da nablus



vi inviamo questa mail dal presidio di pace a nablus:

Stiamo scrivendo dal Centro Giovani del Medical Relief di Nablus, insieme
ad alcuni ragazzi volontari, impegnati nelle tante cruciali attivita` di
questa organizzazione.
Sono i nostri partners a Nablus, sono simpatici ed accoglienti, ci stanno
spiegando man mano cosa potremo fare
per dare consistenza al progetto di
solidarieta` che intendiamo installare qui in citta`.
non e` un momento di emergenza, come tanti altri ben testimoniati da tante
foto drammatiche alle pareti di questo stabile.
non e` come ad aprile dell`anno scorso (ne parliamo tanto noi che
c`eravamo, ma anche i Palestinesi. E` stato il momento peggiore).
E` una fase politica nuova, ma che desta interrogativi, preoccupazioni,
speranza...
Cio` che vediamo in effetti crea sentimenti contrastanti: non si vedono
carri armati, ma si sentono spari nelle zone circostanti, i check point
sono sempre difficili da attraversare, si ripetono le orride scene di sempre
(con un caldo notevole, con un`esasperazione in aumento), gli stranieri
possono entrare solo se...
e qui le regole cambiano di giorno in giorno,
di soldato in soldato...
Nulla e` certo, tranne il fatto che le condizioni di vita dei Palestinesi
sono sempre piu` precarie.
Lo si vede chiaramente.
Entrando a Nablus cogliamo subito il contrasto tra l`affollato e scassato
campo profughi di Balata (dove vivono ammassate migliaia di persone da anni)
e l`insediamento ebraico sulla collina sovrastante, con le belle vilette
schierate.
Ci sono 48 insediamenti  nella zona di Nablus, in piena Cisgiordania, si
vedono, pesano, condizionano la vita di migliaia di persone costrette dalla
forza ad adeguarsi per cercare di sopravvivere all`occupazione.
C`e`stanchezza e c`e` un po` di speranza tra le persone che incontriamo:
coloro che ci affittano la casa (famiglia benestante di mobiilieri a cui
e` stata distrutta la ditta di esposizioni) i taxisti (schierati in generale
contro i politici), i ragazzi del Medical Relief (tra loro (posizioni articolate
sulla Road Map, su Abu Mazen, sul futuro), i commercianti,..
La speranza sta per esempio nei programmi sociali e politici portati avanti
dal Medical Relief, quei programmi che vorremmo sostenere attraverso il
presidio di questi mesi.
Programmi educativi, di sviluppo di comunita`, di alfabetizzazione
informatica, di pronto soccorso, di intervento in emergenza...
Cio` che soprattutto affascina e` il forte orientamento a costruire la
democrazia in Palestina che muove le persone, i tanti volontari,
organizzati, affiatati e credibili per quanto hanno gia` fatto a favore
della popolazione in tempi durissimi.
Le famiglie nmandano i bambini e gli adolescenti ai numerosi Summer Camp
gestiti da professionisti e volontari, cercheremo di vedere coi nostri occhi
di cosa si tratta.
Cosi` come coi nostri occhi abbiamo visto il piano di emergenza in caso
di coprifuoco,le emergency Room per il primo soccorso,
i turni per leambulanze, ecc..
Da` speranza a noi ed a loro partecipare ad una riunione di 20 ragazzi
gestita da uno psicologo che cerca di sviluppare competenze alla
leadership, alla conduzione di gruppi, in modo che questa generazione possa
educarsi alla democrazia partecipata.
Si tratta di tenerli insieme e farli discutere, in un momento cosi`
delicato ed incerto, ci dice lo psicologo.
Si tratta di non abbandonare i giovani all`impotenza ed alla rassegnazione.
Vederli qui insieme al Centro ci fa sentire che per ora il tessuto
connettivo costruito tiene, che i ragazzi sono solidali e partecipi, che
uniscono divertimento ed impegno.
Vedremo nei prossimi giorni se siamo in grado di fornire un contributo al
loro progetto.
Questo ci piacerebbe fare.

Per ora mi fermo, sto scrivendo anche un diario cartaceo, data la non
possibilita` di scrivere via PC quando vorremmo e la labilita` dei
collegamenti.
Scivero` altro appena rientrata.


Ciao a tutti Barbara

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