La nonviolenza e' in cammino. 666



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 666 del 7 settembre 2003

Sommario di questo numero:
1. Giobbe Santabarbara: giudici
2. La nonviolenza a Gubbio
3. Enrico Peyretti: difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte
nonarmate e nonviolente
4. Riletture: AA. VV., Simone Weil, la passione della verita'
5.. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. GIOBBE SANTABARBARA: GIUDICI
Come molti anch'io fin da giovane m'interrogai sui giudici e sulla funzione
metuenda del giudicare, leggendo del processo di Socrate e di quello di
Gesu', di quello di Sacco e Vanzetti; e leggendo Kafka e La peste di Camus
con quell'indimenticabile discorso di Tarrou, e leggendo nel secondo
Chisciotte come Sancho sciolse quel dilemma; ma anche Fuenteovejuna, e i
tragici greci.
E presto fui anche nelle aule di giustizia, tante volte e in ruoli dversi, e
quante volte ho assistito a iniquita' cosi' patenti che uscendone
l'indignazione ti divorava.
E' per esperienza che so che i giudici sono esseri umani soggetti ad errare,
che neppure quella funzione e' al riparo dalle tempeste della storia e dalle
ragioni del cuore e della borsa.
Ma anche questo so, e so per esperienza: che al di fuori del giuridico c'e'
la giungla. La giungla, intendo, d'asfalto in cui il piu' crudele uccide chi
lo e' meno, in cui il piu' forte sbrana il piu' debole.
Ho vissuto in Italia, il paese in cui forse piu' magistrati sono stati
assassinati dai poteri criminali e terroristici piu' feroci; il paese in cui
piu' donne e uomini della magistratura e delle forze dell'ordine sono stati
assassinati per aver fatto delle loro vite una barriera a difesa della
nostra comune liberta', per aver fatto delle loro vite uno scudo umano a
difesa della vita di tutti noi. Io so che queste donne e questi uomini ci
hanno salvato la liberta' e la vita a costo della vita loro. E che tanti
altri loro colleghi delle forze dell'ordine e della magistratura ogni giorno
si espongono al piu' grave dei pericoli a questo stesso fine. Come potrei
dimenticare? Come potrei non essere loro grato fino alle lacrime?
Chi finge di non sapere questo, ha fatto una scelta che reca all'abisso.
*
Vi e' in Italia un potente, avventurato avventuriero, divenuto per nostra
mala ventura grande seduttore degli istinti piu' bassi di una popolazione
narcotizzata e imbarbarita da secoli di regime della corruzione e da decenni
di mass-media totalizzanti e totalitari; ed in forza di cio' asceso altresi'
al piu' grande dei poteri dello stato.
E costui con lena diuturna teorizza e pratica lo scardinamento della
divisione dei poteri, la cancellazione dei controlli di legalita', il golpe
che fu programmato e messo su carta nel 1975 da quella loggia Propaganda 2
cui peraltro anche essolui era iscritto.
E dinanzi a cio' quasi l'intero arco delle opposizione parlamentari di sua
maesta' e' subalterno, o complice, forse ricattato, comunque in larga misura
inadeguato, meschino e omertoso; e le opposizioni sociali talora, anzi
sovente, anche peggio: a questo scardinamento con certe gravi proprie
ambiguita' e insufficienze e irresponsabilita', forse inconsciamente, certo
incoscientemente, contribuiscono.
E quasi solo le magistrature restano, hic et nunc, a resistere in difesa del
diritto e di uno stato di diritto, che per quanto assai vulnerato e
offuscato, e' sempre e sempre sara' assai migliore dello stato dell'arbitrio
e della dissolutezza, del crimine eretto a sistema.
*
E qundi a chiusura di questa concione ci sia concesso ancora una volta dire
la nostra solidarieta' ai giudici aggrediti, la nostra indignazione per il
golpe in corso, e chiamare tutte le persone di volonta' buona a difendere il
diritto, il primato delle leggi uguali per tutti, la separazione dei poteri,
i controlli di legalita', la funzione giudiziaria, la civile convivenza;
chiamare tutte le persone di volonta' buona a resistere alla barbarie; con
la resistenza civile, democratica, nonviolenta.

2. INCONTRI. LA NONVIOLENZA A GUBBIO
Si conclude oggi, domenica 7 settembre, la stupenda iniziativa
"Assisi-Gubbio: in cammino per la nonviolenza" che nei giorni 4 e 5 ha
portato i camminanti lungo il sentiero francescano da Assisi attraverso
Valfabbrica fino a Gubbio, dove sabato 6 sono state inaugurate due
bellissime e commoventi mostre sui quarant'anni del mensile "Azione
nonviolenta" e su Aldo Capitini, ed ha preso avvio un convegno sul tema "Al
posto della guerra, un'Europa disarmata", convegno che si conclude oggi, ed
al quale molti relatori illustri hanno dato e daranno il loro contributo.
Ne' sono mancati altri, alti momenti corali, di animazione e festa e
convivio, di incontro amitiale e dialogico intenso e profondo.
Dovremo parlarne ancora, e a lungo, di questa iniziativa: che come gia' la
marcia specifica per la nonviolenza Perugia-Assisi del 2000, di cui e'
ideale e concreta prosecuzione e sviluppo, indica una necessita', un'urgenza
e una via a tutto il movimento per la pace e la giustizia; indica la scelta
della nonviolenza non solo come metodo, non solo come criterio
logico-assiologico e teoria-prassi nella condotta individuale, nelle
relazioni interpersonali, nei processi deliberativi ed operativi dei
movimenti sociali, nelle strategie  e nella progettualita' delle esperienze
di solidarieta', di resistenza e di liberazione; ma anche - e in senso
forte - come principio giuriscostituente, fondamento di una convivenza
sociale, civile, di liberi ed eguali, solidale e responsabile, fondamento di
relazioni giuridiche e tra ordinamenti giuridici che siano adeguate alla
gravita' dell'ora e indichino una via perche' l'umanita' abbia un futuro,
perche' la violenza annichilista oggi dominante nelle relazioni
internazionali e nelle dominanti ideologie possa essere sconfitta, prima che
essa violenza tutto degradi e distrugga.

3. MATERIALI. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA
DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE
[Riproduciamo ancora una volta questo fondamentale lavoro di Enrico Peyretti
(per contatti: peyretti at tiscalinet.it), che riprendiamo da un precedente
numero di questo stesso foglio di alcuni mesi fa; ci scusiamo per non poter
oggi mettere a disposizione la versione aggiornata che nel frattempo
l'autore ha predisposto, ma in questi giorni l'autore e' impegnato
nell'iniziativa promossa dal Movimento Nonviolento a Gubbio, ed anche il
curatore di questo foglio ha allestito questo numero del notiziario in modo
piu' frettoloso del solito essendo state anche per lui queste giornate
gremite di altri impegni. Enrico Peyretti e' uno dei principali
collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura
e dell'impegno di pace e di nonviolenza. Tra le sue opere: (a cura di), Al
di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni,
Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi
1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999. Di questa sua
fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica
delle lotte nonarmate e nonviolente, una edizione a stampa - ma il lavoro e'
stato successivamente aggiornato, come abbiamo accennato sopra - e' in
Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace, Annuario della pace. Italia /
maggio 2000 - giugno 2001, Asterios, Trieste 2001. Una piu' ampia
bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 477 del 15
gennaio 2003 di questo notiziario]
Questa bibliografia (comprendente fino ad ora circa 120 libri, opuscoli,
articoli, 78 nella prima parte e 42 nella seconda) non e' una bibliografia
generale sul pacifismo e sulla nonviolenza, ma soltanto sui casi storici che
ho potuto reperire di difesa di diritti umani e di diritti dei popoli, e di
liberazione da tirannie, senza uso della violenza armata. Questa raccolta e'
sempre in corso di completamento e aggiornamento. E' nata come appendice ad
una mia relazione Possibilita' del pacifismo nonviolento, tenuta al Centro
Studi Piero Gobetti, di Torino, il 21 gennaio 1994. Una redazione aggiornata
alla primavera 1995 e' comparsa, insieme a quella relazione, su
"Testimonianze" n. 376, giugno-luglio 1995, pp. 7-26. Un aggiornamento  al
marzo 1996 e' stato pubblicato in appendice alla mia lezione dell'aprile
1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in
Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del
Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle
principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi
storici e' contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato in
"Effe", rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37,
39. La bibliografia, aggiornata a quella data, e' pubblicata anche
nell'Annuario di pace, Italia/maggio 2000-giugno 2001, Asterios, Trieste
2001, pp. 339-352.
