Newsletter N. 35 del 11 Ottobre 2004



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  Ass.ne Cul.le Telematica MMMMMMMMMM
  "Metro Olografix"      oMMM"" """MMo
  Newsletter 35 11/10/04"MMM"      "MMM"

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 .: INFO E SOMMARIO :.
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Questa e` la Newsletter dell'Associazione Culturale Telematica
"Metro Olografix" http://www.olografix.org/

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:: I COMUNICATI INDYMEDIA ::
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... Riassunto sull'inchiesta svizzera 10.10.2004
... Alcune note sui fatti 09.10.2004
... Comunicato del 09.10.2004
... Comunicato del 07.10.2004


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::      SOLIDARIETA`      ::
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... Comunicato di Carlo Gubitosa, segretario di Associazione
PeaceLink
... Comunicato di Associazione Culturale Telematica Metro
Olografix


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::          NEWS          ::
............................

... Rassegna stampa online del 11.10.04
... Rassegna stampa online del 10.10.04
... Rassegna stampa online del 09.10.04
... Rassegna stampa online del 08.10.04


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:: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE ::
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::       CREDITS          ::
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 .: I COMUNICATI INDYMEDIA :.
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 .: RIASSUNTO SULL'INCHIESTA SVIZZERA :.

Riassunto con links dell'inchiesta aperta nel canton Ginevra per la
pubblicazione delle foto di due poliziotti in borghese su Indymedia
Nantes, uno degli episodi sospettati di avere causato l'intervento
delle autorita' americane su una ventina di siti Indymedia.

Al di la' delle Alpi, il "la" l'ha dato il quotidiano La Tribune de
Généve, che il 7 ottobre pubblicava un articolo dal titolo evocativo:
"L'FBI al soccorso di due agenti di Ginevra".

Leggi la traduzione pedestre dell'articolo de La Tribune de Généve
http://italy.indymedia.org/news/2004/10/660864.php

Con una curiosa coincidenza di tempi, di li' a poche ore avrebbe
cominciato a rimbalzare per mail, chat e telefonate la notizia del
rapimento delle due ahimsa. Successive indiscrezioni dell'FBI
(riportate come dichiarazioni ufficiali dai media italiani, poi
smentite dall'FBI e infine riconfermate per vie indiscrete. Mah)
attribuiranno a rogatorie partite "da Italia e Svizzera" il rapimento.

la storia

Alla polizia di Ginevra il G8 di evian davvero non e' andato giu. [mi
piacerebbe linkare qui le cose pubblicate su Indymedia italia
all'epoca, ma siccome qualche bastardo ha preso gli hard disk, sara'
per la prossima volta. :P].

A quasi un anno e mezzo dai fatti (giugno 2003), a Ginevra e' ancora
attiva la Cellula InchiestaG8 - gruppo speciale incaricato di scovare e
arrestare persone responsabili di danneggiamenti o ribellione nei
giorni del G8. Ancora attiva, nonostante lo spiacevole incidente del
Wanted, grazioso repertorio fotografico di manifestanti da identificare
e arrestare.

Una mossa che aveva scatenato proteste di ogni sorta, ma pure
consentito di individuare alcune decine di persone.
La risposta al Wanted della polizia di Ginevra non si era fatta
attendere ed aveva il sapore dello sfottò (il sito si intitola: che
coglioni. il logo, che fa il verso a quello ufficiale della polizia di
Ginevra, recita: polizia senza vergogna).

Su Indymedia Nantes invece viene pubblicata una sequenza di foto assai
nitide di due ispettori del gruppo anti G8 che partecipano - in
borghese - a una recente manifestazione in Svizzera.

I due ispettori - tramite i buoni contatti fra polizie - chiedono e
dunque ottengono la rimozione delle pagine incriminate.

Ma le foto, come spesso accade nella rete, riappaiono da un'altra
parte. E i poliziotti decidono di depositare la denuncia penale.

