WTO - Italia responsabile del possibile fallimento dell'Unione Europea a Cancun



Comunicato stampa Rete Lilliput - Questo mondo non è in vendita
Ufficio Stampa a Cancun: Luca Manes, Monica Di Sisto, Cristiano Lucchi
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WTO - Italia responsabile del possibile fallimento dell'Unione Europea a Cancun
Sulle posizioni di Lamy la Campagna "Questo mondo non è in vendita" chiede
alla delegazione italiana di lasciare i negoziati.

La Campagna "Questo mondo non è in vendita" chiede alla delegazione
governativa italiana di lasciare i negoziati nel caso oggi non riuscisse ad
attaccare con determinazione la posizione negoziale del commissario Pascal
Lamy all'incontro del Consiglio Europeo. Almeno in questo modo si
risparmierebbe la figuraccia di vedere che la priorità italiana sulle
indicazioni geografiche si rivelerà un fallimento. E' stato, infatti, lo
stesso vice-ministro Urso a far presente che il lancio di nuovi negoziati
sui temi di Singapore, a partire dal controverso accordo multilaterale
sugli investimenti che vede l'opposizione della stragrande maggioranza dei
paesi in via di sviluppo, sono una priorità per l'Italia come presidenza
dell'Ue. Ma di fronte alle necessità del negoziato sull'agricoltura in
qualsiasi momento l'Italia e gli altri paesi membri Ue posso chiedere al
commissario europeo Lamy di mollare, visto poi che, come specificato dal
ministro Alemanno, le indicazioni geografiche per l'Italia sono la priorità
assoluta.

Ieri il Commissario Lamy aveva definito la questione dei temi di Singapore
(investimenti, concorrenza, trasparenza negli appalti pubblici e
facilitazione al commercio) un deal breaker, ossia una condizione sine qua
non per l'Unione europea per l'avanzamento di tutti gli altri negoziati a
Cancun.

"Per gli italiani, più che un deal breaker, l'allargamento del mandato ai
temi di Singapore del Wto è chiaramente un "deal maker" per raggiungere
altri obiettivi. Sarebbe il caso di dire subito a Lamy di mollare una volta
per tutte, prima che la nave europea affondi nel bel mare di Cancun.
Sappiamo che altri paesi Ue la pensano allo stesso modo ed è il caso di
muoversi perché noi abbiamo la presidenza" sostiene la Campagna Questo
mondo non è in vendita.

Nel frattempo il negoziato sulle indicazioni geografiche per i prodotti
agricoli italiani è stato inserito nel dibattuto e poco importante gruppo
di lavoro su questioni miscellanee, insieme ad altre questioni secondarie.
L'Unione europea non è infatti riuscita ad ottenere un tavolo specifico per
le indicazioni geografiche.

"Quella di Urso è una vittoria di Pirro: il fatto che si discuta di
indicazioni georgrafiche quando gli Usa sono contrari ci mette in una
posizione di completo isolamento. Quella italiana è una battaglia persa,
non abbiamo merce di scambio, e continuiamo a chiedere al Sud del mondo
anche gli investimenti. Che almeno il ministro Alemanno metta in riga Lamy"
chiede la Campagna Questo mondo non è in vendita.