Questa bibliografia raccoglie elementi di quella storia delle lotte
nonarmate e/o nonviolente, alternative alla guerra in conflitti politici
acuti, alla cui scoperta un ramo della cultura di pace sta lavorando in
questi anni. Si dicono nonarmate le lotte che fanno a meno delle armi per
una ragione di fatto, per impossibilita' o convenienza, mentre sono dette
nonviolente le lotte che fanno questa scelta per una ragione di principio,
pur potendo usare le armi. Anche le prime, comunque, dimostrano le
possibilita' e la relativa efficacia delle lotte condotte con l'arma
semplice e potente della noncollaborazione popolare ad un potere ingiusto.
Queste possibilita' e' dimostrata anche nei casi in cui giuste rivoluzioni
nonviolente hanno avuto in seguito delle involuzioni per altri versi
negative.
La dominante cultura di guerra ha di fatto ignorato queste forme di
resistenza e di liberazione, facendole apparire impossibili. Per quanto
possa essere difficile, quel che e' fatto e' possibile. Oltre a singoli
ricercatori, lavorano alla storia della pace istituzioni come quella diretta
a Harvard da Gene Sharp (vedi sotto), come il Council on Peace Research in
History, in Usa, analogo all'European Working Group on Peace Research in
History. I "racconti di pace" presenti in tante culture sono punto
d'appoggio per immaginare, volere, costruire la pace (cfr. Elise Boulding,
Inventare futuri di pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1998). Tutto questo
lavoro dovra' poter modificare la cultura della difesa ancora dominante,
ristretta sull'esclusivo modello del monopolio militare.
La prima parte di questa bibliografia indica le opere generali o riguardanti
momenti storici diversi, la seconda le opere relative alla Resistenza al
nazismo e al fascismo. L'ordine e', per quanto possibile, quello di
pubblicazione dei libri o articoli citati. Questa bibliografia e i suoi
aggiornamenti potranno essere letti su alcuni siti della cultura di pace.
Quasi tutti i lavori indicati si possono consultare presso la  biblioteca
(forse la piu' ricca in Italia su pace, nonviolenza, ecologia) del Centro
Studi "Domenico Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel.
011532824, fax: 0115158000, e-mail: regis at arpnet.it, sito:
www.arpnet.it/regis. A questi indirizzi (o a quello del curatore:
peyretti at tiscalinet.it) potra' essere comunicata ogni segnalazione che
integri l'attuale aggiornamento, della qual cosa si ringrazia fin da ora. Un
grazie anche ai molti ricercatori che in tante occasioni mi hanno indicato
opere a cui non sarei arrivato da solo.
*
I. Opere generali o su casi diversi dalla Resistenza 1939-1945
1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, parte IV, Feltrinelli,
Milano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, Milano 1989). Riporta casi
storici da Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e 1952,
all'India 1917-1947, alla Norvegia 1940-43.
2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta nonviolenta del buddismo nel
Vietnam, Citta' Nuova, Roma 1970.
3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della nonviolenza, Prefazione di Matteo
Soccio, Ed. Lanterna, Genova 1977 (1969). L'autore analizza la resistenza
morale francese all'occupazione nazista consistente nella noncooperazione
col nemico, come mirabilmente esemplificata da Vercors (pseudonimo di Jean
Bruller, 1902-1991), in Le silence de la mer (Ed. de Minuit, Paris, 1942,
ora in Le Livre de Poche, n. 25, ed. Albin Michel, 1951; traduzione italiana
Einaudi, Torino, numerose edizioni a partire dal 1945). Muller esamina poi
altri casi storici: gli insegnanti norvegesi sotto il governo filo-nazista
di Quisling, la resistenza danese all'occupazione nazista, gli avvenimenti
della Cecoslovacchia nell'agosto 1968, le lotte operaie con metodi
nonviolenti in vari momenti storici.
4. M. K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza (a cura di Giuliano
Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; ediz. economica Einaudi 1996, col
saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero etico-politico di Gandhi
riveduto e rinnovato, nel quale l'autore, a p. CXXIX, elenca otto serie di
esempi storici di lotte nonviolente nel '900 in ogni parte del mondo, gia'
registrati in altri punti di questa bibliografia. Libro fondamentale, dal
punto di vista storico utile soprattutto per il caso indiano, ma anche per
gli interventi di Gandhi sugli altri grandi conflitti.
5. AA. VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del convegno di studio di
Verona, ottobre 1979, Ed. Lanterna, Genova 1980. Casi storici del '900 -
Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia, Algeria, India, Vietnam,
Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di lotte sociali,
antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle commissioni.
6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti casi: Berlino 1920,
Ruhr 1923, Danimarca 1940-45, Norvegia 1940-43, Finlandia 1948, Berlino
1953, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980.
7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino
1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937, testimonianze di generali
nazisti nella seconda guerra mondiale, Norvegia 1942, Cecoslovacchia 1968,
Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980, Irlanda 1916-1976 e
1981, opposizione di Sacharov 1981.
8. Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Edizioni Gruppo
Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973).
- Nel vol. 1, Potere e lotta, cap. III, pp.133-136, Sharp propone sette
spiegazioni del fatto per cui gli storici hanno trascurato ed ignorato
questo genere di lotte. Egli presenta la teoria del potere come consistente
essenzialmente nell'obbedienza dei sottomessi. Questa teoria ha illustri
precedenti, p. es. Etienne de la Boetie con Tirannia servitu' volontaria,
pubblicato tra il 1546 e il 1550. Cio' permette di vedere le possibilita' di
controllo nonviolento del potere mediante la gestione del proprio consenso
da parte della societa' consapevole.
- Nel vol. 2, Le tecniche, Sharp elenca 198 tecniche osservate nella storia
di tutti i tempi e luoghi, per ognuna delle quali colleziona numerosi casi
storici; si tratta dunque di una raccolta, pur sommaria, di molte centinaia
di realta' storiche di nonviolenza attiva in luogo della guerra. Da quasi 30
anni Sharp promuove questa ricerca nel Program on Nonviolent Sanctions in
Conflict and Defense at the Center for International Affairs, Harvard
University.
9. W. H. Conser, R. M. McCarthy, D. J. Toscano, G. Sharp, Resistance,
Politics, and the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne
Rienner Publishers 1986, Boulder, Colorado, 580 pages.
10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1987. Vi si
trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte da Gandhi.
11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una soluzione nonviolenta?, Sonda,
Torino-Milano 1989 (1989). Insieme a scritti precedenti la prima Intifada
(1987), il libro contiene una riflessione su questa lotta (violenza
limitata, ma non ancora nonviolenza) e un'intervista e scritti di Mubarak
Awad, il "Gandhi palestinese", promotore di lotte nonviolente, cittadino di
Gerusalemme Est, espulso da Israele nel '69 e nell'88. Sulla componente
nonviolenta dell'Intifada e il ruolo delle chiese cristiane: Paolo Naso,
Come pietre viventi, Immagini e testimonianze dei cristiani palestinesi,
Claudiana, Torino 1990.
12. Birgit Brock-Utne, La pace e' donna (titolo che non rende bene
l'originale Educating for Peace. A Feminist Perspective, New York 1985),
introduzione di Elisabetta Donini, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989.
Descrive, dopo l'azione culturale e organizzativa di Bertha von Suttner (pp.
