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[Carta.org] No news Carta n.38
- Subject: [Carta.org] No news Carta n.38
- From: carta <carta at carta.org>
- Date: Tue, 19 Oct 2004 16:01:29 +0200
La no-news-letter di Carta Settimana dal 14 al 20 ottobre 2004 1. La velocità del sogno 2. Apre il Forum sociale europeo di Londra 3. Ondate di razzismo 4. Pianeta petrolio 5. Primarie o secondarie? 6. Cerchiamo diffusori 7. Altrocioccolato a Gubbio 8. Il sequestro di Indymedia al parlamento Ue *** 1. La velocità del sogno *** Molte pagine, nel nuovo numero di Carta settimanale, sono dedicate alla pubblicazione - integrale - de "La velocità del sogno", il nuovo saggio del subcomandante Marcos, dedicato a temi globali, come la guerra, il rapporto tra politica e movimenti, e così via. La seconda parte di questo saggio è una risposta diretta a una "lettera" scritta a fine agosto dal direttore di Carta, Pierluigi Sullo. Il quale interloquisce, sul settimanale, con il subcomandante, proponendo che di questi temi si faccia una discussione globale [e Carta sta proponendolo a molte persone, in tutto il mondo]. Nel sito di Carta, trovate gli ultimi scritti di Marcos, comparsi tra sabato scorso e ieri, uno dei quali dedicato al Cile della resistenza a Pinochet. In Carta.org "La velocità del sogno" è anche in spagnolo e francese, e prossimamente in inglese. Nonostante i giornali politici - alcuni molto politici - abbiano ignorato l'avvenimento, a riprova che gli zapatisti "fanno notizia", la Gazzetta dello Sport di oggi, mercoledì, ha dedicato un'intera pagina alla decisione dei giocatori dell'Inter - di cui Carta aveva parlato tempo fa - di contribuire a progetti di solidarietà con i municipi autonomi del Chiapas. Poco fa, ci ha telefonato la redazione di Libero, per chiedere la foto che illustra la pagina della Gazzetta [zapatisti che giocano al pallone]: abbiamo risposto di no. http://www.carta.org/rivista/settimanale/2004/38/sommario.htm http://www.carta.org/editoriali/2004/ott104.htm#marcos *** 2. Apre il Forum sociale europeo di Londra *** Inizia giovedì pomeriggio, il terzo Forum sociale europeo. Gli inviati di Carta sono in viaggio. Una di loro, Anna Pizzo, interverrà in una delle conferenze plenarie su un tema che ci è caro: l'informazione. Nel nuovo numero del settimanale pubblichiamo appunto un inserto speciale di 16 pagine: si chiama "Eurotopia", ed è il primo esperimento di un giornale indipendente europeo, cui Carta partecipa insieme ad altre pubblicazioni sorelle, e in Inghilterra con il mensile Red Pepper. In più, una piccola guida al Forum. Nel sito di Carta, già da ora, notizie, indicazioni e un nostro commento. Il movimento è "in crisi"? A Londra, gli organizzatori del Fse prevedono 50 mila partecipanti. http://www.carta.org/rivista/settimanale/2004/38/sommario.htm http://www.carta.org/editoriali/index.htm http://www.carta.org/cantieri/ForumLondra/index.htm *** 3. Ondate di razzismo *** I media se ne occupano a ondate [di razzismo]. Il governo, organizzando deportazioni di massa vietate dalla Costituzione e dalle Convenzioni internazionali. I nuovi municipi si occupano di migranti organizzando l'accoglienza e rifiutando i centri di detenzione. Un'intervista a Franco Piperno, assessore di Cosenza, su come la sua città, quella di Venezia e altre si stanno organizzando per mettere in pratica un'altra politica verso i migranti. Nel sito, i resoconti da Lampedusa della Rete antirazzista siciliana. http://www.carta.org/rivista/settimanale/2004/38/sommario.htm http://ww2.carta.org/articoli/articles/art_1371.html http://ww2.carta.org/articoli/articles/art_1390.html *** 4. Pianeta petrolio *** Un gran bel libro, "Pianeta petrolio", edito dal saggiatore e scritto da Serge Enderlin e Serge Michel, che hanno visitato i paesi del petrolio, dal Caucaso al Golfo, insieme al fotografo Paolo Woods. Carta settimanale ne pubblica una anticipazione, insieme a molte delle immagini, che diventeranno presto una mostra. Il modo migliore per capire i "record", come dicono i telegiornali, del prezzo del barile di petrolio. http://www.carta.org/rivista/settimanale/2004/38/sommario.htm *** 5. Primarie o secondarie? *** La Gad [Grande alleanza democratica, cioè il centrosinistra allargato a Rifondazione] ormai esiste. La Cgil propone un "cantiere" per il programma che ecoinvolga anche i movimenti e la società civile. E noi facciamo le nostre "secondarie": chi vuole, ci comunica i tre punti di programma che considera irrinunciabili, quelli grazie ai quali voterebbe per la Gad senza troppo tapparsi il naso. Nel pubblichiamo molti nel settimanale, di questi messaggi, con la "classifica generale" [prima, il ritiro delle truppe dall'Iraq], e moltissimi altri nel sito. Partecipate alle secondarie, per non cadere nelle primarie, scrivendo a secondarie at carta.org. http://www.carta.org/rivista/settimanale/2004/38/sommario.htm http://www.carta.org/cantieri/secondarie/index.htm *** 5. Facciamo vedere che abbondiamo *** Lo diceva Totò, e noi applichiamo. Ai primi quattrocento che si abboneranno da oggi in avanti, Carta regala un gran libro di Rashid Khalidi, "La resurrezione dell'impero" [Bollati Boringhieri, euro 20 in libreria]. Khalidi è giudicato unanimemente l'erede di Edward Said, e oggi l'intellettuale palestinese più stimato. In più, un altro libro in regalo tra tre a scelta [tra cui un altro dello stesso Khalidi, "L'identità palestinese"]. Non sono libri scelti a caso, prossimamente Carta promuoverà una iniziativa