[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La nonviolenza e' in cammino. 669
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 669
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 10 Sep 2003 01:45:08 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 669 del 10 settembre 2003 Sommario di questo numero: 0. Comunicazione di servizio 1. Mao Valpiana: ripartire da Gubbio 2. La carovana della pace a Napoli 3. Peppe Sini: atto di opposizione alla richiesta di archiviazione dell'esposto sui trasporti di armi a Pisa 4. Francesca Borrelli: un incontro con Arundhati Roy 5. Sergio Paronetto: il diritto come fiume possente 6. Elena Loewenthal: una pazienza millenaria 7. Domenico Gallo ricorda Sergio Garavini 8. Il centro per la pace di Ovada intitolato a Rachel Corrie 9. Letture: AA. VV., Dieci parole della nonviolenza 10. Letture: Alex Zanotelli, Nel cuore del sistema: quale missione? 11. Riedizioni: Wasim Dahmash, Tommaso Di Francesco, Pino Blasone (a cura di), La terra piu' amata. Voci della letteratura palestinese 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento 13. Per saperne di piu' 0. COMUNICAZIONE DI SERVIZIO Continuano a pervenirci quantita' esorbitanti di messaggi recanti virus di cui taluni apparentemente da noi stessi inviati e con titoli ingannevoli. Ricordiamo a tutti che i nostri messagi non contengono mai allegati; e suggeriamo a tutti di tenere costantemente aggiornati gli antivirus e di fare frequenti scansioni di controllo dei propri computer. 1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: RIPARTIRE DA GUBBIO [Ringraziamo Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" (per contatti: azionenonviolenta at sis.it), per questo intervento. Mao Valpiana e' una delle figure piu' belle della nonviolenza in Italia; un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 di questo notiziario] Un passo avanti per la nonviolenza organizzata nel nostro paese. Si e' conclusa l'iniziativa promossa dal Movimento Nonviolento dal 4 al 7 settembre "In cammino per la nonviolenza". Quattro giorni di cammino, festa, laboratorio, convegno, in un clima raccolto, sereno, fraterno, conviviale, riflessivo, reso ancor piu' piacevole dalla bellezza di Gubbio. Persone di tutte le eta' e di varie provenienze geografiche, hanno percorso il sentiero francescano da Assisi a Gubbio, giungendo alla chiesa della Vittorina, dove Francesco converti' il lupo. Qui si e' concluso il cammino, con una testimonianza laica di Daniele Lugli (segretario del Movimento Nonviolento), una preghiera del reverendo Morishita (monaco buddhista) e una riflessione di padre Angelo Cavagna (sacerdote dehoniano). Gli oltre cento partecipanti al convegno dal titolo "Al posto della guerra" hanno riflettuto insieme sulla necessita' di costruire un'Europa disarmata. L'Europa che gli amici della nonviolenza vogliono e' l'Europa delle municipalita', senza eserciti, rivolta al Mediterraneo, con un modello di sviluppo sostenibile. I lupi della guerra, della cultura, dell'economia, del commercio, dell'informazione, possono essere resi inoffensivi solo dalla nonviolenza, da quel "potere di tutti" che gia' altre volte si e' manifestato nella storia. Il cambiamento profondo puo' venire solo dal basso, dalle scelte personali che i cittadini possono fare. Cio' che hanno fatto i movimenti nonviolenti di Gandhi, di Martin Luther King, delle donne, e' stato cambiare la cultura profonda delle persone, ed e' cio' che dobbiamo fare anche noi oggi. Non esistono scorciatoie elettorali. Il potere e' gia' nelle mani di ognuno, non c'e' necessita' di conquistarlo. Come diceva Aldo Capitinini "da una periferia onesta, pulita, nonviolenta, avverra' la resurrezione del mondo". Al convegno sono intervenuti tra gli altri Gianni Tamino, Paolo Bergamaschi, Nanni Salio, Angela Marasso, Rocco Pompeo, Peppe Sini, Daniele Lugli. La proposta emersa con forza e' stata quella di costituire un Corpo civile europeo di pace come strumento per la politica estera europea, di prevenzione e soluzione dei conflitti. Anche i bambini presenti hanno dato il loro contributo con un laboratorio creativo, lasciando sui rami degli alberi di Gubbio messaggi di pace per gli eugubini. I 40 anni della rivista mensile "Azione nonviolenta" (fondata da Aldo Capitini) sono stati celebrati con una festa al teatro comunale di Gubbio e la mostra "40 anni di storia in copertina", mostra a cui si affiancava quella sulla figura, il pensiero e l'opera di Aldo Capitini. I resoconti dell'iniziativa saranno pubblicati sul numero di ottobre 2003 di "Azione nonviolenta". 2. INIZIATIVE. LA CAROVANA DELLA PACE A NAPOLI [Dagli amici missionari comboniani e dai giovani con loro impegnati nell'esperienza nonviolenta della carovana della pace (per contatti: e-mail: gimpadova at libero.it, sito: www.giovaniemissione.it) riceviamo e diffondiamo] Il destino si decide nelle periferie. Con questo spirito la carovana della pace ha voluto inserirsi per tre giorni nei quartieri popolari di Napoli, accolta dalla comunita' di recupero per tossicodipendenti "Crescere Insieme", in pieno quartiere della Sanita'. Nelle periferie sono scese (ed era la prima volta per molti) molte associazioni della citta': Mani tese, Agora', il gruppo di pastorale giovanile Shekinah, gli scout. Con loro la carovana ha incontrato la gente del rione Sanita' e dei Quartieri Spagnoli, durante due intensi giorni di sensibilizzazione sulla pace, serate di preghiera o di riflessione sulla profezia della Pacem in Terris, momenti di preghiera, di festa, di celebrazione eucaristica in piazza, di visita alle persone lungo la strada. Nelle periferie abbiamo tracciato piste di impegno insieme a chi vive a Napoli: la Chiesa Battista, la Scuola di Pace, Giuliana Martirani, Tonino Drago, don Tonino Palmese (testimoni della difesa popolare nonviolenta e della lotta contro tutte le mafie, tramite la rete Libera). Nelle periferie abbiamo scoperto cosa significa "inserzione", discesa umile e permanente nel cuore della vita della gente, pista privilegiata verso la pace. La comunita' Crescere Insieme, le scelte delle Piccole Sorelle di Charles de Foucauld, l'Associazione Quartieri Spagnoli, ci hanno insegnato a ripartire dai piccoli, in profondo ascolto, nello stesso stile di Dio che con la creazione ha voluto restringersi per fare spazio alla vita. La carovana si e' inserita anche nel