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Comunicato stampa - 2 giugno contro il rischio nucleare
- Subject: Comunicato stampa - 2 giugno contro il rischio nucleare
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Tue, 31 May 2005 18:49:37 +0200
GIOVEDI’ 2 GIUGNO ORE 17.00
Sala Paolo VI Parrocchia S.Antonio via Regina Elena 126
INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA:
BASE NAVALE E RISCHIO NUCLEARE
Intervengono: Alessandro Marescotti (Peacelink);
Mauro Cristaldi (Scienziati contro la guerra);
Piero Castoro (Comitati Alta Murgia);
Alessandro Cobianchi (ARCI Puglia);
Massimiliano Piscitelli (Legambiente Puglia)
Michele Losappio (Assessore regionale all’ambiente)
COMITATO dei 2 NO
per il NO al rischio nucleare
e per il NO ad altri insediamenti militari a Taranto
COMUNICATO STAMPA: AUMENTA IL RISCHIO NUCLEARE A TARANTO
Il 2 giugno - festa della Repubblica e quindi della riappropriazione
della sovranità popolare - deve essere l'occasione per rimarcare
l'importanza della democrazia. Le scelte militari attuali sfuggono invece
al controllo parlamentare e sembrano il residuo di una concezione
"monarchica" e "assolutistica" del potere esecutivo.
Sala Paolo VI Parrocchia S.Antonio via Regina Elena 126
INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA:
BASE NAVALE E RISCHIO NUCLEARE
Intervengono: Alessandro Marescotti (Peacelink);
Mauro Cristaldi (Scienziati contro la guerra);
Piero Castoro (Comitati Alta Murgia);
Alessandro Cobianchi (ARCI Puglia);
Massimiliano Piscitelli (Legambiente Puglia)
Michele Losappio (Assessore regionale all’ambiente)
COMITATO dei 2 NO
per il NO al rischio nucleare
e per il NO ad altri insediamenti militari a Taranto
COMUNICATO STAMPA: AUMENTA IL RISCHIO NUCLEARE A TARANTO
Con la nuova base navale Taranto è già base NATO. Ma il Parlamento non lo sapeva.
Come cento anni fa il Regio Parlamento ignorava le decisioni militari del Re e dei suoi generali, così oggi il Parlamento Italiano ignora quali decisioni abbia preso per Taranto il Governo: apprendiamo delle scelte del governo italiano tramite il sito Internet del Pentagono, quando capita e per puro caso.
Taranto riveste un ruolo primario nella strategia della guerra preventiva e nel sistema Echelon, la rete di ascolto globale degli Usa, usata in barba ad ogni legge nazionale sulla privacy.
Ai rischi, già esistenti, legati al ruolo strategico di avamposto militare nel Mediterraneo, si aggiungono quelli derivanti dal previsto transito e stazionamento di naviglio a propulsione e possibile armamento nucleare.
Esiste già un piano di emergenza in caso di incidente nucleare ma esso non viene reso noto alla città, in violazione del decreto legislativo 230/95 che prevede un obbigo delle informazione alle popolazioni interessate dal rischio nucleare.
Tutto ciò contrasta con il rispetto della legalità e viola il diritto all'informazione che è la base della democrazia, in quanto senza informazione la popolazione e i rappresentanti nelle assemblee elettive sono privi degli strumenti per conoscere e per decidere con cognizione di causa.
Tutto questo contrasta con un’idea di sviluppo sociale, economico e culturale che garantisca a Taranto un futuro.
A ciò si aggiunge il possibile trasferimento dei sottomarini nucleari della base americana della Maddalena, oggetto di colloqui riservati del presidente della Regione Sardegna Renato Soru con il consulente militare Edward Luttwak, consulente militare della Casa Bianca.
Si fa più concreta l'ipotesi di una "condanna nucleare" per Taranto, per la Puglia e la Basilicata, per l'intero Mar Jonio. Le autorità regionali forse non hanno la percezione che Taranto è nella lista delle destinazioni ideali per i sottomarini Usa. Avevamo ipotizzato che Taranto diventasse base Nato. Ed così è stato. Avevamo ipotizzato che divenisse comando della VI Flotta Usa. La risposta è stata "non confermiamo e non smentiamo". Ora si proietta su Taranto anche l'ombra dei sottomarini nucleari, oggi mal sopportati nella base Usa della Maddalena.
La dispersione di radioattività dei sottomarini a propulsione nucleare Usa in Sardegna è stata ragione di un vivo allarme per le conseguenze teratogene della radioattività. Sono nati bambini con il cranio malformato. Nelle alghe è stato trovato torio radioattivo. Il diffondersi patologie tumorali hanno destato forte preoccupazione, tanto da spingere il presidente della Regione Sardegna Renato Soru a chiedere agli americani e ai loro sottomarini nucleari di "andarsene in amicizia".
La situazione per Taranto sta diventando sempre più grave ma fra i partiti locali non vi è la chiara percezione del pericolo, mentre la Sardegna sta saggiamente decidendo di liberarsi dalla presenza nucleare (Cagliari è recentemente uscita dalla "black list").
Per questo abbiamo deciso di invitare all'incontro pubblico del giorno 2 giugno (alle ore 17 presso il salone Paolo VI della Parrocchia S. Antonio) un biologo di grande esperienza con il Prof. Mauro Cristaldi, docente associato di Anatomia Comparata per Scienze Naturali e di Biologia Animale per Sc. Ambientali presso il Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo all'Università "La Sapienza" di Roma.
Nelle prossime ore pubblicheremo su Internet - in anteprima nazionale - una sua ricerca sull'impatto biologico e ambientale della presenza dei sottomarini nucleari dell’isola della Maddalena, da cui potremo comprendere il possibile inquinamento in una città di mare come Taranto. Nello studio del prof. Cristaldi viene evidenziata la lunga durata della radioattività di taluni inquinanti e "si sottolinea infatti che il Pu-239 ha un tempo di dimezzamento assai lungo (oltre 24.000 anni)", si legge nella ricerca .
La ricerca si potrà consultare sul sito http://www.tarantosociale.org
Nell'incontro del 2 giugno saranno affrontate varie tematiche, quali i rischi delle dispersioni di radiazioni nucleari, i processi di militarizzazione del territorio, il ruolo di Taranto nell'era della guerra permanente.
L'assessore regionale all'ambiente Michele Losappio sarà presente e interverrà in rappresentanza della Regione Puglia, mentre per la Provincia e il Comune sono stati invitati il Presidente, il Sindaco e tutti i consiglieri.
Proporremo che si formi un coordinamento fra i presidenti delle regioni Puglia, Basilicata, Sardegna e Campagnia per dichiarare l'indisponibilità ad accogliere navi e sottomarini a propulsione nucleare tanto più che non vengono rispettate le basilari norme previste dal decreto legislativo 230/95 a tutela della popolazioni interessate dal rischio nucleare, ponendo in tal mondo automaticamente fuorilegge ogni autorizzazione allo stazionamento e al transito dei sottomarini a propulsione nucleare nelle acque nazionali.
Per il Comitato del 2 NO
Alessandro Marescotti
Alessandro Marescotti