cui raggiungere una maggiore pienezza
democratica e sbarrare la strada ai fascismi sempre risorgenti in forma piu'
o meno occulta.
Da utente ma anche da professionista della comunicazione, vorrei garantire
alle mie amiche e ai miei amici piu' desolantemente o furiosamente delusi
dalla situazione in cui viviamo, che il problema della visibilita' politica
e' ormai tutt'altro che secondario. In un paese in cui il 90% delle persone
riceve la sua unica informazione (e formazione) politica dalla televisione
e' di drammatica importanza creare eventi di cui i mass-media debbano
interessarsi. La candidatura Menapace avrebbe questa caratteristica.
Come ottenerla?
Penso che innanzi tutto dovremmo, oggi stesso perche' la scadenza dei
termini e' vicinissima, parlarne ai nostri amici e alle persone con le quali
abbiamo qualche non effimero incontro: e poi scriverne subito garbatamente a
senatori, deputati e rappresentansi di regione per i quali abbiamo stima o
rispetto. Facilissimo e' trovare l'indirizzo telematico dei parlamentari:
basta cercarlo nei siti www.camera.it e www.senato.it. Quanto agli indirizzi
di posta elettronica dei consiglieri regionali si trovano agevolmente nei
siti dei relativi Consigli Regionali.
Vi chiedo scusa per la brevita' e perentorieta' di questa "Lettera" ma mi
pare necessario che essa parta subito. Buon lavoro e tanti cari saluti dal
vostro
Ettore Masina

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Notizia su Lidia Menapace

Lidia Menapace (per contatti: lidiamenapace at aliceposta.it) e' nata a Novara
nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento
cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del
"Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle
donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino.
Nelle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006 e' stata eletta senatrice. La
maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa
in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi
libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968;
L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un
movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La
Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della
differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con
Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma
1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la
luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto
Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004.

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Notizia su Ettore Masina

Ettore Masina (per contatti: e-mail: ettore at ettoremasina.it, sito:
www.ettoremasina.it), nato a Breno (Bs) il 4 settembre 1928, giornalista,
scrittore, fondatore della Rete Radie' Resch, gia' parlamentare, e' una
delle figure piu' vive della cultura e della prassi di pace. Sulle sue
esperienze e riflessioni si vedano innanzitutto i suoi tre libri
autobiografici: Diario di un cattolico errante. Fra santi, burocrati e
guerriglieri (Gamberetti, 1997); Il prevalente passato. Un'autobiografia in
cammino (Rubbettino, 2000); L'airone di Orbetello. Storia e storie di un
cattocomunista (Rubbettino, 2005). Tra gli altri suoi libri: Il Vangelo
secondo gli anonimi (Cittadella, 1969, tradotto in Brasile), Un passo nella
storia (Cittadella, 1974), Il ferro e il miele (Rusconi, tradotto in
serbo-croato), El Nido de Oro. Viaggio all'interno del terzo Mondo: Brasile,
Corno d'Africa, Nicaragua (Marietti, 1989), Un inverno al Sud: Cile,
Vietnam, Sudafrica, Palestina (Marietti, 1992), L'arcivescovo deve morire.
Monsignor Oscar Romero e il suo popolo (Edizioni cultura della pace, 1993
col titolo Oscar Romero, poi in nuova edizione nelle Edizioni Gruppo Abele,
1995), Comprare un santo (Camunia, 1994); Il Volo del passero (San Paolo,
tradotto in greco), I gabbiani di Fringen (San Paolo, 1999), Il Vincere (San
Paolo, 2002). Un piu' ampio profilo di Ettore Masina, scritto generosamente
da lui stesso per il nostro foglio, e' nel n. 418 de "La nonviolenza e' in
cammino"

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