eccezionale sulla Palestina. E agli abbonati, da questo mese, proponiamo anche l'abbonamento cumulativo a prezzo scontato con il settimanale Adista [oltre a quelli con il manifesto, Le Monde diplomatique e Cem mondialità], una delle voci indipendenti più scomode e coraggiose sul mondo cattolico e le realtà religiose. Voi, intanto, abbonatevi, regalate abbonamenti, fate abbonare biblioteche comunali, assessorati, camere del lavoro, associazioni, botteghe del commercio equo. I casi sono due: o Carta non serve a gran che, e allora chissenefrega; oppure è utile e allora la si fa insieme, compresa la sua cassa, visto che non pubblica pubblicità dell'Eni o altre schifezze. http://www.carta.org/rivista/abbonamenti/abbonamenti.htm *** 6. Cerchiamo diffusori *** In occasione della manifestazione nazionale per la pace e per i diritti dei migranti, promossa a Roma dal Comitato Fermiamo la guerra sabato 30 ottobre, Carta cerca amici e lettori disponibili a diffondere il settimanale [trattenendo un euro a copia]. Se siete interessati, scrivete a abbonamenti at carta.org *** 7. Altrocioccolato a Gubbio *** È una festa della cioccolata, ma quella che si potrà assaggiare a Gubbio dal 21 al 24 ottobre prossimi è più buona e più dolce di tutte quante le altre, preché è promossa dal Coordinamento delle botteghe del mondo dell'Umbria. http://ww2.carta.org/articoli/articles/art_1397.html *** 8. Il sequestro di Indymedia al parlamento europeo *** Approda al Parlamento europeo la vicenda del sito Indymedia, il cui server è stato sequestrato nei giorni scorsi dall'Fbi a Londra. Lilli Gruber, Michele Santoro e Giulietto Chiesa hanno inoltrato un'interrogazione formale alla Commissione Ue. http://ww2.carta.org/notizieinmovimento/articles/art_1409.html http://www.carta.org/editoriali/2004/ott104.htm -- Newsletter di Carta dei Cantieri Sociali - http://www.carta.org Iscrizione: nonews-subscribe at liste.carta.org Cancellazione: nonews-unsubscribe at liste.carta.org ere senza indugi, ma anche Shimon Peres, il suo ministro degli esteri laburista, ritenuto un moderato. Autore di tanti inganni e stratagemmi spudorati a spese degli Usa nei primi anni della nuclearizzazione israeliana, questi ora ammoniva solennemente una platea di Washington che posporre un attacco all'Iraq avrebbe significato "assumersi forse lo stesso rischio che l'Europa si assunse nel 1939 di fronte all'emergenza rappresentata da Hitler". Sharon era così eccitato per questo nuovo assetto mediorientale in formazione, che disse al Times di Londra che "il giorno dopo" l'Iraq, Stati Uniti e Gran Bretagna si sarebbero dovuti occupare dell'altro nemico "lontano". Israele, infatti, aveva sempre considerato l'Iran degli ayatollah come la minaccia maggiore tra le due, a causa del suo peso intrinseco, della sua leadership fondamentalista, teologicamente anti-sionista, del suo programma di armamenti nucleari più serio, diversificato e, si supponeva, assistito dalla Russia, e della sua affinità ideologica con organizzazioni islamiche come Hamas o gli hezbollah, che forse sosteneva direttamente. Nulla, in effetti, illustrava meglio dell'Iran l'ascendente che Israele e gli "amici d'Israele" in America avevano sulle decisioni politiche americane. Molto semplicemente, diceva l'esperto di questioni iraniane James Bill, gli "Stati Uniti osservano l'Iran attraverso occhiali fabbricati in Israele" . A ben guardare, Israele non era soltanto l'unico beneficiario, bensì il sostenitore di quelle sanzioni commerciali, molto dannose per gli interessi economici americani, che il Presidente Clinton aveva imposto all'Iran nel 1995 e che Bush, superato in astuzia dalla Lobby, aveva rinnovato nel 2001, sia pure con riluttanza. L'effetto deformante di quell'influenza è tale che, secondo il Washington Post, Israele, con l'aiuto del Congresso, fu determinante a far sì che la CIA, a spese della propria obiettività professionale, adottasse una valutazione allarmistica della minaccia missilistica rappresentata per gli Stati Uniti da paesi "canaglia" come l'Iran, una valutazione che contraddiceva totalmente la sua precedente ortodossia. Convincere gli Stati Uniti della gravità della minaccia iraniana era da tempo una delle prime preoccupazioni israeliane. All'inizio degli anni Novanta, il deputato laburista ed ex ministro Moshe Sneh dichiarò a un convegno presso lo Yaffe Center for Stategic Studies che Israele "non poteva assolutamente accettare l'idea di una bomba atomica in mano agli iraniani". Un simile evento poteva e doveva essere evitato collettivamente, disse, "perché l'Iran minaccia gli interessi di tutti gli stati ragionevoli in Medio Oriente". Tuttavia, "se gli stati occidentali non fanno il loro dovere, Israele si vedrà costretto ad agire da solo e assolverà al suo compito con ogni mezzo [vale a dire, anche nucleare]". L'accenno di ricatto anti-americano contenuto in quell'osservazione non era niente di eccezionale; era sempre stato un motivo conduttore dei discorsi israeliani sull'argomento. Un altro esperto, Daniel Lesham, incitava Israele a enfatizzare il terrorismo iraniano e a "spiegare al mondo" l'urgente necessità di provocare alla guerra quel paese. Altri ancora sostenevano che gli Stati Uniti avrebbero dovuto demonizzare e isolare l'Iran assediandone le coste e "stazionando navi da guerra, soprattutto sottomarini nucleari, minacciosamente vicini" . La resa dei conti con l'Iraq non ha fatto altro che incoraggiare questo modo di pensare, tanto più visto che, a quanto riferiscono