[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
[AI] Le quattro nuove campagne dell'acqua per la pace
- Subject: [AI] Le quattro nuove campagne dell'acqua per la pace
- From: Roberta Bertoldi - Unimondo <roberta.bertoldi at unimondo.org>
- Date: Fri, 10 Oct 2003 20:36:03 +0200
Più di 5 milioni di persone, la maggior parte dei quali bambini, muoiono ogni anno per le malattie legate alla carenza e all'inquinamento dell'acqua: una persona ogni 14 secondi. Il Comitato mondiale per il Contratto dell'acqua e la federazione di oltre 30 ong italiane Cipsi, insieme a tutti i movimenti, i comitati e le associazioni impegnati in difesa dell'acqua come bene comune dell'umanità e presenti a Perugia all'Onu dei Popoli, nel seminario Acqua bene comune di tutti sulla terra organizzato in collaborazione con l'associazione dei consumatori Coop, chiedono all'Europa un impegno concreto, a partire da quattro nuove campagne: - BRASILE - Sete Zero,Un milione di cisterne: lanciato da Valquiria Alves Smith Lima, coordinamento ASA - INDIA - Gange is not for sale: lanciato da Vandana Shiva, Movimento Navdanya - AFRICA - Acqua per tutti in Senegal: lanciato da Mamadou Cissoko, network ROPPA - MEDITERRANEO - Turchia, salviamo la culla dell'umanità, lanciato da Zulkuf Karatekin, Associazione ingegneri di Diyarbakir BRASILE - Sete Zero,Un milione di cisterne Il Brasile concentra nelle sue falde circa il 14% dell'acqua del mondo, eppure nelle zone semi-aride del Paese è disponibile appena il 3% di tutta l'acqua del Paese. Ma c'è un altro problema per il diritto all'acqua il queste regioni: il 70% delle falde nel semi-arido è ormai inquinato e l'unica strada percorribile è lo sfruttamento dell'acqua piovana. Per questo, nell'ambito del progetto Fame Zero, il Governo Lula ha sviluppato l'asse Sete Zero che però, a differenza del progetto complessivo, ha assunto una mobilitazione e una progettualità già avviata a livello locale dalle organizzazioni della società civile. Il programma "un milhao de cisterna rurais" è coordinato infatti dalla rete ASA (Articulacao no Semi-Arido) di cui fanno parte oltre 700 associazioni, istituzioni della Chiesa Cattolica e delle Chiede Evangeliche, ongs di sviluppo, comitati e gruppi di appoggio degli stati federali di Alagoas, Bahia, Cearà, Espirito Santo, Maranhao, Mina Gerais, Paraiba, Pernambuco, Piauì, Rio Grande do Norte e Sergipe. Il programma prevede la costruzione in questi Stati di un milione di cisterne completamente affidate alle famiglie e gestite dalle comunità rurali. Ogni cisterna viene costruita in muratura accanto alla casa dei contadini, dura circa 40 anni e garantisce una disponibilità media di 16mila litri d'acqua piovana, convogliata dai tetti e filtrata. "La sfida e il valore aggiunto di questo progetto - spiega Valquiria Alves Smith Lima, presidente dell'associazione brasiliana "Un milione di Cisterne" e coordinatrice dell'ASA - è il coinvolgimento delle famiglie e delle comunità alla costruzione e alle gestione delle cisterne. Le tecnologie sofisticate non sono gestibili a livello locale, perché spesso danneggiano l'ambiente, richiedono manutenzione e finanziamenti ingenti, mentre le cisterne, una volta costruite, costituiscono anche un terreno di crescita per le famiglie che possono confrontarsi e gestire insieme solidarmente questo patrimonio, secondo le necessità di ciascuno". Il progetto viene rilanciato in Italia, in occasione della V Assemblea dell'Onu dei popoli, dalla federazione di ong italiane Cipsi che, insieme al Comitato internazionale per il Contratto mondiale dell'acqua presieduto da Mario Soares e coordinato da Riccardo Petrella, chiama alla mobilitazione solidale tutte le persone, ma anche enti locali, associazioni, movimenti, comitati e tutte le realtà della società civile italiana che vogliono partecipare a questa grande campagna di solidarietà, coerentemente con i principi del Contratto mondiale dell'acqua. "E' possibile grazie a questo progetto - spiega Riccardo Petrella - sperimentare e sostenere modelli innovativi di solidarietà internazionale e di cooperazione decentrata, in sintonia con i principi della gestione partecipata, democratica e responsabile e del