Fw: Honduras: NOTIZIE URGENTI



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From: "info@selvas" <info at selvas.org>
To: <latina at peacelink.it>
Sent: Wednesday, July 23, 2003 10:25 PM
Subject: Honduras: NOTIZIE URGENTI


> In redazione di Selvas.org è giunto questo appello urgente.
>
> Grazie alla sensibilità e capacità di diffusione della LISTA LATINA
> PEACELINK vi rimando i documenti, a noi giunti, di allarme per la
pericolosa
> escalation di violenza che accade in Honduras, con  lettere, comunicati e
> notizie in italiano.
>
> NB. Scusate la lunghezza dell'email ma è un urgenza.
> Chi volesse i 4 documenti Word originali può richiederli a noi via e-mail
>
> Un abbraccio fraterno
>
> Presidente e Coordinatore volontario:  Martin E.Iglesias
> ---------------------------------
> Associazione Culturale Selvas.org ­ Osservatorio Indipendente sulla
Regione
> Andina
> Sede legale: Via delle Leghe, 5 - 20127 Milano ­ ITALIA
> Home Page - http://www.selvas.org
> E-mail: info at selvas.org
>
> -----------------------------------------------------------------------
>
> HONDURAS: LA CARITAS LANCIA UN GRIDO D¹ALLARME
> Ucciso un operatore della Pastorale sociale-Caritas di Juticalpa, che si
era
> schierato contro la distruzione dei boschi.
> Domani padre Tamayo sarà in visita alla Caritas Italiana
>
> Carlos Arturo Reyes Méndez, membro della Pastorale sociale-Caritas di
> Juticalpa e dirigente del Movimento ambientalista di Olancho, è stato
ucciso
> venerdì 18 luglio nel villaggio di El Rosario, pochi giorni dopo l¹arrivo
in
> Italia di padre Andrés Tamayo, il sacerdote  alla guida del movimento
> ambientalista.
> Giovedì 24 luglio padre Tamayo sarà a Roma, in visita alla Caritas
Italiana,
> dopo gli incontri nei giorni scorsi con le Caritas diocesane di Milano,
> Genova e Padova e con operatori pastorali, giornalisti e gruppi della
> società civile attivi nelle tre città.
> Padre Tamajo - 47 anni, salvadoregno, ³allievo² di monsignor Romero,
parroco
> de Salamá nella diocesi di Juticalpa - ha dovuto lasciare l¹Honduras il 27
> giugno, al termine della ³Marcha por la defensa de la vida² che aveva
> percorso il paese da Juticalpa alla capitale Tegucigalpa. Una marcia di
> duecento chilometri, con 30 mila partecipanti, che è durata sette giorni
ed
> ha espresso la protesta di tanti contadini, gente semplice e povera,
contro
> il taglio massiccio e indiscriminato dei boschi del dipartimento di
Olancho,
> ³riserva² forestale del paese. La manifestazione ha rappresentato il
momento
> culminante dell¹attività che il Movimento ambientalista di Olancho,
fondato
> da padre Tamayo, conduce da anni per denunciare i problemi ambientali e
> sociali prodotti dall¹aggressione alle risorse forestali, per gettare luce
> sulle dinamiche e le connessioni che la alimentano. Informazione e
> coscientizzazione che interferiscono con gli interessi delle imprese
> nazionali e multinazionali impegnate nel taglio dei boschi, per
> commercializzare il legno, diretto ai mercati di Stati Uniti, Canada,
paesi
> Caraibici, Europa, ed estrarre le risorse minerarie di cui la regione è
> ricca.  Rimangono solo 2,5 milioni di ettari di bosco naturale rispetto ai
> 7,5 originari e ogni giorno a Olancho sono all¹opera circa 10 mila
> motoseghe, che producono un taglio annuale di 150 mila ettari.
> Gli effetti ambientali e sociali di tale pratica sono devastanti:
> inaridimento dei suoli, innalzamento delle temperature, dispersione delle
> falde acquifere, maggior esposizione dei terreni a frane e smottamenti. La
> grave carenza di acqua penalizza il consumo delle comunità locali, ma
anche
> l¹irrigazione delle colture.