alcuni, l'impianto nucleare costruito dai russi a Bushire, che iraniani e russi sostengono abbia scopi pacifici, mentre israeliani e americani ritengono sia per scopi militari, entrerà in funzione a breve. "Nel giro di due anni", ha detto John Pike, direttore di Globalsecurity.org, "o gli Usa o Israele attaccheranno [i siti nucleari] dell'Iran o accetteranno il fatto che l'Iran sia uno stato nuclearizzato". PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI: SALVATE ISRAELE DALLA SUA FOLLIA NUCLEARE Dove porterà questo progetto neoconservatore, israelo-americano per il Medio Oriente è impossibile prevederlo. Tutto ciò che si può dire per certo è che potrebbe facilmente dimostrarsi tanto disastroso nelle sue conseguenze per la regione, l'America e lo stesso Israele, quant'è assurdamente fazioso nelle motivazioni, fantasticamente ambizioso nella concezione e terribilmente rischioso in pratica. Se anche, per cominciare, ottenesse quello che, a giudizio di chi scrive, sarebbe un successo apparente e di breve durata, non metterebbe fine alla violenza in Medio Oriente. Anzi, è molto più probabile che, nel medio o lungo periodo, finisca per peggiorarla notevolmente. Per mettere davvero fine alla violenza, se ne devono strappare le radici e bonificare il terreno nocivo che la nutre. È tardi, ma forse non troppo tardi, perché ciò possa accadere. Il compromesso storico - e storicamente generoso - che nel lontano 1988 Yasser Arafat aveva offerto per la spartizione della Palestina tra la sua popolazione indigena e i sionisti che ne avevano scacciata la maggior parte, ufficialmente è ancora valido. Ormai è assolutamente ovvio che senza una persuasione esterna Israele non l'accetterà mai e che quella persuasione può venire soltanto dall'ultimo vero amico di Israele nel mondo, gli Stati Uniti; che, affinché la persuasione funzioni, ci dev'essere in Israele una "riforma" o un "cambio di regime" tanto profondo quanto quello necessario dall'altra parte; e, infine, che è l'unico modo, in ultimo, per salvare Israele da se stesso. È una cosa che alcuni israeliani capiscono chiaramente e che si sforzano di far capire anche all'America e, forse più opportunamente, agli "amici di Israele" in America. "Da decenni", si lamenta l'attivista Gila Svirsky, "noi del movimento pacifista israeliano lottiamo perché gli israeliani raggiungano un compromesso sulla questione che alimenta il conflitto con i palestinesi. E adesso il nostro lavoro per la pace è vanificato due volte: la prima da un premier convinto che la brutalità indurrà i palestinesi ad arrendersi e la seconda da un presidente americano che lo sostiene in questo. Bush è diventato una parte notevole del problema". O, per dirla con le parole di Gideon Samet, un rubricista di Haaretz, "anziché calmare le acque e bilanciare le pressioni su Arafat con richieste a SharonŠ lo zio Sam sta scrivendo un copione per un Occidente terrificante di buoni contro i cattiviŠ fino alla morte". Data la faziosità, effettivamente, è altamente improbabile che qualcosa cambi nell'immediato futuro. E non sarebbe, comunque, facile anche nelle circostanze più favorevoli. Soltanto il più risoluto dei presidenti potrebbe farcela. Conquistare la Casa Bianca alla propria causa è sempre stato uno degli obiettivi supremi del sionismo, un obiettivo in larga misura brillantemente conseguito negli anni. L'ultima volta che l'inquilino di Pennsylvania Avenue n. 1600 ha assunto una posizione ferma contro Israele fu quando il Presidente Eisenhower gli impose il ritiro incondizionato dal Sinai che aveva invaso, con un atto deliberato di aggressione non provocata, nella guerra di Suez del 1956. In realtà - dice Stephen Green nel suo libro Taking Sides (Schierarsi) - "si può affermare che Eisenhower fu l'ultimo presidente americano a dettare veramente la politica mediorientale americana" anziché "Israele e gli amici di Israele in America" . Nel quasi mezzo secolo trascorso da allora, è stato forse George Bush padre quello che si è maggiormente opposto a Israele in una disputa sulla garanzia di un prestito di 10 miliardi di dollari nel 1991; alcuni pensano che gli sia costata la rielezione per un secondo mandato. Ma se non dovesse cambiare nulla in un futuro ragionevolmente prossimo, verrà il momento in cui non sarà più possibile che accada. La leadership palestinese potrebbe ritirare la sua offerta, avendo concluso, come molta della sua gente ha già fatto, che per quanto concilianti diventino, per quanto facciano altre concessioni, non sarà mai abbastanza per un avversario che sembra volere tutto. Gli esponenti del "fronte del rifiuto" di Hamas e/o quelli, tanto laici quanto religiosi, che la pensano come loro, potrebbero assumere il comando. L'intero, più vasto processo di pace arabo-israeliano avviato da Anwar Sadat, ritenuto ormai irreversibile, potrebbe dimostrarsi reversibile, dopo tutto; Camp David e il Wadi Araba (il trattato tra Israele e la Giordania del 1994) potrebbero crollare. Nel qual caso potrebbe arrivare, e quasi certamente arriverà, il momento in cui il costo, per gli Stati Uniti, di continuare a sostenere il loro protetto infinitamente insistente in un conflitto interminabile contro una cerchia sempre più vasta di nemici sarà maggiore della loro volontà di sostenerlo e delle risorse necessarie a tale scopo. E molto probabilmente sarà un momento in cui Israele stesso si troverà in una situazione di pericolo grave e forse persino fatale per la sua esistenza. E se così fosse, l'America