63-70) e le organizzazioni femminili per la pace, alcune tipiche lotte
nonviolente condotte da donne (fino al 1985, data di pubblicazione
dell'originale): per la pace in Irlanda del Nord, 1976; contro le armi
nucleari e per la pace in Danimarca, Finlandia, Groenlandia, Islanda,
Norvegia, Svezia, 1979-1981; contro le violenze della dittatura militare e
l'occupazione delle Malvine, le Madri della Plaza de Mayo in Argentina, dal
1977; contro l'installazione missilistica di Greenham Common, in Galles, dal
1981; contro le esercitazioni militari nella terra shibokusa, in Giappone,
dal 1982; contro la corsa al riarmo le Donne Australiane per la
Sopravvivenza, dal 1983; contro il Pentagono, simbolo di tutte le violenze
maschili, donne statunitensi nel 1981; contro l'apartheid le donne
sudafricane fino dal 1913, 1943, 1952, 1956, 1981 (pp. 72-88).
13. Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing
Group, Aldershot (UK), 1989. Volume ricco di informazioni storiche
sull'esperienza nonviolenta di Solidarnosc.
14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist Insurgency in Finland, SHS,
Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei finlandesi alla Russia
nell'800.
15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi
musulmano, Sonda, Torino-Milano 1990 (1984). Anche popolazioni guerriere e
feroci come i Pathan della Frontiera indiana, musulmani,  seppero adottare
la nonviolenza contro le repressioni molto violente del dominio inglese. Il
loro leader, Abdul Ghaffar Khan, trovo' nella sua fede islamica
l'ispirazione alla nonviolenza. Gandhi osservo' che proprio il violento
coraggioso nella difesa di diritto e dignita' e' il piu' disponibile a
capire e vivere la "nonviolenza del forte".
- Chaiwat Satha-Anand, Islam e nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino
1997. L'autore, studioso thailandese, musulmano, in questo libro, in cui
sostiene la speciale attitudine della cultura islamica all'azione
nonviolenta (nonostante fenomeni contrari vistosi ma limitati), narra ed
analizza (pp. 24-31) un'azione nonviolenta nel Pattani (Thailandia) nel
1975.
- Sulla rivoluzione popolare del 1979 in Iran, che caccio' lo Scia' senza
uso di violenza, pur essendo ispirata al fondamentalismo religioso che
caratterizzo' il successivo regime oppressivo, si puo' vedere l'articolo di
Mouna Naim, La fuite du chah d'Iran, su "Le Monde", 18 gennaio 1999, e col
titolo Vent'anni dopo, su "Internazionale", 19 febbraio 1999.
- Ho riunito alcuni miei scritti sull'argomento in E. Peyretti, La politica
e' pace, Cittadella, Assisi 1998, nei capitoli Islam e pace, p. 124, Studi
su Islam e nonviolenza, p. 127, Uomini di pace nell'Islam, p. 131.
- Cfr anche il n. 24 di questa bibliografia.
16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio Giannini per
L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e Guglielmo Minervini,
Edizioni La meridiana, Molfetta 1991, pp. 82-89.
17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili negli Stati Uniti il libro
a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King, Claudiana, Torino 1993,
contiene un'ampia bibligrafia.
- Powerful Days. The Civil Rights Photography of Charles Moore, Yexu by
Michael S. Durham. Introduction by Anfrew Young. Stewart, Tabori & Chang.
New York 1984.
- The Power of the People. Active Nonviolence in the USA. Edited by Robert
Cooney & Helen Michalowski, New Society Publishers, Philadelphia 1987.
- King. A filmed Record Montgomery to Memphis, Arte G.E.I.E., 2/a rue de la
Fonderie, F-67080 Strasbourg Cedex. In inglese con sottotitoli in francese,
la videocassetta rende direttamente i grandi discorsi di M. L. King e mostra
dal vivo sia le grandi manifestazioni, nel loro spirito e nei metodi
organizzativi, sia gli episodi di repressione.
- Una pagina di bibliografia su Martin Luther King e' comparsa in Cahiers de
la Reconciliation, n.1, 1998.
18. Sugli aspetti nonviolenti della lotta contro la segregazione razziale in
Sudafrica, si puo' vedere anzitutto Michael Cassidy, Politics of Love, con
introduzione di Desmond Tutu, Hodder & Stoughton, London 1991.
- Steve Biko, Black Consciousness in South Africa, edited by Millard Arnold,
Vintage Books, New York 1979.
- Mary Benson, Nelson Mandela, biografia, ed. Agalev, Bologna 1988. Il
capitolo 9 di questo libro descrive la separazione di Mandela da Lutuli, il
capo spirituale e politico del movimento nero, sulla strategia di lotta,
proprio nel 1961, quando Lutuli ricevette il premio Nobel per la pace per la
cinquantennale tradizione nonviolenta dell'ANC (African National Congress);
Mandela decise di adottare dapprima il sabotaggio, che non comportava
perdita di vite umane, e poi anche la lotta armata, pur rispettando
l'impegno di Lutuli per la nonviolenza.
- Ruth First, Un mondo a parte. 117 giorni, Oscar Mondadori, Milano 1989.
- Allan A. Boesak, Se questo e' tradimento, sono colpevole, Claudiana,
Torino 1989. Sono discorsi e studi, del periodo 1979-1989, del pastore nero
della Chiesa Riformata Missionaria Olandese, che si e' opposto all'ideologia
giustificatrice dell'apartheid su basi teologiche, dominante in quella
chiesa, fino ad ottenerne la condanna da parte dell'Alleanza Riformata
Mondiale, di cui Boesak e' stato presidente.
- Johan Galtung, Giurisprudenza di riconciliazione in Sudafrica, "Lectio
magistralis" nell'Universita' di Torino, 16 gennaio 1998, sulla Commissione
per la Verita' e la Riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Il testo e'
pubblicato in inglese col titolo After the Violence: Truth and
Reconciliation? South Africa, Latin America: Reflections on a New
Jurisprudence, sul Notiziario dell'Universita' di Torino L'Ateneo, Anno XIV,
n. 5, novembre-dicembre 1998, pp. 17-22; testo italiano presso il Centro
Studi Sereno Regis di Torino. Galtung indica nell'esperienza sudafricana la
possibilita' di una modifica della concezione del processo penale nel senso
di ridurre la violenza punitiva dello stato e di ricostruire il rapporto
umano e sociale tra reo e vittima.
- Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della
commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, manifestolibri,
Roma 1999. L'ampia introduzione del curatore premessa al rapporto finale
della commissione, mostra, nella storia del Sudafrica, il carattere violento
tanto della lotta anti-apartheid condotta principalmente dall'African
National Congress, quanto della repressione governativa, ma indica
l'originaria ispirazione nonviolenta data all'ANC da Albert Luthuli negli
anni '50 e '60 (p. 21); mostra la duplice de-escalation della violenza per
merito di De Klerk e Mandela dal 1990 (pp. 16-17). Nel rapporto della
commissione, introdotto dal presidente, il vescovo Desmond Tutu, si vede la
scelta di evitare la "giustizia dei vincitori" e di basare la
riconciliazione della societa' sulla base della verita' e della dignita'
restituita alle vittime, dell'amnistia personale in cambio della verita' e
ammissione di colpa, piuttosto che sulla base della pura giustizia
retributiva.
- Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Franco Angeli editore, Milano 2000:
lo straordinario insegnamento del Sudafrica per costruire una pace
interetnica, che e' problema della nostra societa'.
- Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001:
"Fare giustizia non significa punire bensi' risanare" (p. 119-120).
Arcivescovo anglicano di Citta' del Capo e protagonista nella vicenda, Tutu
racconta intensamente e documenta l'esperienza sudafricana dall'apartheid
alla riconciliazione.
19. Trasforming Struggle. Strategy and Global Experience of Nonviolent
Direct Action, published by the Program on Nonviolent Sanctions in Conflict,
Harvard University, 1992, pagg.142. Il libro e' recensito da Chiara Pent in
IPRI Newsletter n.10, marzo 1994 (IPRI, Italian Peace Research Institute,
via Garibaldi 13/a, 10122 Torino, tel 011532824).
