[comunicati_lilliput] 60 anni di fallimenti per Banca Mondiale



Comunicato Stampa Rete Lilliput/Campagna per la riforma della Banca mondiale
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60 anni di fallimenti per Banca Mondiale
Nel giorno del suo sessantesimo anniversario, azioni in tutto il mondo per
chiedere alla Banca di non finanziare più lo sfruttamento dei combustibili
fossili. In Italia Zanotelli scrive al Presidente Wolfensohn

Attivisti di tutto il mondo, dal Regno Unito agli Usa e dall'Indonesia alla
Bolivia, hanno inscenato oggi una serie di manifestazioni non-violente per
protestare contro la Banca mondiale ed i suoi sei decenni di politiche
fallimentari, prestiti inopportuni, ed investimenti in dubbi progetti di
sviluppo, e per chiedere che la Banca inverta subito questa tendenza
nefasta. Come primo passo la Banca mondiale deve quindi accogliere le
raccomandazioni della Revisione sul Settore Estrattivo (Extractive
Industries Review - EIR). Il rapporto, che negli scorsi mesi è stato
accolto con grande favore dalla società civile internazionale, chiede,
infatti, che la Banca smetta di sostenere investimenti per l'estrazione e
lo sfruttamento dei combustibili fossili.
Proprio sessanta anni fa si concludeva la Conferenza di Bretton Woods con
la nascita di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. Quest'anno
tale anniversario cade a pochi giorni dalla decisione definitiva
sull'implementazione da parte dell'istituzione guidata dal Presidente
Wolfensohn delle raccomandazioni della Revisione sul Settore Estrattivo.
Purtroppo non c'è ottimismo al riguardo. Il Consiglio dei Direttori della
Banca mondiale potrebbe non accettare l'invito ad abbandonare petrolio e
carbone e le innovative proposte sui diritti umani e sull'ambiente
contenute nel rapporto, visto che già nelle scorse settimane il management
della Banca aveva espresso un parere negativo in merito alle
raccomandazioni. 
Oggi padre Alex Zanotelli, animatore della Rete Lilliput, ha scritto al
presidente della Banca Mondiale ed al direttore esecutivo italiano per
chiedergli di accettare le richieste che milioni di poveri nel mondo gli
hanno rivolto durante i tre anni di discussione sugli impatti dei progetti
petroliferi finanziati dalla Banca mondiale. I paesi ricchi e donatori
nella Banca Mondiale, come l'Italia, devono invertire la rotta di 360
gradi, suggerisce Zanotelli, e iniziare a premiare quei paesi che
rispettano i diritti umani e l'ambiente - condizioni essenziali per una
vera lotta alla povertà - e non coloro che chiedono garanzie finanziarie
per coprire il rischi con soldi pubblici.
"Stiamo dialogando con i rappresentanti italiani alla Banca mondiale per il
voto sulla Extractive Industries Review e siamo ottimisti sul fatto che il
nostro paese si farà portavoce nel Board di alcune importanti richieste
avanzate anche da Amici della Terra, Legambiente, Greenpeace, WWF e Rete
Lilliput" ha dichiarato Jaroslava Colajacomo della Campagna per la riforma
della Banca mondiale. "Ma molti passi devono ancora essere fatti e forse il
primo è la trasparenza. Un esempio è l'evento organizzato oggi al Ministero
dell'Economia , una riflessione sul ruolo delle istituzioni di Bretton
Woods a 60 anni dalla loro nascita. Perché non ne discutono anche con la
società civile? Perché - anche dopo ripetute richieste - non hanno voluto
dare informazioni pubbliche sull'evento? All'età di 60 anni le istituzioni
dovrebbero aver raggiunto l'età della saggezza. Purtroppo non sembra che
ciò sia avvenuto" ha concluso la Colajacomo.

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