probabilmente scoprirebbe anche qualcos'altro: che l'amico e alleato che ha soccorso in tutti questi anni non solo è uno stato coloniale, non solo è estremista per temperamento, razzista in pratica e sempre più fondamentalista nell'ideologia che lo spinge, ma è anche assolutamente capace di diventare uno stato "irrazionale" a spese dell'America quanto proprie. Essere una "risorsa strategica", infatti, significa anche avere la possibilità di diventare, di proposito e deliberatamente, uno "svantaggio strategico". È una cosa che i leader israeliani ricordano di tanto in tanto al loro benefattore americano; era, per esempio, il significato reale - o, come ha detto il rubricista israeliano Haim Baram, "il ricatto vero e proprio" - dietro il rabbioso riferimento alla Cecoslovacchia di Sharon e al suo monito che "da oggi in poi, possiamo contare solo su noi stessi". In effetti, la minaccia di una violenza cieca e irrazionale in reazione a pressioni politiche è stata la risposta istintiva dello stato ebraico sin dai suoi esordi. È stata anche autorevolmente documentata, negli anni Cinquanta, da una colomba, il premier Moshe Sharett, il quale scriveva del proprio ministro della difesa Pinhas Lavon che questi "predicava costantemente atti di follia" o "la furia cieca" nel caso in cui Israele fosse stato offeso. Nel suo libro The Fateful Triangle (Il triangolo fatale), Noam Chomsky sostiene che il bersaglio reale della bomba atomica israeliana sono gli Stati Uniti. Che Israele cercasse effettivamente di premere in questo modo sugli Stati Uniti lo presumevano anche i francesi quando, in una collaborazione tenuta rigorosamente nascosta agli americani, fornirono la prima indispensabile assistenza al progetto israeliano di divenire una potenza nucleare. "Pensavamo", disse Francis Perrin, Alto Commissario dell'Agenzia per l'Energia Atomica francese all'epoca, "che la bomba israeliana fosse diretta contro gli americani, non per essere lanciata contro l'America, ma per dir loro 'se non volete aiutarci in una situazione critica, vi costringeremo a farlo, altrimenti ricorreremo alla nostra bomba atomica'". Quando, nella guerra del 1973, Israele sguainò la sua spada nucleare, non fu per spaventare gli arabi, bensì per obbligare gli Stati Uniti a intervenire con un massiccio rifornimento di emergenza di armi convenzionali per non rischiare un colpo catastrofico, inflitto da Israele, ai suoi più vasti interessi nella regione. Senza una pace "giusta, globale e duratura" - vanamente cercata dalla diplomazia mediorientale per oltre mezzo secolo - che può realizzarsi soltanto grazie all'America, Israele rimarrà almeno quanto l'Iran, ma anche più a lungo, un candidato al ruolo di stato che può fare un uso sconsiderato dalle propria potenza nucleare. L'Iran non potrà mai essere minacciato nella sua stessa esistenza, Israele invece sì. In effetti, nonostante la sua enorme superiorità militare sui palestinesi e su ogni possibile alleanza di stati arabi, una simile minaccia potrebbe persino scaturire dall'attuale Intifada. Questa, almeno, è l'opinione pessimistica di Martin van Creveld, noto docente di storia militare all'Università ebraica di Gerusalemme. Se dovesse protrarsi a lungo, ha detto, "il governo israeliano [potrebbe] perdere il controllo del popoloŠ In campagne come questa le forze anti-terrorismo perdono perché non riescono a vincere e i ribelli vincono perché riescono a non perdere. Considero inevitabile la disfatta totale di Israele. Ciò significherebbe il crollo dello stato e della società israeliani. Distruggeremmo noi stessi". E in questa situazione, proseguiva, sempre più israeliani finivano per considerare il "trasferimento" dei palestinesi come l'unica salvezza; il ricorso a esso stava divenendo sempre "più probabileŠ ogni giorno che passa". Sharon "vuole un'escalation del conflitto perché sa di non poter riuscire in nessun altro modo". Ma il mondo permetterebbe una simile pulizia etnica? "Dipende da chi la fa e quanto rapidamente. Possediamo varie centinaia di testate e razzi nucleari, che possiamo lanciare in ogni direzione, forse persino su Roma. La maggior parte delle capitali europee sono possibili bersagli delle nostre forze aereeŠ Permettetemi di citare il generale Moshe Dayan: 'Israele dev'essere come un cane rabbioso, troppo pericoloso per darsi pensiero'. Ritengo che a questo punto non ci sia più speranza. Dovremo cercare di evitare che si arrivi a quel punto, se è ancora possibile. Le nostre forze armate, però, non sono al trentesimo posto nel mondo, bensì al secondo o al terzo. Abbiamo la capacità di trascinare il mondo intero nella nostra rovina. E vi assicuro che accadrà, prima che Israele affondi". Nella sua prima edizione, Senza Pace si concludeva con una citazione dal Jerusalem Post che metteva in guardia dal secondo "Olocausto" che un giorno avrebbe potuto coinvolgere i nemici d'Israele quanto Israele stesso. Chiaramente la citazione è altrettanto pertinente oggi, venticinque anni dopo. E "l'inno di speranza", i cui "primi accordi" - a detta di quel recensore - Anwar Sadat aveva appena fatto risuonare con il suo pellegrinaggio a Gerusalemme, rimane un inno di speranza delusa. E continuerà a esserlo fintantoché gli Stati Uniti non si sveglieranno del tutto da quella ottusa infatuazione che è sempre stata in contrasto con la maggior parte dei "valori" che presumono di incarnare, fin da quando George Washington ammoniva contro la "parzialità eccessiva" nei confronti di "un'unica nazione