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Per la vita di Afsaneh Noruzi
- Subject: Per la vita di Afsaneh Noruzi
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 25 Oct 2003 10:06:46 +0200
A persone e movimenti impegnati per la pace e i diriti umani alle istituzioni democratiche ai mezzi d'informazione PER LA VITA DI AFSANEH NORUZI Vi inviamo il seguente appello, che appare anche nel numero odierno del nostro notiziario "La nonviolenza e' in cammino". Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 25 ottobre 2003 Mittente: Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it * * * APPELLI. AMNESTY INTERNATIONAL: PER LA VITA DI AFSANEH NORUZI [Dal sito di Amnesty International (www.amnesty.it) riprendiamo questo appello. Sulla vicenda di Afsaneh Noruzi cfr. anche l'articolo di Giuliana Sgrena gia' pubblicato nel n. 709 de "La nonviolenza e' in cammino" e che qui sotto riproduciamo di nuovo] Afsaneh Nouroozi e' a rischio immediato di esecuzione dopo che la sua condanna a morte e' stata confermata dalla Corte suprema. Il leader supremo dell'Iran, l'ayatollah Sayed Ali Khamemei, e' l'unica autorita' del paese in grado di concedere la clemenza. Afsaneh Nouroozi e' stata arrestata nel 1997 a seguito dell'omicidio del capo dei servizi di sicurezza della polizia di Kish, nell'Iran meridionale. A quanto sembra, agi' per autodifesa, difendendosi da un tentativo di stupro. Si trova attualmente nella prigione di Bandar Abbas, le cui cattive condizioni di detenzione sono ampiamente note. Nel corso del 2003 Amnesty International ha accertato 83 esecuzioni, anche se il totale effettivo puo' essere assai piu' elevato. * The Leader of the Islamic Republic, His Excellency Ayatollah Sayed Ali Khamenei, The Presidency, Palestine Avenue, Azerbaijan Intersection, Tehran Islamic Republic of Iran Your Excellency, We are members and supporters of Amnesty International, the non-governmental organization which since 1961 has been working in defense of human rights wherever they are violated. We would like to draw your attention to the case of Afsaneh Nouroozi, who is at imminent risk of execution after the death sentence against her was upheld by the Iranian Supreme Court. We recognize the rights and responsibilities of governments to bring to justice those suspected of criminal offences. Nevertheless, we oppose the death penalty as the ultimate violation of the right to life and of the right not to be subjected to cruel, inhuman or degrading treatment or punishment. We respectfully remind you of Iranís obligations under Article 6 of the International Covenant on Civil and Political Rights and the Universal Declaration of Human Rights, which states in Article 3: "Everyone has the right to life, liberty and security of person". For all these reasons, we ask you to use your powers of clemency to commute Afsaneh Nouroozi's death sentence. While thanking you for your attention we remain. Yours sincerely, Nome e indirizzo APPELLI. PEPPE SINI: PER LA VITA DI AFSANEH NORUZI Noi diciamo che occorre salvare la vita di Afsaneh Noruzi. La nostra opposizione alla pena di morte non si basa su argomenti accessori (la possibilita' di errori giudiziari, la crudelta' delle forme di uccisione) ma sul nocciolo stesso di essa: il fatto che uccidere un essere umano e' inammissibile sempre. Ed a maggior ragione quando a compiere l'omicidio e' un'istituzione pubblica che dovrebbe essere sempre preposta a difendere la vita delle persone, non a sopprimerle; giacche' se le istituzioni, il cui unico fine e la cui unica legittimita' e' nella funzione di promuovere e sostenere la civile convivenza (il con-vivere, il vivere insieme; il vivere delle persone, quindi), tradendo questo mandato viceversa uccidono, con cio' stesso non solo commettono il crimine supremo, ma legittimano chiunque a fare altrettanto, disgregano ogni possibilita' di societa', di civilta', di convivenza. * Occorre parlar chiaro: noi sosteniamo la superiorita' morale della scelta della nonviolenza, del preferir morire anziche' uccidere; ma riconosciamo senza esitazioni ad ogni essere umano che gli e' consentito l'esercizio della legittima difesa in stato di necessita', fino al culmine tragico dell'uccidere per salvare da morte se stessi o altri. Non per questo uccidere diventa un diritto, ne' un dovere, ma puo' essere talvolta nella percezione di taluno nella piu' critica delle situazioni una tragica estrema orribile necessita'. E puo' essere anche una non voluta sciagurata conseguenza di un tentativo affannoso e disperato di difendersi. Ma quel che e' consentito ad ogni essere umano in situazioni estreme non puo' essere consentito alle istituzioni, che peraltro solo per metafora sono vive, che non sono esseri viventi, e unici ed insostituibili come e' ogni essere umano. Cosi' la pena di morte e' un crimine sempre; e a maggior ragione - va da se' - la guerra. Cosi' ogni condannato a morte deve essere salvato. Cosi' noi diciamo che occorre salvare la vita di Afsaneh Noruzi. * Noi diciamo che occorre salvare la vita di Afsaneh Noruzi. E non solo perche' il crimine di cui e' accusata, se