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Con gli amici della nonviolenza che saranno processati a Venezia il 24 febbraio. Una dichiarazione di solidarieta'
- Subject: Con gli amici della nonviolenza che saranno processati a Venezia il 24 febbraio. Una dichiarazione di solidarieta'
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 23 Feb 2005 02:40:18 +0100
Carissimo Mao e carissimi tutti che sarete in corte d'appello a Venezia il 24 febbraio, nell'impossibilita' di essere fisicamente presente, vorrei comunque testimoniarvi con questa lettera la mia solidarieta' e la mia ammirazione per la vostra azione nonviolenta del 1991. Avendo avuto la ventura di essere una delle persone che per aver espresso in forme rigorosamente nonviolente la propria opposizione alla guerra ed aver cercato di promuovere una piu' vasta opposizione nonviolenta alla guerra, ebbi l'onore di essere anch'io processato nel '91, come poi anche nel '99 (con esito fortunatamente entrambe le volte a me favorevole), sento una ancora piu' intensa empatia col vostro agire. Nel 2003 nel nostro notiziario quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" pubblicammo tra altri analoghi i due testi che trascrivo in calce a questa lettera, e che mi sembra esprimano adeguatamente cio' che penso, credo, sento. Grazie di quanto avete fatto, e un forte abbraccio dal vostro Peppe Sini Viterbo, 23 febbraio 2005 Mittente: Peppe Sini responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * * * Allegato 1. Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 516 del 23 febbraio 2003 UN'ISTIGAZIONE A NON DELINQUERE Del dovere morale e civile di fermare i treni che recano armi per la guerra che si va preparando. Un'istigazione a non delinquere: ovvero a rispettare la Costituzione, a salvare vite umane, a fermare la macchina bellica con l'azione diretta nonviolenta. * E' la Costituzione della Repubblica Italiana che dice ai cittadini italiani: "ripudia la guerra". E' uno dei suoi principi fondamentali; e' il valore supremo che afferma nell'ambito delle relazioni internazionali: "ripudia la guerra". Se ad essa Costituzione il governo, il parlamento, il capo dello Stato fossero restati fedeli, se non avessero infranto un solenne giuramento in forza del quale sono legittimati ad esercitare il potere loro attribuito, se non avessero violato la legalita' nella forma piu' flagrante e gravida di sciagurate conseguenze, gli attuali trasporti di materiale bellico in territorio italiano da parte di chi una guerra illegale e criminale scelleratamente prepara ed ha gia' reiteratamente proditoriamente annunciato, ebbene, non avrebbero potuto aver luogo, sarebbero stati proibiti dalle pubbliche autorita' in nome della legge. * Quei materiali bellici - se non li si fermera' - di qui a poco saranno utilizzati per commettere crimini di guerra e crimini contro l'umanita'. Il loro uso - se non lo si impedira' - provochera' la morte di innumerevoli innocenti. Il loro transito nel nostro territorio rende l'Italia favoreggiatrice degli stragisti. Permettere che giungano a destinazione vuol dire rendersi complici della guerra onnicida, vuol dire violare il comando supremo della nostra Costituzione: "ripudia la guerra". E dunque e' giusto e necessario bloccare con l'azione diretta nonviolenta i treni che recano gli strumenti della morte, le armi delle stragi annunciate. E dunque e' un atto di fedelta', di rispetto e di inveramento della legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico impedire che le armi efficienti alla guerra illegale e criminale possano giungere a destinazione, possano essere usate, possano colpire i loro viventi umani bersagli. * Su quei binari a fermare quei treni che trasportano armi ci dovrebbe essere il capo dello Stato della Costituzione supremo garante, ci dovrebbe essere ogni pubblico ufficiale che alla Costituzione ha giurato fedelta'. Se loro non ci sono, cio' va a loro infamia. Ci sono invece dei cittadini italiani che con questa azione diretta nonviolenta si stanno impegnando per salvare delle vite umane, stanno difendendo la dignita' del nostro popolo e la legge fondamentale del nostro paese, stanno obbedendo alla Costituzione, stanno adempiendo a un dovere di legalita' e di umanita'. Si renda loro onore e li si aiuti. * Con queste righe, non potendo oggi essere li' fisicamente, vogliamo dichiarare la nostra persuasa condivisione dell'azione diretta nonviolenta per fermare i carichi di armi destinati alla guerra illegale e criminale. E vogliamo dichiarare che intendiamo condividere le conseguenze che per aver realizzato una rigorosa e doverosa azione diretta nonviolenta ai protagonisti di essa, in quanto si atterranno scrupolosamente ai principi della nonviolenza, deriveranno. E vogliamo invitare ancora una volta tutti a sostenere ogni azione diretta nonviolenta che nel rigoroso rispetto della incolumita' e della dignita' di ogni essere umano si opponga concretamente, limpidamente e intransigentemente alla macchina bellica, e con cio' sia di adempimento al dovere di salvare delle vite umane in pericolo, sia di adempimento al dovere sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "ripudia la guerra". * * * Allegato 2. Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 517 del 24 febbraio 2003 BLUES DEL TRENO DELLA MORTE [Raccontava nella presentazione parlata l'anonimo autore di questo blues che aveva cominciato il suo impegno politico quando aveva quattordici anni, bloccando treni occupando binari in nome della dignita' di ogni essere umano; e aggiungeva che da allora non aveva piu' smesso di lottare, e sempre piu' si era accostato alla nonviolenza all'ascolto di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, del movimento delle donne; e affermava di pensare che se in Europa nella prima meta' del Novecento tanta piu' gente si fosse messa sui binari, tante stragi e tanti orrori sarebbero stati evitati; poi tossiva, si schiariva la voce, cominciava a maltrattare la chitarra, e diceva, accennando una subito soffocata intonazione, all'incirca le parole seguenti (la traduzione, frettolosa, e' del nostro collaboratore Benito D'Ippolito - che e' anche l'estensore di questa breve nota di presentazione)] E tu fermalo il treno della morte col tuo corpo disarmato sui binari con la voce che si oppone all'urlo roco delle bombe, delle fruste al vile schiocco. E tu fermalo il treno della morte sono pochi gli oppressori, innumerevoli le vittime, non possono arrestarci se tutti insieme ce li riprendiamo i diritti, la terra, la vita. E tu fermalo il treno della morte con la tua persona fragile sconfiggi gli apparati e gli strumenti della guerra e salva il mondo con la tua persona fragile. E tu fermalo il treno della morte perche' tu, cosi' indifeso, puoi fermarlo col tuo corpo, la tua voce, la speranza che sa unire tante braccia, e sa fermarlo maledetto il treno nero della morte. E tu fermalo e cosi' ferma la guerra. * * * Appendice prima. Una conferenza stampa a Verona il 23 febbraio 2005 Mercoledi' 23 febbraio alle ore 16 presso la sede del Movimento Nonviolento, in via Spagna 8, a Verona, si terra' una conferenza stampa per illustrare le iniziative di solidarieta' con i 17 imputati che saranno processati in corte d'appello a Venezia, imputati di blocco ferroviario per aver fermato nel 1991 il passaggio di un treno che trasportava carri armati destinati alla prima guerra in Iraq. * * * Appendice seconda. L'udienza in Corte d'Appello a Venezia il 24 febbraio 2005 Giovedi' 24 febbraio 2005, alle ore 11, alla Corte d'Appello di Venezia si terra' il processo in secondo grado contro 17 pacifisti e nonviolenti veronesi accusati di "blocco ferroviario e interruzione di pubblico servizio" per aver partecipato ad una manifestazione nonviolenta, il 12 febbraio del 1991, alla stazione di Pescantina (Vr), contro il passaggio di un treno militare che trasportava carri armati destinati alla prima guerra in Iraq. In primo grado (gennaio 1997) gli imputati furono assolti "perche' il fatto non sussiste", ma il Pubblico Ministero fece ricorso. Dopo 14 anni dal fatti si arriva ora al processo di appello. Tra gli imputati vi sono Mao Valpiana (direttore di "Azione nonviolenta"), Mauro Tosi (consigliere regionale), Vincenzo Rocca (del Movimento Nonviolento), Vincenzo Benciolini (rete Lilliput di Verona), Massimo Corradi di Vicenza ed altri. Il collegio di difesa e' costituito dagli avvocati Sandro e Nicola Canestrini (Rovereto), Maurizio Corticelli (Verona), Giuseppe Ramadori (Roma), Nicola Chirco (Bologna). Un appello di solidarieta' con gli imputati e' stato firmato da migliaia di persone in tutta Italia. * * * Appendice terza. Un sintetico profilo di Mao Valpiana Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' rilevanti della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto in primo grado); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; un suo piu' ampio profilo biografico e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". * * * Per ulteriori informazioni Per informazioni dettagliate contattare il Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org; per interviste e dichiarazioni e' possibile contattare personalmente Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta", cell. 3482863190. * * *
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