straniera", contro "l'immaginario interesse comune" che ne scaturiva e "l'opportunità" che offriva ai "cittadini di tradire o sacrificare gli interessi del proprio paese nell'illusione di perseguire con lodevole zelo il bene comune". brano tratto da SENZA PACE ed. Nuovi Mondi Media, pagg. 480, ¤ 21,50 Traduzione di Giuliana Lupi. <http://www.nuovimondimedia.com/negozio2/catalog/product_info.php?products_id=213&osCsid=0f60a9d6436d1dade030e08f7ca1c13b>Acquista ora (-20%) NOVITA' SU NUOVIMONDIMEDIA.IT (articoli di Amira Hass, Michael Moore, Michel Chossudovsky, Greg Palast, John Pilger, Alexander Cockburn, Noam Chomsky, Uri Avnery, Carlos Fuentes ... ) <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=841>Avvelenando i pozzi del villaggio di Amira Hass L'acqua e il controllo delle risorse idriche rimangono punti sensibili nella regione del Medio Oriente. I pozzi del villaggio di Madama, vicino a Nablus, sono stati ripetutamente sabotati, divenendo un ricettacolo di immondizia con il fine di rendere inutilizzabile il sistema idrico. Gli abitanti di questi villaggi vivono senza acqua corrente e, più di una volta, i soldati israeliani hanno sparato contro i lavoratori che tentavano di riparare il sistema. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=840>IRepubblicani, a corto di idee, vogliono arrestare Michael Moore di Michael Moore "E' possibile che ultimamente abbiate sentito dire che il Partito Repubblicano del Michigan ha chiesto che mi arrestino. Così è stato. Hanno intenzione di lanciare una serie di accuse e sperano che questo basti per mettemi in galera. Il crimine? Corrompere gli studenti con biancheria intima pulita e tagliolini in busta. Affinchè, il prossimo 2 novembre, vadano a votare". <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=839>Elezioni in Afghanistan: voto consapevole? da Peace Reporter Il commercio di tessere elettorali, la sostanziale assenza di monitoraggio internazionale e le minacciose "indicazioni di voto" gettano ombre sulla regolarità del voto in Afghanistan. Molti afgani non sanno come si vota e non riconoscono nemmeno i candidati. Tranne Karzai <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=838>Sierra Leone: attivista lesbica brutalmente uccisa da Human Rights Watch Human Rights Watch chiede al governo della Sierra Leone che consegni alla giustizia i responsabili del brutale omicidio di FannyAnn Eddy, fondatrice del Sierra Leone Lesbian and Gay Association e attivista lesbica conosciuta in tutta l'Africa. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=837>L'ultima vittima dell'uranio impoverito di Juan Gonzalez All'inizio di settembre 2003 il comandante Gerard Darren Matthew, colpito da una strana malattia, è stato rimandato a casa dall'Iraq. Le sua analisi sono risultate positive al test dell'uranio impoverito. E sua figlia, appena nata, ne sta pagando le terribili conseguenze. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=836>Il controllo climatico a scopi militari di Michel Chossudovsky Chossudovsky, in questa incredibile e dettagliata indagine, dimostra come l'aumento delle temperature non sia l'unica causa dell'estrema instabilità climatica che, negli ultimi anni, ha devastato le più importanti regioni del mondo. L'aviazione americana è in grado di manipolare il clima. Può addirittura provocare inondazioni, uragani, siccità e terremoti. Il Dipartimento della Difesa ha destinato elevate somme di denaro allo sviluppo e al perfezionamento di queste tecnologie. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=835&mode=thread&order=0&thold=0>Nessuno osi chiamarlo omicidio di Harold Williamson Gli americani e gli inglesi che hanno sostenuto la "guerra preventiva" dovrebbero iniziare a guardarsi allo specchio. Non è necessario aver impugnato personalmente una pistola e aver fatto fuoco per essere colpevoli di "omicidio burocratico". In una democrazia in cui si suppone che le persone si autogovernino e paghino le tasse per comprare pistole e bombe, nessun può essere considerato un civile innocente. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=834&mode=thread&order=0&thold=0>Gli interessi petroliferi in Sudan dietro la risoluzione Onu di Mikhail Zygar Washington vuole imporre al Sudan un embargo petrolifero che impedirebbe a quel paese di vendere il proprio petrolio. Questa iniziativa è diretta contro gli interessi petroliferi che Cina, India e Russia hanno in Sudan. E' stata avanzata nell'interesse dei conglomerati anglo-americani, il cui obiettivo è stabilire un monopolio sul petrolio e sugli oleodotti africani. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=833&mode=thread&order=0&thold=0>Mr Tall e Mr Small di Greg Palast Mr Tall potrebbe ottenere il mio voto con due parole. E' la risposta di due parole che John Kerry diede trent'anni fa quando gli fu posta la medesima domanda: "Come possono uscire le nostre truppe da una guerra disastrosa?". Allora, il giovane alto e dalle idee chiare disse: "In nave". <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=831&mode=thread&order=0&thold=0>Bush spaventa l'America Latina di Carlos Fuentes Gli Stati Uniti sono forti. L'America Latina è debole. Questa è la base della loro relazione. Senza dimenticare i crimini e gli inganni, dovremmo spingere per la ricostituzione del ruolo della legge, per l'importanza della cooperazione e per la doverosa attenzione ai tre miliardi di esseri umani che vivono in povertà, ignoranza e malattia. Quando Bush e i suoi lacchè se ne saranno andati, questi problemi rimarranno. In America Latina dovremmo tentare di analizzarli per quello che sono: le questioni fondamentali di un secolo problematico. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=830>Africa: crocevia d'intrighi di Luca Mainoldi È il solo continente ad aver attuato politiche di disarmo nucleare totale. Già dieci anni fa, il Sudafrica ha completato lo smantellamento del suo modesto arsenale. Tuttavia, l'Africa è ancora coinvolta in manovre internazionali incentrate soprattutto sulle forniture d'uranio e sugli esperimenti di armi non convenzionali <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=829>La principale forma di terrorismo è la nostra di John Pilger Il mondo si divide in due parti, contrapposte, l'Islam e "noi". Questo è il messaggio, sbagliato, che proviene dai governi, dalla stampa, dalla radio e dalla televisione occidentali. Con Islam, si "legge" terroristi. Oggigiorno, come durante la guerra fredda, lo specchio della morale a senso unico è rivolto verso di noi come se fosse il veritiero riflesso degli eventi. Ma tutto questo è falso. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=826>Vai a Baghdad, poi visita la West Bank: Ralph, non hai niente da perdere! di Alexander Cockburn Ci sono opportunità mature per il candidato Nader di ricordare che sulla questione numero uno all'ordine del giorno delle elezioni - la guerra in Iraq - all'elettorato non è offerta alcuna scelta reale fra Bush e Kerry. Ci sono opportunità per penetrare attraverso la cortina di ferro calata dai due partiti sulla discussione riguardante i crimini di Israele contro i Palestinesi. Nader dovrebbe recarsi a Baghdad, incontrare tutte le parti interessate, denunciare l'inutile sacrificio di sangue americano e iracheno, il governo fantoccio di Allawi, l'arricchimento della Halliburton... <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=825>Le conseguenze della dottrina Bush di Noam Chomsky I presidenti sono soliti avere delle "dottrine", ma Bush ha anche delle "visioni". Il supporto teorico di queste visioni consta di poco più che qualche dichiarazione virtuosa. Prendere queste dichiarazioni sul serio implica presumere che i nostri leader siano dei bugiardi recidivi: mentre mobilitano interi paesi a causa di una guerra, imputano, di volta in volta, ragioni totalmente differenti. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=824>Umiliati e potenti: ogni iracheno è un ostaggio di Jonathan Steele Non meravigliamoci del fatto che gli iracheni si sentano umiliati e impotenti. Da un lato fronteggiano la barbarie degli estremisti islamici, che usano l'Iraq come l'ultimo, e più conveniente, terreno per la guerra santa contro l'America. Dall'altro lato si rendono conto della caparbietà di Bush e dell'arroganza di Blair nel rifiutarsi di ammettere che la loro avventura era sbagliata, che si è trasformata in un disastro e che deve finire. Adesso ogni iracheno è un ostaggio. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=823>Una nazione? Quale nazione? di Uri Avnery Sembra una barzelletta ma è una cosa seria. Il governo di Israele non riconosce la nazione israeliana. Dice che non esiste. La maggior parte degli israeliani ha carte d'identità con scritto: "nazionalità: giudea" ma solo i fascismi esigono una conformità totale di razza, di nazione e di lingua. <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=822>Mentre in Iraq le cose peggiorano, per noi sempre più bugie di Robert Fisk Gli occhi sbarrati del prigioniero britannnico Ken Bigley sono la più grande tra le nostre recenti crisi. Ma non dimentichiamoci di tutto quello che è accaduto prima. Qualcuno si ricorda di Abu Ghraib? Vi ricordate quelle sporche foto istantanee? E le armi di distruzione di massa, che fine hanno fatto? <http://www.nuovimondimedia.com/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=821>Chi vuole veramente invadere l'Arabia Saudita e perché? di Tanya C. Hsu Le connessioni tra chi preme per un'invasione dell'Arabia Saudita da parte degli Stati Uniti hanno radici profonde. Wohlstetter, il mentore di tutta una vita di Richard Perle era l'ultimo presidente della RAND Corporation, nonno degli analisti neo-conservatori ed era anche un compagno di scuola di Ahmed Chalabi, leader del Congresso Nazionale Iracheno e protagonista delle informazioni inesistenti riguardanti le armi di distruzione di massa. BUGIARDI! Menzogne, mezze verità, notizie censurate, o manipolate di Ambra Radaelli - D Repubblica delle Donne Abbandonate ogni certezza. È in libreria Tutto quello che sai è falso 2. Secondo manuale dei segreti e delle bugie (Nuovi Mondi Media), in cui firme autorevoli (tra cui il linguista e politologo Noam Chomsky e il guru dell'intelligence Michael Levine), esponenti della cosiddetta informazione alternativa, smontano alcune pseudo verità. Sul banco degli imputati il governo degli Stati Uniti, colpevole di mille nefandezze (del resto è un libro americano, anche se l'edizione italiana include alcuni interventi di nostri connazionali). Ma il dito viene puntato anche contro i media, servi dei politici e delle multinazionali. Tutti mentono, tutti tacciono, per interesse o per paura. I. Impero del bene a chi? Gli Usa baluardo di antiterrorismo, pace e democrazia? Sappiate che nessun Paese ospita più terroristi. Miami ha dedicato un giorno di festa (Orlando Bosch Day) a un esule anticastrista, che ha bombardato un aereoplano cubano e cercato di uccidere vari diplomatici. Ovviamente