[AI] Le Ong rifiutano una cooperazione "strumento di azione militare"



ONU DEI POPOLI - A Perugia le Ong rifiutano una cooperazione "strumento di azione militare ed espansione commerciale". Lanciata una campagna di sensibilizzazione per il semestre italiano di presidenza UE.

Perugia, 11 ott. "Il parlamento italiano con la nuova finanziaria tagliera' nuovamente i finanziamenti per la cooperazione". L'allarme e'lanciato da Sergio Marelli, presidente dell'associazione Ong italiane,  Durante i lavori dell'"Assemblea dell'Onu dei Popoli" dedicati alla cooperazione internazionale.
"Il presidente del Consiglio -ha proseguito Marelli- aveva promesso alle Ong un impegno finanziario pari a quello dell'anno precedente, mentre in realta' le risorse dedicate alla cooperazione verranno tagliate del 15%".
Mario Gay, delegato europeo dell'associazione Ong Italiane, affermando che "noi siamo quelli del 7 per mille" ha ricordato l'impegno dei paesi industrializzati a destinare il 7 per mille del prodotto interno lordo alla cooperazione internazionale.
Gay si e' dichiarato preoccupato di un "arretramento" sulla quota del Pil destinata alla cooperazione, e dopo aver sostenuto "il ruolo centrale delle Nazioni Unite" nella gestione dei rapporti internazionali" ha invocato un intervento deciso dell'Europa a favore della cooperazione durante il semestre Italiano di presidenza.
Nel corso del seminario dedicato alla cooperazione l'associazione delle Ong italiane ha inoltre presentato la campagna "sei mesi per l'europa, un altro futuro per il mondo", aperta da un "manifesto delle Ong" nel quale si dichiara il rifiuto delle "pratiche che fanno della cooperazione uno strumento di espansione commerciale, di dipendenza tecnologica, di controllo delle frontiere, di azione militare, di dominio culturale".
Massimo Rossi, presidente del Consiglio Comunale di Grottammare (AP) ha descrittto le sue esperienze concrete di cooperazione decentrata, affermando il ruolo centrale della societa' civile e degli enti locali, "che rischiano di essere messi in secondo piano dagli interessi delle imprese legate al settore della cooperazione".