Leggi il racconto di Indymedia Nantes (in francese)
http://bellaciao.org/fr/article.php3?id_article=9774

o affidati alla suatraduzione pedestre.
http://italy.indymedia.org/news/2004/10/660865.php

quanta nebbia

A domande di cronist*, le autorità svizzere venerdi 8 e sabato 9
ottobre si sono esibite nel noto, pittoresco e nazionale sport del *Lo
so, ma non ve lo dico*. L'Ufficio federale di polizia rimanda alla
Polizia criminale federale, che a sua volta rimanda la palla
all'Ufficio federale di giustizia. Il portavoce non nega, ma neanche
smentisce. Ai giornalisti che lo inseguono per tutta la giornata
dichiara di non potersi esprimere e rimanda - inducendo un legittimo
dubbio - a rivolgersi alle Autorità giudiziarie cantonali di Ginevra.

Altra musica alla polizia di Ginevra, dove il portavoce spiega che si,
effettivamente l'azione legale e' partita e l'FBI ha la sua parte. Si
tratta di un'iniziativa personale dei due agenti, che si sono sentiti
minacciati ed esposti dalla pubblicazione sul web dei loro dati
personali. Ma secondo il legale dei due, Marc Oederlin: "la denuncia e'
stata depositata solo 4 giorni fa: non mi spiego come abbia fatto ad
arrivare cosi' in fretta sul tavolo degli americani". Eppure: "Forse
gli hanno messo il turbo", azzarda.

Molti accennano ai contatti preferenziali fra polizia svizzera e
americana che avrebbero preceduto le fasi attuali della vicenda.
L'avvocato ginevrino Jean-Pierre Garbade segnala d'altronde che: "in
Svizzera non e' illegale, che ci siano contatti informali fra le
polizie e le diverse istituzioni. E d'altronde a Berna, presso
l'ambasciata americana, c'è un corrispondente dell'FBI in pianta
stabile". L'avvocato Oederlin, invece, si dichiara doppiamente
sorpreso: dalla velocita' dell'eventuale rogatoria e perché i suoi
clienti non avrebbero chiesto "il sequestro delle macchine. piuttosto,
la rimozione di quelle pagine e l'accertamento dell'identita' di chi
aveva scattato le foto e di chi le aveva pubblicate".

L'affare e' dunque nelle mani della Procura cantonale di Ginevra. Il
dirigente massimo, Daniel Zappelli, sabato 9 ottobre ha dichiarato
laconico alle agenzie di stampa che "e' stata aperta un'inchiesta, ma
non posso dire se sia stata questa inchiesta all'origine
dell'intervento dell'Fbi. Non diro' nulla di più". La magistrata
incaricata del caso, comunque, torna lunedi 11 dalle ferie. E dunque
prima di allora, impossibile saperne di piu'.

http://italy.indymedia.org/news/2004/10/660868.php

 .: ALCUNE NOTE SUI FATTI :.

