[AI] Seminario:Il contributo dell'Europa per la soluzione dei conflitti




La creazione di un network italiano e europeo per il disarmo: e' questa
l'interessante iniziativa presentata stamane al seminario "Il contributo
dell'Europa per la soluzione dei conflitti" nel quale rappresentati della
società civile europea e mondiale hanno discusso sul ruolo dell'Europa per la
promozione della pace. 

E' la risposta puntuale del mondo pacifista alle dichiarazioni del Ministro
della difesa Antonio Martino che nei giorni scorsi preannunciava la creazione
di una 'Agenzia europea per gli armamenti e la ricerca strategica' che "servirà
a sviluppare le capacità militari dell'UE ed a consolidare le industrie del
settore". 

"Il network intende dare una forma stabile e continuativa all'esperienza del
coordinamento di gruppi locali e nazionali che hanno promosso la Campagna di
difesa della legge 185/'90 (la legge italiano sul commercio delle armi) che ha
visto un'ampia partecipazione popolare e intende coordinare e mettere in rete
le numerose e importanti iniziative che oggi si svolgono a livello territoriale
promosse da associazioni, ong nazionali e internazionali, istituti di ricerca,
organizzazioni laiche e religiose, associazioni di volontariato, sindacati e
agenzie di informazione" - ha detto Tonio Dell'Olio presentando la proposta.
Già una trentina di associazioni hanno aderito all'iniziativa di una rete
nazionale di studio e monitoraggio della produzione e commercio di armamenti e
per il disarmo che si sta coordinando con altre iniziative promosse a livello
europeo da diverse associazioni. 

Come ha spiegato Chiara Bonaiuti dell'Osservatorio sul commercio delle armi
(Oscar) dell'Istituto di ricerche economiche e sociali Ires-Toscana, le
legislazioni attuali dei paesi europei in materia di commercio e di
esportazioni di armi sono alquanto differenti, disomogenee e lacunose. Un dato
preoccupante soprattutto se pensiamo ai 10 paesi dell'est europeo che
prossimamente faranno parte dell'EU che, come documentano gli studi di vari
agenzie, sono stati uno dei maggiori canali di trasmissioni di armi verso paesi
del Sud del mondo governati da dittatori o in guerra. Sulle normative europee
sull'export di armi si è concentrato il documentato intervento di Chiara
Bonaiuti che ha messo in luce anche le carenze dell'attuale Codice di Condotta
europeo, unico strumento politico in materia di commercio di armamenti, che
però non ha alcun valore vincolante per i paesi. 

Di fronte alle pressanti richieste della lobby armiera di liberalizzare gli
scambi interni, espandere i mercati e sovvenzionare con interventi finanziari
statali l'industria armiera che sempre più si va privatizzando, l'iniziativa di
un network italiano ed europeo che offra ai cittadini un costante monitoraggio
dell'export europei di armi e si faccia loro portavoce sulle questioni
politiche, legislative ed economiche connesse appare di sicuro rilievo. "Ma
occorre anche - ha sottolineato don Albino Bizzotto di 'Beati i costruttori di
pace' - lavorare sul versante culturale per promuovere una cultura che metta al
bando gli armamenti. Non e' un caso che nel momento in cui in Europa e nel
mondo intero si esprimeva il massimo di domanda di pace e il no alla guerra, i
governi di molti paesi decidevano di aumentare i budget militari". (GB) 

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