20. AA. VV. La nonviolenza come strategia di mutamento sociale, Cedam,
Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico raccolti in questo volume
(altri saggi sono teorici) riguardano casi studio di lotte nonviolente.
21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la DPN (Progetto Nazionale di
Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato Scientifico, via S.
Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel. 0815510286, fax:
Antonino Drago 0812394508) ha pubblicato gli atti di quattro dei cinque
convegni nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche esempi storici di
lotte popolari nonviolente:
- Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta (primo convegno,
Boves, novembre 1989), a cura di A. Drago e G. Stefani, Ed. Fuori Thema
1993;
- La difesa popolare nonviolenta in Italia e nelle crisi internazionali
(terzo convegno, Bologna, novembre 1991), a cura di Gino Stefani, Ed. Fuori
Thema 1992;
- Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto
nella ex-Iugoslavia, (quarto convegno, Vicenza, novembre 1994), a cura di A.
Drago e M. Soccio, Editoria Universitaria, Venezia 1995.
- La difesa della pace con mezzi civili, (quinto convegno, Roma, 4-5
novembre 1995), a cura di A. Drago, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi
1997. Da notare la relazione di Andrea Riccardi sulla mediazione civile
della Comunita' di S. Egidio nella guerra in Mozambico.
22. I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) comprendono ormai
oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento Nonviolento, poi dalla
Editrice La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su precisi casi storici
in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Germania Est,
Resistenza nel Bergamasco, Polonia, Filippine, Resistenza a Forli'.
- Il n. 21, Volontari di pace in Medio Oriente, uscito nel 1993, contiene il
saggio di Alberto L'Abate, Forze nonarmate e nonviolente di pace. I
precedenti storici (pp.17-35), che racoglie molti casi storici.
- Sui fatti piu' recenti: n. 27, Q. Eglitis, Azione nonviolenta nella
liberazione della Lettonia, pubblicato nel 1994; n. 29, G. Miniotaite,
Lituania: la storia della liberazione nonviolenta, pubblicato nel 1995.
23. Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili:
le lezioni della storia (ed. La Meridiana, Molfetta 1993, pp.163) e' la
traduzione (di Gaetano Latmiral, che fu compagno di prigionia di Dietrich
Bonhoeffer, a Tegel) della seconda edizione 1989 di Les lecons de
l'histoire. Resistances civiles et defense populaire nonviolente, Les
dossiers de Nonviolence politique, n.2, che illustra ampiamente i casi:
Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India 1915-1948, Germania 1920, Ruhr
1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960, Germania Est 1953, Congo-Zaire
1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968, Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia
1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987. La traduzione italiana esclude i
capitoli, particolarmente ampi, sulla Resistenza per non interferire col
libro di Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler, indicato nella seconda parte
di questa bibliografia.
24. Sulla straordinaria decennale resistenza nonviolenta di massa del 90% di
popolazione albanese (in massima parte musulmana) del Kosovo al regime di
occupazione militare serba:
- Ibrahim Rugova, La question du Kosovo, Fayard, Paris 1994.
- Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella
ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, Emi, Bologna
1993.
- V. Salvoldi, Kossovo, ex-Jugoslavia. Dove la nonviolenza e' vita, Velar,
Gorle (Bergamo) 1994.
- Giancarlo e Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Kosovo, un popolo che
perdona, Presentazione di Bernhard Haering, Emi, Bologna 1997.
- Kossovo. Conflitto e riconciliazione in un crocevia balcanico, in
"Religioni e societa'", n. 29, anno XII, settembre-dicembre 1997.
- Alberto L'Abate (a cura di), Prevenire la guerra nel Kossovo per evitare
la destabilizzazione dei Balcani. Attivita' e proposte della diplomazia non
ufficiale. Quaderni della DPN n. 33, Ed. La Meridiana, Molfetta 1997. Il
quaderno e' stato ripubblicato, con l'aggiunta di un'ampia introduzione
dell'autore che lo aggiorna al 1999, nel volume Kossovo, una guerra
annunciata, Ed. La Meridiana, Molfetta 1999.
25. Francois Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo, prefazione di Filippo
Gentiloni, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994 (originale 1991). Vaillant,
considerando la situazione storica e politica in cui visse Gesu', esamina
alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei mercanti dal
tempio (interpretata di solito come violenta) (pp. 31-39), la donna adultera
(pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia decolpevolizzante
che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58). Anche Gesu',
minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella preghiera si
converti' alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad accettare la morte
e rovesciarne il potere (pp. 81-91).
26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della nonviolenza, in "Il
Regno-attualita'", n.14/1994, 15 luglio 1994, pp. 435-445. Le realta'
storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed ampio giro
d'orizzonte, a mostrare la possibilita' della strategia nonviolenta.
27. Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection
encyclopedique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France, Paris 1994.
In appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici tra il
1770 e gli anni successuvi al 1990 relativi a tutto il mondo (tra cui alcuni
non ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi riguardanti la
Francia tra il 1957 e gli anni '90.
28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del 1989, che sono il piu'
recente e notevole esempio delle possibilita' dell'azione nonarmata e
nonviolenta:
- Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza. Dal crollo del Muro di
Berlino al Nuovo Disordine Mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995.
Contiene la piu' ampia rassegna critica delle interpretazioni di quegli
avvenimenti.
- Johan Galtung, Il nuovo disordine mondiale, nel volume di atti sopra
citato Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il
conflitto nella ex-Iugoslavia, pp. 19-35.
29. Jacques Semelin, Quand les dictatures se fissurent... Resistances
civiles a' l'Est et au Sud, Culture de paix, Desclee de Brouwer, Paris 1995.
Per ognuna delle quattro parti (Resistenza e religione; Resistenza e diritti
dell'uomo; Resistenza e comunicazione; Resistenza e legittimita') singoli
studiosi esaminano un caso del Sud e uno dell'Est nel decennio precedente le
rivoluzioni del 1989: Filippine 1986 e Polonia; dissidenza cecoslovacca
dalla Carta 77 e Bolivia dal 1978; Benin 1987-1992 e Piazza Tiananmen a
Pechino 1989; tentativi di colpi di stato in Spagna 1981 e a Mosca 1991.
30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto Bobbio sulla nonviolenza e
la politica, elenca circa 15 casi recenti in N. Bobbio, Elogio della mitezza
e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra 1994, p. 44. Questo testo riveduto
compare in G. Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni
Gruppo Abele 1996, raccolta di saggi su etica e politica, pace e guerra
(casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95).
31. Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict.
The Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport
Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: Prima
rivoluzione russa, 1905; Ruhr, 1923; Lotte per l'indipendenza indiana
1930-1931; Resistenza danese 1940-1945; Salvador 1944; Soldarnosc 1980-1981.
32. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale per imparare a costruire
un'azione nonviolenta), MIR, Centro Ricerche per la Difesa Popolare
Nonviolenta, Padova 1994. Si tratta di un libro a schede, ampliabile,
preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A. Zangheri,
per conto del Mir (via Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel. e fax 0498073836). La
prima parte presenta, in ampie schede con relativa bibliografia, undici casi
tratti dalla storia del Novecento: India 1930, Bulgaria 1940-44, Montgomery
1955, Larzac 1970-81, Bolivia 1979, Polonia 1980-90, Comiso 1981-87,
Filippine 1986, Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar 1991-93.
33. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in ex-Jugoslavia, a cura di Gianni
Caligaris ed Emilio Rossi, Ed. Alfazeta, Parma 1995. Documenta la realta' di
oltre 100.000 disertori, che l'Europa non accoglie ne' riconosce come
dovrebbe, quale forte risorsa umana contro quell'assurda guerra e le sue
conseguenze. Esiste una buona legge italiana, di fatto non applicata alla
frontiera.
34. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla via filippina verso la
pace, in "Testimonianze" n. 380, dicembre 1995, pp. 84-96. La leader
filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della rivoluzione del 1986,
con speciale riferimento al ruolo della religione.
