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Report dal Summit mondiale dell'Informazione
- Subject: Report dal Summit mondiale dell'Informazione
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Wed, 10 Dec 2003 22:35:05 +0100
News da Ginevra Di Marco Trotta, Lorenzo Mazza Stefania Milan, Margot Becci Iginio Gagliardone1. Problemi di dialogo tra società civile e governi all'interno del world summit. Il ministro Stanca: "facciamo un tavolo comune verso Tunisi 2005"
Mentre Geneva03 stava risolvendo i problemi logistici nella sede ottenuta per il Polymedia Lab dopo lo sgombero, al teatro Palladium, nella sede ufficiale del Palaexpò le cose non andavano meglio. In una affollata riunione volante tenuta nella Hall 4, in mattinata, la società civile, ovvero i rappresentanti delle ONG e di quei soggetti che avevano partecipato al percorso preparatorio verso il Summit, hanno denunciato la mancanza di attenzione dei governi e degli organizzatori alle loro esigenze. Per ben due volte la sede della plenaria della società civile è stata spostata tra ieri ed oggi causando notevoli disagi e le defezioni di chi non è riuscito ad avere informazioni in tempo. Altri problemi sono sorti dalla mancata consegna alla società civile dell'ultima versione della dichiarazione finale in elaborazione durante la plenaria del pomeriggio, mentre diverse obiezioni sono state fatte dalla delegazione africana ad un incontro proposto nel pomeriggio direttamente nella sede dell'ITU nel centro di Ginevra. Si è deciso comunque di chiedere l'integrazione completa della proposta della società civile nella dichirazione finale e che il governo elvetico si faccia carico di supportarla anche finanziariamente durante i due anni di percorso verso Tunisi 2005. D'altra parte la partecipazione alla plenaria del pomeriggio è stata notevolmente selezionata a dimostrazione della notevole complessità del sistema di delega e rappresentanza al vertice ufficiale. Gli unici che potevano entrare erano i delegati in possesso dell'overpass, ovvero un pass che si doveva chiedere ai rappresentanti del proprio caucous (il gruppo regionale o tematico al quale si aveva partecipato durante la fase preparatoria). Per questo motivo molte persone accreditate della società civile sono restate fuori e lo stesso è successo ai media ai quali era vietato l’accesso.
Alla fine del suo intervento il ministro Stanca ha incontrato una delegazione della società civile fuori dalla plenaria dove ha rinnovato l’invito a fare un “tavolo comune verso Tunisi 2005”. Molti i commenti favorevoli anche se si è fatto notare che non solo servirebbe una netta inversione di tendenza rispetto all’attenzione che il governo italiano ha dimostrato verso questi temi e chi se n’è fatto carico fino ad adesso, ma che leggi come la “Gasparri” recentemente approvata vanno in direzione contraria ai principi da sempre sostenuti dalle ONG presenti al WSIS.
2. Ben Ali accolto tra le ovazioni dello stand di Tunisi 2005, ma un articolo su “TerraViva” rovina la festa ai suoi supporter
Al termine del suo intervento in plenaria, il presidente tunisino Ben Ali è stato accolto tra applausi e grida di giubilo nello stand di Tunisi 2005, allestito dal governo per sponsorizzare il summit che si terrà nel 2005 a sancire il processo finale del WSIS, mentre veniva intervistato dalla TV di stato. Ma la festa al presidente in carica dal 1987 è stata rovinata da un articolo di “TerraViva” quotidiano indipendente sul WSIS. In un intervista al segretario di “Reporter sans frontieres”, Robert Ménard, definiva la candidatura di Tunisi “indecente” visto il controllo che il governo esercita su tutti i media, internet compreso (anche se non pochi sono itentativi di ripulirsi la faccia in vista del futuro summit : è infatti stato da poco liberato un cyberattivista incarcerato due anni fa solo per aver osato fare satira politica sul suo sito). RSF, esclusa con molte polemiche dal WSIS, ha annunciato la nascita di una radio pirata (95,8 Fm) durante i giorni del Summit
3. Tunisia 2005?"E' un' aberrazione". Cosi Omar Mestiri, direttore di Kalima, quotidiano on-line tunisino dissidende, attualmente ospitato da un server francese, ha definito la decisione di tenere la seconda fase del Summitsulla società dell'informazione a Tunisi nel 2005; le forti limitazioni alla libertà di espressione nel paese ne renderebbero paradossale il coinvolgimento diretto nel Summit . La dichiarazione ha immediatamente sollevato accese reazioni tra il pubblico nel dibattito sul futuro summit di Tunisi 2005. Sono stati soprattutto cittadini tunisini a prendere la parola. Alcuni interventi hanno messo subito in discussione la posizione di Mestiri, assumendo toni patriottici. Altri hanno rivendicato il diritto della Tunisia di ospitare il Summit in quanto opportunità per attirare l'attenzione della comunità internazionale sullo stato delle libertà civili nel paese e per dare risonanza e legittimità alle ONG locali che operano nel settore. Tra gli intervenuti anche membri tunisini di Amnesty International e militanti in
associazioni africane per i diritti dell'uomo. 4. L’informazione per la Guerra.Se esiste un tema che il WSIS non ha voluto mettere in agenda. questo è il del ruolo dell’informazione all’interno di situazioni di conflitto. Interventi e racconti su come i media abbiano contribuito a mascherare il racconto della verità o addirittura ad alimentare situazioni di conflitto, sono stati possibili soltanto durante gli incontri organizzati dalla società civile a lato del Summit ufficiale. Durante uno di questi Rene Baralt, rappresentante dell’associazione venezuelana Aporrea.org. ha dichiarato “In Venezuela i signori dei media hanno dichiarato un vera e propria guerra al governo democraticamente eletto, e attraverso il controllo dei maggiori canali televisivi hanno piu’ volte incitato la popolazione alla rivolta.. Internet e i media comunitari rappresentano l’unica risorsa a nostra disposizione per neutralizzare questa guerra informativa”.
