Con gli amici della nonviolenza che saranno processati a Venezia il 24 febbraio. Una dichiarazione di solidarieta'



Carissimo Mao e carissimi tutti che sarete in corte d'appello a Venezia il
24 febbraio,

nell'impossibilita' di essere fisicamente presente, vorrei comunque
testimoniarvi con questa lettera la mia solidarieta' e la mia ammirazione
per la vostra azione nonviolenta del 1991.

Avendo avuto la ventura di essere una delle persone che per aver espresso in
forme rigorosamente nonviolente la propria opposizione alla guerra ed aver
cercato di promuovere una piu' vasta opposizione nonviolenta alla guerra,
ebbi l'onore di essere anch'io processato nel '91, come poi anche nel '99
(con esito fortunatamente entrambe le volte a me favorevole), sento una
ancora piu' intensa empatia col vostro agire.

Nel 2003 nel nostro notiziario quotidiano "La nonviolenza e' in cammino"
pubblicammo tra altri analoghi i due testi che trascrivo in calce a questa
lettera, e che mi sembra esprimano adeguatamente cio' che penso, credo,
sento.

Grazie di quanto avete fatto, e un forte abbraccio dal vostro

Peppe Sini

Viterbo, 23 febbraio 2005

Mittente: Peppe Sini
responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

* * *

Allegato 1. Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 516 del 23 febbraio 2003

UN'ISTIGAZIONE A NON DELINQUERE
Del dovere morale e civile di fermare i treni che recano armi per la guerra
che si va preparando.
Un'istigazione a non delinquere: ovvero a rispettare la Costituzione, a
salvare vite umane, a fermare la macchina bellica con l'azione diretta
nonviolenta.
*
E' la Costituzione della Repubblica Italiana che dice ai cittadini italiani:
"ripudia la guerra".
E' uno dei suoi principi fondamentali; e' il valore supremo che afferma
nell'ambito delle relazioni internazionali: "ripudia la guerra".
Se ad essa Costituzione il governo, il parlamento, il capo dello Stato
fossero restati fedeli, se non avessero infranto un solenne giuramento in
forza del quale sono legittimati ad esercitare il potere loro attribuito, se
non avessero violato la legalita' nella forma piu' flagrante e gravida di
sciagurate conseguenze, gli attuali trasporti di materiale bellico in
territorio italiano da parte di chi una guerra illegale e criminale
scelleratamente prepara ed ha gia' reiteratamente proditoriamente
annunciato, ebbene, non avrebbero potuto aver luogo, sarebbero stati
proibiti dalle pubbliche autorita' in nome della legge.
*
Quei materiali bellici - se non li si fermera' - di qui a poco saranno
utilizzati per commettere crimini di guerra e crimini contro l'umanita'.
Il loro uso - se non lo si impedira' - provochera' la morte di innumerevoli
innocenti.
Il loro transito nel nostro territorio rende l'Italia favoreggiatrice degli
stragisti.
Permettere che giungano a destinazione vuol dire rendersi complici della
guerra onnicida, vuol dire violare il comando supremo della nostra
Costituzione: "ripudia la guerra".
E dunque e' giusto e necessario bloccare con l'azione diretta nonviolenta i
treni che recano gli strumenti della morte, le armi delle stragi annunciate.
E dunque e' un atto di fedelta', di rispetto e di inveramento della legge
fondamentale del nostro ordinamento giuridico impedire che le armi
efficienti alla guerra illegale e criminale possano giungere a destinazione,
possano essere usate, possano colpire i loro viventi umani bersagli.
*
Su quei binari a fermare quei treni che trasportano armi ci dovrebbe essere
il capo dello Stato della Costituzione supremo garante, ci dovrebbe essere
ogni pubblico ufficiale che alla Costituzione ha giurato fedelta'.
Se loro non ci sono, cio' va a loro infamia.
Ci sono invece dei cittadini italiani che con questa azione diretta
nonviolenta si stanno impegnando per salvare delle vite umane, stanno
difendendo la dignita' del nostro popolo e la legge fondamentale del nostro
paese, stanno obbedendo alla Costituzione, stanno adempiendo a un dovere di
legalita' e di umanita'.
Si renda loro onore e li si aiuti.
*
Con queste righe, non potendo oggi essere li' fisicamente, vogliamo
dichiarare la nostra persuasa condivisione dell'azione diretta nonviolenta
per fermare i carichi di armi destinati alla guerra illegale e criminale. E
vogliamo dichiarare che intendiamo condividere le conseguenze che per aver
realizzato una rigorosa e doverosa azione diretta nonviolenta ai
protagonisti di essa, in quanto si atterranno scrupolosamente ai principi
della nonviolenza, deriveranno.
E vogliamo invitare ancora una volta tutti a sostenere ogni azione diretta
nonviolenta che nel rigoroso rispetto della incolumita' e della dignita' di
ogni essere umano si opponga concretamente, limpidamente e
intransigentemente alla macchina bellica, e con cio' sia di adempimento al
dovere di salvare delle vite umane in pericolo, sia di adempimento al dovere
sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana: "ripudia la guerra".