35. Andrew Rigby (Department of Peace Studies. University of Bradford),
Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian
Conflict, in Journal of Peace Research, vol. 32, n. 4, 1995, pp. 453-467.
L'articolo dimostra che le possibilita' di intervento nonviolento sono molto
piu' ampie della sola interposizione testimoniale o sacrificale.
36. Alexander Allan, Le Larzac et apres: l'etude d'un mouvement social
novateur, ed. L'Harmattan, Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie
dell'altopiano del Larzac contro l'esproprio militare, lotta che coinvolse
fino a 100.000 persone (1971-1981), infine vittoriosa e proseguita come
movimento per unire il Nord col Sud del mondo (1981-1992).
37. Rodolfo Venditti, La difesa popolare nonviolenta: storia, teoria, esempi
concreti. Aperture dell'ordinamento giuridico italiano, Eirene, Studi per la
pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri 1/C, 24100 Bergamo, tel. 035260073). Il
fascicolo richiama o descrive 15 casi storici. Questo e' il sedicesimo
opuscolo della collana "Ricerche e Documentazione", che comprende anche: S.
Cattaneo, J. Galtung, B. Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La nonviolenza nel
Maggio Cinese. Pechino 1989.
38. Alberto Melandri, Jose' Ramos Horta e mons. Carlos Felipe Ximenes Belo,
leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in "Azione Nonviolenta",
novembre 1996, pp. 6-7.
39. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza civile nel Novecento.
Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento per insegnanti,
organizzato a Torino nei mesi a cavallo tra 1996 e 1997 dal Centro Studi
"Domenico Sereno Regis" di Torino e dall'Istituto Piemontese per la Storia
della Resistenza e della Societa' Contemporanea (via Fabro 6, 10122 Torino,
tel. 0115628836). Sono 15 lezioni distribuite nelle seguenti sezioni del
corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la seconda guerra mondiale
(J. Semelin, A. Bravo, A. M. Bruzzone, E. Peyretti, A. Dogliotti Marasso, F.
Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi coloniali (G. Sofri); 3) Lotte
politiche e civili nei paesi occidentali (G. Bouchard, E. Donini); 4) Lotte
nei paesi dell'Est e forme di resistenza civile nell'ex-Jugoslavia (G.
Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero); 5) I movimenti per la pace (S.
Albesano, G. Salio).
40. AA. VV., Invece delle armi: obiezione di coscienza, difesa nonviolenta,
corpo civile di pace europeo, a cura della Segreteria per la Difesa Popolare
Nonviolenta, con la collaborazione del Centro Eirene di Bergamo, ed.
Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene nella prima parte gli atti di
una importante conferenza internazionale su "Difesa nonviolenta,
partecipazione popolare, obiezione di coscienza" tenutasi a Firenze nel
settembre 1992 con contributi dei maggiori studiosi mondiali; nella seconda
parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo civile di pace
europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici proponendone una
classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia bibliografia (pp.
29-31), molto meno aggiornata e completa della presente. Alberto L'Abate
ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962, Aden 1967, Pechino
1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp. 145-148) - e indica
diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste internazionali di peace
research.
41. Voci e azioni di nonviolenza nell'antichita' classica, a cura di Rocco
Campanella, Libreria Editrice Fiorentina, 1996. Nel libro leggiamo le pagine
di Giuseppe Flavio (37-100 d. C.) sulla resistenza nonviolenta degli ebrei
sotto gli imperatori Tiberio (14-37 d. C.) e Caligola (37-41 d. C.) e quelle
di Tito Livio sulla secessione della plebe a Roma (nel 494 e nel 471 a. C.).
42. Hildegard Goss-Mayr, Come i nemici diventano amici, Insieme per la
nonviolenza, la giustizia e la riconciliazione, Emi, Bologna 1997. E' il
racconto di vita di una coppia che ha lottato insieme per oltre 30 anni.
Jean Goss (morto nel 1991) e sua moglie Hildegard, eminenti attivisti ed
educatori del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) hanno
compiuto insieme azioni dirette nonviolente e lavoro di formazione, hanno
avviato associazioni e opere culturali, hanno posto le basi di rivoluzioni
nonviolente (come nelle Filippine, nel 1986), hanno sospinto vescovi e
leaders sociali all'impegno per la giustizia col metodo della forza
nonviolenta. Il campo della loro azione va dall'Unione Sovietica (gia' nel
1961) alla Polonia, dal Concilio Vaticano II all'America Latina, dall'Asia
all'Africa. I coniugi Goss trovano nel vangelo l'ispirazione alla lotta
nonviolenta, ma sanno scoprire e valorizzare le analoghe potenzialita'
presenti nelle culture e religioni proprie dei diversi popoli: vediamo un
bell'esempio nelle "regole nonviolente" individuate nella tradizione
africana della "chiacchierata", vero metodo di risoluzione nonviolenta dei
conflitti (p. 230). Il capitolo conclusivo, raccogliendo l'esperienza,
prospetta con lucida sintesi la resistenza nonviolenta all'impero
liberalcapitalistico oggi impostosi al mondo, su varie linee d'impegno:
l'incontro tra le religioni e il loro compito per la pace, il movimento per
la pace e il servizio di pace (qualcosa di piu' del servizio civile), i
mezzi di comunicazione nel mondo unito e la loro  possibile funzione di
"portatori di speranza".
43. Robert L. Holmes, La sfida della nonviolenza nel nuovo ordine mondiale,
nel volume di James Burk, La guerra e il militare nel nuovo sistema
internazionale, Franco Angeli, Milano 1998, pp. 211-229. Holmes esamina la
tendenza ad un nuovo militarismo dopo che gli Usa sono rimasti unica
superpotenza e, di contro, la lezione delle rivoluzioni nonviolente
nell'Europa dell'est per una strategia e delle istituzioni atte alla
risoluzione nonviolenta dei conflitti, ai fini di una maggiore tutela
generale della societa' dalla violenza diffusa.
44. Emanuele Arielli - Giovanni Scotto, I conflitti. Introduzione a una
teoria generale, Ed. Bruno Mondadori, Milano 1998. Questo studio scientifico
fa il punto sulla ricerca interdisciplinare, promossa da molti studiosi e
istituzioni in tutto il mondo, delle strategie per una trasformazione e
risoluzione senza violenza dei conflitti. Il volume richiama tutti i casi
piu' significativi di lotte nonviolente, collocandoli opportunamente nel
sistema teorico proposto, specialmente nella terza parte del libro
(Strategie di trasformazione costruttiva).
45. Jean-Marie Muller, Vincere la guerra, Principi e metodi dell'intervento
civile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999 (1997). Lavoro descrittivo, ricco
di informazioni sulle ingerenze davvero umanitarie e non belliche in zone di
conflitto. Mancano alcune significative esperienze italiane, ma il panorama
mondiale e' ampio e cosi' il catalogo dei metodi. Tanto basta per vedere che
le alternative alle guerre ci sono, se le si vuole conoscere e praticare. La
prefazione di Antonino Drago critica il carattere che l'intervento civile ha
nell'esperienza francese e nella proposta di Muller, non abbastanza
alternativo ma dipendente dal militare. Drago mostra le possibilita' uniche
al mondo ormai inserite nella legislazione italiana.
46. Due esempi di resistenza nonviolenta alla violenza politica e a quella
economica, mediante le nuove possibilita' date dalla comunicazione
informatica di base: 1) Rafal Robozinski, Mapping Russian Cyberspace:
Perspective on Democracy and the Net, Paper presented at the United Nations
Research Institute for Social Development (UNRISD) conference on Information
Technology and Social Development, 22-24 June 1998, Geneva. L'Autore rileva,
tra l'altro, il ruolo giocato dai fax e dalla iniziale rete informatica nel
galvanizzare la resistenza dell'opinione pubblica russa al golpe del 1991
contro Gorbaciov. 2) Stephen Kobrin, The MAI and the Clash of
Globalizations, Foreign Policy 112(fall), 1998: 97-109. L'Autore esamina la
vincente campagna informatica mondiale delle ONG nel 1998 contro il MAI,
l'Accordo multilaterale sugli investimenti favorevole alle multinazionali.
Queste due pubblicazioni sono citate a p. 78 del Rapporto 1999 su Lo
Sviluppo Umano, dell'United Nations Development Programme, vol. 10, La
Globalizzazione, Rosenberg & Sellier, Torino 1999.
47. AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, edito
dal Movimento Nonviolento, Verona, e dall'Associazione Nazionale
Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Torino, a cura di Sergio
Albesano, Torino 1999. Il volume, di 180 pagine, raccoglie 22 "medaglioni"
esclusivamente di italiani/e che, nel periodo dall'unita' ad oggi, hanno
agito nell'opposizione alla guerra. Fra loro peronaggi noti, ma anche altri
finora del tutto ignoti, anarchici e cattolici, valdesi e vescovi, scrittori
e filosofi, pedagogisti e politici, soldati e disertori. La raccolta
testimonia la presenza spesso ignorata di esperienze e metodi alternativi
alla guerra.
48. Arundhati Roy, Per il bene comune, in "Internazionale", n. 306, 22-28
ottobre 1999, pp. 17-25. L'articolo, mentre denuncia la devastazione umana e
ambientale causata dalle Grandi Dighe indiane nella valle della Narmada,
racconta la lotta nonviolenta di resistenza delle popolazioni implicate.
L'autrice e' la piu' famosa scrittrice indiana (Il dio delle piccole cose).
Sono pubblicati in italiano i volumi La fine delle illusioni, Guanda, Parma
1999, e Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002, che ricupera interamente il
volume precedente ed aggiunge altri saggi.
49. Centro di ricerca per la pace, Viterbo (nbawac at tin.it), ha pubblicato
nel 1999 la Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere
per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri. Questa tecnica
nonviolenta del "pallone frenato" e' stata sperimentata efficacemente per
alcune ore davanti all'aeroporto militare di Aviano, da cui partivano nel
1999 gli aerei che bombardavano la Jugoslavia.
50. Enrico Peyretti, Per perdere la guerra, Beppe Grande Editore, Torino
1999. In questa raccolta di scritti pubblicati durante la guerra della Nato
alla Serbia per il Kossovo, indicando le varie alternative alla guerra,
praticate o praticabili, richiamo anche alcune esperienze storiche.
51. Gilles Gesson, La non-violence cree l'evenement a' Seattle, in
Non-violence Actualita' (janvier 2000, pp. 16-18). L'articolista, presente
alle manifestazioni di "Nonviolent Direct Action" che hanno impedito la
cerimonia di apertura del vertice della Organizzazione Mondiale del
Commercio (WTO- OMC), il 30 novembre 1999, vertice fallito, scrive che
l'avvenimento segna l'entrata dell'opinione pubblica internazionale sulla
scena delle negoziazioni ufficiali relative all'economia globalizzata, in
difesa degli aspetti umani (lavoro, giustizia, ambiente, salute, culture)
trascurati e violati dal carattere finanziario e speculativo della
globalizzazione. Contro alcune interpretazioni deformanti, testimonia il
carattere nonviolento delle manifestazioni, accuratamente preparato, di cui
espone le tecniche e le tattiche, concludendo: "Consciamente o no, [i
manifestanti] hanno agito come degni eredi dei teorici della resistenza
civile. Questo e' forse il segno che essa e' oggi entrata nel costume".
52. Francisco A. Munoz, Mario Lopez Martinez (eds.), Historia de la Paz.
Tiempos, espacios y actores, Instituto de la Paz y los Conflictos, Editorial
Universidad de Granada, 2000. Questo volume, pioniere nella costruzione di
una specifica storia della pace, percorre, attraverso i tempi e le culture
umane, soprattutto le idee, situazioni, strutture, protagonisti di relazioni
pacifiche tra differenti popoli e civilta'. Specialmente nei paragrafi sul
pacifismo della nonviolenza (pp. 326-340), sul pacifismo antinucleare (pp.
340-349), sul pacifismo dopo la caduta del Muro di Berlino verso il muovo
secolo (pp. 349-357) Mario Lopez Martinez raccoglie in una ampia bella
sintesi piu' o meno tutti i casi storici di interventi e soluzioni
nonviolente dei conflitti a cui si riferiscono le opere segnalate in questa
bibliografia.
*
II. Opere sulla Resistenza al nazifascismo
Oltre i riferimenti alla Resistenza compresi nelle opere gia' indicate, si
vedano le opere sotto indicate. Nell'aprile 1995 ho presentato gli studi
disponibili a quella data in una relazione su La resistenza civile nelle
ricerche storiche, pubblicata in Fascismo - Resistenza - Letteratura.
Percorsi storico-letterari del Novecento italiano, Museo Nazionale del
Risorgimento Italiano, I Quaderni del Museo n. 2, Torino, febbraio 1997, pp.
61-87.
1. J. Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler. La resistenza civile in Europa
1939-1943, Sonda, Torino-Milano 1993 (Payot, Paris 1989). Il lavoro si
limita al periodo 1939-1943 allo scopo di illustrare le sole forme di lotta
nonarmata autonome dalla lotta armata, e non quelle successive, combinate
con questa. Studiando le forme sociali della resistenza nonarmata al nazismo
in tutti i paesi occupati e nella stessa Germania, ne realizza la raccolta
storica finora piu' ampia. L'edizione italiana contiene anche due appendici,
una di Stefano Piziali, Commento bibliografico. La resistenza nonarmata in
Italia (pp.227-234) e una mia (che deve essere riveduta e corretta), Un caso
italiano: lo sciopero come strumento di lotta (pp. 235-240), sugli scioperi
operai del '43 e '44 in Italia, trascurati da Semelin.
2. Il Centro Studi Difesa Civile (via della Cellulosa 112, 00166 Roma, tel.
0661550768) ha organizzato alcuni convegni di cui gli atti sono pubblicati e
disponibili:
- La lotta nonarmata nella Resistenza, Roma, ottobre 1993, (contributi di
Giannini, Parisella, Drago, Zerbino, Albesano, Vaccaro, Marescotti ed
altri);
- La Resistenza nonarmata, Roma, novembre 1994, patrocinato dal Comitato
nazionale per il cinquantennale della Resistenza e della guerra di
liberazione  (contributi di Zerbino, Giannini, Parisella, Drago, Semelin,
Klinkhammer, Peyretti, L'Abate, Menapace, Giuntella, ed altri). Atti
pubblicati in La Resistenza nonarmata, a cura di G. Giannini, Ed. Sinnos,
Roma 1995.
- L'opposizione popolare al fascismo, Roma, ottobre 1995. Atti pubblicati
con lo stesso titolo, a cura di G. Giannini, ed. Qualevita, Torre dei Nolfi
1996.
- Sull'esperienza di resistenza non armata all'occupazione e ai soprusi
dell'esercito tedesco, da parte di centinaia di persone nella tenuta Tor
Mancina, a 30 km da Roma, dal settembre 1943 al giugno 1944, e' possibile
leggere la testimonianza, di cui possiedo il testo, resa dal cav. Paolo
Sabbetta (paolosabbetta at libero.it).
3. G. Giannini, La resistenza nonarmata nella lotta al nazifascismo, in
Bozze 94, n.2/1994, pp. 77-84.
4. Jean-Marie Muller, Desobeir a' Vichy, La resistance civile de
fonctionnaires de police, Presses Universitaires de Nancy, 1994. Nella
collaborazione data ai nazisti dalla polizia francese della Francia occupata
nel perseguitare gli ebrei, ci furono significative disobbedienze.
