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AGAPE NEWSLETTER N. 11
- Subject: AGAPE NEWSLETTER N. 11
- From: Mario Losano <ufficio at agapecentroecumenico.org>
- Date: Tue, 19 Oct 2004 16:00:36 +0200
Cari amici e care amiche, in questa newsletter vi mandiamo il PROGRAMMA DEL CAMPO INVERNALE 2004, scusandoci per il ritardo. Abbiamo scommesso ancora su un campo giovani. Inoltre troverete: * AGAPE APERTA A OSPITI, GRUPPI, FAMIGLIE E SINGOLI CON OFFERTE SPECIALI!!! * FUOCO, CIOÈ ENERGIA. ENERGIA, CIOÈ PETROLIO. * BUONE NOTIZIE PER IL NUOVO ANNO SCOLASTICO... Un caro saluto Il gruppo residenti (-:-)(-:-)(-:-)(-:-)(-:-) Campo giovani invernale (18-30 anni) 26 dicembre - 02 gennaio 2004 ABUSI E COSTUMI. Mi ritrovo in una stanza con un baleno di prato che rimbalza sulla mia fronte. E basta, et bon. Non so cosa fare, e la sostanza non cambia. E se fossi fuori?Vorrei una modalità giocosa, mettermi a nudo e lasciarmi pitturare dagli altriŠStimolare i perché. Ho la lampada e il genio (ed anche il paiolo), ho dei bisogni, dei piaceri, delle comodità. Ma continuo a guardar fuori. "Vuoi qualcosa da bere?" "No, adesso no."Š "e adesso?"Š"sì,adesso sì." Prendo una birra e mi chiedo se sia l'unica soluzione possibile fra le costellazioni di opportunità che ho a disposizione. Caffè, calore, tecnologie, casa, sesso, depressione, giovialità, affetto, leggere, bere, fumare, solitudo, soldi, medicine, internet. Condizioni speciali per stati anormali. Sono una persona normale in fondo, in bilico fra normalità, trasgressione e devianza e ne sono sicuro. Ho bisogno di esserlo, così come ho bisogno della macchina, del telefono, della carta igienica. Che bisogno c'è di fare senza, di sentirsi soli? Bravo è chi sperimenta i propri limiti, le proprie visioni, la propria coerenza (si,no), il proprio star bene. O forse no? Ho bisogno di distrarmi, cerco nel mio armadino il mio scatolino. Sperimento i miei sogni, le mie dipendenze, guardo fuori e mi vedo accendere un fuoco e dentro bruciano le mie sicurezze. Avrò bisogno di un credo, di credermi sballato o di sballarmi credendo? Forse un giorno annegherò in un mare di superfluo, ma oggi no. Oggi voglio continuare a stare a galla. Fin qui tutto bene, ma la sostanza non cambia. Le iscrizioni si aprono il 15 ottobre alle ore 9.30. Per iscrivervi potete visitare la nostra pagina online: http://www.agapecentroecumenico.org/index.php?name=EZCMS&menu=30423&page_id=163 Il campo invernale è negli ultimi 10/12 anni stato terreno di sperimentazione: venendo da una tradizione quarantennale di campi adulti, ha proposto dapprima dei piccoli campi cadetti in parallelo ad un campo adulti dal medesimo tema, poi ha visto l'esperimento del campo intergenerazionale, durato sino al 2002. L'anno scorso, 2003, l'invernale è stato come sapete rivolto ad una fascia di età dai 15 ai 22 anni e quindi per la prima volta chiuso agli adulti. Per questo inverno abbiamo pensato di proporre la formula del campo giovani (mai tentata in inverno), rivolto a persone dai 18 ai 30 anni. <><><><><><><><><><><><> AGAPE APERTA A OSPITI, GRUPPI, FAMIGLIE E SINGOLI CON OFFERTE SPECIALI!!! Agape sarà aperta non solo a gruppi ma anche a famiglie e singoli dal 02/01/2005 al 09/01/2005, con le seguenti offerte: * 180 euro a persona in pensione completa per l'intero periodo (7 giorni) invece di 210; * 150 euro a persona in mezza pensione per l'intero periodo (7 giorni) invece di 175; * Offerta famiglia (2 genitori + 2 bambini fino a 13 anni) 90 euro al giorno o 540 euro per l'intero periodo (7 giorni) in pensione completa. * Offerta famiglia (2 genitori + 2 bambini fino a 13 anni) 75 euro al giorno o 450 euro per l'intero periodo (7 giorni) in mezza pensione. e ancora sconti e agevolazioni per