* * *

Allegato 2. Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 517 del 24 febbraio 2003

BLUES DEL TRENO DELLA MORTE
[Raccontava nella presentazione parlata l'anonimo autore di questo blues che
aveva cominciato il suo impegno politico quando aveva quattordici anni,
bloccando treni occupando binari in nome della dignita' di ogni essere
umano; e aggiungeva che da allora non aveva piu' smesso di lottare, e sempre
piu' si era accostato alla nonviolenza all'ascolto di Mohandas Gandhi, di
Martin Luther King, del movimento delle donne; e affermava di pensare che se
in Europa nella prima meta' del Novecento tanta piu' gente si fosse messa
sui binari, tante stragi e tanti orrori sarebbero stati evitati; poi
tossiva, si schiariva la voce, cominciava a maltrattare la chitarra, e
diceva, accennando una subito soffocata intonazione, all'incirca le parole
seguenti (la traduzione, frettolosa, e' del nostro collaboratore Benito
D'Ippolito - che e' anche l'estensore di questa breve nota di
presentazione)]

E tu fermalo il treno della morte
col tuo corpo disarmato sui binari
con la voce che si oppone all'urlo roco
delle bombe, delle fruste al vile schiocco.

E tu fermalo il treno della morte
sono pochi gli oppressori, innumerevoli
le vittime, non possono arrestarci
se tutti insieme ce li riprendiamo i diritti, la terra, la vita.

E tu fermalo il treno della morte
con la tua persona fragile sconfiggi
gli apparati e gli strumenti della guerra
e salva il mondo con la tua persona fragile.

E tu fermalo il treno della morte
perche' tu, cosi' indifeso, puoi fermarlo
col tuo corpo, la tua voce, la speranza
che sa unire tante braccia, e sa fermarlo

maledetto il treno nero della morte.

E tu fermalo e cosi' ferma la guerra.

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Appendice prima. Una conferenza stampa a Verona il 23 febbraio 2005

Mercoledi' 23 febbraio alle ore 16 presso la sede del Movimento Nonviolento,
in via Spagna 8, a Verona, si terra' una conferenza stampa per illustrare le
iniziative di solidarieta' con i 17 imputati che saranno processati in corte
d'appello a Venezia, imputati di blocco ferroviario per aver fermato nel
1991 il passaggio di un treno che trasportava carri armati destinati alla
prima guerra in Iraq.

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Appendice seconda. L'udienza in Corte d'Appello a Venezia il 24 febbraio
2005

Giovedi' 24 febbraio 2005, alle ore 11, alla Corte d'Appello di Venezia si
terra' il processo in secondo grado contro 17 pacifisti e nonviolenti
veronesi accusati di "blocco ferroviario e interruzione di pubblico
servizio" per aver partecipato ad una manifestazione nonviolenta, il 12
febbraio del 1991, alla stazione di Pescantina (Vr), contro il passaggio di
un treno militare che trasportava carri armati destinati alla prima guerra
in Iraq. In primo grado (gennaio 1997) gli imputati furono assolti "perche'
il fatto non sussiste", ma il Pubblico Ministero fece ricorso. Dopo 14 anni
dal fatti si arriva ora al processo di appello. Tra gli imputati vi sono Mao
Valpiana (direttore di "Azione nonviolenta"), Mauro Tosi (consigliere
regionale), Vincenzo Rocca (del Movimento Nonviolento), Vincenzo Benciolini
(rete Lilliput di Verona), Massimo Corradi di Vicenza ed altri.
Il collegio di difesa e' costituito dagli avvocati Sandro e Nicola
Canestrini (Rovereto), Maurizio Corticelli (Verona), Giuseppe Ramadori
(Roma), Nicola Chirco (Bologna).
Un appello di solidarieta' con gli imputati e' stato firmato da migliaia di
persone in tutta Italia.

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Appendice terza. Un sintetico profilo di Mao Valpiana

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' rilevanti della nonviolenza
in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente
sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento
Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo
innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di
coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa
della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione
Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al
servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla
campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione
della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario
nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione
diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per
"blocco ferroviario", e' stato assolto in primo grado); e' inoltre membro
del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte
del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo
dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona
Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e
della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; un suo piu' ampio
profilo biografico e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 del notiziario
telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".

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Per ulteriori informazioni

Per informazioni dettagliate contattare il Movimento Nonviolento: tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito:
www.nonviolenti.org; per interviste e dichiarazioni e' possibile contattare
personalmente Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta", cell.
3482863190.

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