5. Anna Bravo e Anna Maria Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne
1943-1945, Laterza 1995. Sono 125 interviste su diversi aspetti
dell'opposizione delle donne alla guerra, p. es. il "maternage" di massa, la
pieta' per i morti anche nemici, e sulla violenza di genere della guerra
sulle donne. Il libro - introdotto da un ampio saggio critico di Anna Bravo,
Donne, guerra, memoria - mostra la vasta realta' della resistenza senz'armi
attuata dalle donne e contribuisce a individuare un'immagine della difesa
che supera la guerra, e della cittadinanza svincolata dalla figura del
cittadino in armi. Questo libro ha portato ad un autorevole mutamento nella
considerazione della resistenza civile da parte di uno storico quale Claudio
Pavone. Infatti, e' interessante notare come Pavone, autore dell'importante
e ampio volume Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella
Resistenza (Bollati Boringhieri, Torino 1991), nel quale non si dimostrava
sensibile alla ricerca sulla Resistenza non armata (tanto che trascurava del
tutto la figura di Aldo Capitini, che da lungo tempo aveva combattuto il
fascismo con insolita profondita' di motivi, ma senza mai prendere le armi;
e, attraverso una citazione di una testimone, presentava un'idea del tutto
inadeguata della nonviolenza come una posizione "metastorica" e
irresponsabile; cfr. ivi, p. 414), introducendo invece, nel 1995, il numero
della rivista "Il Ponte" dedicato al cinquantesimo della Resistenza, si
soffermi sul saggio di Anna Bravo contenuto nel fascicolo (corrispondente
all'introduzione al libro In guerra senza armi), per rilevare il "valore
euristico" del concetto di resistenza civile ivi proposto, che e' - scrive
Pavone - "qualcosa di piu' ampio" della cosiddetta resistenza passiva, ma -
come dice appunto Anna Bravo - una "pratica di lotta" con mezzi diversi
dalle armi (I percorsi di questo speciale, articolo introduttivo del
fascicolo de "Il Ponte", n.1/1995, dedicato a Resistenza. Gli attori, le
identita', i bilanci storiografici, p. 13). Il concetto di resistenza civile
vale dunque a superare la tendenza, rilevata da Claudio Dellavalle nello
stesso fascicolo, ad adottare "il criterio militare come criterio
prevalente" (ivi, p. 12). Pavone scrive ancora: "La Resistenza civile rimane
una forma di Resistenza. I suoi confini con l'esercizio della violenza,
anche di quella piu' palesemente difensiva, non sono sempre sicuri. Sicura
e' invece la sua distanza da quella "zona grigia" in cui si ritrovano coloro
che i resistenti bollavano come "attesisti"" (ivi, p. 13).
6. Sul vasto e significativo fenomeno del rifiuto di collaborazione da parte
di centinaia di migliaia di militari italiani internati dai tedeschi dopo
l'8 settembre 1943:
- AA. VV., I militari italiani internati dai tedeschi dopo l'8 settembre
1943 (atti del convegno 14-15 novembre 1985), Giunti, Firenze 1986.
- Resistenza senz'armi. Un capitolo di storia italiana dal 1943 al 1945
(dalle testimonianze dei militari toscani internati nei lager nazisti),
prefazione di Leonetto Amadei, Le Monnier, Firenze 1988.
- Orlando Lecchini, Per non chinare la testa. Un Lunigianese nei lager
nazisti, Edizioni "Il Corriere Apuano", Pontremoli 1988.
- AA. VV., Fra sterminio e sfruttamento (atti del convegno 23-24 maggio
1991), Ed. Le Lettere, Firenze 1992.
- Gerhard Schreiber, I militari italiani internati nei campi di
concentramento del Terzo Reich 1943-1945, a cura dell'Ufficio Storico dello
Stato Maggiore dell'Esercito, 1992.
- Luigi Collo, La resistenza disarmata, Introduzione di Nuto Revelli,
Marsilio, Venezia 1995.
- Giampiero Carocci, Il campo degli ufficiali, Giunti, Firenze 1995.
- Alessandro Natta, L'altra Resistenza. I militari italiani internati in
Germania, Einaudi, Torino 1997.
7. Sulla Resistenza di cittadini tedeschi al nazismo, in Germania o nei
territori assoggettati al Terzo Reich, si trovano nelle biblioteche 10-20
titoli, in gran parte sull'attentato del 20 luglio 1944. L'Istituto
Piemontese per la Storia della Resistenza conserva quasi 80 titoli di cui 32
in tedesco, 3 in francese, 2 in inglese, 4 pubblicazioni promosse dal
Consiglio Regionale Piemontese. Ho raccolto gli aspetti civili e nonviolenti
che si possono rintracciare entro la realta' limitata e prevalentemente
militare della resistenza interna al nazismo, nella relazione La Resistenza
antinazista in Germania, tenuta  nel corso di aggiornamento per docenti
"Nonviolenza nella storia. Casi di resistenze civili nel Novecento"
(organizzato dal Centro Studi Domenico Sereno Regis  e dall'Istituto
Piemontese per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea,
Torino, ottobre 1996 - gennaio 1997). Da questo lavoro traggo le indicazioni
che rientrano nella presente bibliografia.
- Jacques Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler, La Resistenza civile in
Europa, 1939-1943, Ed. Sonda, Torino-Milano 1993 (1989), p. 120-129,
171-172.
- Ad uno degli episodi di resistenza efficace da parte di cittadini
tedeschi - donne sposate o imparentate ad uomini ebrei gia' arrestati -
contro la persecuzione razzista e' dedicato il libro di Nina Schroeder, Le
donne che sconfissero Hitler, Pratiche editrice, Milano 2001. Sullo stesso
significativo fatto esiste il libro di Nathan Stoltzfus, Resistance of the
Heart: intermarriage and the Rosenstrasse protest in Nazi Germany,
pubblicato nel 1996. La regista Margarethe von Trotta ha iniziato
nell'ottobre 2002 le riprese di un film su questo episodio, intitolato
Rosenstrasse, nome della via di Berlino in cui seimila donne sostarono per
sei giorni, nel 1943, costringendo infine Goebbels e Hitler a liberare i
1.700-2.000 uomini ebrei.
- Enzo Collotti, La Germania nazista, (dalla Repubblica di Weimar al crollo
del Reich hitleriano), Einaudi, Torino 1962, pp. 273-305. Dello stesso
autore vedi anche l'articolo Per una storia dell'opposizione antinazista in
Germania, in "Rivista storica del socialismo", gennaio-aprile 1961, pp.
105-137, che contiene piu' ampie referenze bibliografiche.
- Giorgio Vaccarino, Storia della Resistenza in Europa, 1938-1945,
Feltrinelli, Milano 1981, parte prima, pp. 17-152.
- La "parola nuda come arma di resistenza" (come dice Julian Aicher, in "Il
Margine", Trento, n. 8/1998) fino a pagare con la vita fu il mezzo d'azione
dei fratelli Hans e Sophie Scholl e dei loro compagni d'azione
nell'Universita' di Monaco, su cui vedi Paolo Ghezzi, La Rosa Bianca, ed.
Paoline, Cinisello Balsamo 1994. Il libro di Ghezzi contiene una
bibliografia di 53 titoli, dalla quale segnalo Inge Scholl, Die Weisse Rose,
Fischer Taschenbuch Verlag, Frankfurt am Main 1982, edizione italiana non
integrale La Rosa Bianca, a cura di Carlo Francovich, La Nuova Italia
editrice, Firenze 1978, quarta edizione. Una profonda riflessione su questa
esperienza e' il libro di Romano Guardini, La Rosa Bianca, Morcelliana,
Brescia 1994 (scritti del 1946 e 1958).
- La limpida grande figura di Franz Jaegerstaetter, contadino austriaco che,
sostenuto solo dalla comprensione della moglie, rifiuto' per ragioni morali
e religiose il servizio militare sotto il nazismo e fu decapitato il 9
agosto 1943, e' illustrata in due libri in lingua italiana, usciti a grande
distanza di tempo: Gordon Zahn, Il testimone solitario. Vita e morte di
Franz Jaegerstaetter, Gribaudi, Torino 1968; Erna Putz, Franz
Jaegerstaetter, Un contadino contro Hitler, Editrice Berti, Piacenza 2000.
Il secondo libro e' piu' preciso del primo nella documentazione.