mondo dell'immigrazione, dando tanti volti concreti alla campagna "un decalogo per gli immigrati" che sta sostenendo (cfr. nel sito www.giovaniemissione.it). La comunita' comboniana di Castelvolturno (Ce) e la comunita' cristiana africana locale hanno accolto i giovani della carovana in un momento intenso di celebrazione e di festa. Immergersi tra la gente ci ha fatto sperimentare il senso di isolamento, di lontananza delle istituzioni e della chiesa istituzionale, cosi' come della "Napoli bene". Vengono di conseguenza la rassegnazione, l'impotenza, la necessita' di "arrangiarsi" e la fatica di sognare insieme. La speranza resiste nella scelta di abitare il tempo e i luoghi della gente, stare in mezzo a loro per incontrare e assaporare l'accoglienza, la festa, la vita che ogni giorno ci sorprende e ci supera. La carovana riparte, ma lascia a Napoli i tanti gruppi inseriti nel cuore delle sfide di questa citta' pulsante di vita. La nuova comunita' in cui padre Alex Zanotelli vivra' continuera' a cercare piste d'azione, perche' vinca la vita. 3. DOCUMENTI. PEPPE SINI: ATTO DI OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE DELL'ESPOSTO SUI TRASPORTI DI ARMI A PISA [Riproduciamo l'atto di opposizione alla richiesta di archiviazione dell'esposto del 24 febbraio 2003 sui trasporti di armi redatto ieri dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo e indirizzato al Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Pisa e a vari altri destinatari] al Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Pisa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa al Presidente del Tribunale di Pisa e per opportuna conoscenza: alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo alla Procura Generale della Repubblica, Roma e sempre per opportuna conoscenza: al Presidente della Repubblica al Consiglio Superiore della Magistratura al Presidente del Consiglio dei Ministri ai Ministri degli affari esteri, della difesa, della giustizia, dell'interno e a vari altri soggetti istituzionali e della societa' civile * Oggetto: Opposizione ai sensi dell'art. 410 del codice di procedura penale alla richiesta di archiviazione presentata dal sostituto procuratore al giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Pisa in data 27 giugno 2003 e notificata al sottoscritto quale "persona offesa" il 2 settembre 2003, in riferimento all'esposto del 24 febbraio 2003 "contro i responsabili di detenzione e trasporto in territorio italiano di materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando; recante la richiesta di un intervento urgente delle autorita' preposte affinche' si proceda al sequestro di detto materiale bellico e all'incriminazione e all'arresto dei responsabili e dei complici di tale flagrante violazione della legalita'", iscritto al n. 3574/03 del Registro generale delle notizie di reato in Pisa. * Il sottoscritto Giuseppe Sini, direttore del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, con sede in strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, a titolo personale ed a nome e per conto del Centro di ricerca che dirige, ai sensi dell'art. 410 del codice di procedura penale, propone opposizione avverso la richiesta di archiviazione presentata in data 27 giugno 2003 dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pisa, dottor Antonio Di Bugno, in riferimento all'esposto "Contro i responsabili di detenzione e trasporto in territorio italiano di materiale bellico a fini di utilizzazione terroristica e stragista nella guerra illegale e criminale che si va preparando; recante la richiesta di un intervento urgente delle autorita' preposte affinche' si proceda al sequestro di detto materiale bellico e all'incriminazione e all'arresto dei responsabili e dei complici di tale flagrante violazione della legalita'", esposto dal sottoscritto presentato a varie Procure d'Italia in data 24 febbraio 2003 ed iscritto al Registro generale delle notizie di reato in Pisa col n. 3574/03. Ai sensi dell'art. 410 del codice di procedura penale il sottoscritto chiede pertanto la prosecuzione delle indagini preliminari. A tal fine indica l'oggetto della investigazione suppletiva e i relativi elementi di prova come dal codice prescritto, ed evidenzia altresi' l'assoluta insufficienza delle indagini fin qui svolte, e l'altrettanto assoluta insufficienza delle motivazioni della richiesta di archiviazione da parte della Procura. * 1. Parte prima e prima motivazione dell'opposizione Avendo ricevuto, ai sensi dell'art. 408 comma 2 del codice di procedura penale, nella mia qualita' di "persona offesa" in data 2 settembre 2003 notifica della richiesta di archiviazione del procedimento n. 3574/03 del Registro generale delle notizie di reato presentata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pisa al Giudice per le indagini preliminari, ed essendomi recato in data 8 settembre 2003 presso gli uffici della Procura di Pisa ove ho preso visione del relativo fascicolo ed estratto copia di parte saliente di esso, ho dovuto con vivo rammarico rilevare quanto segue: 1. 1. che a seguito del mio esposto nessuna indagine e' stata svolta su disposizione della Procura di Pisa nel territorio di sua giurisdizione in riferimento ai fatti da me segnalati; 1. 2. che l'unico documento nel fascicolo contenuto che potesse configurarsi come attivita' investigativa era relativo alla realta' territoriale di Roma e si concludeva con la segnalazione che cola' (ovvero nel territorio di competenza della Questura di Roma, ben lungi da Pisa) "non risulta il passaggio di materiale di armamento"; 1. 3. cosicche' nulla e' stato effettivamente indagato e accertato in merito alla dislocazione e al transito di armi di potenza straniera nel territorio di competenza della Procura del Tribunale di Pisa. 1. 