l'estradizione è stata negata, per lui come per altri terroristi provenienti, oltre che da Cuba, da Guatemala, El Salvador, Haiti, Indonesia e altri Stati alleati dell'America. Mentre il terrorismo israeliano, che pure esiste, passa sotto silenzio. La maggioranza di coloro che si trovavano nei campi di addestramento di Al Qaeda in Afghanistan voleva aiutare i talebani nella guerra civile; nulla a che fare con il terrorismo internazionale né con gli Stati Uniti. Eppure sono stati uccisi o imprigionati dagli americani. Dal 1945 al 2000, gli Usa hanno tentato di rovesciare oltre 40 governi stranieri e sedare più di 30 movimenti popolari contro regimi intollerabili. Inoltre hanno bombardato 25 Paesi. Le loro basi militari sono ovunque. "Terrorista" è qualsiasi Paese che si opponga all'egemonia americana. II. I diamanti sono i peggiori nemici dei ragazzi A Kimberley, Sud Africa, c'è la sede centrale della De Beers, da oltre un secolo al comando dell'industria diamantifera. I neri (la quasi totalità dei lavoratori) vivono in baraccopoli abusive e quartieri ghetto; i bianchi in case spaziose, con prati e garage. Anche gli stipendi sono ben diversi a seconda della razza. In miniera, appannaggio dei neri, si verificano cadute di pietre, tempeste di polvere, piene dal fango. Costante il pericolo di esplosioni di metano e la presenza del pericolosissimo asbesto (una varietà di amianto). Ventilatori e aspiratori sono spesso spenti o rotti; le mascherine poche e inefficaci. I minatori passano ai raggi X anche ogni giorno, per evitare che rubino i diamanti. Sono accettati senza problemi solo i certificati redatti dai medici della De Beers, che tengono nascoste le cartelle cliniche. Se gli operai, assunti a termine, si ammalano, vengono cacciati senza indennità di malattia né invalidità. Quando ottengono quest'ultima, è pari al 5,6% di quella dei bianchi. Anche peggiori le condizioni di chi non è dipendente De Beers, ma ingaggiato da appaltatori. III. E' la stampa, bellezza Nelle elezioni del 2000, che portarono al potere Bush Jr., in Florida un'alta percentuale dei voti non conteggiati veniva dalle contee a maggioranza nera. La Abc diffuse la spiegazione che gli afroamericani, a causa della loro educazione limitata, avevano difficoltà a votare. Ma nelle contee bianche chi sbaglia può avere un'altra scheda, mentre il voto black fu annullato. La stampa scrisse che Cynthia McKinney, nera, membro del congresso, accusava George W. di sapere in anticipo degli attacchi dell'11 settembre. In realtà, McKinney non aveva detto nulla del genere. Però aveva chiesto indagini e prodotto dati sui brogli elettorali in Florida; sul presunto finanziamento alla guerra civile del Congo da parte di una miniera Barrick, di cui Bush Sr. era consulente; sull'altolà dei servizi segreti di Bush Jr. alle indagini sui sauditi (tra cui la famiglia Bin Laden) prima delle Torri Gemelle. McKinney non fu rieletta. Nel 2002 la stampa diede risalto a una protesta di 100 mila venezuelani bianchi contro Chavez. Nulla fu scritto sui 200 mila neri che marciarono in suo favore. IV. Droga, una battaglia per finta Quando nel '71 Nixon dichiarò guerra alla droga, stanziando meno di cento milioni di dollari, i tossicodipendenti in tutti gli Usa erano sotto il mezzo milione. Oggi, dopo che si sono spesi mille miliardi di dollari, sono cinque milioni. Questo perché, nonostante inutili, costosissime e forse controproducenti campagne (Reagan, Clinton), la guerra al narcotraffico non è mai stata una priorità. Anzi, la Cia ha protetto i principali trafficanti di droga, tra cui Manuel Noriega, in Afghanistan, Messico, Panama, Nicaragua, Colombia e Bolivia, dove ha addirittura sostenuto il colpo di Stato dell'80; ha messo a disposizione aerei per il trasporto; ha riciclato il denaro e insabbiato ogni procedimento legale. Non è tutto: film come Traffic, vincitore dell'Oscar e girato con la consulenza dei burocrati antidroga, passa l'informazione che la metà della droga venga intercettata alle frontiere, mentre è l'1%. V. Due o tre cose che so sulla 2a guerra mondiale 1. Non fu combattuta da una generazione perfetta: il 50% dei soldati Usa commise crimini in battaglia, il 10% usava anfetamine. Nel '46 si toccò il record dei divorzi, 600 mila; tra il '39 e il '45 i figli illegittimi salirono del 42%. Tra il '40 e il '45 ci furono 14 mila scioperi. 2. Gli investimenti americani in Germania salirono, tra il '29 e il '40, del 48,5%. Molti politici e grandi imprenditori Usa mantennero i contatti durante tutta la guerra. 3. Agli Usa importava ben poco degli ebrei: la situazione era nota, eppure non fecero nulla. 4. L'attacco di Pearl Harbor non fu una sorpresa; era stato ampiamente previsto. 5. Anche gli Usa commisero crimini di guerra. Avevano campi dove i prigionieri vivevano in condizioni inumane. Per effetto delle bombe incendiarie su Tokyo, morirono bruciate più persone in sei ore che nella storia dell'umanità. 6. Le atomiche non erano necessarie, come si disse, a salvare vite americane: il Giappone stava per arrendersi, smettendo di minacciarle. 7. Ci sono forti prove di un'alleanza tra Cia e nazisti. 