famiglie e gruppi. Praly offre la possibilità di passeggiate e gite in montagna con le "Ciaspole" (racchette da neve), sci di fondo e discesa, scialpinismo, visite guidate allo Scopriminiera, al Museo Valdese e al Museo dello sci. Per maggiori informazioni visitate la pagina: http://www.agapecentroecumenico.org/index.php?name=EZCMS&menu=4&page_id=8 oppure, per prenotazioni potete contattare l'ufficio di Agape allo 0121 807514 o scrivendo un e-mail a ufficio at agapecentroecumenico.org. _-_-_+_-_-_+_-_-_+_-_-_+_-_-_ FUOCO, CIOÈ ENERGIA. ENERGIA, CIOÈ PETROLIO. Il prezzo del petrolio sta salendo rapidamente, oltre i 50 dollari al barile (pensiamo che nel 1999 era a 18 dollari); alcuni sostengono che l'anno prossimo si potrebbe arrivare addirittura agli 80 dollari (previsione dell'Istituto francese del petrolio). Il petrolio non è una materia prima qualunque (come il caffè o il rame) ma una merce particolare: l'unica -insieme al lavoro umano - il cui prezzo determina il prezzo di tutte le altre merci. Questo perché il petrolio è una delle fondamentali fonti di energia, e qualunque tipo di attività economica richiede energia. Ai fini dello sviluppo sostenibile, l'energia rappresenta al tempo stesso il problema e la soluzione. Essa rende infatti possibile lo sviluppo, ma è anche una delle principali cause di inquinamento atmosferico e di altri danni che vengono arrecati alla salute dell'uomo e all'ambiente. Attualmente, 2 - 2,5 miliardi di persone - vale a dire un terzo della popolazione mondiale complessiva - non dispongono di accesso ai moderni servizi energetici. Esse sono generalmente povere, vivono nelle aree rurali, e fanno affidamento sulla combustione della legna da ardere o della biomassa per cucinare, scaldare e illuminare le proprie abitazioni. Anche se questi combustibili hanno un costo irrisorio, essi contribuiscono all'inquinamento dell'aria che si respira negli ambienti chiusi, un fenomeno che si traduce in problemi respiratori che ogni anno uccidono più di un milione di bambini al di sotto dei cinque anni di età. La richiesta di legna da ardere porta inoltre alla deforestazione di numerose aree del pianeta. I moderni servizi energetici, dominati dalla combustione di carburanti fossili, possono allargare notevolmente il numero delle opportunità e delle scelte disponibili per le persone quando esse cercano di migliorare i propri standard di vita e di fornire energia ad automobili, aeroplani, fabbriche ed abitazioni. Tuttavia, la produzione di questa energia si traduce in inquinamento atmosferico e in emissioni di gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale e al potenziale cambiamento climatico. Dal 1992 al 1999 il consumo mondiale di combustibili fossili è aumentato del 10 per cento. L'impiego pro capite rimane più elevato nelle nazioni industrializzate, nelle quali - secondo i dati del 1999 - la popolazione consumava una media di 6,4 tonnellate di petrolio equivalente all'anno, pari a dieci volte i consumi registrati nei paesi in via di sviluppo. I combustibili fossili rappresentano circa l'80 per cento del totale mondiale dell'energia prodotta e consumata, in calo rispetto all'86 per cento circa registrato nel 1971. L'incremento maggiore nell'impiego di energia si è verificato nel settore dei trasporti, nel quale il 95 per cento dell'energia che viene consumata deriva dal petrolio. Si prevede che il consumo di energia in questo comparto crescerà a un tasso dell'1,5 per cento all'anno nelle nazioni industrializzate e del 3,6 per cento all'anno nei paesi in via di sviluppo. Le moderne fonti di energia rinnovabile, fra le quali la potenza idraulica, la moderna biomassa e l'energia geotermale, l'energia eolica e quella solare, rappresentano circa il 4,5 per cento del totale dell'energia prodotta. Nel mondo esistono due tipi di risorse energetiche: quelle non rinnovabili, caratterizzate dal risiedere in giacimenti limitati e misurabili, come i giacimenti di combustibili fossili e le miniere di uranio, e quelle rinnovabili, caratterizzate dal giungere a noi come flusso proveniente da una sorgente la cui emissione non diminuisce di intensità a causa dell'utilizzo della sua energia, come l'energia solare, o eolica. In quasi tutta la sua storia l'umanità si è servita esclusivamente di fonti rinnovabili di energia. Negli ultimi 200 anni ha cominciato a servirsi prevalentemente di quelle fossili, trascurando quasi del tutto la fonte enormemente più abbondante di energia: quella solare. Per molti anni l'abbondanza di petrolio ci ha fatto ritenere eterna anche questa fonte. Ma le risorse fossili mondiali non sono eterne, e possono fornire meno della metà dell'energia che il Sole invia sulla Terra in un solo anno, e che continuerà ad inviarci per almeno 5 miliardi di anni. Il 93% dei consumi energetici mondiali è ancora di origine fossile. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Oltre all'inquinamento marino causato dal trasporto del petrolio, all'emissione di gas estremamente nocivi per la salute che inquinano l'aria delle nostre città, alle piogge acide che corrodono i monumenti e distruggono l'ambiente naturale, vi sono i cambiamenti climatici causati dalle alte concentrazioni di anidride carbonica immesse nell'atmosfera. Negli ultimi 20 anni si è compresa l'esigenza pressante di utilizzare maggiormente le energie rinnovabili, pulite e non inquinanti: l'utilizzo di combustibili fossili, oltre a produrre inquinamento atmosferico, sono responsabili della produzione di anidride carbonica, il gas maggiormente responsabile dei cambiamenti climatici. Oggi, il petrolio fornisce il 35% dei consumi mondiali di energia, contro il 23% del carbone e il 21% del gas naturale. Questa quota è inferiore rispetto a quella del 45% che si aveva nel 1973, al tempo del primo choc petrolifero, in quanto nel frattempo si è avuto un aumento delle quote di gas naturale e nucleare. Tuttavia, in termini assoluti si consuma più petrolio oggi che nel 1973, a causa del fatto che nel frattempo i consumi energetici mondiali sono aumentati del 66%. Più rilevante ancora è il fatto che il petrolio fornisce il 95% dell'energia utilizzata per i trasporti, il che equivale a dire che questo settore è completamente dipendente dal petrolio. Anche la moderna agricoltura intensiva è pesantemente dipendente dal petrolio, sia per il funzionamento dei macchinari e per l'irrigazione che per la produzione di fertilizzanti e pesticidi. Quindi, il nostro modello di sviluppo ha una grandissima fame di energia. E quest'energia in particolare assume la forma di energia fossile, quindi non rinnovabile e inquinante. E il consumo di energia si ripartisce in maniera fortemente ineguale. Abbiamo già parlato dei 2 miliardi e mezzo di persone che sono escluse dai moderni servizi energetici, che coincidono più o meno con quei 3 miliardi di persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno e che la Banca Mondiale considera escluse senza speranza dallo sviluppo. L'altra faccia dell'ingiustizia mondiale sono i paesi industrializzati: in particolare gli USA con appena il 6% della popolazione mondiale consumano il 25% del petrolio e del gas naturale usati in tutto il mondo. Scrive Jeremy Rifkin che "l'americano medio dispone ogni giorno di una quantità di energia che potrebbe essere prodotta da 58 schiavi". Parliamo in particolare del petrolio: i grandi consumatori sono i paesi industrializzati (USA, UE, Giappone, in prospettiva Cina e India); i grandi produttori sono i paesi arabi ma anche la Russia, il venezuela, il Messico. Gli USA producono appena il 40% del petrolio che consumano, per il resto dipendono dalle importazioni. Le riserve petrolifere USA si stanno prosciugando, secondo gli esperti il massimo della produzione statunitense è stato raggiunto nel 1970 e da allora è in declino. Certo, la dipendenza dell'Europa Occidentale e del Giappone è ancora maggiore, ma la differenza sta nel fatto che per gli USA la dipendenza energetica viene considerata un problema di sicurezza nazionale. L'atteggiamento tipico dei responsabili della politica statunitense è ben rappresentato da famose frasi di Henry Kissinger ("il nostro petrolio è una faccenda troppo seria per lasciarlo agli arabi") e di George Bush padre("il livello di vita del consumatore americano non è negoziabile"). Quindi è evidente che il petrolio è alla radice di molte delle guerre degli ultimi anni, in particolare dell'ultima guerra degli USA in Iraq. Pensiamo che in Iraq ci sono l'11% delle riserve di petrolio mondiali, seconda nazione dopo l'Arabia Saudita. Ma il sottosuolo iracheno è meno sfruttato di quello saudita, quindi in futuro l'Iraq potrebbe pompare il 30% del petrolio mondiale. E stiamo attenti: un'altra regione dove si sta intensificando la ricerca di nuovi giacimenti si trova in Asia, dal Caucaso al Caspio fino ai condini della Cina, altre regioni dove ci sono tensioni crescenti, progetti di impianti di estrazione e trasporto di petrolio e gas. Quindi, in realtà, la "guerra preventiva" (e, oltre alle spettacolari guerre, anche i conflitti meno evidenti) ha come vero oggetto la conquista "preventiva" delle risorse petrolifere, vecchie e nuove, prima che si esauriscano. Perché l'altra cosa di cui ci dobbiamo rendere conto è che il petrolio è una risorsa in via di esaurimento, e non fra secoli ma fra pochi decenni, è una cosa che sicuramente voi e forse anch'io potremo vedere. La tesi corrente è che le riserve note dureranno altri 40 anni ai livelli di consumo attuali, e che gli sviluppi della tecnologia saranno in grado di prolungare ulteriormente tale durata. Di solito, viene anche aggiunto che in passato è già accaduto che venissero sollevati allarmi riguardo a un possibile esaurimento del petrolio, allarmi poi rivelatisi senza fondamento. Ma questi calcoli vengono fatti in modo molto semplice, come potrebbe farli ognuno di noi, con una divisione: io so che restano 2.000 tonnellate di petrolio, sapendo che ne consumo 50 all'anno, me ne restano per 40 anni. Ma in realtà, come ha scoperto nel 1956 il geologo americano Marion King Hubbert, per attingere alle risorse petrolifere presenti in un dato territorio occorrono investimenti in capitale, che hanno sia un costo che dei tempi non trascurabili di messa in opera. Questi investimenti quindi verranno effettuati soltanto via via che si rivelino necessari ed economicamente convenienti. Per fare un esempio, il capitale necessario per attingere ai giacimenti meno redditizi verrà messo in opera solo quando la produzione dei giacimenti migliori inizi a declinare. Il risultato di queste dinamiche è che la capacità produttiva di una data regione, cioè il numero di barili al giorno che possono essere estratti, ha un comportamento nel tempo caratterizzato da un aumento iniziale e un successivo decremento. Questa forma "a campana" presenta un massimo che si verifica quando all'incirca metà delle risorse complessive della regione considerata sono state sfruttate. Le conclusioni raggiunte, che sono state pubblicate su riviste scientifiche di indubbio prestigio come Scientific American e Nature , dicono che il mondo è ormai molto vicino ad aver consumato metà delle riserve di petrolio esistenti, e che il famoso picco di capacità produttiva