4. Quanto poi alla motivazione della richiesta di archiviazione essa si riduce all'apodittica e totalmente indimostrata affermazione che testualmente recita: "rilevato la ovvia e manifesta infondatezza della denuncia". Affermazione a dir poco non persuasiva poiche', come e' noto, nel territorio pisano vi furono trasporti di armi di potenza straniera destinate alla guerra illegale, criminale e stragista poi iniziata in Iraq e tuttora in corso; trasporti di armi che pressoche' tutti i mass-media locali e nazionali documentarono ampiamente; trasporti di armi rispetto a cui molti cittadini ed autorevoli personalita' espressero la loro opposizione, denunciandone l'inammissibilita' morale e giuridica. Pertanto sarebbe sufficiente gia' questo per adeguatamente motivare un'opposizione alla richiesta di archiviazione e la conseguente richiesta di prosecuzione delle indagini preliminari, in considerazione del fatto che: a1) non sono state svolte o fatte svolgere dalle autorita' competenti indagini adeguate in relazione all'esposto (anzi, a Pisa, nessuna indagine tout court); b1) la motivazione della richiesta di archiviazione consiste di una mera formula, ovvero ne' comprova ne' argomenta alcunche'. Ho messo in rilievo questo secondo aspetto anche perche' altre Procure, e segnatamente la Procura di Viterbo, hanno presentato richiesta di archiviazione con motivazioni adeguate e persuasive, ed in quel caso il sottoscritto ovviamente non ha presentato opposizione, riconoscendo valida la motivazione della decisione e quindi la decisione stessa di quella Procura. * 2. Parte seconda e seconda motivazione dell'opposizione Ma torniamo all'epoca dei fatti oggetto dell'esposto, esposto che qui deve intendersi come integralmente trascritto; alcune cose sono di assoluta evidenza. 2. 1. E' palese che i trasporti di armi di potenza straniera avvenuti nel territorio italiano nel periodo della preparazione della guerra poi iniziata e condotta con la reiterata commissione di crimini di guerra e crimini contro l'umanita' hanno concorso alla preparazione di quella guerra illegale e criminale. Che in effetti e' iniziata quando il dispositivo bellico delle potenze che hanno aggredito ed invaso l'Iraq ha completato il suo dispiegamento offensivo di uomini e mezzi. 2. 2. E' palese altresi' che per quanto concerne il nostro paese l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana non solo fa obbligo di non partecipare a guerre di aggressione o "come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali", ma in forza di quel cosi' nitido ed impegnativo "L'Italia ripudia la guerra" fa obbligo altresi' di non essere in alcun modo complici delle guerre altrui, e di opporsi alla guerra. 2. 3. In quel triste e tristo frangente purtroppo il nostro paese e' stato coinvolto in una effettuale complicita' con la preparazione di una guerra scellerata, inammissibile tanto per la nostra Costituzione quanto per la Carta delle Nazioni Unite, tanto per la nostra legislazione quanto per il diritto internazionale. Il fatto che successivamente, sciaguratamente, l'Italia abbia anche inviato un corpo di spedizione militare nell'Iraq in guerra aggiunge crimine a crimine, violazione della legalita' costituzionale a violazione della legalita' costituzionale. Sarebbe sufficiente gia' questo per adeguatamente motivare un'opposizione alla richiesta di archiviazione e la conseguente richiesta di prosecuzione delle indagini preliminari, in considerazione del fatto che: a2) i trasporti di armi come operazione necessaria ed efficiente alla preparazione di un crimine, costituiscono ipso facto un crimine; b2) la violazione della Costituzione italiana per quanto sopra argomentato e' flagrante; c2) e' ragionevole supporre - ed anche su questo verteva la richiesta di indagini e di intervento da parte della magistratura - che in quel frangente siano state violate numerose altre leggi italiane; d2) ma adeguate indagini relative a tutto cio' non sono state ancora svolte ne' dalla magistratura ne' da altri corpi dello stato a tal fine delegati dalla magistratura; cosicche' tutte le specifiche richieste nell'esposto contenute sono state sin qui eluse e disattese. Vi e' quindi, dimostratamente, materia per la prosecuzione (anzi, si potrebbe dire: per l'inizio) di adeguate indagini. Vi e' quindi preciso oggetto e vi sono quindi relativi elementi di prova: sono disponibili in tal senso - e la magistratura non avra' difficolta' ad acquisirli - numerosi atti ufficiali e finanche disposizioni amministrative, e prevedibimente finanche documentazione delle necessarie transazioni finanziarie per i lavori relativi; e naturalmente sono disponibili numerosi interventi parlamentari; e naturalmente i servizi apparsi su tutti i grandi mezzi di informazione, stampati, radiofonici e televisivi; e last but not least numerosi pronunciamenti e testimonianze, con discorsi, scritti e gesti di alto valore morale, di autorevoli personalita' della cultura e dell'impegno civile. Vi e' quindi ovvia e manifesta fondatezza della denuncia. * 3. Parte terza ed in forma assertiva ed interrogativa alcune possibili qualificazioni dei fatti oggetto dell'esposto I fatti oggetto dell'esposto costituiscono, purtroppo e tragicamente, una realta' inconfutabile. Solo una percezione scotomizzata e dereistica potrebbe occultarne o mistificarne l'effettivita', il significato, le conseguenze. a3) Si tratta di fatti gravissimi sia sotto il profilo morale che giuridico: la guerra, e massime una guerra illegale, criminale e stragista, e' un crimine enorme, e foriero di altri crimini ancora. b3) La preparazione della guerra, e massime di una guerra illegale, criminale e stragista, costituisce anch'essa un crimine enorme, senza del quale la guerra non si darebbe. c3) La complicita' (sia pur solo per omissione di atti dovuti ed efficienti di prevenzione e di contrasto) con la preparazione e realizzazione di una guerra, e massime di una guerra illegale, criminale e stragista, costituisce anch'essa un crimine enorme. d3) La violazione della Costituzione italiana in uno dei suoi principi fondamentali al fine di consentire e cooperare (se non altro per omissione) ad atti di preparazione e realizzazione di una guerra, e massime di una guerra illegale, criminale e stragista, costituisce anch'essa un crimine enorme, anzi un duplice enorme crimine: di violazione della legge a fondamento del nostro ordinamento giuridico, e di violazione di essa finalizzata a consentire il piu' atroce e disumano dei crimini. e3) Questa l'orribile realta'; questa la sua qualificazione in termini ad un tempo concreti, logici, etici, giuridici; questo il motivo della richiesta allora di un intervento delle competenti istituzioni e magistrature; questo il fondamento della richiesta che quei fatti siano sanzionati penalmente ed i responsabili di essi siano individuati, perseguiti, processati e puniti secondo legge. Richiamandoci a quanto gia' indicato nell'esposto del 24 febbraio 2003 e su cui non e' stata svolta indagine alcuna, qui aggiungiamo quanto segue: 3. 1. Il trasporto da parte di potenza straniera sul territorio italiano di armi al fine di iniziare una guerra illegale e criminale e stragista, configura o no un reato? 3. 2. Il trasporto e la detenzione da parte di potenza straniera sul territorio italiano di armi, tra cui anche armi di sterminio, viola o no la vigente legislazione italiana con riferimento sia alla sovranita' popolare e al diritto costituzionale, sia alle relazioni internazionali, sia alla difesa della pace, sia alla prevenzione del crimine, sia alla tutela dell'ambiente e della salute e della sicurezza della popolazione? 3. 3. Sono stati effettuati da parte delle competenti istituzioni italiane tutti i controlli su quei materiali, quelle allocazioni, quei trasporti, e sui pericoli implicati, per il territorio e la popolazione italiana e per il territorio e la popolazione di altri paesi? O vi sono state omissioni? 3. 4. Avendo consentito tali trasporti efficienti alla commissione del crimine della guerra (una guerra, ripetiamolo, illegale, criminale e stragista sia per la nostra Costituzione sia per il diritto internazionale) vi sono state omissioni di atti d'ufficio da parte di istituzioni italiane che avevano il diritto e il dovere di intervenire per impedirli (e la base normativa e gli strumenti operativi efficienti a tal fine)? 3. 5. Vi sono stati o no delitti alla cui commissione erano ordinati e sono stati efficienti quei trasporti che hanno consentito il dispiegamento bellico di quelle armi e contribuito cosi' allo scatenamento ed alla realizzazione di massacri e devastazioni? 3. 6. Detto altrimenti e secondo una ulteriore configurazione: vi sono stati o no danni morali e materiali a persone o cose, sia in Italia che altrove, a seguito di quei trasporti che hanno consentito il dispiegamento bellico di quelle armi e contribuito cosi' allo scatenamento ed alla realizzazione di massacri e devastazioni? 3. 7. Avendo coinvolto l'Italia nel crimine della guerra, se non altro per implicito avallo dacche' le autorita' italiane non hanno impedito quei trasporti e sequestrato quelle armi - come era doveroso e necessario -, vi sarebbe altesi' materia per valutare se si configuri la fattispecie di reato della commissione di atti ostili verso uno Stato estero che espongono lo Stato italiano al pericolo di guerra (e al pericolo altresi' di atti di terrorismo). Altre qualificazioni giuridiche ancora potrebbero individuarsi, ma sara' naturalmente compito della magistratura stabilire, all'esito delle indagini preliminari, tutte le eventuali fattispecie di reato ed i relativi responsabili. * 4. Parte quarta ed ultima recante conclusioni e congedo Con la presente opposizione ex art. 410 del codice di procedura penale si richiede pertanto la prosecuzione delle indagini preliminari. Quanto precede costituisce, potremmo dire ad abundantiam, materia efficiente alla prosecuzione (anzi, all'effettivo inizio) delle indagini. Come previsto dal comma primo dell'art. 410 del codice di procedura penale abbiamo costi' indicato ancora una volta ed in modo ancor piu' approfondito l'oggetto dell'investigazione (che sarebbe mera forma retorica definir "suppletiva" poiche' nessuna adeguata investigazione e' stata fatta in precedenza, ma sia pur definita "suppletiva" in omaggio a quanto il codice prescrive) e i relativi elementi di prova; sui quali, va da se', si richiede appunto alla magistratura di effettuare le acquisizioni, i riscontri, e quell'attivita' ermeneutica, valutativa e tassonomica che e' propria della funzione giudiziaria, al fine della prosecuzione dell'azione penale. In guisa di postilla, ed in riferimento al comma secondo dell'art. 410 del codice di procedura penale, vorremmo aggiungere che ci parrebbe impossibile che qualcuno potesse ritenere inammissibile l'opposizione ed infondata la notizia di reato (che gia' l'esposto nitidiamente recava, ma che qui e' stata ulteriormente argomentata e suffragata con riferimenti ampi e puntuali). Si resta naturalmente a disposizione per ogni chiarimento, informazione e contributo che dovesse essere ritenuto utile ed opportuno. Per ogni comunicazione il sottoscritto elegge sede presso il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Il sottoscritto naturalmente conferma altresi' la richiesta di essere informato dell'esito della presente opposizione e degli sviluppi del procedimento cui si riferisce. Vogliate gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro. 4. RIFLESSIONE. FRANCESCA BORRELLI: UN INCONTRO CON ARUNDHATI ROY [Dal quotidiano "Il manifesto" del 7 settembre 2003. Francesca Borrelli si e' laureata in lettere moderne con indirizzo in critica letteraria, con tesi sulle Strutture concettuali e iconiche nell'opera di Carlo Emilio Gadda; dall'87 redattrice culturale del quotidiano "Il manifesto", di cui ha diretto, nella precedente veste grafica, il supplemento libri. Attualmente e' inviata per la sezione cultura; ha collaborato a diverse riviste letterarie con recensioni e interviste; nel secondo semestre del 1997 ha tenuto diversi seminari nelle universita' statunitensi di Yale, Berkely, Browne, Harvard; ha pubblicato molti saggi, ed ha tra l'altro curato i volumi di AA. VV., Un tocco di classico, Sellerio, Palermo, 1987; e AA. VV., Pensare l'inconscio. La rivoluzione psicoanalitica tra ermeneutica e scienza, Manifestolibri, Roma 2001. Arundhati Roy e' una celebre scrittrice indiana, impegnata contro il riarmo, in difesa dell'ambiente e per i diritti dei popoli. Opere di Arundhati Roy: cfr. il romanzo Il Dio delle piccole cose, Guanda, Parma 1997; poi in edizione economica Superpocket, Milano 2000; e i due saggi di testimonianza e denuncia raccolti in La fine delle illusioni, Guanda, Parma 1999, poi in edizione economica Tea, Milano 2001, poi recuperati poi nella piu' ampia raccolta di saggi di intervento civile, Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002] Minuta, aggraziata, un'aria da fanciulla e un piglio da animale politico quale effettivamente e', la scrittrice indiana Arundhati Roy merita una predilezione speciale tra gli autori invitati al Festivaletteratura: non un solo luogo comune le e' sfuggito dalla bocca in un'ora e mezza di risposte a domande che ne avrebbero indotti a raffica, non un solo cedimento a derive