pur lo ha commesso, si puo' configurare come legittima difesa in stato di necessita', o - se si vuole - come "eccesso colposo" di legittima difesa in stato di necessita'. Noi diciamo che occorre salvare la vita di Afsaneh Noruzi perche' a nessun essere umano deve essere tolta la vita, e se non possiamo piu' resuscitare il violentatore ucciso, possiamo e quindi dobbiamo salvare la vita della sua vittima, della sua assassina (se tale fosse). * Noi diciamo che occorre salvare la vita di Afsaneh Noruzi e di tutte le persone condannate a morte in tutte le parti del mondo: in Iran come negli Stati Uniti d'America, in Cina come a Cuba. Noi diciamo che occorre salvare la vita di Afsaneh Noruzi. Tante possono essere le forme di intervento. Amnesty International ne propone una, sua tradizionale, e molte volte rivelatasi efficace. Affinche' questa vita umana, questa concreta persona umana, sia salva, molte forme democratiche e nonviolente di impegno possono essere esperite: in primo luogo scriverne ai mass-media nostri e internazionali perche' di questa vicenda l'opinione pubblica sia avvertita; chiedere ai nostri legislatori e governanti di chiedere anch'essi - e con atti ufficiali ai loro omologhi iraniani che Afsaneh Noruzi non sia uccisa; promuovere iniziative di riflessione e testimonianza, di incontro e mobilitazione. Tanti sono i modi democratici e nonviolenti, a ciascuna e ciascuno di fare qualcosa. Noi diciamo che occorre salvare la vita di Afsaneh Noruzi. Noi diciamo che occorre salvare la vita di ogni essere umano. APPELLI. GIULIANA SGRENA: PER LA VITA DI AFSANEH NORUZI [Riproduciamo ancora una volta questo articolo estratto dal quotidiano "Il manifesto" del 18 ottobre 2003. Giuliana Sgrena, intellettuale e militante femminista e pacifista tra le piu' prestigiose, e' tra le maggiori conoscitrici italiane dei paesi e delle culture arabe e islamiche; autrice di vari testi di grande importanza (tra cui: a cura di, La schiavitu' del velo, Manifestolibri, Roma; Kahina contro i califfi, Datanews, Roma; Alla scuola dei taleban, Manifestolibri, Roma); e' stata inviata del "Manifesto" a Baghdad, sotto le bombe, durante la fase piu' ferocemente stragista della guerra tuttora in corso] Se ti stuprano ti lapidano, se ti difendi fino all'estremo di uccidere il tuo aggressore ti impiccano. Una triste sorte che accomuna le donne di diversi continenti, vittime dei pregiudizi maschili che incoraggiano la violenza sessuale accanendosi invece contro chi la subisce in nome della legge islamica. La stessa legge che in caso di omicidio prevede persino l'annullamento della sentenza capitale se la famiglia offesa accetta un risarcimento monetario. Una possibilita' che non avra' Afsaneh Noruzi, iraniana di 32 anni, che tra pochi giorni sara' impiccata. Afsaneh e' stata condannata a morte per aver ucciso un ufficiale di polizia che aveva tentato di violentarla. Il fatto e' avvenuto nel 1997 sull'isola di Kirsh, nel Golfo persico, meta turistica iraniana. Asfaneh era ospite con la sua famiglia di un conoscente che viveva in un appartamento adiacente e che approfittando dell'assenza del marito della donna aveva cercato di violentarla, lei si era difesa accoltellandolo. La condanna e' stata implacabile: alla forca. Inutilmente l'avvocato di Afsaneh Noruzi nel corso del processo si e' appellato ad un articolo del codice penale islamico che prevede una reazione "proporzionata" per difendere "la propria vita, il proprio onore, la propria castita', proprieta' o liberta'" in caso di mancata assistenza da parte delle autorita'. La donna, che si trova nel carcere di Bandar Abbas, e' stata condannata il 15 marzo e la condanna e' stata confermata dalla Corte suprema e notificata il 28 settembre. Inutile anche l'appello della figlia quindicenne di Afsaneh, Mahdiye Jahanghiri, che ha scritto una lettera all'ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, ultraconservatore, per chiedere "umilmente" la revisione del caso. Per salvare la vita di Asfaneh si sono mobilitate anche tre deputate iraniane vicine al presidente riformista Mohammed Khatami. Jamileh Kadivar, Azam Naseripour e Tahereh Rezazadeh hanno scritto al capo dell'apparato giudiziario, l'ayatollah Shahrudi, sostenendo che "uccidendo il suo aggressore, Afsaneh Noruzi non ha fatto altro che compiere il proprio dovere umano e islamico per difendere il proprio onore di donna musulmana". In Iran, secondo le organizzazioni per i diritti umani, ogni anno vengono eseguite tra le 150 e le 200 condanne a morte: negli ultimi anni diverse donne sono state lapidate per relazioni extraconiugali. L'anno scorso cinque donne sono state giustiziate, quattro delle quali per aver ucciso il marito. Amina, la nigeriana condannata a morte per aver avuto una figlia da una relazione extraconiugale, e' stata salvata grazie alla mobilitazione internazionale: Amnesty international si e' occupata anche del caso di Afsaneh Noruzi. Ma perche' Afsaneh viene lasciata morire senza che il mondo esprima il proprio orrore e la propria pressione sulle autorita' iraniane? * * *
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