Per cercare di fare chiarezza sugli eventi, cerchiamo di riportare i
fatti che sappiamo essere confermati, quelli che riteniamo attendibili
e quelli che secondo noi sono fuorvianti.
Giovedi' 7 ottobre verso le ore 18 (italiane) il sito di indymedia
italia non risultava raggiungibile. A una richiesta di chiarimenti il
provider Rackspace, dopo 20-30 minuti, ha risposto con una nota dove
dichiarava di aver dovuto consegnare il server all'FBI in seguito ad un
ordine federale.
Successive richieste di chiarimenti sia per via telefonica che per mail,
sia da parte di avvocati che da parte degli amministratori del server,
hanno ricevuto risposte molto precise: da un lato Rackspace ci informava
di non poterci comunicare i motivi della consegna dei server, dall'altro
ci notificava che la richiesta era basata sull'applicazione del Mlat
(Mutual legal assistment treaty), un accordo internazionale (l'Italia lo
ha firmato nel 1982) che stabilisce delle procedure di collaborazione
tra i vari Paesi in caso di reati relativi al terrorismo, rapimenti e
riciclaggio di danaro.
Tuttora non sappiamo se a Rackspace sia stato imposto il divieto di
parlare delle motivazioni del sequestro o se sia stata una scelta della
compagnia dovuta ad altre valutazioni cosi' come non sappiamo con
certezza se i server siano stati consegnati integralmente o solo nei
loro hard disk, ne' per conto di chi, ne' se sia stato fatto in
ottemperanza ad un ordine oppure come spontanea collaborazione con le
autorita'.
In questi giorni si sono succedute molte ipotesi rispetto ai motivi di
questo atto di repressione della liberta' di informazione e di
espressione: tutte queste ipotesi sono basate su eventi reali, ma che
non e' dimostrato abbiano una relazione diretta con la sottrazione dei
server.
Nei mesi passati, in effetti, i due server sono stati oggetto
dell'interesse delle forze dell'ordine di diversi paesi, lo dimostrano
la causa vinta dagli avvocati della EFF contro la DIEBOLD (una delle
principali finanziatrici di Bush, accusata di aver truccato gli apparati
elettorali statunitensi di cui e' produttrice) che chiedeva la rimozione
di materiale anche da indymedia italia; cosi' come le indagini del
governo statunitense di cui e' stata oggetto indymedia New York (una cui
copia era ospitata sui server sequestrati) durante la Republican
National Convention per aver pubblicato dati relativi ai partecipanti
alla convention; pochi giorni fa inoltre l'FBI ha invitato (per "fare un
favore alla polizia svizzera") indymedia Nantes (anch'esso ospitato sui
server) a rimuovere articoli con nomi e facce di poliziotti svizzeri in
borghese infiltrati durante una manifestazione di piazza, ma questo
procedimento era ancora in fase di formalizzazione al momento della
sottrazione dei computer.
Oltre a questi episodi eclatanti non passa giorno che qualcuno non
cerchi di censurare o chiedere comunque la rimozione di articoli o
notizie pubblicate sul sito di indymedia italia, ma dubitiamo che questa
possa essere ragione sufficiente per far letteralmente sparire oltre 300
GB di dati.
Venerdi 8 ottobre alle ore 22.38 un'ANSA riporta un'intervista fatta
dall'Agence France Press a un portavoce dell'FBI, tale mr. Parris, che
attribuiva l'ordine di sequestro nei confronti di Rackspace all'Italia e
alla Svizzera senza specificarne motivi ne' ulteriori elementi, ma
cercando semplicemente di "scagionare" l'FBI dalla patata bollente,
dipingendola come zelante intermediario di una richiesta repressiva
altrui.
Al momento stiamo cercando di acquisire informazioni piu' certe sulla
natura dell'ordine, sul suo merito, sui suoi mandanti e sulla sua
durata, nonche' sul destino dei dati sottratti.
Sugli HD sequestrati, sono presenti tutte le informazioni pubblicate
liberamente da decine di migliaia di attivisti.
Non ci sono invece i LOG delle connessioni al sito: non e' quindi
possibile identificarne gli utenti. Indymedia per sua propria policy non
mantiene nessun LOG contenente dati sensibili degli accessi al sito:
quindi non c'e' nessun pericolo di identificazione personale nel
rispetto della privacy di chiunque abbia usato gli strumenti messi a
disposizione da indymedia.

http://italy.indymedia.org/news/2004/10/660405.php

 .: COMUNICATO DEL 09.10.2004 :.

