Soldati che rinunciano a vivere



Soldati che rinunciano a vivere

Articolo di Santi Greco per www.peacelink.it

Dal primo maggio 2003 ad oggi sono ben 14 i soldati americani, secondo USA Today, che si sono suicidati in Iraq, mentre per altre 12 morti si sospetta che si tratti di suicidi, benche' siano state classificate come avvenute durante operazioni di controllo del territorio. Perche' giovani addestrati a difendere se stessi e ad uccidere il nemico decidono di togliersi la vita? Perche' la depressione li colpisce a tal punto che non vogliono piu' vivere? Forse sono stanchi di doversi sempre guardare alle spalle, visto che i militari americani morti dopo che e' stata proclamata la fine della guerra sono piu' di quelli morti durante la stessa. O forse perche' proprio il primo maggio il presidente Bush, annunciando la fine della guerra, aveva dato loro la speranza che il peggio fosse passato, mentre le maggiori violenze sono capitate proprio dopo quella data. I suicidi sono allora frutto della delusione provata? Non c'e' dubbio che grande deve essere stato questo sentimento per dei soldati abituati a sentirsi dire che l'America vince sempre, che la guerra in Iraq sarebbe stata breve e con poche perdite, che gli iracheni si sarebbero arresi immediatamente, che presto tutto il territorio iracheno sarebbe stato sotto controllo. Nessuno ha fatto presente che non sempre l'esito di una guerra e' quello preventivato, che non sempre si puo' prevedere come una popolazione attaccata possa reagire. L'addestramento di un soldato non puo' comprendere il sentirsi dire che si puo' essere sconfitti, che si potrebbe morire, perche' questo influirebbe negativamente sulla sua formazione. Cosi' ci si trova ad affrontare una realta' alla quale non si era preparati, nonostante l'addestramento ricevuto. Un esercito di psicologi e' per questo stato inviato ad affiancare l'esercito di militari, per cercare di capire le ragioni che spingono giovani soldati a rinunciare alla vita. Il primo risultato e' stato quello di rimandare a casa 478 soldati che presentavano problemi psicologici, cioe' dei potenziali suicidi. Ma capire le vere cause e' piu' complesso. Anche perche' se tutto e' iniziato a causa della guerra, mi sembra chiaro che la soluzione e' por fine ad essa, cosa impossibile da accettare. Allora si cerchera' di dare nuove motivazioni a chi e' rimasto a fronteggiare una situazione di grande insicurezza, ribadendo che alla fine saranno loro a vincere, perche' sono i piu' forti, ricordando che ogni buon americano deve essere fedele alla propria bandiera e che ogni buon soldato deve solo eseguire gli ordini, senza riflettere. E' proprio perche' hanno lasciato via libera ai pensieri che i loro 14 compagni si sono uccisi, rinunciando a far parte dell'eroico esercito americano. Il messaggio che queste morti lasciano e' che non esistono guerre preventive; che l'unica guerra giusta e' quella alla quale si rinuncia.