8. La guerra non ha avuto una buona eredità: le multinazionali sono tra i suoi lasciti più tristi, e il fascismo è risorto sotto forme più insidiose. VI. La scuola delle torture Mele marce: così sono stati chiamati i militari americani colpevoli di torture ai prigionieri iracheni. Invece, per gli Usa, la tortura è una vera arma politica, che addirittura si insegna a scuola: al Western Hemisphere Institute for Security Cooperation di Fort Benning (Georgia), fino al 2001 Soa (Army School of the Americas). Qui, in 56 anni, più di 60 mila soldati latinoamericani hanno appreso tecniche di repressione, guerra d'assalto e psicologica, spionaggio militare e tattiche di interrogatorio, da usare contro educatori, sindacalisti, religiosi, rappresentanti studenteschi e difensori dei diritti dei poveri. Tra i "diplomati" alla Soa, responsabili dei colpi di Stato in Bolivia e in Cile, dell'assassinio dell'arcivescovo salvadoregno Oscar Romero, della copertura di traffici di droga, del massacro dei maya in Guatemala, dell'asilo al nazista Klaus Barbie oltre che di innumerevoli torture e massacri in America Latina e Haiti. VII. Kosovo: fu vera pulizia etnica? Nessuno sostiene che i serbi non si macchiarono di atrocità. Ma le loro azioni fuono amplificate dalla propaganda Usa, che parlò addirittura di genocidio quando non esistono prove certe delle campagne di stupri né delle uccisioni di massa, né di fosse comuni. La Jugoslavia era l'unico Stato dell'Europa dell'Est che non aveva fatto richiesta di entrare nella Nato, né voleva smantellare lo Stato sociale e il sistema economico rivolto al settore pubblico. Gli Usa ne desideravano la frammentazione in principati deboli, soggetti al libero mercato. A opporsi erano soprattutto i serbi, contro i quali fu lanciata una campagna di stampa che ne ingigantiva i crimini, ignorando quelli di cui furono vittime. In particolare, la pulizia etnica contro i kosovari fu presa a pretesto dagli Usa per i bombardamenti. In realtà, l'esodo iniziò dopo, per reazione: in gran parte si trattò di espulsioni, ma anche di fughe dalle bombe, dalla guerra civile, dalla fame. VIII. Non dire falsa testimonianza Quanti cristiani hanno letto Bibbia e Vangelo? Molti Papi, fino a Pio VII nel 1816, ne condannarono la lettura "autonoma", che avrebbe potuto demolire l'autorità e il potere della Chiesa. E solo negli anni '60 la messa abbandonò il latino. Perché? Il secondo comandamento proibiva immagini e idoli, ma il Vaticano doveva sostituire il suo dio a quelli locali; così, la frase scomparve. Nella Bibbia non c'è traccia dell'inferno: ma la minaccia dell'aldilà servì a portare denaro al clero. Per un ebreo essere celibe equivaleva all'omicidio, quindi è probabile che Gesù fosse sposato: il Vangelo non dice il contrario, mentre parla di fratelli e sorelle. Che divennero cugini per confermare il dogma dell'eterna verginità di Maria e affinché presunti parenti non rivendicassero la guida del clero (del resto proibito da Gesù, assieme ai luoghi di culto). Nel Vangelo non c'è traccia di nessuno dei sacramenti. Infine, Gesù propugna il piacere, la tolleranza, il perdono, e vieta di giudicare e condannare. Precetti incompatibili con la Chiesa e il suo potere. IX. Sostenibile e sano The case for a Gm free sustainable world, il rapporto più autorevole sul tema, spiega perché la storia degli Ogm è piena di falsità e occultamenti di prove scientifiche, e perché bisogna dire no a queste colture: non hanno portato i benefici promessi (aumento della produttività e riduzione dell'uso di sostanze chimiche); le linee transgeniche sono instabili; i cibi Ogm potrebbero essere cancerogeni, altrimenti nocivi per la salute o modificare il Dna umano; i diserbanti usati in queste colture sono altamente tossici; l'ingegneria genetica genera supervirus. Per contro, l'agricoltura sostenibile dà più rese e produttività, fa bene ai terreni, rispetta l'ambiente, riduce la necessità di pesticidi, valorizza la biodiversità, riduce il consumo di energia migliorando il clima, è sicura. X. Levarsi il medico di torno La sanità è la prima causa di morte negli Usa, con 784 mila decessi l'anno. Nello stesso arco di tempo, 2,2 milioni di cittadini, durante la degenza, manifesta reazioni avverse ai farmaci. Gli antibiotici non necessari prescritti per le infezioni virali sono 20 milioni l'anno, mentre 7,5 milioni sono le procedure mediche e chirurgiche. Gli errori nei centri di rianimazione sono stimati 1,7 al giorno, il 29% dei quali potenzialmente seri o fatali. I ricoveri inutili sono il 23%. Particolarmente colpite le donne, sottoposte a interventi (mastectomie, isterectomie, cesarei) e terapie (ormonale sostitutiva) non necessarie. L'eccessivo uso di farmaci provoca l'inquinamento delle riserve idriche, che a sua volta dà nuove malattie o resistenza ai medicinali stessi. Un capitolo a parte meritano gli psicofarmaci: la famiglia del Prozac darebbe pensieri suicidi, irrequietezza, torpore emotivo e aggressività. Nel '99 erano stati riferiti alla Food and Drug Administration duemila casi di suicidio collegati al prodotto. Alcuni pazienti, prima di togliersi la vita, avevano ucciso. 25 settembre 2004 NUOVI MONDI SHOP Nella<http://www.nuovimondimedia.it/negozio/catalog/default.php> libreria online di Nuovi Mondi Media sconti dal 20 al 50% su tutto il catalogo (che comprende oltre ai nostri titoli, libri di: Derive Approdi, EMI, Frilli, Malatempora, Massari, Minimum Fax, NdA Press, Sensibili alle foglie, Shake, Stampa alternativa). Tra le offerte, "VENDERE LA GUERRA. La propaganda come arma d'inganno di massa" di Sheldon Rampton e John Stauber (30% di sconto) Per cancellarsi cliccare su <http://www.nuovimondimedia.it/index.php?module=ppnews&choix=modifier>"<http://www.nuovimondimedia.it/index.php?module=ppnews&choix=modifier>Cancella"
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