finanziamento pubblico dell'acqua come bene comune e patrimonio dell'umanità, strumento di relazioni pacifiche tra cittadini e comunità locali". L'obiettivo è sostenere la costruzione e la gestione comunitaria di cisterne da parte di un milione di famiglie negli 11 stati interessati, per un totale di 5 milioni di persone al quale verrà garantito l'accesso all'acqua potabile. Il programma non si limita alla costruzione di infrastrutture, ma anche a sostenere programmi locali di esucazione popolare per la gestione solidale della risorsa idrica. Il bilancio complessivo del programma è di E 320.725.301,53 dei quali 249.878.426,53 in contanti e 70.846.875,00 come contributo valorizzato delle comunità locali. Il costo medio di una cisterna è di 793,58 reais, pari a circa 250 euro. Associazioni, Enti Locali, Fondazioni, Gruppi di base o singoli cittadini italiani potranno finanziare una parte del progetto, una singola cisterna, parte di essa, richiedere il gemellaggio diretto con un comune o una comunità brasiliana oppure entrare a far parte del Consorzio che gestisce l'intera operazione, stanziando un fondo dedicato. INDIA - Gange is not for sale In India ogni capofamiglia spende circa il 25% del proprio reddito ogni giorno per l'acqua, eppure la disponibilità pro-capite è sempre più ridotta. Il 9 agosto 2002 5mila contadini hanno marciato sul villaggio Bhanera per protestare contro l'istallazione della conduttura-mostro di 3,25 metri di diametro che sottrarrà acqua al fiume Gange per incanalarla verso l'impianto di trattamento e distribuzione Sonia Vihar di Delhi. Il progetto, co-promosso dalla società francese Suez-Ondeo e dal Governo di Delhi, sottrarrà 635 milioni di litri d'acqua al giorno ai villaggi e alle coltivazioni dei villaggi per un'area di 30 kilometri da Muradnagar fino a Sonia Vihar, per distribuirla a circa 3 milioni di abitanti della capitale. L'impianto è stato pagato dal governo Indiano all Ondeo-Suez 50 milioni di dollari statunitensi, ed ora si rischia un aumento diretto delle tariffe, o della tassazione indiretta. "L'acqua non è denaro, ma è un patrimonio dell'umanità - ha dichiarato Vandana Shiva, economista e leader dei movimenti indiani - Per questo dobbiamo chiedere ai Governi del Nord del mondo di investire sui diritti dei cittadini del Sud del mondo. Possiamo essere noi cittadini a coinvolgerci in una gestione solidale dei servizi, per renderli accessibili a tutti, rispettando la biodiversità e il nostro patrimonio culturale secondo i principi del Contratto Mondiale dell'acqua". I cittadini e le associazioni europee sono chiamati a difendere le acque del Gange insieme ai gruppi e ai comitati indiani: "Il Gange non è solo un fonte d'acqua: è un vibrante universo, dà significato ai popoli che lo abitano perché è la culla dove, dall'incontro dei diversi elementi, nasce la vita per oltre 30 milioni di esseri umani. Per questo come movimenti indiani in difesa dei beni comuni abbiamo bloccato parte del nuovo impianto per la fornitura d'acqua a Delhi - ha spiegato Vandana Shiva a Perugia - e rilanceremo l'appello al Forum sociale mondiale che si terrà a gennaio a Bombay. Chiediamo alla società civile europea di farci sentire il proprio appoggio attraverso la spedizione di cartoline al primo ministro indiano. Il testo è semplice: Gange is not for sale". AFRICA - Acqua per tutti in Senegal Una persona di medie condizioni sociali negli Stati Uniti utilizza per le diverse attività personali tra 250 e 300 litri d'acqua al giorno. Un cittadino di medie condizioni in Somalia ne consuma meno di 9 litri. Non è soltanto un problema di disponibilità della risorsa, che varia molto in questo continente da Paese a Paese, ma più spesso è frutto di scelte politiche sbagliate sia a livello internazionale sia nazionale. La risorsa in Senegal non è scarsa, ma la gestione dell'acqua è diversificata. L'area rurale ha una gestione popolare della risorsa: ogni comunità elegge un gruppo che si occupa della gestione e della distribuzione e se si considera che il 70% della popolazione del Senegal è composta da piccoli agricoltori una forma partecipata è forse quella che meglio può accogliere le necessità e le richieste di questo