> I contadini, di conseguenza, soffrono la riduzione delle aree di coltura e
> la perdita dei raccolti, devono accrescere l¹uso di fertilizzanti che a
> lungo andare impoveriscono i suoli, vivono il dramma dell¹emigrazione
> forzata e dell¹aumento della criminalità connesso alla mancanza di lavoro.
> Si calcola che, nell¹ultimo decennio, sia stato disperso il 62,3% delle
> risorse di acqua dolce della regione, i raccolti si siano ridotti della
> metà, il 50% della popolazione sia stata costretta ad andarsene e l¹80% si
> sia ulteriormente impoverita.
> La Chiesa è vicina alle persone e alle comunità colpite da questi
processi.
> Il cardinale Oscar Andrés Rodriguez, arcivescovo di Tegucigalpa, e
monsignor
> Mauro Muldoon, vescovo di Jutigalpa, hanno partecipato agli ultimi
> chilometri della ³Marcia per la vita² e hanno assicurato la loro
> intermediazione presso il governo. Ora l¹assassinio di Carlos Arturo Reyes
> Méndez torna a gettare una luce drammatica sulla vicenda che in passato ha
> causato la morte di altri attivisti.
> ³Io stesso ho subito sei attentati ­ ricorda p. Tamayo ­ Ho lasciato
> l¹Honduras, dopo la marcia, per ragioni di sicurezza. Ma a fine mese ci
> tornerò, per condividere le sofferenze e le lotte del popolo di Olancho.
> Tutti ormai hanno preso coscienza; quando le imprese arrivano per tagliare
i
> boschi, si oppongono e prendono le difese della natura, che è la loro
vita².
> Nel sottolineare la gravità della situazione, la Caritas sollecita
> l¹attenzione dell¹opinione pubblica mondiale su questo problema. Caritas
> Honduras ­ attraverso un documento inviato al Presidente della Repubblica
> Ricardo Maduro - ha espresso forti preoccupazioni ed ha chiesto al governo
> honduregno di fare il possibile per porre fine a questa catena di sangue e
> violenze, proteggendo la popolazione da attacchi e ritorsioni, e
garantendo
> il bene comune e il rispetto dei diritti fondamentali di ognuno.
> Caritas Italiana, in attesa dell¹incontro con padre Tamayo, esprime
> vicinanza nella preghiera ai familiari di ³Turo² Mendez. Un nostro
> operatore, presente sul posto, ha fatto visita alla famiglia come segno di
> solidarietà per tutte le vittime. Solidarietà e vicinanza che hanno radici
> nel tempo e si concretizzano in una collaborazione decennale con Caritas
> Honduras.  In seguito all¹uragano Mitch, che nel ¹98 colpì molte regioni
del
> Centro America, Caritas Italiana ha rafforzato i rapporti di cooperazione.
> Dopo l¹intervento nella difficile fase dell¹emergenza, in collegamento con
> le Caritas locali e con la rete internazionale, grazie alla collaborazione
> di molte realtà diocesane italiane e all¹invio di operatori, caschi
bianchi
> e volontari (otto persone nel 2002), ha sostenuto le organizzazioni di
base
> impegnate nell¹educazione delle persone, nella tutela dei diritti umani,
> nella lotta per la terra e per la salvaguardia dell¹ambiente, nella difesa
> delle comunità e della cultura indigene.
> Roma, 23 luglio 2003
>
> ----------------------------------------
>
>
> Terrore e Repressione in Olancho
> Cronaca di 28 giorni: giugno ­ luglio 2003
>
> Durante e nei giorni immediatamente successivi alla marcia popolare
> Juticalpa - Tegucigalpa (20 ­ 26 giugno 2003) che ha portato circa 15.000
> persone nella capitale per protestare contro l¹indiscriminato taglio della
> foresta, si è assistita ad una forte escalation della violenza in tutto il
> dipartimento di Olancho. I processi di criminalizzazione del Movimento
> Ambientalista Olanchano (MAO), il controllo, le persecuzioni, la
repressione
> e gli omicidi rievocano i tempi più tragici del Paese, gli anni in cui ai
> vertici del potere statale si era instaurata una criminale elite
borghese -
> militare.
