Comitato Immigrati in Italia sul maremoto
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- Date: Fri, 31 Dec 2004 09:36:10 +0100
CII
in lotta Comitato Immigrati in Italia COMUNICATO STAMPA 30 dicembre 2004 Premessa per gli auguri di un nuovo anno A
4 giorni dal maremoto nel sud est asiatico, che come noto ha colpito
milioni di
esseri umani distruggendo intere aree popolate, il Comitato
Immigrati in Italia,
coinvolto nel dolore, manifesta commosso la totale solidarietà con le
famiglie
trascinate in questa apocalittica tragedia. A
4 giorni solo si hanno cifre approssimative: Si calcola che sono 5
milioni solo
i profughi, 125 mila i morti accertati e oltre decine di migliaia i
dispersi
che confermano le dimensioni della catastrofe.
Una catastrofe che, come rilevato l’altro ieri l’Organizzazione
Mondiale
della Sanità, potrebbe raddoppiarsi qualora gli aiuti umanitari non
arrivassero
in brevissimo tempo. Milioni
sono i cittadini che vivono nelle nazioni europee provenienti dai paesi
coinvolti in questa tragedia, che a differenza dei cittadini
dell’Unione
Europea che si sono trovati coinvolti nella disgrazia, oltre le
eccezioni, NON SONO
TURISTI. Sono semplicemente “extracomunitari”. Milioni
che in Europea lavorano in ogni possibile settore generando reddito
anche per i
cittadini europei; lavoro che in molti casi, dal punto di vista dello
sfruttamento, è assimilabile alla
schiavitù settecentesca. Molti
di questi milioni di esseri umani sono cittadini dello Sri Lanka,
Indonesia,
Bangladesh, Thailandia, India, Maldive, Malesia, Filippine, Myanmar e
persino
della Somalia che, come tutti noi immigrati, non hanno gli stessi
diritti in quanto
la libertà di muoversi oltre frontiera. Noi non possiamo scegliere, o
avere
questo diritto, quando entrare e neppure
quando uscire dal territorio dell’Unione. Un diritto che, come se fosse
un
fatto naturale, godono i cittadini italiani, francesi, spagnoli,
tedeschi,
olandesi inglesi, svizzeri, e tutti gli altri che compongono l’Europa,
di poter
scegliere quando e come entrare e uscire nei nostri paesi. Il
governo italiano, vista la dimensione della tragedia umana, CONCEDE ai
soli
cittadini residenti in Italia, originari dai paesi coinvolti nella
sciagura e
in possesso di regolare permesso di soggiorno anche in fase di rinnovo,
che
POSSONO USCIRE (concessione) dall’Italia, certamente in via
“eccezionale”, per
recarsi nei paesi d’origine con la condizione di far rientro non oltre
il 15
febbraio venturo. Il CII si chiede: Fino
a che punto può arrivare l’inumana legislazione italiana e
l’insensibilità del
governo nel condizionare ancora oggi le vite, ignorando ogni elementare
gesto
umanitario? Fino
a che punto i politici italiani e tutti coloro che hanno poteri
decisionali in
questo paese, restano a contemplare come se fosse uno spettacolo,
tranne
contatissime eccezioni, queste misure politiche che non fanno altro che
rafforzare l’immenso dolore dei nostri fratelli e sorelle? Fino a che punto, tutto ciò
andrà
avanti? Non
sarà l’ora, malgrado la pesante realtà che stiamo vivendo noi immigrati
assieme
a tutte le altre vittime del maremoto, di mettere fine a quest’altra
permanente
sciagura che sono le leggi repressive e di chiusura adottate
dall’Unione
Europea e soprattutto dall’Italia, che già hanno fatto migliaia di
vittime,
persino in mare e senza che ci sia stato lo tsunami? Nel rispetto del dolore delle famiglie
delle vittime il CII ritiene, ancora una volta,
che sia un
dovere assoluto aprire le frontiere sostituendo le politiche di
repressione con
quelle di condivisione tra tutti i popoli.
Una politica di autentica solidarietà e di giustizia degna degli
Stati
evoluti. Possiamo
augurarci per il 2005 questa premessa? ***** Comunicato
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