KOSOVO: COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ICS-ASSOPACE




COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ICS-ASSOPACE
Il precipitare delle situazione che si sta verificando a Mitrovica ed
in altre parti del Kosovo in queste ultime ore non arriva inaspettato a
chi da anni opera sul campo.
Già da alcune settimane i nostri operatori ci riferivano di una ripresa di omicidi di membri della minoranza serba
che fanno da corollario agli eventi che ieri hanno coinvolto i bambini del
villaggio albanese di Cabra. E da anni ormai vediamo come pochissimo
si stia effettivamente facendo per avviare una vera riconciliazione fra le etnie.
La crisi in corso è dunque la logica conseguenza di una situazione
tutt'altro che risolta e ben lontana dall'essere stata sanata, con la
perdurante incertezza sullo status futuro della provincia Serba e una
strisciante radicalizzazione della divisione fra le diverse comunità che abitano in Kosovo. Troppi segmenti della comunità internazionale hanno finto che la difficile situazione kosovara fosse stata di fatto risolta con la guerra del 1999, ed ora il Kosovo torna
alla ribalta mediatica e tutte le contraddizioni del dopoguerra, mai
veramente affrontate, esplodono nella violenza.
"C'è una triste somiglianza fra quanto accade oggi in Kosovo e quello
che continua ad accadere in Iraq: l'impossibilità di gestire la pace dopo
la guerra. la guerra che ancora una volta si dimostra una scelta sbagliata per la risoluzione delle controversie internazionali e che produce danni e conseguenze nefaste sul breve e sul lungo periodo" dichiara Giulio Marcon Presidene di ICS
La guerra non è mai una soluzione. Porta altre sofferenze, conflitti, violenze.
Grande è la frustrazione di chi, come ICS e Asopace, ha cercato in questi anni di
continuare un lavoro dal basso con le comunità, provando a ricostruire un
tessuto sociale coeso a partire dalla società civile, provando sempre una
forte sensazione di straniamento e di solitudine, e denunciando
nell'indifferenza generale quello che continuava ad accadere alle
minoranze sempre più attacccate ed escluse di fatto dalla vita civile del
Kosovo. Rimane la speranza che questo nuovo espledere della violenza,
che speriamo circoscritto, serva ad rimettere in discussione la di fatto
inesistente politica della comunità internazionale sul destino del
Kosovo e possa porre le basi per un nuovo percorso che vada davero nella direzione
di garantire a tutti i cittadini del kosovo i loro diritti.
FINE DEL COMUNICATO
Per interveiste sul campo:
Catherine Dckehage 348 5814954
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Catherine Dickehage
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