- Francesco Comina, Non giuro a Hitler, La testimonianza di Josef
Mayr-Nusser, San Paolo, Milano 2000. Altoatesino, fervente cattolico,
arruolato d'autorita' nelle SS dopo l'8 settembre 1943, Mayr-Nusser  si
rifiuto' di giurare a Hitler par ragioni di fede, come Jaegerstaetter.
Dapprima internato in manicomio, muore di sfinimento durante il viaggio
verso Dachau. Comina documenta la lucidita' del suo precoce giudizio morale
e poltico sul nazismo. Di Mayr-Nusser ha scritto anche Isabella Bossi
Fedrigotti sul Corriere della Sera, 2 febbraio 2002, p. 29.
- Sui resistenti, ribelli e disertori nell'esercito nazista ho raccolto dei
fatti e dei dati in Quelli dell'ultima ora, uscito, come parte di una piu'
ampia relazione tenuta per l'Iprase di Trento nell'aprile 2000, nel volume
Maestri e scolari di nonviolenza, a cura di Claudio Tugnoli, Franco Angeli
ed., Milano 2000, pp. 243-256.
- Ho raccolto parecchi casi di boicottaggio personale della Shoah, compiuto
anche da molti cittadini tedeschi, in uno scritto inedito intitolato Molti
Schindler: dunque si poteva resistere al nazismo.
- Sulla probabile obiezione degli scienziati tedeschi alla costruzione della
bomba atomica: Leandro Castellani, La grande paura, Storia dell'escalation
nucleare, Prefazione di Carlo Bernardini, ERI, Torino 1984, pp. 96-106;
Thomas Powers, La storia segreta dell'atomica tedesca, Mondadori, Milano
1994 (1993), pp. 503-509.
- Sul problema di coscienza relativo all'uccidere Hitler, cfr. la mia
recensione del libro di Peter Hoffmann, Tedeschi contro il nazismo. La
Resistenza in Germania, Il Mulino, Bologna 1994 (1988), pubblicata  in
"Servitium", n. 102, novembre-dicembre 1995, fascicolo "Resistenza al male",
pp. 117 e 119-120.
- Documenti di alta resistenza morale, che ricordano in qualche momento gli
atti dei martiri cristiani sotto l'impero romano, sono: Helmuth James von
Moltke, Futuro e resistenza (dalle lettere degli anni 1926-1945),
Morcelliana, Brescia 1985; Dietrich Bonhoeffer, Dieci anni dopo. Un bilancio
sul limitare del 1943, in Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere,
Ed. Paoline, Cinisello Balsamo 1989, pp. 59-74.
- Aggiungo qualche riferimento attuale in Germania sulla Resistenza
antinazista:
1) DRAFD, Deutsche in der Resistance, in den Streitkraeften der
Antihitlerkoalition und der Bewegung Freies Detschland (Tedeschi nella
Resistenza, nelle forze armate della coalizione antihitleriana, nel
movimento Libera Germania). Telefono sede centrale di Berlino:
0049305098852. Contatto diretto con un partigiano del DRAFD: Peter Gingold,
Reichsforststrasse 3, D-60528 Frankfurt, tel. 004969672631.
2) Bundesvereinigung Opfer der NS Militaerjustiz (Associazione vittime dei
tribunali militari nazisti), Freidrich Humbert Strasse 116, D-28758 Bremen,
tel. 0049421622073, fax: 621422. Contatto diretto con il presidente Ludwig
Baumann, Aumunder Flur 3, D-28757 Bremen, tel. 0049421665724.
3) Antikriegsmuseum, Friedensbibliotek (Museo antiguerra, Biblioteca della
pace), Bartolomaeuskirche, Friedensstrasse 1, D-10249 Berlin, tel.
0049305081207.
4) Mahn- und Gedenkstaette fuer die Opfer der Nationalsozialistischen
Gewaltherrschaft (ammonimento e memoria per le vittime del dominio nazista),
Muehlenstrasse 29, D-40591 Duesseldorf. Catalogo di 202 pagine Verfolgung
und Widerstand in Duesseldorf 1933-1945, (Persecuzione e Resistenza a
Duesseldorf, 1933-1945), Duesseldorf 1990.
8. Ermes Ferraro, La Resistenza napoletana e le Quattro Giornate, in Una
strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta, cit. (nella prima sezione
al n. 16), pp. 89-95. Secondo l'ordine di Hitler, l'esercito dei guastatori
doveva lasciare "cenere e fango" al posto della citta'. Una popolazione in
gran parte femminile, quasi senza armi, inflisse all'esercito tedesco
"l'unica sconfitta popolare da esso subita nel mondo" (A. Drago, Una nuova
interpretazione della Resistenza italiana secondo categorie storiche
nonviolente, dattiloscritto).
9. Lotte nonviolente nella storia, volume annunciato. E' una proposta di
lavoro rivolta a insegnanti e studenti. Contiene una parte metodologica
generale e una parte storica limitata al periodo della Resistenza al
nazifascismo, in diversi paesi europei, compresa la Germania. Il lavoro
contiene molte ulteriori indicazioni bibliografiche che allungherebbero di
molto il presente elenco. Esso e' stato compiuto da un gruppo di ricerca del
Centro Studi e Documentazione "Domenico Sereno Regis" di Torino.
10. Un episodio tipico, tra i molti sconosciuti, di resistenza senz'armi e'
narrato brevemente in Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla
parte dell'ultimo. Prefazione di David Maria Turoldo, Bur, Milano 1993
(1974), p. 219, nota 13. Nel piccolo villaggio di Acone, nel Mugello
fiorentino, fu creato uno dei maggiori centri di smistamento e di raccolta
dei prigionieri alleati fuggiti dai vari campi di concentramento. Poveri
contadini analfabeti, inermi che aiutavano altri inermi per puro spirito
evangelico, furono la base di questa azione animata dal pievano e da una
organizzazione clandestina del Partito d'Azione.
11. Antonio Parisella, Sopravvivere liberi. Riflessioni sulla storia della
Resistenza a cinquant'anni dalla Liberazione, Gangemi editore, Roma 1997,
pp. 160. L'autore, in questa raccolta di saggi, valorizza la lotta
nonarmata, definita "una scoperta del Cinquantenario", partita dalla cultura
nonviolenta e finalmente entrata sotto l'attenzione degli storici. Parisella
mostra come la lotta per la sopravvivenza fisica e ideale, lungi dall'essere
"attendismo", e' componente essenziale e basilare della Resistenza al
nazifascismo come di ogni lotta di resistenza. La liberazione e' il
compimento della sopravvivenza, e questa e' l'inizio della liberazione.
Parisella cita Collotti e Klinkhammer: "Quando la resistenza civile assume
forme collettive puo' avere una forza anche superiore a quella di un gesto
armato". Si ricava l'immagine della resistenza nonarmata come un cerchio
molto ampio, che comprende mille forme e modi autonomi, entro il quale sta
il cerchio minore, per quanto importante, della resistenza armata; immagine
che rovescia quella tradizionale tutta e solo armista.
12. Bianca Ballesio, La guerra di Kira, La resistenza civile nel Canavese,
prefazione di Ersilia Perona, L'Angolo Manzoni ed., Torino, 1999.
13. Lidia Menapace, Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001, pp. 90.
L'autrice racconta, in base alla propria esperienza partigiana, che nella
Resistenza si poteva fare obiezione di coscienza all'uso delle armi, insomma
che la vicenda fu molto piu' ricca di quanto la tradizione della
storiografia italiana (molto politico-militare e poco sociale e popolare) ci
abbia trasmesso.

4. RILETTURE. AA. VV.: SIMONE WEIL, LA PASSIONE DELLA VERITA'
AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1984,
1985, pp. 160. Una bella raccolta di saggi su Simone Weil impreziosita da
ulteriori materiali weiliani (testi, documenti, iconografia, un'ampia
bibliografia ragionata); un libro che raccomandiamo (come tutto cio' che
riguarda Simone, ti nutre l'anima).

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it;
angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 666 del 7 settembre 2003