UK: no del governo a maggiori controlli sui mercanti di armi



Fonte: Unimondo
http://unimondo.oneworld.net/article/view/71295/1/

UK: no del governo a maggiori controlli sui mercanti di armi

Venerdi scorso il governo britannico ha rifiutato di accogliere [1] nella 
modifica dell'Export Control Act la proposta di introdurre criteri di
controllo più rigorosi dell'attività degli intermediari (dealers e
brokers) britannici che operano fuori dal Regno Unito. Presentata da un
Comitato quadripartito di parlamentari, la proposta recepiva le istanze
della Campagna internazionale "Control Arms" che chiedeva al governo
britannico di "dare l'esempio" [2] regolamentando con rigore la questione 
degli intermediari di armi. 

Nel maggio scorso il Rapporto del Comitato parlamentare responsabile
della supervisione dell'attività della Difesa, Esteri e del Commercio
aveva messo in guardia che la proposta di modifica della legge sul
Commercio con l'estero (l'Export Control Act) conteneva pericolosi vuoti
legislativi per quanto riguarda gli intermediari britannici di armi che
operano fuori dai confini nazionali i quali possono svolgere impuniti
attività considerate illegali [3] se svolte in Gran Bretagna. La modifica 
della legge recepisce il criterio della "extraterritorialità" solo per
quanto riguarda il controllo dell'attività di cittadini britannici che
commerciano "armi di distruzione di massa, missili a lunga gettata e
strumenti di tortura verso Paesi soggetti a embargo internazionale", ma
non regolamenta l'attività di intermediazione extraterritoriale di altri
sistemi d'arma come le "piccole armi".

Dura la reazione della Campagna 'Control Arms': "Ciò significa che i
commercianti britannici potranno continuare a vendere armi a paesi in
guerra" - si legge nel comunicato della Campagna. [4] "Nonostante nel
manifesto elettorale del 2001 il partito laburista si sia impegnato ad
introdurre norme di controllo delle attività degli intermediari
britannici di armi 'in qualsiasi località essi operino', la nuova legge
permetterà ancora ai mercanti di armi di vendere a paesi in guerra, basta 
che essi stipulino il contratto fuori dal Regno Unito" - prosegue il
comunicato della Campagna che nota come "anche le compagnie
trasportatrici di ami potranno così continuare a operare impunite". "Ciò
significa che le armi britanniche continueranno ad essere usate contro
civili innocenti come di recente in Israele e Indonesia". 

La Gran Bretagna è il secondo Paese al mondo nell'export di armi [5] e
anche dopo l'11 settembre ha continuato a vendere armi a Pakistan e
Uzbekistan, o a Paesi dove si verificano permanenti violazioni dei
diritti umani come Indonesia, Arabia Saudita e Jamaica. 

Promossa congiuntamente da Amnesty International, dal network di oltre
500 associazioni Iansa (International Action Network on Small Arms) e da
Oxfam, la campagna mondiale "Control Arms" [6] è stata lanciata il 9
ottobre scorso in 50 Paesi col sostegno di 19 Premi Nobel. Tra gli
obiettivi principali della Campagna vi sono quelli di ridurre la
proliferazione e l'uso illegale delle armi, convincere i governi a
istituire legislazioni e accordi vincolanti sul commercio di armi e
promuovere per il 2006 un Trattato internazionale che metta al bando
l'esportazione e il commercio di piccole armi verso paesi che violano i
diritti umani.

[1] http://www.guardian.co.uk/armstrade/story/0,10674,1065735,00.html
[2] http://www.guardian.co.uk/armstrade/story/0,10674,1059691,00.html
[3] http://www.guardian.co.uk/armstrade/story/0,10674,1065438,00.html
[4] http://www.controlarms.org/latest_news/pr_171003.htm
[5] http://www.guardian.co.uk/armstrade/story/0,10674,1059843,00.html
[6] http://www.controlarms.org/