propagandistiche, sebbene sia orgogliosamente impegnata in battaglie i cui resoconti sono spesso impoveriti da un notevole riduttivismo concettuale. Quel che ha detto in buona parte l'aveva gia' scritto nei saggi che ora Guanda ha tradotto sotto il titolo Guida all'impero per la gente comune, ma ascoltarla e' comunque istruttivo. Succede di solito, in queste kermesse soi disant letterarie, che le domande rivolte agli autori di narrativa ignorino proprio quei contributi che li hanno resi noti nel mondo, ossia le loro opere di finzione; li si inchioda con pervicacia al suolo sul quale sono nati, alla geografia politico-economica dalla quale provengono, invocando le loro testimonianze in merito a decisioni governative sulle quali hanno da dire piu' o meno quanto ciascuno di noi. Ma Arundhati Roy e' stata investita di una eccezione: da anni scrive saggi nei quali fissa sulla pagina i rovelli impliciti ai suoi schieramenti politici, e su questi il pubblico la interroga; ma con una enfasi ancora maggiore reclama il suo ritorno alla narrativa, quasi la supplica di abbandonare per un po' le sue battaglie e tornare a tessere lussureggianti trame romanzesche: come nel Dio delle piccole cose, il bestseller tradotto da Guanda. "Ma io non ho fretta, la scrittura di finzione mi viene fuori a passo di danza, quella saggistica devo strapparmela a forza, tuttavia credo che il mio lavoro per cercare di capire il rapporto tra il potere di alcuni e l'impotenza di altri raggiunga le emozioni delle persone tanto quanto la carica sovversiva di cui e' dotata la letteratura. Posso aspettare, quando verra' il momento tornero' alla narrativa. Non ho tracciato una mappa della mia carriera, e a coloro che mi interrogano su quale sia il bersaglio della mia scrittura rispondo che non ne ho: non vendo repellenti per insetti, ne' altre sostanze mirate a colpire un obiettivo". Ma allora - la incalzano con una associazione che dai romanzi porta diritti alle occupazioni delle donne - potremmo attenderci da lei che continui a difendere i diritti femminili nei paesi che piu' li penalizzano, come l'India o i paesi musulmani? "Essendo io cresciuta in un piccolo villaggio, e avendo speso tre quarti della mia vita a combattere alcune eredita' della nostra tradizione, ho passato poi il resto del tempo a riprendermi dalla disillusione derivata dalla ostentazione di liberta' delle donne occidentali. Mi domando se lo spettro dell'invecchiamento, che costringe alcune donne a stirarsi le rughe o a farsi iniettare dosi di silicone non sia piu' imprigionante di un burka. Certo, se si viaggia anche solo un'ora fuori da Nuova Dehli, si piomba in una sorta di medioevo, ma in quel contesto vivono donne che sono tra le principali animatrici delle piu' efficaci marce dimostrative organizzate nel nostro paese. Tempo fa, una colonna di tir si fermo' in uno di questi villaggi per scaricare una enorme quantita' di blocchi di granito destinati alla costruzione dell'ennesima grande diga. Le donne rimossero a mano, uno per uno, tutti i massi di granito e riferirono ai camionisti che la prossima volta che si fossero azzardati a ingombrare le loro strade con quella roba, se la sarebbero ritrovata davanti alle loro case. Molte tra le donne piu' libere che ho conosciuto sono indiane, tanto per cominciare non hanno paura di invecchiare, anzi attendono quell'approdo come qualcosa di fisiologico e liberatorio insieme. Non mi sono mai sognata di rigettare in blocco la cultura che per molti versi non mi stanco di criticare; apprezzo tutte le cose preziose che ci porta in dote, e se l'induismo ha oggi una immagine intollerabile lo dobbiamo al governo fascista che e' al potere". 5. RIFLESSIONE. SERGIO PARONETTO: IL DIRITTO COME FIUME POSSENTE [Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com) per averci inviato il testo integrale di questo suo appello che "Mosaico di pace", rivista promossa da Pax Christi, ha pubblicato in parte nel numero 7 di luglio-agosto. Sergio Paronetto e' impegnato nel movimento di Pax Christi ed in molte iniziative di pace e di solidarieta'] Sotto la schiacciante impressione prodotta dall'ostentazione di potenza, osservava Bonhoeffer, martire del nazismo, si viene spesso derubati della propria indipendenza interiore e si tende a rassegnarsi. Ma "per chi e' responsabile la domanda ultima non e': come me la cavo eroicamente in questa vicenda, ma: quale potra' essere la vita della generazione che viene?". Come garantire, diremo oggi, il futuro della democrazia? Come non farsi derubare la dignita' della coscienza morale? Oggi la questione morale si presenta sempre piu' come questione democratica globale. * La recente legge che blocca i processi di Berlusconi secondo molti autorevoli giuristi e' passibile di censura per illegittimita' costituzionale. Alla vigilia di un'importante sentenza, di fatto essa garantisce al capo del governo l'impunita', distrugge il valore dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, viola il principio dell'obbligatorieta' dell'azione penale, annulla il diritto all'eventuale risarcimento per le vittime o per i danneggiati. Berlusconi dice spesso di essere un cittadino "piu' uguale" degli altri perche' eletto dal popolo, come se il voto fosse una forma di assoluzione preventiva. Come se una pratica democratica fondasse un privilegio. Siamo al rovesciamento della politica intesa come difesa della dignita' del cittadino e costruzione del bene comune. Siamo ben lontani dalla rimozione degli ostacoli che impediscono "il pieno sviluppo della persona umana" e "l'effettiva partecipazione" alla vita politica, economica e sociale (articolo 3 della Costituzione). Il "sovversivismo che viene dall'alto" ha ricadute devastanti ad ogni livello. Il cattivo esempio dei potenti diffonde un clima di confusione istituzionale, di insicurezza giuridica, di instabilita' sociale e di degrado civile. L'affarismo diventa arma di corruzione della democrazia che puo' generare, osservava lo studioso statunitense William Sumner (morto nel 1910), il governo dei ricchi, cioe' "plutocrazia". Piegare la politica al proprio interesse e fare dei propri interessi una politica: ecco l'etica della plutocrazia, "la piu' sordida e degradante forma di forza politica mai vista". * Il nuovo potere autoritario che si va delineando, da tempo prefigurato nel programma della loggia massonica P2, alla