> Di seguito una cronaca degli avvenimenti più rilevanti.
>
> La criminalizzazione del MAO
> 20 giugno. Il ministero degli Interni presieduto dal sig. Gustavo
Martinez,
> revoca lo stato di protezione speciale e la scorta poliziesca che era
stata
> assegnata una settimana prima su ordine della Organizzazione degli Stati
> Americani (OEA) al sig. Gilberto Flores catechista e Celebratore della
> Parola della comunità de La Venta, municipio di Gualaco (vedi 14 luglio);
> 21 giugno mattina. Presso i municipi di Rosario, Catacamas, San Esteban,
> Salamà gruppi di uomini con il volto coperto da passamontagna danno fuoco
a
> diversi laboratori di falegnameria. Sulla strada Catamas ­ Juticalpa
vengono
> dati alle fiamme due camion che trasportano legna e vengono bruciate
cinque
> motoseghe industriali. Infine un gruppo di almeno 10 persone con
> passamontagna, dichiarandosi ³brigate del MAO² prende d¹assalto la
segheria
> del ³Cerro Jano² dove vengono bastonati gli operai.
> 21 giugno pomeriggio. Alle 3,35 il Padre Angel de Jesus Bertrand Sevilla,
> parroco della Chiesa di San Francesco d¹Assisi del municipio de La Union
> mentre viaggiava sulla propria auto sulla strada Tarro ­ Victoria
(municipio
> di Gauta) viene dapprima tamponato e poi bloccato da una camionetta su cui
> viaggiano 20 agenti della polizia assegnati al municipio di Jano. Gli
agenti
> puntano i fucili sull¹auto del Padre, lo intimano a scendere dall¹auto,
> puntano i fucili sulla sua persona e quindi scaricano i proiettili in
aria.
> Tra gli agenti anche il comandante Luis Alcides Mejia che interroga il
> parroco sui suoi movimenti.
> Nello stesso tempo veniva dato alle fiamme da un gruppo di terroristi la
> sede regionale della Corporazione Honduregna dello Sviluppo Forestale
> (COHDEFOR). Il direttore generale immediatamente dopo denunciava
l¹accaduto
> attribuendo la responsabilità a membri armati del MAO.
> Nello stesso tempo ed in forma simultanea nei municipi del nord di Olancho
> ed in particolare in quello de La Union operativi della Polizia Preventiva
e
> della Polizia Investigativa Criminale compievano perquisizioni nei
> laboratori di falegnameria dichiarando di cercare le armi e il materiale
> incendiario con cui i membri del MAO avrebbero dato alle fiamme la sede
> della (COHDEFOR) (NB: Questo ente governativo è accusato dal MAO per la
> corruzione e per la complicità di interessi con le imprese di taglio).
> 22 giugno. Tutti i 4 quotidiani nazionali aprono dando rilievo ai fatti di
> Olancho in particolare agli incendi vandalici.
> 23 e 24 giugno. Molti testimoni raccontano di forti spostamenti di truppe
> militari su tutto il territorio di Olancho.
>
> Il terrore
> 3 luglio. Lavoratori di una segheria (che per ovvie ragioni rimangono
> anonimi) comunicano al sacerdote Padre Osmin Flores parroco di Catacamas
di
> essere a conoscenza dei piani elaborati dai dirigenti delle segherie e da
> due consiglieri comunali di Gualaco che si prefiggevano di uccidere il
Padre
> Andres Tamayo e il professore ex sindaco di Gualaco Rafael Ulloa e
promotore
> della Centrale dei Patronati della Venta e Gualaco (CEPAVEG) durante la
> marcia popolare.
