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Per una globalizzazione umana
- Subject: Per una globalizzazione umana
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker <info at gfbv.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Tue, 26 Aug 2003 19:22:53 +0200
URL: www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030826it.html Ai Ministri degli esteri dell'Unione Europea Ai Ministri Franco Frattini, Joschka Fischer, Benita Ferrero-Waldner Per una globalizzazione umana L'APM chiede all'UE e ai suoi stati membri la ratifica della Convezione ILO 169 per la protezione dei popoli indigeni Bolzano, 26 Agosto 2003 L'Associazione per i popoli minacciati (APM) appoggia le richieste del gruppo di lavoro dell'ONU per i Popoli Indigeni (WGIP) per una globalizzazione umana, e rifiuta ogni forma di globalizzazione che vuole escludere o marginalizzare i Popoli Indigeni. La globalizzazione finora ha sistematicamente escluso e ignorato i popoli indigeni, tant'è che la quasi totalità degli accordi riguardanti i territori dei popoli indigeni vengono stipulati tra multinazionali e governi senza che le popolazioni interessate abbiano la possibilità di intervenire. "In quanto popoli indigeni ci sentiamo abbandonati da tutti e senza qualunque tipo di protezione", ha dichiarato il gruppo di lavoro dell'ONU durante il suo incontro a Ginevra a fine luglio 2003. "I governi non dimostrano nessuna volontà di coinvolgere i popoli indigeni nelle loro decisioni." La dichiarazione di Kemberly 2003 fissa inequivocabilmente il diritto dei popoli indigeni a poter accettare o rifiutare qualsiasi decisione e progetto che riguardi la loro attività o il loro territorio. La realtà dei fatti però si presenta diversamente e i governi prendono decisioni senza interpellare le popolazioni interessate. Un esempio indicativo di questo stato di cose è dato dalla gestione mondiale dell'acqua. "Riconosciamo l'acqua come portatrice di vita", hanno dichiarato i 40 rappresentanti indigeni al World Water Forum (3 marzo 2003) a Kyoto in Giappone. Ciononostante l'acqua è ovunque sempre più inquinata e il cambiamento climatico comporta già conseguenze fatali: uragani, inondazioni, siccità e caldo straordinario creano vittime soprattutto tra i popoli indigeni che vivono in ecosistemi particolarmente sensibili e delicati. A Kyoto i rappresentanti dei popoli indigeni hanno anche dichiarato: "La nostra acqua è sempre più in mano ad un'economia straniera e di stampo coloniale che commercializza senza pudore ed etica questo bene vitale. Grazie ai trattati e alle pratiche commerciali ci ritroviamo slegati e alienati dal nostro sistema ecologico." I popoli indigeni non sono più disposti a sopportare questo stato di cose. "Abbiamo il diritto all'autodeterminazione e all'autonomia, che include anche lo sfruttamento, la regolamentazione e la protezione delle fonti d'acqua. I membri delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio (WTO) hanno il dovere legale e morale di rispettare i nostri fondamentali diritti umani, e devono quindi riconoscere i nostri diritti ed i nostri interessi sull'acqua." L'appello è rivolto in particolar modo alla Banca Mondiale, al Fondo Monetario Internazionale e a tutte le banche e gli istituti di credito regionali che dovrebbero d'ora in poi rifiutare di concedere prestiti per progetti che non contemplano il coinvolgimento dei popoli indigeni interessati. Essi inoltre chiedono ai singoli stati di proteggere e rispettare gli accordi internazionali finora presi. I popoli indigeni esortano anche i propri paesi a rispettare e proteggere l'identità dei popoli: senza il riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni la globalizzazione resta solo un'altra parola per colonizzazione. L'APM sostiene la richiesta di ratificare la convenzione ILO 169 per la protezione dei popoli indigeni in modo che i loro diritti siano riconosciuti e resi globali. Il parlamento dell'UE si è espresso a favore della ratifica da parte dell'Unione Europea dell'ILO 169 in modo che gli stati membri diventino anch'essi firmatari della convenzione. L'Italia, la Germania e l'Austria devono finalmente seguire l'esempio di paesi quali la Danimarca, l'Olanda e la Norvegia, perché "300 milioni di indigeni hanno bisogno di diritti riconosciuti e legalmente ancorati". La Convenzione ILO 169 è attualmente l'unico strumento di diritto internazionale che fissa i diritti fondamentali degli appartenenti ai ca. 5.000 popoli indigeni. Tra i diversi diritti fondamentali, la ILO 169 fissa anche i diritti all'identità culturale, alle strutture comunitarie, al mantenimento delle tradizioni, alla terra e le sue risorse, al lavoro e a condizioni lavorative adeguate, all'accesso ai mezzi di comunicazione, alla partecipazione a tutte le decisioni che riguardano i popoli indigeni, e alla parità di trattamento amministrativo e legale. Finora solo 17 stati hanno firmato la Convezione ILO 169. Vedi anche: * www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030808it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030808ait.html | www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030527it.html | www.gfbv.it/3dossier/seattle-it.html | www.gfbv.it/3dossier/diritto/ilo169-conv-it.html * www: www.ecn.org/molino/collettivo/informes/pppdighe.htm | www.ilo.org | www.bibmondo.it/libri/www-h2o.html
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