si verificherà intorno al 2010 o al 2015. Per il gas naturale si prevede un analogo picco una decina d'anni più tardi. Questo fa ipotizzare un futuro di guerre per il petrolio sempre maggiori e più furiose, tra un mondo ricco che non ha petrolio e ne esige sempre di più per muoversi e riscaldarsi, un mondo povero che cerca di sopravvivere, e la domanda crescente di India e Cina, che stanno ormai diventando le "fabbriche del mondo" e si sviluppano a ritmo accelerato. La "ripresa economica" che le economie occidentali aspettano rischia di essere soffocata da un prezzo troppo alto del petrolio. La questione petrolio, che riemerge periodicamente con crisi che ne aumentano il prezzo, e guerre fatte per rendere più "sicuri" gli approvvigionamenti (coi bei risultati che stiamo vedendo in Iraq) ripropone la questione del modello di sviluppo, e di consumo. Il nostro modello semplicemente non è sostenibile, ci offre solo l'alternativa di vedere collassare la biosfera (se tutti dovessero consumare quanto uno statunitense medio) o di costringere per sempre (con muri e guerre) metà della popolazione mondiale al sottosviluppo. Non solo occorre pensare ed attuare (come stanno in parte facendo paesi come Giappone, Norvegia, Danimarca) un uso più efficiente dell'energia (meno sprechi e dispersioni, "case passive" ecc.), non solo occorre sostituire ovunque possibile le fonti fossili con quelle rinnovabili; bisogna anche porsi il problema di una riqualificazione e riduzione dei consumi. Qualcuno ha detto: "vivere semplicemente perché tutti possano semplicemente vivere". Privilegiare i consumi collettivi, sviluppare reti economiche basate sulla reciprocità, riuso e riciclo, allungamento della vita media dei prodotti, disincentivo alla mobilità motorizzata e incentivo all'uso della bicicletta, sviluppo del commercio equo e solidale, dell'agricoltura biologica. Tutte scelte che hanno una dimensione individuale e una collettiva, ci sta dentro la fatica di cambiare e prendere coscienza, la bellezza di scoprire altri che fanno questa ricerca e mettersi in rete, lo sforzo di tradurre tutto questo in politica e di confrontarsi coi poteri di questo mondo. (Intervento di Giorgio Guelmani al campo cadetti Agape-Adelfia) * ** ** ** * BUONE NOTIZIE PER IL NUOVO ANNO SCOLASTICO... Ecco cosa riporta uno dei nuovi libri di Storia contemporanea adottato da numerose scuole medie; il brano è tratto dal Capitolo 2, paragrafo 1 (La Sinistra storica al potere): "Gli uomini della Destra erano aristocratici e grandi proprietari terrieri. Essi facevano politica al solo scopo di servire lo Stato e non per elevarsi socialmente o arricchirsi; inoltre amministravano le finanze statali con la stessa attenzione con cui curavano i propri patrimoni Gli uomini della Sinistra, invece, sono professionisti, inprenditori e avvocati disposti a fare carriera in qualunque modo, talvolta sacrificando perfino il bene della nazione ai propri interessi. La grande differenza tra i governi della Destra e quelli della Sinistra consiste soprattutto nella diversità del loro atteggiamento morale e politico" (Bellesini Federica, "I nuovi sentieri della Storia. Il Novecento", Istit. Geogr. De Agostini, 2003, Novara) Gli uomini della destra erano... quelli della sinistra sono... ma che bella lezione di storia! -- Agape Centro Ecumenico Bg. Agape, 1 10060 Prali (TO) Italy Tel. +39 0121 807514 Fax +39 0121 807690 ufficio at agapecentroecumenico.org www.agapecentroecumenico.org --------------------------------------------------------------------- Per cancellarsi, scrivi a: news-unsubscribe at agapecentroecumenico.org Se vuoi conoscere altri comandi, scrivi a: news-help at agapecentroecumenico.org
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