> 4 luglio. Due operai della segheria di Salamà informano confidenzialmente
il
> promotore della parrocchia Carlos Arturo Reyes dei piani criminali dei
> proprietari delle segherie contro le seguenti persone: Elvin Noè Lanza,
> Efrain Pagoda, Renè Wilfredo Gradis, Pedro Amado Acosta, Carlos Arturo
Reyes
> (vedi 18 luglio), Mario Martinez, Redin Arturo Hernandez Caballero (vedi
12
> e 13 luglio), Denis Vargas, Ramon Jacomè, Frnacisco Pacheco, Arnaldo Diaz,
> Padre Osmin Flores, Gilberto Flores (vedi 14 luglio) e Rafael Ulloa in
> quanto ritenuti responsabili degli incendi dei camion dei giorni
precedenti.
>
> La repressione
> 12 luglio. Il magistrato pubblico ministero Julio Cesar Colindrines
> accompagnato da diversi agenti su veicoli della COHDEFOR, senza mandato
del
> tribunale, nel municipio di Rosario perquisivano la falegnameria del sig.
> Francisco Galvez sequestrando 600 assi di legno. Nelle stesse ore
operativi
> della Polizia Preventiva tentavano la cattura arbitraria del giovane Redin
> Arturo Hernandez Caballero. Vista la fuga tempestiva del giovane gli
agenti
> si riversano aggredendo e ferendo con il calcio del fucile la madre Adilia
> Hernandez e sparando sulla casa della famiglia.
> Nelle prime ore del pomeriggio la popolazione del municipio inizia ad
> opporre resistenza alle perquisizioni e al sequestro del legname. Gli
agenti
> rispondono sparando sulle case colpi di mitragliatore e lacrimogeni nelle
> strade.
> 13 luglio. Il tribunale di Juticalpa emette undici ordini di cattura per
> coloro che hanno opposto resistenza agli agenti nel municipio di Rosario.
> Tra questi figura anche il giovane Redin Hernandez.
> 14 luglio. Alle ore 10,30 nei pressi della sede della Caritas Diocesana di
> Olancho nella città di Juticalpa, il sig. Gilberto Flores, Celebratore
della
> Parola e Promotore della Caritas Diocesana ­ Pastorale Sociale ­ Pastorale
> della Terra e dell¹Ambiente, è attentato alla vita da un gruppo di uomini
> armati a bordo di due autoveicoli che lo attendevano alla fermata del bus.
> Gilberto viene tempestivamente salvato dal grido di un bambino e dalla
> presenza di un testimone oculare il sig. Santos Martinez custode della
> Caritas Diocesana.
> 15 e 16 luglio. Per 48 ore la sede e gli uffici della Caritas diocesana di
> Olancho sono accerchiati da autoveicoli senza targa e con vetri
polarizzati
> con a bordo persone armate. Nonostante le continue richiesto d¹intervento
da
> parte del direttore della Caritas, la Polizia non interviene. Negli stessi
> giorni vengono assediate, con le stesse modalità le abitazioni di Elvin
Noè
> Lanza e Efrain Pagoda nel municipio di Jano e la parrocchia del Padre
Osmin
> Flores nel municipio di Catacamas.
> 18 luglio. Alle ore 20,15 nella comunità di Lepaguera, municipio di
Rosario
> viene brutalmente assassinato il giovane ventiquattrenne Carlos Arturo
> Reyes, promotore di salute della propria comunità e Promotore della
Caritas
> diocesana di Olancho. Carlos Arturo Reyes è stato ucciso all¹interno del
> patio della propria abitazione da parte di un gruppo di persone armate a
> bordo di due autoveicoli che viaggiavano senza targa e con vetri
> polarizzati. Secondo le testimonianze dei vicini il gruppo armato ha agito
> secondo la tattica degli squadroni della morte, ovvero ³l¹accerchiamento
> dell¹obiettivo e la terra bruciata su tutta la comunitಠinfatti mentre
> Arturo veniva freddato altri gruppi sparavano raffiche di mitra su tutti i
> passaggi strategici della comunità, quali i due ponti di accesso.  Il
> giovane aveva appena terminato gli studi e conseguito il diploma in salute
> comunitaria. Da soli 5 mesi lavorava all¹interno della Caritas diocesana.
> Carlos Arturo Reyes aveva preso parte alla marcia popolare camminando per
> 170 chilometri e per sette giorni consecutivi fino ad arrivare alla
> capitale. Il suo nome appariva tra quelli che dovevano essere eliminati.
>
>
> Cronaca elaborata da Sergio Spina sulla base delle seguenti fonti:
> - COFADEH (Comitato delle Famiglie dei Desaparecidos di Honduras)
Comunicato
> Stampa del 14 luglio 2003;
> - COFADEH Comunicato Stampa del 17 luglio 2003;
> - MAO (Movimento Ambientalista Olanchano) Comunicato Stampa 17 luglio
2003;
> - Foro Centro Americano delle Organizzazioni Popolari: Comunicato Stampa
del
> 19 luglio 2003;
> - ³La Tribuna² quotidiano 19, 20, 21 luglio 2003;
> - ³Tiempo² quotidiano 18, 19, 20, 21 luglio 2003;
> - Intervista a Gilberto Flores (Promotore di Caritas diocesana Juticalpa)
> del 20 luglio 2003;
> - Intervista a Josè Zuniga (leader della CEPAVEG) del 20 luglio 2003.
>
> Per la verifica delle fonti consultare i siti:
> www.cofadeh.org
> www.latribuna.org
>
> Tegucigalpa, 21 luglio 2003
>
>
>
> ------------------------------------------------------
>
>
> Olancho ­ Honduras
> brevi note su un saccheggio
>
> Più del 70% dei 112.492 chilometri quadrati del territorio nazionale
> dell¹Honduras è dichiarato di vocazione forestale. Secondo un rapporto del
> 2001 della Corporazione Honduregna dello Sviluppo Forestale (COHDEFOR)il
> Paese perde tra i cento e i cento venti mila ettari di bosco ogni anno a
> causa degli incendi, del taglio illegale, dell¹agricoltura e
> dell¹allevamento intensivo. Occorre inoltre aggiungere la corruzione delle
> autorità governative preposte al rilascio delle licenze di taglio e alla
> sorveglianza delle quote di taglio e di piantumazione. Secondo uno studio
> del Banco Mondiale datato febbraio 2003, ³la corruzione rappresenta il
mezzo
> principale per lo sfruttamento del bosco in Honduras². Il rapporto parla
di
> un vero flagello ambientale che provoca allo Stato perdite economiche che
> vanno ³dai 300 ai 1000 milioni di dollari l¹anno². Nella regione di
Olancho
> si trovano gran parte delle foreste primarie del Paese, ma è anche la
> regione in cui lo sfruttamento delle risorse forestali ha raggiunto
> situazioni estreme. Un caso che ha chiamato l¹attenzione internazionale
> concerne la Riserva della Biosfera del Rio Platano. Dei 730 siti
dichiarati
> dall¹ONU Patrimonio Mondiale dell¹Umanità, 3 sono fortemente minacciati.
Uno
> di questi è precisamente la Riserva del Rio Platano che si estende per 815
> mila ettari. Le popolazioni indigene della zona hanno denunciato la
pratica
> dell¹allevamento e dell¹agricoltura intensiva così come il taglio da parte
> dei coloni e delle grandi imprese con la complicità della COHDEFOR.
> I recenti avvenimenti dimostrano una continuità storica con l¹epoca
> coloniale quando il territorio veniva saccheggiato per i ricchi giacimenti
> auriferi e per il legname pregiato. Lo sfruttamento speculativo della
> foresta determina la distruzione dell¹intero ecosistema. Nel nord di
Olancho
> si sono seccate nel periodo di 10 anni quasi tutte le fonti di acqua. Nel
> municipio di Silca, ad esempio, si sono seccate due delle tre fonti che
> garantivano acqua potabile a otto comunità. Nel municipio di Salamà il
fiume
> Yocon si è ridotto ad un terzo provocando la perdita delle coltivazioni
non
> più rifornite d¹acqua. Ma la questione ambientale provoca acuti conflitti
> sociali tra le comunità residenti e le imprese di taglio. L¹assassinio del
> lider comunitario Carlos Arturo Reyes non è il primo. Chi difende il bosco
> viene sistematicamente colpito fino ad arrivare all¹assassinio. Gli
omicidi
> di Janeth Kawas, Carlos Escaleras, Carlos Lunas, Carlos Flores e di Arturo
> Reyes, che si susseguono dal 1998 dimostrano che certe settori di potere
non
> sono assolutamente disposti a cedere quei privilegi che si sono
storicamente
> auto conferiti.
