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Praga: Marx fuorilegge?
- Subject: Praga: Marx fuorilegge?
- From: "Andrea Vanacore" <andrea.vanacore at virgilio.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Tue, 02 Sep 2003 01:06:57 +0200
Processo per «apologia di comunismo» PRAGA DECIDE CHE MARX E' FUORILEGGE Francesca Sforza, "La Stampa" del 18 Agosto BERLINO - Se Togliatti è in paradiso, come dice Andreotti, quaggiù in terra i comunisti non se la passano per niente bene. Ne sa qualcosa David Pecha, ragazzo moravo di ventisei anni, che per aver scritto su un giornaletto di sinistra che l'unico rimedio all'ingiustizia sociale è la dittatura del proletariato, si è visto condurre davanti a un tribunale dalle autorità della Repubblica Ceca con l'accusa - niente meno - di apologia di comunismo. L'udienza decisiva è prevista per il prossimo 23 settembre, quando David dovrà dimostrare davanti alla Corte di Sumperk, cittadina a duecento chilometri da Praga, che i suoi articoli sul "Pochoden" (La Fiaccola) potranno pure essere un po' estremisti, ma non al punto di meritare otto anni di carcere, come ha chiesto il pubblico ministero Vlastimil Flasar. «L' imputato Pecha - ha dichiarato il suo accusatore - si lamenta delle ingiustizie sociali, e su questo posso anche essere d'accordo, ma come unica soluzione propone di fare la rivoluzione e instaurare la dittatura del proletariato, e questo invece è contro la legge». Poco importa che la legge ceca preveda il reato di associazione eversiva, che al limite sarebbe suonato meno ridicolo di quello di apologia di comunismo (soprattutto in un paese in cui i comunisti siedono ancora in Parlamento legittimamente eletti dal dodici per cento della popolazione). E poco importa anche che con la fine del comunismo, quello vero, la Repubblica Ceca stia oggi per entrare nell'Unione Europea: in cui ne succedono tante, è vero, ma una cosa così non si era ancora mai sentita. Gli organismi internazionali per la libertà di stampa guardano con molta attenzione al verdetto della Corte di Sumperk, che tra l'altro sarà pronunciato da una giudice di qualche anno più grande dell'imputato, alla sua prima prova in aula. Una condanna a David Pecha, se non sostanziata da prove che dimostrino un collegamento diretto con gruppi armati, significherebbe l'inizio di una crociata sul diritto d'opinione che rischia di coinvolgere tutte le giovani democrazie dell'Est europeo, con inevitabili ricadute sui delicati equilibri dell'Unione. «La magistratura sta facendo un grosso errore - spiega Peter Uhl, socialdemocratico ed editorialista del quotidiano "Pravo". - Stanno perseguendo una persona che ha forse idee estremiste, ma in nessun modo è un criminale. Non c'è alcuna prova che abbia commesso azioni violente, o che abbia istigato alla violazione delle regole democratiche. E' una vicenda assurda: in una società democratica non si può punire una persona per le proprie opinioni». Dalle colonne del "Pravo", Peter Uhl ha lanciato un appello ai comunisti che siedono nel Parlamento ceco per sostenere la causa di David Pecha e della libertà d'espressione. «Non ho ricevuto nessuna risposta - dice - e so di aver creato molto imbarazzo». Pare che i comunisti non considerino il ragazzo «abbastanza» comunista. Solidarietà al compagno Pecha, dunque, comunque vada.
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