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nuovo rapporto Libia: i diritti umani devono diventare una realtà
- Subject: nuovo rapporto Libia: i diritti umani devono diventare una realtà
- From: press at amnesty.it
- Date: Tue, 27 Apr 2004 20:11:35 +0200
Gent.mi tutti, vi trasmettiamo il comunicato stampa di Amnesty International: LIBIA, RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL: I DIRITTI UMANI DEVONO DIVENTARE UNA REALTA' Grazie per la cortese attenzione Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste: Amnesty International Ufficio Stampa Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it ------------------------ COMUNICATO STAMPA CS49-2004 LIBIA, RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL: I DIRITTI UMANI DEVONO DIVENTARE UNA REALTA' Amnesty International ha diffuso oggi un rapporto dal titolo Libia: e' il momento di rendere i diritti umani una realta', nel quale vengono descritte le conclusioni della recente missione dell'organizzazione nel paese. Il rapporto, lanciato in occasione della visita del leader libico Gheddafi alla Commissione europea (la prima in Europa da 15 anni), rivela un perdurante contesto di violazioni dei diritti umani, la prolungata assenza di indagini e chiarimenti su casi del passato e un clima di paura, in cui la maggior parte dei cittadini ha timore di sollevare questioni relative ad abusi del passato e del presente. Pur apprezzando alcuni positivi sviluppi, Amnesty International sottolinea la necessita' di un programma complessivo di riforme per risolvere i problemi riguardanti i diritti umani. 'La Libia e' a un bivio. Ha l'opportunita' di assicurare che i diritti umani diventino una realta' all'interno del paese e di contribuire alla loro promozione a livello internazionale' - ha dichiarato Amnesty International. 'Ma occorre trasformare le promesse in azioni. Occorre urgentemente stabilire la verita' sul passato e impegnarsi ad attuare riforme per affrontare le violazioni del presente'. La Libia sta attraversando un periodo di cambiamento, con la fine delle sanzioni delle Nazioni Unite e il processo di normalizzazione delle relazioni con gli Usa e con l'Unione europea. La visita del colonnello Gheddafi e la sua manifestata intenzione di accedere alla partnership euromediterranea devono costituire per l'Unione europea l'occasione per inviare un segnale forte: come base della partnership, Bruxelles deve chiedere che la Libia dia seguito alle promesse di rispettare i diritti umani. Amnesty International chiede inoltre alle due parti di garantire che la possibile cooperazione sul rientro degli 'immigranti illegali' rispetti i diritti delle persone che sono in cerca di protezione. Il 18 aprile, in un discorso alle autorita' giudiziarie e ad altri funzionari statali, il colonnello Gheddafi ha sollecitato riforme in campo legale e in altri settori e ha risposto a una serie di questioni sollevate da Amnesty International, documentate nel rapporto presentato oggi. 'Apprezziamo il discorso del colonnello Gheddafi. Ci auguriamo che dia vigore alle riforme, nei codici e nella prassi, e che queste assicurino un cambiamento nelle istituzioni e facilitino l'individuazione dei responsabili delle violazioni dei diritti umani del passato e il risarcimento delle vittime' - ha proseguito Amnesty International. Negli ultimi anni la Libia ha assunto una serie di misure positive in materia di diritti umani come la scarcerazione, nel 2001 e 2002, di circa 300 prigionieri - diversi dei quali detenuti dal 1973 - e la recente disponibilita' a un certo livello di verifica internazionale sul rispetto dei diritti umani. Tuttavia, il contesto di violazioni dei diritti umani prosegue, spesso giustificato con la nuova retorica della 'guerra al terrore'. Le conclusioni della missione di Amnesty International riguardano: leggi che criminalizzano il pacifico esercizio della liberta' di espressione e di associazione e che, conseguentemente, causano arresti di prigionieri di coscienza; detenzioni prolungate, senza accesso al mondo esterno, che favoriscono la tortura; processi iniqui, soprattutto quelli di natura politica celebrati dal Tribunale popolare. La tortura e i maltrattamenti continuano a essere un fenomeno diffuso, con la prevalente finalita' di estorcere confessioni. Sebbene ne sia stata promessa l'abolizione, la pena di morte rimane in vigore per un vasto numero di reati, compreso lo svolgimento pacifico di attivita' politiche. Analogamente legali, e praticate, sono le cosiddette forme di 'punizione collettiva', come le demolizioni delle case. Politiche ed episodi specifici del passato, concernenti gravi violazioni dei diritti umani, continuano a gettare un'ombra sulla situazione attuale: la politica di 'liquidazione fisica' di oppositori politici negli anni '80, la 'sparizione' di prigionieri politici, specialmente dal 1996, e la 'sparizione' di cittadini nazionali all'estero e di stranieri in visita in Libia. Centinaia di famiglie ancora non sanno se i loro parenti sono vivi o morti, o come siano stati uccisi. Nella maggior parte dei casi, hanno troppa paura per chiedere informazioni. I libici residenti all'interno del paese e all'estero non denunciano violazioni dei diritti umani per timore di subire ritorsioni contro se stessi o i propri familiari. Chi vuole intraprendere attivita' in favore dei diritti umani nel paese va incontro a forti ostacoli, costituiti da leggi repressive e dalla possibilita' di ricevere una condanna a morte. Nel corso della loro ultima visita, nel febbraio di quest'anno, i delegati di Amnesty International hanno riscontrato una disponibilita' senza precedenti, riuscendo a incontrare prigionieri, autorita' di ogni grado, organismi professionali e associazioni umanitarie. Il governo di Tripoli ha promesso di prendere seriamente in considerazione le raccomandazioni di Amnesty International. FINE DEL COMUNICATO Bruxelles/Roma, 27 aprile 2004 Il rapporto Libia: e' il momento di rendere i diritti umani una realta' e' disponibile presso il sito Internet www.amnesty-eu.org e l'Ufficio stampa di Amnesty International Italia. Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it (See attached file: 040427_libia.rtf) *************************************************************************** Paola Nigrelli Ufficio Stampa Amnesty International - Sezione Italiana Via G.B. de Rossi, 10 - 00161 ROMA Tel. 06 44.90.224 fax 06 44.90.222 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it Internet: www.amnesty.it MAI PIU' VIOLENZA SULLE DONNE. Sostieni la campagna di Amnesty per i diritti delle donne su www.amnesty.it **************************************************************************
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