>
>
> Fonti:
> - Caritas Honduras, speciale dossier ³Gran Marcha por la Vida² luglio
2003;
> - Honduras, un Estrado nacional?, Ed. Guaymuras, 2001
>
>
>
> sergio spina
> Tegucigalpa, 21 luglio 2003
>
> ----------------------------------------------------
>
>
> 22 de Julio de 2003
> SENOR PRESIDENTE DE LA REPUBLICA DE HONDURAS
> AL HONORABLE CONGRESO NACIONAL
> AL MINISTERIO PUBLICO
> AL COMISIONADO NACIONAL DE LOS DERECHOS HUMANOS
>
> Por la presente le saludamos respetuosamente.
>
> Nosotros los de la organizacionSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS
> Tenemos el conocimiento de las causas justas que defienden los movimientos
> ambientalistas del pais en especial modo las de P. Andres Tamayo.
> Tambien sabemos el desastre ecologico a que ha sido sometido por anos su
> pais. La ambicion de las empresas nacionales y trans-nacionales se ha
> convertido en anarquia, muchas  veces confabulados con los gobiernos
> incluyendo el presente. Esto ha permitido destuir el medio unico en que
> viven las comunidades.
> El  ³DESARROLLO²  menzionado por las boca del gobierno y las empresas
> madereras y mineras; no es verdad, solamente es una estrategia para
esconder
> la voracidad y desviar la verdad.Al contrario ha producido destruccion
> ambiental, fracasso de cosechas, sequias, escacez  de agua, emigracion.
Como
> consecuencia grave de esta explotacion salvaje el pueblo esta sufriendo en
> sus propias carnes: la pobreza, la violencia y el hambre.
>
> No es posible seguir atentando contra la vida del pueblo.
>
> La defensas de la causas justas ambientales a cobrado varias victimas como
> ser Yaneth Kawas, Carlos Escalera, Carlos Lunas, Carlos Flores. Los mas
> recientes Mauricio Hernandez, el jefe indigena de la montana de la flor y
en
> las ultimas horas fuè asesinado el joven Arturo Reyes.
> A este derramamiento de sangre se suma un listado de de personas
amenazadas
> a muerte.
>
> Es posible que el gobierno deba substentar este camino de violencia en
> contra de quienes defienden los derechos mas basicos del pueblo ?
>
> Nuestra organizacion es solidaria con los valores fundamentales de la vida
y
> conociendo las exigencias propuesta el 17 de junio de 2003 del movimiento
> ambientalista ; nos pronunciamos y exigimos lo siguiente :
>
> - investigar, juzgar y encarcelar a los responsables de la muerte de los
> ambientalistas
> - cese la persecucion y la amenaza a muerte a los lideres ambientalistas
> - poner un alto a la explotacion  criminal de la madera y a la invasion de
> las comunidades campesinas
> - crear un espacio libre y justo de expresion y de dialogo para la
solucion
> del problema y beneficio de todo el pueblo
> - respeto integral de la vida
> - evaluar el impacto ambiental producido por la explotacion criminal del
> teritorio hondureno y deducir responsabilidades a los culpables del robo
> perpetrado en contra del pueblo: forestal y finamciero
>
> Esperamos que nuestras exigencias junto a las de pueblo hondurenos sean el
> camino justo para las soluciones concretas y respectuosas de la vida.
>
> LA CONSTRUCCION DE UN MUNDO NUEVO SOLO ES POSIBLE CON LA APLICACION DE LA
> JUSTICIA
>
>
>