Il rapimento delle due ahimsa

Giovedi' 7 ottobre 2004, l'FBI, su ordine federale, ha richiesto a
Rackspace (un provider statunitense) di consegnare loro l'hardware dei
due server (ahimsa1 e ahimsa2) che ospitano indymedia italia, decine di
altri nodi del network e molti progetti no-profit internazionali.
I due server si trovavano nella loro filiale londinese e Rackspace li ha
consegnati immediatamente senza prima avvisare gli amministratori delle
macchine e senza rendere note le basi legali di questa consegna in
territorio britannico.
E' un atto intimidatorio.
Un atto teso ad inviare un chiaro segnale a indymedia e a tutti coloro i
quali immaginano una realta' altra impedendoci tra l'altro di
ripristinare rapidamente i siti.
Come i mercati finanziari, oggi sono globalizzati anche il controllo, la
repressione della liberta' di informazione, la guerra preventiva senza
frontiere. Anche l'ultimo frammento di liberta' che rimane piu'
intimamente legato a ognuno di noi: la possibilita' di esprimere le
proprie opinioni e conoscere quelle altrui non e' piu' possibile ne' nel
proprio paese, ne' a livello internazionale.
Gli accordi multilaterali per estendere la legislazione di emergenza a
ogni aspetto della vita e del globo trovano in questo episodio una loro
drammatica conferma, a dispetto di ogni definizione di diritti civili,
delle stesse legislazioni nazionali e delle liberta' universali.
Indymedia non conosce ancora i motivi della sottrazione dei propri dati
e questo non e' un caso, perche' non e' necessaria alcuna
giustificazione pubblica per negare la liberta' di informazione e di
espressione.
L'"episodio Indymedia" e' solo l'ultimo in ordine di tempo di una
escalation preoccupante di repressione che non riguarda soltanto il
fantomatico mondo del digitale e della comunicazione, ma anche la
contestazione di reati gravi come il 270 bis, ter e quater [sic!]
(associazione sovversiva, che prevede pene decennali) solo per aver
distribuito volantini in solidarieta' ad una persona arrestata,
rispolverando il quantomai attuale reato di propaganda sovversiva cosi'
amato dai regimi.
Ne sono altri fulgidi esempi la censura di Anarcotico.net, la causa di
Trenitalia contro Autistici/Inventati per nascondere il fatto di aver
trasportato armi per la guerra in Iraq, il sequestro di materiali in
innumerevoli perquisizioni, la chiusura di siti, fino ad arrivare alla
guerra contro lo scambio di saperi del decreto Urbani e della RIAA (come
se condividere un file fosse grave, mentre non lo e' torturare un uomo
nelle prigioni turche).
Pensiamo che questo attacco generalizzato alle liberta' di ogni
individuo necessiti di una risposta vasta, sia sul piano delle forme che
delle pratiche, e distribuita sui territori.
Se per noi fare informazione equivale a dare ad ognuno la possibilita'
di pubblicare il proprio punto di vista e le proprie esperienze sul sito
di indymedia italia, allora difendere la liberta' di espressione
significa agire, ognuno con modi, tempi e immaginazione propri, contro
questo e tutti gli altri atti che la violentano quotidianamente cercando
di rinchiuderla nei confini della logica di emergenza e unita'
internazionale.
Invitiamo tutti e tutte a esercitare pressione e attivarsi sia nella
rete che nei territori.
Oggi l'informazione e' sovversione: Uno mille centinaia di migliaia di
sovversivi in ogni luogo.

http://italy.indymedia.org/news/2004/10/660402.php

 .: COMUNICATO DEL 07.10.2004 :.

FBI sequestra i server di Indymedia nel Regno Unito

Le autorità statunitensi hanno emesso un ordine federale imponendo
all'ufficio di Rackspace negli Stati Uniti di consegnare loro l'hardware
di Indymedia situato a Londra. Rackspace e' uno dei providers che
ospitano il web di Indymedia con uffici negli Stati Uniti e a Londra.
Rackspace ha acconsentito, senza prima renderlo noto a Indymedia, e ha
consegnato i server di Indymedia nel Regno Unito. Questo atto ha colpito
più di 20 siti di Indymedia in tutto il mondo.
Dal momento che l'ingiunzione e' stata inoltrata a Rackspace e non a
Indymedia sono ancora ignote a Indymedia le ragioni di quest'azione.
Parlando ai volontari di Indymedia, Rackspace ha affermato che " non
possono fornire a Indymedia nessuna informazione riguardante l'ordine
ricevuto". Altri Internet service Providers hanno ricevuto in simili
situazioni obblighi di riservatezza che impediscono alle parti coinvolte
di ricevere aggiornamenti su quello che sta succedendo.
A Indymedia non e' chiaro come e perchè un server che e' fuori dalla
giuridisdizione statunitense possa essere sequestrato dalle autorità
degli Stati Uniti.
Allo stesso tempo, sempre a Rackspace, un secondo server e' stato
disconnesso: si tratta di un server che ospita trasmissioni live di
diverse stazioni radio, BLAG (linux distro), e un'altra serie di cose
utili.
Negli ultimi mesi il governo federale degli Stati Uniti ha condotto
numerosi attacchi ai danni di vari Indymedia nel mondo. In agosto i
servizi segreti hanno cercato di interrompere il NYC IMC prima della
convention repubblicana provando a sequestrare i logs da un provider
internet negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi. Il mese scorso la
Commissione Federale per le Comunicazioni (FCC) ha chiuso numerose
radio comunitarie in tutti gli Stati Uniti.
Due settimane fa l' FBI ha chiesto che Indymedia rimuovesse un messaggio
su Nantes IMC che conteneva delle foto di alcuni agenti della polizia
svizzera sotto copertura. Altri attivisti di IMC Seattle sono stati
visitati dall' FBI per lo stesso motivo. Per contro, Indymedia ed altre
organizzazioni di media indipendenti hanno recentemente vinto importanti
cause, come ad esempio contro la Diebold (compagnia che fornisce sistemi
di votazione elettronica, coinvolta nei conteggi scandalo delle ultime
elezioni USA) e contro il "Patriot Act" (una legge che consente all'FBI
in nome della sicurezza nazionale e della lotta al terrorismo di
monitorare sistematicamente, senza richiedere l'autorizzazione della
magistratura, la corrispondenza ordinaria ed elettronica, la navigazione
sul Web, e perquisire le case dei cittadini americani e non, negli Usa e
all'estero). In questo quadro le autorità degli Stati Uniti hanno deciso
di chiudere decine di "Indymedia Centers" in tutto il mondo
La lista degli IMC locali colpiti da questa operazione include Ambazonia,
Uruguay, Andorra, Polonia, Massachusetts occidentale, Nizza, Nantes,
Lilles, Marsiglia (tutta la Francia), Euskal Herria (paese Basco), Liegi,
Vlaanderen est, Antwerpen (tutto il Belgio), Belgrado, Portogallo, Praga,
Galiza, Italia, Brasile, Regno Unito parte del sito della Germania ed il
sito della radio on-line di Indymedia.org.