5. Ingacio Ramonet : la globalizzazione ha dato un nuovo volto alla censura.Durante una delle conferenze organizzate all’interno del WSIS, Ignacio Ramonet, direttore di Le Monde Diplomatique, ha denunciato che, mentre nei paesi con regimi autoritari, la censura continua a prensentarsi nella sue forme tradizionali, attraverso l’incarcerazione dei giornalisti dissidenti e la chiusura di testate critiche nei confronti del regime, nei paesi democratici sta crescendo il rischio di nuove, piu’ subdole, forme di censura.
Queste sono dovute ai sempre crescenti processi di concentrazione proprietaria in atto nei paesi piu’ ricchi, che stanno destituendo la stampa ufficilae dal suo ruolo di quarto potere, di watchdog nei confronti del mondo politico ed economico. L’informazione, destituita del suo valore sociale, è diventata sempre piu’ una merce, costretta a rispondere non piu’ a leggi proprie, ma a quelle della domanda e dell’offerta.
Questo provoca gradi deficit nel processo informativo e rende sempre piu’ necessaria l’istituzione di un quinto potere, di un organo di controllo che vigili sulla responsabilità sociale che i media devono avere nei confronti dei cittadini. Per questa ragione è stata lanciata la proposta di istituire un global media watch che si prenda in carico questo compito.
6. Domani il World Forum on Communication RightsClaudia Padovani presenta così il World Forum on Comunication Rights, l’assemblea plenaria di domani: “E’ stato promosso dal CRIS, Comunication Rights in Information Society, insieme APC (Association for Progressive Comunication), Heinrich Boll Foundation (fondazione tedesca vicino all’SPD), sarà una giornata dove si parlerà di diritti umani raccontati attraverso esperienze e storie di diritti negati o costruiti dal basso. Si prenderanno in considerazione diversi aspetti: povertà, informazione nei conflitti, concentrazione dei media, questione legate alla sicurezza, al controllo e alla sorveglianza. Si vorrebbe riflettere su aspetti fondamentali della società della conoscenza che sembrano passare in secondo piano per i governi che stanno elaborando la dichiarazione ufficiale finale. Si vorrebbe arrivare ad una visione condivisa sui diritti alla comunicazione. Per CRIS è parte di un percorso che è iniziato due anni fa, che passa da Ginevra ma anche Tunisi 2005, e che ha un tratto interessante nell’aver contribuito a far convergere realtà ed energie diverse intorno al diritto alla comunicazione. Alla fine verrà presentata una dichiarazione sui principi fondamentali che stanno alla base della società della conoscenza e che sono la partecipazione, la diversità, l’inclusività e la libertà”.
7. Ridurre le disparità tra generi e aprire la porta a nuovi contenutiUno dei risultati dell’incontro di Ginevra, sarà, il 12 Dicembre, la nascita del Foro mondiale sulla disabilità nella società dell'informazione, che agisce nell'ambito dell'invalidità tecnologica, soprattutto digitale. Si tratta di portare allo scoperto invalidità sociali che impediscono l'acesso alla libera circolazione delle informazioni. Prima ancora di risolvere il divario digitale tra il Nord e il Sud del mondo, si vogliono riemarginare quelle ferite provocate dagli scompensi connaturati ad una società ancora patriarcale.
Per un'inclusione di tutti i Generi nel mondo dell'informazione. Portando dentro le donne e le loro istanze di comunicazione paritaria. Portando dentro tutte quelle fasce produttivamente carenti dal punto di vista informazionale. Questa l'iniziativa del “Gender Caucus”, una piattaforma d'azione promossa da Unifem (united Nations Development Fund for Women) in collaborazione con la società civile e le ong, che agisce per l'effettiva entrata in vigore dell'articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell' uomo. In questa sede viene presentata una piattaforma d'azione: esperienze in corso nelle aree piu' colpite di ciascun continente, la conoscenza diretta con gli operatori.
Nella prima giornata la testimonianza di donne della Giordania. Si tratta di vere e proprie professioniste. E' sicuramente singolare per il Medio oriente: la Giordania è uno dei pochi stato che garantisce libertà di acesso alla rete e ai contenuti, senza censura. Il progetto dell'Unifem ha avuto un forte finanziamento statale, perchè cerca e riesce a informatizzare piccoli villaggi attraverso ricerche ed d'intervento mirate a operazioni sul campo. La sfida principale risiede nella creazione di nuovi contenuti, a cui fasce della popolazione povere possano affezionarsi. Si procede partendo da una logica di edutainment, per arrivare fino a coinvelgere in prima persona nella creazione di contenuti utili e dilettevoli donne, uomini e bambini illeterati. Attraversol'universalismo dei linguaggi visivi si cerca di colmare un gap: la gente é culturalmente ricca di
tradizioni, ma tecnicamente analfabeta nel mondo delle ICT.Interessantissima la volontà di creare una sensibilità condivisa su questi temi, allargando lo spazio alla collaborazionedei singoli.Un universo che proprio sulla bocca di tutti non è.
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