quale Berlusconi e' stato iscritto, costituisce una sorta di "metastasi della democrazia". Non e' pericoloso solo dal punto di vista politico e giuridico ma anche da quello etico, culturale e pedagogico. Si ripercuote su altri provvedimenti (verso gli immigrati, l'informazione, servizi pubblici come scuola e sanita', l'azione internazionale, il ruolo dell'Europa). Chi gioca con l'illegalita' costituzionale e diffonde messaggi di impunita' per i piu' forti e i piu' furbi ostacolera' qualunque progetto di educazione alla legalita'. E' estraneo all'idea che la legalita' possa diventare costume civile e che ad essa ci si possa formare. Nei fatti propone un modello di vita civile basato sulla legge del piu' forte, del piu' ricco, del piu' potente, del piu' cinico. Offre un sistema di valori fondato sull'esibizione, sull'autocelebrazione, sull'arroganza, sull'intimidazione verso chi compie il proprio dovere o dissente. * La necessita' di presentare un'immagine prestigiosa a livello europeo e' del tutto strumentale. Gli interessi di un governo diventano piu' importanti delle "evidenze etiche". L'idea di difendere a tutti i costi il prestigio di una carica porta al "relativismo totale". L'immagine conta piu' della sostanza etica. Il vero prestigio e' quello della gloria del diritto, diceva il filosofo Italo Mancini. Non siamo solo davanti a uno dei tanti strappi costituzionali ma anche a una norma che rendera' impresentabile agli occhi dell'Europa il presidente dell'Unione e determinera' una caduta di credibilita' dell'Italia. La violazione dell'etica democratica era gia' stata segnalata nel 2002 dal Parlamento europeo, dal Consiglio d'Europa e dalla Commissione diritti umani dell'Onu a proposito del conflitto di interessi lesivo del pluralismo televisivo e dell'indipendenza della magistratura. La recente legge sull'impunita' e' l'ultimo capitolo di un assalto alla magistratura e alla Costituzione orientato a costruire un nuovo regime populistico e autoritario. Alcuni dicono che e' esagerato o prematuro parlare di regime. Ma il "punto di non ritorno" e' per definizione irreversibile. Una volta che sia stato raggiunto, per molto tempo diventa impossibile o inutile protestare. Dovere civico e' prevenirlo. Occorre vigilare sull'erosione graduale delle regole, sullo svuotamento delle istituzioni, sull'aggressione delle coscienze civili, sui rischi di assuefazione, sulle "armi di distrazione di massa" di cui e' in possesso l'attuale comando dispotico dell'informazione, dell'economia, della politica. * E' necessario mobilitarsi in tre direzioni: abrogare le leggi dell'impunita', promuovere un "Istituto nazionale per la difesa dei diritti umani" secondo il modello previsto dall'Onu e dalla sua "Carta dei difensori dei diritti umani" varata nel 1998, organizzare percorsi di educazione alla legalita' costituzionale. E' bene che i vescovi italiani aggiornino le indicazioni del documento del 1991 "Educare alla legalita'" e seguano il monito del cardinale Dionigi Tettamanzi. Nel dicembre 2002, l'arcivescovo di Milano osservava che "l'eclissi di legalita' e' l'eclissi della moralita'". A suo parere, e' necessario vigilare per non svendersi a nessuno. E' urgente il "risveglio della coscienza morale" perche' "uno dei mali piu' gravi della coscienza e' che si ammutolisca e, anziche' diventare un richiamo all'impegno personale e sociale, finisca per far cadere nella sordita' di fronte all'aspetto morale". L'aggressione della coscienza puo' avvenire "dal di dentro" quando "il criterio delle scelte fatte non e' il criterio della verita', ma del proprio interesse; non e' il criterio di un servizio agli altri, ma di un proprio comodo" (ne "La repubblica" del 20 dicembre 2002). * "La giustizia scorrera' come acqua e il diritto come fiume possente", proclamava il profeta Amos. Martin Luther King lo citava spesso per dare forza al suo sogno di liberta' e di uguaglianza. L'azione nonviolenta puo' salvare la democrazia. In ogni caso la espande e la irrobustisce. Nonviolenza e' "forza della verita'" e "potere dell'amore" che trasforma la vita. Gli operatori di pace sanno che pace e democrazia sono sorelle. Intendono resistere e progettare, "liberi e forti", "ribelli per amore". 6. MAESTRE. ELENA LOEWENTHAL: UNA PAZIENZA MILLENARIA [Da Elena Loewenthal, L'Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani Milano 2002, p. 91. Elena Loewenthal, limpida saggista e fine narratrice, acuta studiosa, e' nata a Torino nel 1960, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce letteratura d'Israele, attivita' che le sono valse nel 1999 un premio speciale da parte del Ministero dei beni culturali; collabora a "La stampa" e a "Tuttolibri"; sovente i suoi scritti ti commuovono per il nitore e il rigore, ma anche la tenerezza e l'amista' di cui sono impastati, e fragranti e nutrienti ti vengono incontro. Nel 1997 e' stata insignita altresi' del premio Andersen per un suo libro per ragazzi. Opere di Elena Loewenthal: segnaliamo particolarmente Gli ebrei questi sconosciuti, Baldini & Castoldi, Milano 1996, 2002; L'Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani, Milano 2002; Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003; con Giulio Busi ha curato Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo, Einaudi, Torino 1995, 1999; per Adelphi sta curando l'edizione italiana dei sette volumi de Le leggende degli ebrei, di Louis Ginzberg] Siamo eredi di una pazienza millenaria, bambini miei. Questo ho cercato di spiegarvi con le mie parole monche, con quel poco che so perche' l'ho imparato, e quel tanto che ancora mi manca e spinge a vivere giorno dopo giorno perche' finche' resta ancor qualcosa da imparare e da condividere, bambini miei, val davvero la pena di restare al mondo. 