http://italy.indymedia.org/press_release_it.html


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 .: SOLIDARIETA` :.
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DA OGGI IN RETE E' A RISCHIO LA LIBERTA' DI TUTTI

Abbiamo appreso con preoccupazione che nella giornata del 7 ottobre
dei funzionari dell'FBI hanno sequestrato a Londra e negli Usa i
dischi contenuti nei computer che ospitano molti siti locali di
indymedia, fra cui l'edizione italiana italy.indymedia.org e altri del
network Indymedia, tra cui quello Palestinese, Belga, Africano,
Brasiliano e Tedesco.

QUESTO SEQUESTRO E' ILLEGITTIMO

-  perche' interrompendo i servizi offerti dal network indymedia si e'
calpestato il diritto alla comunicazione e all'informazione di tutte
le migliaia di persone che utilizzano quotidianamente questi servizi
-  perche' sequestrando quei dischi, che con tutta probabilita'
contenevano anche mail private oltre a pagine web, si e' violato
ripetutamente il diritto alla privacy e alla segretezza della
corrispondenza
-  perche' nel terzo millennio e' possibile fare una copia dei dati
dei computer per indagare sul loro contenuto, e un sequestro di
questo genere e' irragionevolmente repressivo.

QUESTO SEQUESTRO E' PERICOLOSO, E METTE A RISCHIO LA LIBERTA' DI TUTTI

- Perche' e' stato operato da agenti federali statunitensi anche in
territorio britannico su un server internazionale, senza nessun atto
legale preventivo, senza fornire motivazioni per il sequestro e con
una operazione di polizia per molti versi misteriosa. Questa ingerenza
gratuita degli Stati Uniti nelle attivita' telematiche di un altro
stato sovrano potrebbe ripetersi in futuro anche su altri siti di
comunicazione sociale, italiani e internazionali, che svolgono
attivita' pubbliche alla luce del sole cosi' come ha sempre fatto
finora il network indymedia.
-  Perche' di fatto lancia un messaggio intimidatorio a tutti i
cittadini che praticano su internet il diritto al dissenso attraverso
la produzione dal basso di informazioni estranee ai circuiti
commerciali.
-  Perche' e' un inquietante campanello d'allarme che ricorda molto da
vicino le censure, gli oscuramenti e le persecuzioni che hanno segnato
i periodi piu' bui del millennio appena trascorso.

PERTANTO

L'associazione PeaceLink esprime la sua piena solidarieta' ai
mediattivisti del network indymedia presenti in tutti i continenti
del mondo, auspicando una rapida ripresa delle loro attivita' e
l'accertamento delle responsabilita' di chi ha disposto questo
provvedimento illegittimo, immotivato e pericoloso.

