la LAC contro lo sfalcio selvaggio delle rive dei fiumi.




Comunicato del 28 luglio 2004

OGNI ANNO LO SFALCIO SELVAGGIO DELLE RIVE DEI FIUMI E DEI CORSI D'ACQUA
PROVOCA LA MORTE DI MIGLIAIA DI PICCOLI DI UCCELLI E PESCI.
LA LAC INTERVIENE E CHIEDE UNA LEGGE CHE NON C'E'.

La scorsa settimana è balzato alle cronache dei media locali l'ennesimo
episodio di distruzione di pesci e delle loro uova relativo allo sfalcio
delle rive del fiume Monticano a Oderzo (TV) ad opera del Consorzio di
bonifica pedemontano sinistra Piave.
Lo sfalcio avrebbe causato la moria di pesci e la distruzione delle loro uova.
"Casi come questi", commenta Andrea Zanoni Presidente della Lega Abolizione
Caccia del Veneto, "sono più frequenti di quello che non si possa pensare,
anzi ne accadono di ben più gravi con delle autentiche stragi di intere
nidiate, nidi ed adulti di Germano reale, Gallinella d'acqua dolce, Folaga,
Porciglione nonché dei pesci e delle loro uova."
La LAC, per vederci chiaro, ha contattato direttamente il Presidente del
Consorzio di bonifica pedemontano sinistra Piave, il Dott. Massimo Patella,
il quale ha fatto presente le grosse difficoltà nel gestire queste operazioni
degli sfalci dovute in particolar modo al numero limitato di operatori,
all'elevato numero di chilometri di sponde da manutenzionare, oltre 1000
chilometri, alla mancanza di direttive da parte dei vari enti coinvolti, alla
necessità di effettuare le manutenzioni contemporaneamente ed in tempi
ristretti.
Emerge quindi una situazione di quasi anarchia del settore che necessiterebbe
di una chiara e precisa norma a tutela della fauna selvatica ed ittica e nel
contempo di regolamentazione di questa attività utile ad evitare disservizi
creati dal difficile deflusso delle acque.
La Regione dovrebbe legiferare in merito stabilendo: il divieto degli sfalci
per i mesi di maggio, giugno, luglio e agosto, modalità poco invasive dello
sfalcio della vegetazione con limiti dei tagli in altezza, l'obbligo di
comunicare anticipatamente le date dei lavori agli uffici provinciali e
comunali preposti, agli ambiti territoriali di caccia, ai proprietari
rivieraschi, al centro provinciale di recupero della fauna selvatica.
Naturalmente in mancanza di leggi precise restano comunque in vigore le norme
della legge sulla fauna selvatica e caccia, la L.157/92, che sanzionano
penalmente l'uccisione dei piccoli nati e la distruzione delle covatrici e
dei nidi.
Ha dichiarato Andrea Zanoni della LAC: "Risulta sconcertante scoprire che
un'attività che spesso porta alla distruzione di ingenti quantitativi di
fauna selvatica ed ittica non sia normata da nessuna legge lasciando a
discrezione dei vari responsabili dei consorzi decidere come e quando attuare
queste opere di bonifica. L'Assessorato regionale e la IV Commissione
Consigliare del Veneto dovrebbero perdere meno tempo per legiferare per la
caccia in deroga a Fringuello e Pispola e dedicarsi alla stesura di leggi
inesistenti necessarie a tutelare realmente e seriamente la fauna selvatica
ed i nostri corsi d'acqua".

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