7. MEMORIA. DOMENICO GALLO RICORDA SERGIO GARAVINI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 stetembre 2003. Domenico Gallo, illustre giurista, e' nato ad Avellino nel 1952, magistrato ed acuto saggista; tra i suoi scritti segnaliamo particolarmente: Dal dovere di obbedienza al diritto di resistenza, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1985; Millenovecentonovantacinque, Edizioni Associate, Roma 1999. Sergio Garavini, autorevole dirigente sindacale e politico della sinistra italiana, e' deceduto nel 2001. Opere di Sergio Garavini: con Emilio Pugno, Gli anni duri alla Fiat, Einaudi, Torino 1974; Ripensare l'illusione, Rubbettino, Soveria Mannelli 1999] Sono passati due anni dalla scomparsa di Sergio Garavini, avvenuta il 7 settembre 2001, ma le sue intuizioni politiche ed i suoi insegnamenti sono piu' vivi che mai. Anzi, proprio in questa stagione, che si preannuncia di lotta e di speranza, di ripresa attiva della partecipazione popolare sullo sfondo dei disastri provocati dalla desertificazione della politica, la proposta di Garavini si rivela di estrema attualita'. Per Garavini l'essenza della democrazia politica e' la partecipazione, e il significato di un moderno discorso socialista e' quello di "fare appello alla soggettivitq' sociale, portarla verso la conquista degli spazi occupati dalle istituzioni, proiettarla in forme reali di autogestione sociale e di partecipazione democratica". Di qui la critica - un motivo dominante del suo pensiero - allo statalismo delle sinistre e la proposta prioritaria di tornare nella societa'. Garavini si rende conto che il punto di caduta del progetto di democrazia scaturito dalla Costituzione del '47 e' nella crisi del partito politico di massa, concepito, nel disegno costituzionale, come la fornace che alimenta la democrazia politica e porta lo stato nella societa' e la societa' nello stato. Ed egli giustamente percepisce la crisi del partito come crisi della democrazia. Di qui la sua critica al sistema elettorale maggioritario e a quei progetti di riforma istituzionale che miravano a blindare gli esecutivi, sterilizzando la partecipazione popolare. Garavini era consapevole che le proposte di sistema elettorale maggioritario, seppure finalizzate alla stabilita' dell'esecutivo, erano soprattutto rivolte a "consolidare e potenziare la forma attuale dei partiti, i quali hanno sempre piu' perduto il carattere di formazione democratica di massa, per accentuare il ruolo dominante dei gruppi dirigenti e dei leader in stretta relazione con i poteri istituzionali a tutti i livelli. Ai partiti - continua - si garantisce una rappresentanza nel Parlamento designata e gestita dai gruppi dirigenti, insindacabile dagli elettori, che possono solo votare o la singola persona nei collegi uninominali o cosi' com'e' la lista di partito nel voto proporzionale. Vi e' su questo punto, di fatto, l'accordo generale, perche' questa soluzione propone una fuga alla crisi dei partiti come forme di democrazia di massa, come espressione diretta e organizzata di esigenze della societa', dunque di mediazione reale fra la societa' e le istituzioni. E ne convalida e cristallizza sia il ruolo integralmente di potere istituzionale, sia il regime interno di autorita' dei gruppi dirigenti e dei leader". Contro la crisi del partito come forma di democrazia di massa, Garavini non si affidava alle alchimie delle riforme istituzionali, ma propugnava il ritorno alla societa' e alla politica. Proprio per questo non ha avuto bisogno di attendere l'affare Telekom Serbia per rendersi conto che l'avvento di questa destra al governo, in questo contesto internazionale, sarebbe stato una catastrofe politica, in quanto avrebbe inciso profondamente sulla cifra democratica delle istituzioni, pregiudicando proprio la possibilita' di mantenere aperti i percorsi di comunicazione tra la societa' e lo stato. Bisognava mantenere aperta quella porta che molti, a destra come a sinistra, volevano chiudere. Occorreva percio' anteporre la difesa delle istituzioni (la salvezza della patria) ad ogni, sia pur legittimo, interesse di partito. Su questo terreno fu capace di andare avanti a costo di una rottura definitiva col partito del quale era stato segretario e pago' per le sue scelte un prezzo durissimo in termini di emarginazione politica. Eppure la testarda battaglia condotta da Sergio Garavini - che aveva come sua stella polare l'avvio di un processo di rinnovamento e di ricomposizione politica a sinistra, che, pur rispettando i partiti esistenti, consentisse di superare la frammentazione ricomponendola nel quadro di una identita' programmatica comune, avente al centro l'ambiente, i diritti del lavoro e la partecipazione popolare, all'epoca sconfessata dai leader dei Ds e da Rifondazione - oggi e' diventata di estrema attualita'. Anzi e' l'unica pista che ci puo' condurre fuori dall'oscurita' del tempo presente. 8. INIZIATIVE. IL CENTRO PER LA PACE DI OVADA INTITOLATO A RACHEL CORRIE [Da ass.gentedel2000 at katamail.com riceviamo e diffondiamo] Giovedi' 11 settembre (anniversario dell'attentato delle Torri gemelle di New York) ad Ovada (in provincia di Alessandria) verra' inaugurata la sede del Centro d'Iniziativa per la pace e la nonviolenza intitolato alla memoria di Rachel Corrie. Per l'occasione saranno in Piemonte grazie all'interessamento del Centro, i genitori della giovane americana. * Molti ricorderanno di aver sentito parlare di lei: il 16 marzo di quest'anno, nei territori occupati dall'esercito israeliano nella striscia di Gaza, una giovane pacifista di 23 anni, americana, veniva brutalmente schiacciata da un bulldozer israeliano a cui cercava di opporsi pacificamente. Rachel Corrie faceva parte dell'Ism: movimento di solidarieta' per la giustizia e la pace (International Solidarity Movement). Con la sua associazione pacifista aveva organizzato iniziative in occasione dell'anniversario dell'11 settembre, per ricordare sia le vittime delle stragi, sia quelle della guerra in Afghanistan. Quest'anno Rachel aveva deciso di passare dalla teoria all'azione... partecipava ad azioni per bloccare le ruspe israeliane che cercavano di abbattere le case dei kamikaze e dei loro parenti, nei territori palestinesi. Agli amici in diverse e-mail aveva scritto: "Abbattono le case anche se ci si trova la gente dentro, non hanno rispetto di niente e di nessuno". Rachel Corrie era originaria di Olympia (Washington), e da circa un mese viveva in una tenda con altri sette attivisti della sua organizzazione, l'International Solidarity Movement, da cui quotidianamente partiva per missioni di interposizione pacifica tra i palestinesi del vicino campo profughi e i militari israeliani. L'International Solidarity Movement e' un'organizzazione di attivisti di tutto il mondo che seguendo i principi dell'azione diretta nonviolenta si oppone all'occupazione delle terre palestinesi da parte del governo israeliano, ed in accordo al diritto internazionale e alle