Una cosa da fare



Ad alcune persone amiche della nonviolenza
ad alcuni movimenti, associazioni, istituzioni e centri di ricerca impegnati
per la pace
ad alcuni mezzi d'informazione

Vi inviamo il seguente intervento, ringraziandovi per l'attenzione.

il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 18 ottobre 2003

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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UNA COSA DA FARE

"L'ipocrisia e' un omaggio che il vizio rende alla virtu'". Cosi' la massima
218 di La Rochefoucauld. Ma anche noi che pure amiamo i modi cerimoniosi -
che son sempre meglio della brutalita' - ci indignamo di lancinante dolore e
soffocante vergogna quando l'ipocrisia e' palese complicita' con l'omicidio.
Cosi' e' nel caso dell'esibito dispiacere dei pubblici poteri italiani per
le ennesime morti di innocenti nel mare in vista delle nostre coste.
Innocenti che in fuga da miseria e violenze inenarrabili speravano trovare
qui umana accoglienza, ed hanno trovato solo lo strazio estremo.
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C'e' un solo modo perche' questa strage cessi: ed e' accogliere tutte le
persone che ne hanno diritto cosi' come la nostra Costituzione, scritta col
sangue e con le unghie dei morti della Resistenza, stabilisce.
E c'e' un solo modo per concretamente inverare cio' che la legge
fondamentale del nostro ordinamento giuridico ci fa obbligo di fare:
organizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per chi in fuga
dalla fame e dalle guerre, dalle ingiustizie e violenze piu' atroci, nel
nostro paese vuol giungere a trovare scampo.
E' una proposta umile e austera che da anni propugnamo, e il primo che volle
esprimerci il suo sostegno ad essa fu un amico che ora non piu' vive ma che
dimenticato non abbiamo, e che si chiamava Dino Frisullo.
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Come gli eroi del Risorgimento italiano sottoposti alla caccia al'uomo delle
autocrazie imperversanti furono accolti e salvati da paesi e popoli
generosi, come furono accolti e salvati da generosi popoli e paesi gli
antifascisti italiani perseguitati dalla dittatura e minacciati dal
genocidio, cosi' oggi e' a noi il dovere di accogliere e salvare chi fugge
da poteri disumani e da una terribile miseria le cui scaturigini sono in
determinante misura in un ordine mondiale inquo di cui noi siamo tra i
beneficiari a danno dei quattro quinti dll'umanita'.
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Accogliere tutti. Offrire a tutti un servizio di trasporto pubblico e
gratuito. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto umano di fuggire
dalla fame, dalle torture e dalla morte, di salvare la propria vita.
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente
sull'unica terra che e' di tutti per trovare un luogo in cui vivere in pace
e dignita'.
E tutto il resto e' vilta', menzogna e assassinio.

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

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