8 ottobre 2004 Carlo Gubitosa Associazione PeaceLink
- Telematica per la Pace www.peacelink.it - info at peacelink.it

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COMUNICATO ASSOCIAZIONE CULTURALE TELEMATICA METRO OLOGRAFIX

Solidarieta' ad Indymedia

CHI E' PRIVO DI CORAGGIO E DI DIGNITA' CERCA DI COLPIRE IL CORAGGIO
DELLA VERITA'.

Giovedi' 7 ottobre verso le ore 18 (italiane) il sito di indymedia
italia non risultava raggiungibile. A una richietsa di chiarimenti il
provider Rackspace ha risposto con una nota dove dichiarava di aver
dovuto consegnare il server all'FBI in seguito ad un ordine federale.
Indymedia non conosce ancora oggi esattamente i motivi della
sottrazione dei propri dati.

In effetti l'elemento piu' inquietante della vicenda e' la sua
nebulosita', l'assenza di una concatenazione logica di elementi e
fatti che rendano plausibile e credibile un'inchiesta degna di essere
classificata come tale. Molte ipotesi sono state fatte rispetto ai
motivi di questo atto di repressione della liberta' di informazione e
di espressione: tutte queste ipotesi sono basate su eventi reali, ma
che non e' dimostrato abbiano una relazione diretta con la sottrazione
dei server. Occorre tra l'altro tener presente che l' "episodio
indymedia" e'solo l'ultimo in ordine di tempo di una escalation
preoccupante di repressione che non riguarda soltanto il mondo del
digitale e della comunicazione.

E' chiaro allora che piu' semplicemente e realisticamente si tratta di
ingiustificati attacchi per delegittimare chi mantiene aperti spazi per
la libera espressione di pensiero.

L'Associazione Culturale Telematica Metro Olografix ritiene tali
perquisizioni un attacco vergognoso teso a limitare ulteriormente la
liberta' di stampa. Metro Olografix ritiene che attaccare la liberta'
di parola e' attaccare la vita stessa e la liberta' delle persone
imbavagliando anche il bene piu' intimo, il pensiero, e socialmente,
l'informazione.

Pertanto Metro Olografix esprime piena solidarieta' ad indymedia per
cio' che e' accaduto, rendendosi disponibile ad offrire qualsiasi tipo
di supporto tecnico e collaborativo alla IMC Italia, per permetterle di
ripristinare nel piu' breve tempo possibile tutti i servizi liberamente
offerti e che, in questo particolare momento storico-politico,
consideriamo essere indispensabili ed insostituibili per la
collettivita'. Difendere la liberta' di parola per una libera
informazione dal basso e' un dovere di tutti!

A breve ci attiveremo con una iniziativa anche sul nostro sito internet
www.olografix.org per raccogliere la solidarieta' di quanti condividono
l'idea della liberta' di rete nella rete.

10 ottobre 2004
Associazione Culturale Telematica
Metro Olografix
info at olografix.org - http://www.olografix.org


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 .: NEWS :.
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 .: 11 ottobre 2004 :.

L'Italia ha oscurato Indymedia?
Questo quanto sostenuto dalle (scarne) dichiarazioni dell'FBI.
Insorgono i verdi ma l'indignazione per l'oscuramento dei siti è
generale. C'è chi ripubblica online le foto sospette. Da Bologna:
forse siamo stati noi http://punto-informatico.it/p.asp?i=49959
L'accordo internazionale secondo il quale sarebbe stata effettuata
l'operazione del FBI: http://travel.state.gov/law/mlat.html

Contrappunti/ Ultima fermata: Indymedia
di Massimo Mantellini - Il diluvio: si oscurano siti, si grida allo
scandalo, si tira in ballo George Bush e nuove censure globali. Ma il
problema è sempre quello: Internet rimane per troppi ancora un mistero
http://punto-informatico.it/p.asp?i=49957

 .: 10 OTTOBRE 2004 :.

Internet. Giallo sulla chiusura dei siti di Indymedia
Roma, 10 ottobre 2004
http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=49539

Una versione ridotta del sito è tornata online
Indymedia, Stanca: il web non è una zona franca
Il ministro dell'Innovazione e delle tecnologie: la rete è spazio di
libertà ma non può essere utilizzata per reati
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/10_Ottobre/10/indymed
ia.shtml

Italia e Svizzera dietro la chiusura di Indymedia
L'operazione contro il sito è partita dai pm di Bologna: «Indaghiamo
per terrorismo, ma non abbiamo chiesto sequestri». Richieste all'Fbi
anche da Ginevra. E An rivendica ALESSANDRO MANTOVANI - SERENA TINARI
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art30.html

Lo spot preferito
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art34.html

INDY LONDRA
Pronti per il Fse
ORSOLA CASAGRANDE
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art31.html

Quando An disse: li oscureremo
Il sottosegretario dopo Nassiriya annunciò: «Insultano i soldati,
presto le rogatorie» A. MAS. http://www.ilmanifesto.it/oggi/art32.html

GENOVA
I mediattivisti attaccano il provider Usa: «Non si sono opposti»
All'assemblea nazionale degli «indyani» accuse a Rackspace e inviti
alla mobilitazione contro la repressione «globale» SARA MENAFRA -
INVIATA A GENOVA http://www.ilmanifesto.it/oggi/art33.html

L'Italia dietro la decisione di chiudere il sito?
Le smentite del Viminale non chiariscono il giallo
Indymedia, prove di repressione globale
http://www.liberazione.it/giornale/041010/LB12D6CA.asp

 .: 9 OTTOBRE 2004 :.

Indagine della Procura generale di Ginevra
Indymedia: la Svizzera apre un'inchiesta
Si moltiplicano in Italia le reazioni alla chiusura del sito di
Indymedia. Verdi e Prc: «Il governo deve chiarire»
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/10_Ottobre/09/indymed
ia.shtml

A Londra i federali americani oscurano più di 20 siti nel mondo
del popolare network di informazione indipendente
L'Fbi chiude Indymedia
http://www.liberazione.it/giornale/041009/LB12D6AC.asp

L'Fbi precisa: il sequestro del server di Indymedia voluto dall'Italia
e dalla Svizzera di Valentina Petrini
http://www.unita.it/index.asp??SEZIONE_COD=&TOPIC_ID=38364

Chi ha oscurato Indymedia? Tutti negano, la destra applaude
di Valentina Petrini
http://www.unita.it/index.asp??SEZIONE_COD=&TOPIC_ID=38381

08/10/04
L'Fbi ha sequestrato ieri i dischi di due macchine di Indymedia a
Londra. La notizia è apparsa sul sito della rete dell'informazione
alternativa e indipendente
http://www.liberazione.it/giornale/041008/LB12D6C5.asp

Oscurata Indymedia
«Terrorismo» Dietro l'oscuramento la richiesta di un «altro paese» agli
Usa - SARA MENAFRA
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/09-Ottobre-2004/art36.html

L'Fbi conferma: "E' stata Roma a chiedere il nostro intervento"
An esulta e la sinistra protesta: "Pisanu riferisca al Parlamento"
Indymedia oscurato, è polemica
"Richieste da Svizzera e Italia"
La procura di Bologna chiese agli Usa l'identificazione
di alcune persone dopo commenti su Nassiriya apparsi sul sito
http://www.repubblica.it/2004/j/sezioni/esteri/indysequestro/
indyreazioni/indyreazioni.html

Intervista a Mauro Bulgarelli (Verdi) sull'operazione dell'Fbi contro
Indymedia - di redazione
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle
&sid=3957

Sequestri a Indymedia: forza e fragilità della rete
Editoriali - Scritto da P.Oddone
http://www.warnews.it/index.php/content/view/1240/28/

Sequestro Indymedia: la richiesta è partita dall'Italia
http://www.socialpress.it/breve.php3?id_breve=497

Notizie Flash ADNKronos
http://www.adnkronos.com/IGNDispacci/20041009/ADN20041009184010.htm

 .: 8 OTTOBRE 2004 :.