risoluzioni dell'Onu che condannano tale occupazione, sostiene il diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato. Domenica 16 marzo Rachel ed altri volontari dell'organizzazione stavano tentando di interporsi tra i bulldozer israeliani e le case di alcuni palestinesi, tra cui quella di un medico, a Rafah, nella Striscia di Gaza. In quei giorni sono state centinaia le case private palestinesi distrutte dalle truppe israeliane perche' vi abitavano presunti terroristi, e decine le vittime tra la popolazione civile. In un messaggio inoltrato solo due giorni prima di essere uccisa Rachel denunciava "il ricorso al fuoco indiretto di artiglieria" anche contro i suoi compagni. Un testimone, Greg Schnabel, di Chicago, racconta che la ragazza stava protestando davanti ai bulldozer. "Rachel era sola davanti alla casa, mentre noi cercavamo di fermare le operazioni. Ha urlato ai bulldozer di fermarsi. Poi e' caduta ma il mezzo ha continuato a muoversi. Abbiamo urlato chiedendo che si fermasse ma non lo ha fatto, le e' passato sopra e ha fatto marcia indietro" (fonte: "La Repubblica on line" del 16 marzo 2003). La giovane e' stata uccisa a sangue freddo in modo barbaro, mentre si interponeva in modo pacifico. Il governo israeliano, incalzato dall'opinione pubblica internazionale, dichiara che "si tratta di un deprecabile incidente" e poi tenta di screditare i pacifisti internazionali sostenendo che il loro comportamento in quella zona di combattimento "non e' responsabile". Ma Rachel Corrie e' una delle tante vittime innocenti di quella violenza a cui aveva tentato di opporre pacificamente il suo corpo, la sua voce, la sua intelligenza e il suo cuore; la sua testimonianza, raccolta dagli amici e dalla famiglia nelle e-mail che spediva a casa e in cui spiegava i motivi per cui rischiava consapevolmente la vita ora e' un forte stimolo all'impegno per tutti coloro che credono nella forza della pace e della nonviolenza. Rachel e i suoi compagni hanno denunciato che ogni giorno decine e decine di case vengono distrutte nella striscia di Gaza, che un bombardamento ha danneggiato i pozzi di acqua dolce nel campo profughi di Rafah e che gli stessi non potevano essere riparati dai manovali palestinesi senza esporsi al fuoco israeliano. Molte sono state le iniziative a Olympia (Washington) e negli Stati Uniti per ricordare Rachel. Questa presentazione vuole essere una testimonianza per non dimenticare Rachel, una giovane pacifista, che con il suo coraggio voleva fermare le ingiustizie che ogni giorno si verificano in Palestina. In questi giorni e in questi mesi si sta muovendo contro la guerra il piu' grande movimento pacifista che la storia abbia mai conosciuto, Rachel Corrie e' sicuramente un simbolo di questo movimento mondiale ed e' stata uccisa dalla logica assurda e brutale della guerra che tutti noi pacifisti cerchiamo di fermare. Occorre ricordarci che e' ancora in corso un conflitto fra israeliani e palestinesi, con tante vittime civili innocenti in entrambi i paesi, e che si deve continuare a fare pressione affinche' si trovi una soluzione pacifica e duratura. * Conoscendo la sua storia, la sua passione, il suo amore per la giustizia, la sua fiducia nella forza della nonviolenza, il "Centro d'Iniziativa per la pace e la nonviolenza" ha deciso di riconoscere nella sua figura di martire (che in origine significa "testimone") del nostro tempo il simbolo del proprio lavoro per costruire una civilta' di pace, dando il suo nome alla propria associazione. I genitori della giovane saranno ad Ovada, unica loro tappa in Italia oltre a Firenze, giovedi' 11 settembre, dove presenzieranno all'inaugurazione del Centro e alla serata in memoria di Rachel. Ospiti dell'amministrazione comunale, proseguiranno poi il loro viaggio il giorno successivo per la Palestina, dove parteciperanno ad altre iniziative commemorative. * Il programma della manifestazione prevede alle ore 18,30 in piazza Cereseto l'inaugurazione dei locali e l'intitolazione del Centro d'Iniziativa per la pace e la nonviolenza a Rachel Corrie; alle ore 21 presso il cinema teatro comunale incotnro su "Rachel Corrie e l'America della nonviolenza nell'era di Bush"; intervengono: Enzo Robbiano, sindaco di Ovada; Daniele Borioli, vicepresidente della Provincia di Alessandria; Bruno Cartosio dell'Universita' di Bergamo; Simone Brocchi, volontario dell'International Solidarity Movement; Giosiana Barisione, attrice; presentazione del libro di poesie dedicate a Rachel Corrie, acura dell'Associazione nazionale di cultura e volontariato "L'angolo del mondo" (per contatti: www.angolodelmondo.com); la cantautrice Agnese Ginocchio, attivista per la pace, presentera' una sua canzone dedicata alla memoria di Rachel Corrie. Provenienti direttamente dall'America e padrini della manifestazione saranno Cindy e Craig Corrie, genitori di Rachel. 9. LETTURE. AA. VV.: DIECI PAROLE DELLA NONVIOLENZA AA. VV., Dieci parole della nonviolenza, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 2003, pp. 44, euro 2. Attraverso interventi di persone amiche della nonviolenza, citazioni da scritti di autori classici della nonviolenza, bibliografie tematiche essenziali ed acute, questo quaderno e' un buon invito all'accostamento e un utile strumento di lavoro. 10. LETTURE. ALEX ZANOTELLI: NEL CUORE DEL SISTEMA: QUALE MISSIONE? Alex Zanotelli, Nel cuore del sistema: quale missione?, Emi, Bologna 2003, pp. 32, euro 1. Un agile opuscolo di padre Zanotelli di denuncia della situazione presente e di indicazione dei compiti dei costruttori di pace. 11. RIEDIZIONII. WASIM DAHMASH, TOMMASO DI FRANCESCO, PINO BLASONE (A CURA DI): LA TERRA PIU' AMATA. VOCI DELLA LETTERATURA PALESTINESE Wasim Dahmash, Tommaso Di Francesco, Pino Blasone (a cura di), La terra piu' amata. Voci della letteratura palestinese, Manifestolibri, Roma 2002, pp. 216, euro 15,50. Nuova edizione accresciuta e aggiornata di un'antologia edita dal Manifesto nel 1988, di grande interesse. 12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 13. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 669 del 10 settembre 2003
- Prev by Date: prossimo forum sociale mondiale in India - bombay notizie n. 1
- Next by Date: foto e video di Monselice
- Previous by thread: prossimo forum sociale mondiale in India - bombay notizie n. 1
- Next by thread: foto e video di Monselice
- Indice: