Il gerente della Coca-cola, Chavez, Kirchner e Maradona



Il gerente della Coca-cola, Chávez, Kirchner e Maradona

Mettiamo le cose al loro posto, una volta per tutte. Anche perché
dall'Italia se ne sa poco e se ne capisce ancora meno. La crisi
diplomatica tra Messico e Venezuela non è derivata da presunte
intemperanze verbali di Hugo Chávez verso Vicente Fox, presidente del
Messico in nome e per conto degli interessi del governo degli Stati
Uniti ed ex-gerente della Coca-Cola Messico.
di Gennaro Carotenuto

È stato Vicente Fox ancora a Mar del Plata la settimana scorsa ad usare
parole inaccettabili contro il presidente argentino Nestor Kirchner reo
di perseguire una cosa così insolita come l’interesse nazionale e quindi
essere contrario al trattato di libero commercio –ALCA- imposto dagli
Stati Uniti al resto del continente. Così la pensano anche due dei tre
grandi partiti messicani, il PRI e il PRD, ed i maggiori intellettuali e
opinionisti messicani, che infatti pensano che nella contesa abbia
ragione il Venezuela e non il Messico.

I fatti sono noti. Vicente Fox ha fatto di tutto per includere nel
documento finale almeno un paragrafo che compiacesse George W Bush e che
non seppellisse definitivamente l’ALCA. Che Vicente Fox riuscisse a far
rimpiangere il settantennio di governo del PRI erano in pochi a
prevederlo e ancora meno a sperarlo. Nonostante le ombre superassero di
gran lunga le luci, il Messico del PRI fu quel paese che unico al mondo
MAI riconobbe l’infamia del governo di Francisco Franco e mantenne
aperta fino al 1975 la propria rappresentanza diplomatica presso l’unico
governo legittimo di quel paese, quello Repubblicano, causando
ripetutamente rabbia e disgusto da parte del governo degli Stati Uniti
che invece Franco appoggiava in tutto. Allo stesso modo il Messico fu
l’unico paese a non rompere mai le relazioni diplomatiche con Cuba
rivoluzionaria, quando tutti gli altri governi della regione abbassarono
la testa di fronte agli ordini di Washington.

Ebbene Fox sta riuscendo a far rimpiangere il PRI, riportando un grande
paese come il Messico ad uno stato semicoloniale come quello tristissimo
imposto al paese dopo le guerre della metà dell’800, quando perse la
metà del proprio territorio invaso e colonizzato dagli Stati Uniti, fino
alla rivoluzione zapatista negli anni ‘10 del 900. Come ricorda Miguel
Bonasso, Fox non ha nessun titolo per accusare Nestor Kirchner di essere
stato “un pessimo ospite” a Mar del Plata. Sono parole forti da parte di
chi nel 2002 praticamente mise su un aereo come un pacco postale il suo
invitato personale –e di Kofi Annan- Fidel Castro, perché non voleva che
si incontrasse con George Bush durante il vertice di Monterrey nel 2002.

Le parole di Vicente Fox contro Nestor Kirchner meritano grande
attenzione. Fox accusa il presidente argentino di essersi preoccupato
“di compiacere l’opinione pubblica argentina piuttosto che del processo
di integrazione americana”. Accusare un presidente di stare dalla parte
del volere dei propri elettori è ovviamente musica per quelle classi
dirigenti che pensano che stare dalla parte degli elettori sia populismo
mentre invece stare dalla parte del volere dei mercati –qualunque cosa
siano- sia un indice di responsabilità dei governi. Ebbene se è questo
che conta, Fox è un bravo governante, già che appena il 40% dei suoi
cittadini lo approva, mentre Nestor Kirchner è un pessimo governante
visto che addirittura il 71% degli argentini vede con favore la sua
azione di governo.

La colpa imperdonabile di Nestor Kirchner –e di Hugo, Lula, Nicanor,
Tabaré, non è solo il presidente argentino- è quella di vedere
l’integrazione latinoamericana con gli occhi di un dirigente politico
latinoamericano, di rappresentare gli elettori che l’hanno eletto e di
pensare all’integrazione latinoamericana e rifiutare la definitiva
colonizzazione della regione da parte di Washington rappresentata
dall’ALCA. Se Chávez accusa Fox di essersi comportato come il cagnolino
di Bush, forse non sarà protocollare, ma risponde a quella merce rara
chiamata verità.

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