Hanno chiuso Indymedia
Giuliano Santoro
http://www.carta.org/editoriali/index.htm

Rimosse le macchine che ospitano il network di controinformazione
Operazione negli Usa e a Londra, ignoti i motivi del provvedimento
Sequestrati i server di Indymedia
L'Fbi colpisce anche il sito italiano
http://www.repubblica.it/2004/j/sezioni/esteri/indysequestro/
indysequestro/indysequestro.html

Sul sito Indymedia il teorema delle "forze oscure"
"Con questi atti l'Iraq finirà solo nelle mani Usa"
Rete no global sotto shock
"E' strategia della tensione"
di GIOVANNI MARIA BELLU
http://www.repubblica.it/2004/i/sezioni/esteri/itarap/indymedia/
indymedia.html

L'Fbi sequestra i server di Indymedia
Sono più di 20 i siti di «contro-informazione» di Indymedia in tutto
il mondo colpiti dall'operazione, fra cui www.italy.indymedia.org.
L'Fbi: abbiamo agito su richiesta dell'Italia
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_web_NOTIZIA_01.asp?
IDNotizia=121904&IDCategoria=68

Inchiesta FBI Su Indymedia
Non sono ancora note le ragioni che hanno indotto l'FBI ad eseguire
alcune operazioni di sequestro presso le sedi della societa' provider
di Indymedia.
http://www.studiocelentano.it/newsflash_dett.asp?id=10425

NEGLI USA E A LONDRA - Fbi sequestra server Indymedia, ko sito italiano
http://www.inews.it/news.asp?q_id=103472

L'Fbi oscura Indymedia
di red.
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=38338

Usa: Fbi sequestra server di Indymedia
http://www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id=%7B6D1993D2-1647-4BCA
-9F81-282AB019BCAB%7D

L'Fbi sequestra i server di Indymedia: oscurato anche il sito italiano
http://notizie.tiscali.it/esteri/articoli/2004/ottobre/08/indymedia.html

Internet. Fbi sequestra il server del sito di Indymedia Italia.
"Colpiti oltre 20 portali nel mondo. Ignoti i motivi"
http://www.rai.it/news/articolornews24/0,9219,4070935,00.html

Sequestrato dall'Fbi il sito di Indymedia
http://www.giornale.it/folder/news8Ott2004145918.shtml

L'FBI ATTACCA I DIRITTI UMANI
http://bellaciao.org/it/article.php3?id_article=5947

Sequestro server di Indymedia: il comunicato stampa di Indymedia.org
http://www.liberazione.it/notizia.asp?id=2970

L'Fbi sequestra i server del network Indymedia
(Federico Punzi)
http://www.radioradicale.it/primopiano.php?mostra=1105

Sequestrati gli hard disk di Indymedia
L'FBI ha sequestrato gli Hard Disk di indymedia in territorio
britannico. Ho capito bene? - Giacomo Alessandroni
http://italy.peacelink.org/cybercultura/articles/art_7317.html

Non sono note le ragioni dell'atto
Fbi sequestra i server di Indymedia
Messi i sigilli alle macchine presenti nel Regno Unito e negli Usa.
L'agenzia federale rivela: «Ce l'ha chiesto l'Italia»
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/10_Ottobre/08/
indymedia.shtml

FBI sequestra hard disk Indymedia
http://punto-informatico.it/p.asp?i=49947

Sequestrato il sito di Indymedia
di Giulio Leben
http://www.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=48415

Parla Indymedia: la lista completa dei collettivi che sono stati
chiusi
http://www.newbrainframes.org/journal/art.php?dis_id=1269

Grave attentato alla libertà di informazione
L'FBI sequestra i server di Indymedia nel Regno Unito
http://www.brianzapopolare.it/sezioni/cultura/20041007_fbi_sequestra_
indymedia.htm

Mondo: FBI sequestra i server di Indymedia nel Reg: FBI sequestra i
server di Indymedia nel Regno Unito
http://www.caserta24ore.it/comunicati/comunicato.asp?id=1932&tt=
Comunicati


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 .: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE :.
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Ogni lunedì sera la sede dell'associazione resterà aperta
dalle ore 21,30 per incontrarsi, conoscersi, discutere, smanettare.
Per chi vuole passare un po' di tempo con noi, l'appuntamento è in via
Nazionale Adriatica Nord, 92 - Pescara Riferimenti utili alla pagina
http://metro.olografix.org/sede.html

Associazione Culturale Telematica "Metro Olografix"
http://www.olografix.org :: info at olografix.org


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 .: CREDITS :.
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a cura di Loris "snail" D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/


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