AGAPE NEWS - Edizione straordinaria WSF 2004



Care Amiche, Cari Amici,

Una breve edizione straordinaria direttamente da Mumbai - WSF 2004, per
raccontarvi l'enorme entusiasmo di questi giorni qui a Mumbai, le stime
ufficiali parlano ormai di 1.300.000 persone venute qui a Mumbai per questo
evento. Continuate a seguici sul sito www.agapecentroecumenico.org con gli
aggiornamenti quotidiani.

In questo numero:

 -Due treni attraversano l'India

 -Guerre contro le donne e donne contro le guerre

Un caloroso(35 gradi) abbraccio da Mumbai.

Mario, Massimo, Nadia.

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Due treni attraversano l'India

Due i treni che a meta` gennaio hanno varcato le frontiere indiane. Il
primo, dopo due anni di assenza, ha collegato l`India al Pakistan. Un
avvenimento storico. Ma in questi giorni un altro treno, affollatissimo, ha
raggiunto la stazione di Mumbai. E` il treno del World Social Forum: 500
mila fra militanti, attivisti e delegati di ong da tutto il mondo. A giocare
la parte del leone e` la stessa India con i suoi radicali e colorati
movimenti che ieri, 16 gennaio, hanno fatto il loro ingresso proprio qui,
nella grande spianata dei Nesco grounds a nord dell`immensa metropoli e dei
suoi 15 milioni di abitanti.
Sono le associazioni dei senza classe (dalit), delle donne, avvolte nei loro
abiti tradizionali, delle organizzazioni che si battono a nord e a sud del
continente indiano. "E` una scommessa vinta - ci dice un emozionato Vittorio
Agnoletto mentre guarda sfilare il corteo con gli striscioni e le bandiere
 -: il movimento non si arresta, non si ferma a Porto Alegre. L`India ha
superato la prova". A prendere il posto dei Sem Terra e del PT di Lula in
un`ideale staffetta, qui a Mumbai ci sono gli invisibili che sfidano i
fondamentalismi religiosi e di mercato.
La cornice e` Mumbai, citta` da film neorealista, con i suoi odori, i treni
metropolitani (il simbolo delle stazioni e` lo stesso della `tube`
londinese), le sue baraccopoli, le bambine che bussano al vetro dei taxi
neri e gialli, i riscio` a motore che sfrecciano nel traffico. Una citta
lunga 150 chilometri. Al Forum l`apertura degli interventi e` affidata ad
Arundhati Roi. "Servono azioni concrete", dice la scrittrice e militante
indiana rivolgendosi ai migliaia radunati sul prato. "Come movimenti
mondiali che si battono contro questa globalizzazione dobbiamo colpire le
multinazionali che stanno facendo profitti sulla guerra che si sta
combattendo in Iraq".
Nei prossimi giorni, qui a Goregaon (nord Mumbai), come all`istituto Don
Bosco che ospita l`International Youth Camp (evento giovanile parallelo al
Wsf), ancora dibattiti e seminari, balli e canti popolari. I treni arrivati
in India non frenano la loro corsa di pace.

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Guerre contro le donne e donne contro le guerre.

Guerre contro le donne e donne contro le guerre. La folla invade la grande
radura del Maidan per ascoltare i racconti delle principali vittime delle
'nuove guerre'. Indiane, afgane, egiziane... le donne sono le protagoniste
di questo quarto World Social Forum indiano.
La folla, sempre rumorosa qui a Mumbai, per una volta tace. Ieri, domenica
18 nella grande radura del Maidan, e' intervenuta la scrittrice Nawal el
Saddawi che ha contestato con amara ironia la superficialita' del dibattito
sul cosiddetto 'velo islamico'. Definendo il make up femminile un 'velo
postmoderno', la militante egiziana ha affermato che il compito delle donne
e dei movimenti che si battono per la loro liberazione e` 'di 'svelare' gli
obblighi loro imposti' nel sud come nel nord del mondo. Su questo terreno,
ha ricordato Nawal al Saddawi, quando i media utilizzano parole come
`sviluppo`, `pace` o `democrazia` la cautela diventa un obbligo.
Arundati Roy ha invece fatto riferimento alle violenze ai danni della
popolazione islamica avvenuti nel marzo 2002 nello stato indiano del
Gujarat. "Duemila musulmani sono stati uccisi su mandato delle autorita' -
ha ricordato la scrittrice, una vera 'stella' per la societa' civile indiana
 - e gli assassini si sono accaniti soprattutto contro le donne, molte delle
quali stuprate e bruciate vive. Nessuno è stato punito per queste atrocità".
Nel 2003 il governo dello del Gujarat ha vinto le elezioni. "E` inutile
incolpare Bush, Blair e i potenti del mondo, quando sono le donne stesse a
votare chi commette questo tipo di azioni". Arundhati Roy ha poi passato il
microfono a una giovane indiana violentata dalla polizia e che non ha
ottenuto giustizia.
Particolarmente prezioso il contributo di Saher Saba, rappresentante della
Rawa, associazione afghana che fin dai tempi del regime talebano si batte
per l'emancipazione delle donne nello stato dell'Asia Centrale. La
coalizione che dopo l'11 settembre ha attaccato l`Aghanistan causando la
morte di oltre quattromila civili, ha detto Saher Saba, aveva messo sul
piatto della guerra i maltrattamenti nei confronti delle donne, eppure
"oggi, con la nuova costituzione approvata di recente, il quadronon e'
affatto cambiato".
Irene Kahn segretaria generale di Amnesty International e originaria del
Bangladesh, ha parlato della situazione particolarmente drammatica vissuta
dalle donne nel suo paese. "Quando un'impresa multinazionale costruisce una
diga e espropria la terra di proprieta' sia dell'uomo sia della donna, il
compenso concesso va tutto agli uomini e le donne si ritrovano sempre piu'
povere".
Sotto il palco, sedute per terra, ancora loro: le donne indiane. Battono le
mani, numerosissime.
Intanto il Wsf prosegue. La gente di Mumbai, una delle piu' grandi metropoli
al mondo con i suoi quindici milioni di abitanti, sembra ignorare i
centinaia di migliaia, europei, sudcoreani, tibetani, ma soprattutto indiani
provenienti da tutto il subcontinente, che l'attraversano. A testimoniare la
loro presenza i cartellini colorati pass appesi al collo e le scritte a
spray sui muri della città, molte delle quali realizzate dai militanti di
Mumbai Resistance, il forum parallelo che si sta svolgendo a pochi passi da
qui.
Durante il'incontro organizzato stamattina da le monde diplomatique (tema:
il monitoraggio dei mass media) si fanno i primi bilanci. C'e` gia', anche
tra gli organizzatori e nonostante il successo in termini di partecipazione
popolare (soprattutto regionale), chi guarda criticamente a quella che
definisce una grande "festa dell'unita'" internazionale. Altri, invece,
sostengono il modello di piattaforma aperta. Ma sono giudizi prematuri.
Il programma del Wsf entra nelle giornate conclusive. Questa sera incontro
informale della delegazione italiana (oltre quattrocento i presenti).
Domani, giorno 20 e penultimo di forum, ancora workshop autorganizzati
(circa 1200 in totale) e plenarie. In particolare durante la mattinata si
discutera' ancora di guerra (uno degli argomenti centrali qui a Mumbai),
lavoro e oppressione religiosa, etnica e linguistica. La confusione, visiva
e acustica, regna sovrana.

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