vasto settore della popolazione. Mamadou Cissoko, contadino senegalese, è presidente onorario del ROPPA, network di movimenti contadini di 6 Paesi del Sahel. Cissoko è all'Onu dei Popoli per denunciare i primi tentativi di privatizzazione dell'acqua in Senegal e per chiamare alla mobilitazione le realtà europee. "Oggi si comincia a parlare di affidamento ai privati della rete idrica rurale del Senegal - denuncia il leader contadino - e di sottrarre la rete dalla gestione popolare. ROPPA sta riflettendo su come difendere il modello elettivo della gestione delle comunità rurali - spiega Cissoko - e come eventualmente estenderlo alle città, perché, mentre lo Stato ha sempre dichiarato di non avere risorse sufficienti per mantenere la rete, come comunità abbiamo dimostrato di saperlo fare, e anzi di essere riusciti a rendere la manutenzione e l'allargamento della rete compatibile con una gestione solidale". MEDITERRANEO - Turchia, salviamo la culla dell'umanità In Medio Oriente l'acqua è sufficiente per il fabbisogno dei suoi abitanti, ma il rischio di conflitti armati per il monopolio della risorsa è altissimo, in particolare a seguito della politica del Governo turco nella gestione delle acque del Tigri e dell'Eufrate. Dal Tigri e dall'Eufrate la Turchia riceve appena il 29% di tutta la sua acqua potabile, mentre la Siria e la Turchia ne dipendono quasi interamente. Gap, (Güney Anadolu Projesi, GAP) il gigantesco progetto idroelettrico del Sud-Est Anatolia destinato ad irrigare milioni di ettari per monocolture intensive, funzionali alle imprese turche e americane: 22 dighe, 19 centrali idro-elettriche e un numero sterminato di gallerie, canali ed altre opere d'irrigazione. Il complesso renderà minuscola la diga di Ataturk (1990), che pure è una delle più grandi del mondo (48 milioni dimetri cubi). Nell'ambito del Gap il governo turco ha deciso la costruzione della diga di Ilisu sul Tigri, nella regione del Kurdistan turco. Sia la Siria sia l'Iraq temono il controllo turco sull'acqua, che rischia di lasciare entrambi in paesi "al secco". Nell'ambito del progetto per l'Anatolia del Sudest sarà realizzata la diga di Ilisu e sarà terminata al più presto: un muro lungo 1.820 metri ed alto 135 metri che permetterà di mettere sotto acqua un territorio di 313 km2, nel quale si trovano tra l'altro importanti parti del patrimonio archeologico e storico-culturale della città kurda di Hasankeyf. "L'umanità intera ha protestato contro la distruzione da parte dei talebani dei Budda monumentali - denuncia Zulkuf Karatekin - presidente dell'Associazione Camera degli ingegneri Turchi impegnata nella lotta contro le nuove dighe -. Se il progetto di Ilisu verrà realizzato, 101 città e villaggi saranno parzialmente sommersi dall'acqua, altri 82 spariranno definitivamente. 88 villaggi e città, nelle quali vivevano 15.581 persone sono già stati sgomberati: i piccoli contadini kurdi, cui è stata espropriata la terra, stanno ancora aspettando un risarcimento adeguato. Nei 95 insediamenti che ancora non sono stati distrutti vivono 43.733 persone". Zulkuf, intervenendo all'Onu dei Popoli, ha chiesto alla società civile italiana ed europea di mobilitarsi per impedire che il progetto vada avanti: "Sotto la pressione della società civile internazionale tutti i co-finanziatori stranieri del progetto, imprese inglesi, svizzere e la Impregilo italiana si sono ritirate. Oggi il Governo turco sta tentando di coinvolgere la Germania: vi chiediamo di continuare a tenere alta l'attenzione e la pressione sui vostri Governi e sui media perché continuino a denunciare i rischi connessi con la realizzazione della diga di Ilisù e di tutto il progetto GAP". Fonte: Tavola della Pace ---------------------------------------------------------------- This message was sent using IMP, the Internet Messaging Program.
- Prev by Date: [AI] Iraq: osservatorio sull’occupazione e critiche al governo di transizione
- Next by Date: Solidarietà agli indagati nell’inchiesta sul ‘Sud Ribelle’
- Previous by thread: [AI] Iraq: osservatorio sull’occupazione e critiche al governo di transizione
- Next by thread: Solidarietà agli indagati nell’inchiesta sul ‘Sud Ribelle’
- Indice: