SCHEDA: In pericolo l'informazione in Calabria



In pericolo l'informazione in Calabria

E' preoccupante la crisi che vive la libera informazione calabrese, da sempre accerchiata su piu' fronti.

Scheda di approfondimento a cura di  Francesca Viscone

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Il Quotidiano della Calabria

Il problema piu' noto riguarda il Quotidiano della Calabria, giovane giornale tendenzialmente di sinistra, ma aperto agli interventi delle piu' significative personalita' politiche, imprenditoriali e intellettuali della regione. In un panorama informativo caratterizzato per lo piu' dall'insignificanza e dalla subordinazione ai politicanti di turno, un elemento di rottura e di cambiamento e' stato rappresentato, nel 1995, dalla nascita de il Quotidiano, diretto prima da Pantaleone Sergi e oggi da Ennio Simeone. Un giornale con una struttura flessibile, di sinistra ma capace di stimolare criticamente la sinistra stessa, disponibile ad ospitare anche i contributi del centrodestra. il Quotidiano si e' dimostrato in grado di rappresentare la complessita' della societa' civile, grazie al coinvolgimento di professionisti di rilievo e ad una linea editoriale che ben mescola politica, cultura, cronaca e sport. Il giornale esce, da un paio d'anni, anche con un'edizione per la Basilicata, e con pagine diverse per ogni provincia: una scelta editoriale ripagata da un continuo incremento annuale del 20% sulle vendite. Da qualche settimana a Castrolibero si vive una situazione particolarmente difficile. Il direttore Ennio Simeone, in un emblematico editoriale dal titolo "Facciamo tacere quel giornale!", ha denunciato che il proprietario della tipografia presso cui il giornale veniva stampato, il forzista Umberto De Rose, ha chiesto per il rinnovo del contratto un aumento del 100% che avrebbe costretto il giornale a tagli e ridimensionamenti. Appare evidente l'esistenza di un conflitto di interessi, sostengono i giornalisti de il Quotidiano, e di un problema di etica professionale, poiche' il De Rose, oltre ad essere imprenditore-tipografo, e' presidente provinciale degli industriali cosentini, e lo scorso anno e' stato il candidato a sindaco (perdente) per il centrodestra contro Eva Catizone, scelta da Giacomo Mancini come sua erede politica. I giornalisti de il Quotidiano sostengono che le persecuzioni nei loro confronti sarebbero inziate con alcuni servizi giornalistici in cui il capogruppo del Pdci del consiglio comunale di Cosenza, Antonio Ciacco, denunciava l'assunzione alla Camera di Commercio di un fratello e tre nipoti dei maggiori rappresentanti di Forza Italia in Calabria. Tuttavia De Rose smentisce l'esistenza di un complotto politico, nega il coinvolgimento dei due politici calabresi e afferma che esistono solo problemi commerciali. Questi i fatti piu' recenti: il giornale acquista una rotativa all'avanguardia capace di stampare fino a 80 pagine, di cui sedici a colori, alla velocita' di 45.000 copie all'ora, per un investimento di circa 7 miliardi di lire. Installata gia' da undici mesi in un fabbricato di proprieta' dell'editore, Dodaro, tra Castrolibero e Cosenza, la macchina si trova ancora oggi nell'impossibilita' di essere utilizzata, nonostante l'amministrazione allora in carica, sindaco Orlandino Greco, avesse dato avvio con entusiasmo all'iter burocratico necessario. Una crisi comunale, un'ordinaria storia di burocrazia all'italiana, scontri tra politicanti locali e l'ostracismo di alcuni non meglio precisati personaggi, riescono a bloccare le pratiche in regione, proprio quando ormai tutti gli enti hanno gia' dato il nulla osta. Sta di fatto che da quasi un anno una modernissima rotativa Manugraf "regolarmente installata in un luogo legittimamente destinato ad accoglierla", e' ferma, con il rischio di arrugginire. Dal due giugno il Quotidiano stampa presso la tipografia di un giornale concorrente, il bisettimanale Il Crotonese, grazie al suo direttore, nonche' principale azionista, Domenico Napolitano. Le conseguenze sono tuttavia evidenti: una riduzione del numero delle pagine e tempi anticipati di chiusura. Per un quotidiano regionale che stampa un'edizione differenziata per ognuna delle cinque province calabresi, e' un problema di non poco conto. Gravissimi sono inoltre i problemi che il Quotidiano si trova a dover affrontare sul piano giudiziario, in conseguenza dell'uso indiscriminato delle querele per diffamazione e di sproporzionate pretese di risarcimento in denaro. Sembra tuttavia che almeno i problemi con De Rose siano in via di risoluzione: il vecchio imprenditore - tipografo - politico ha deciso di restituire a il Quotidiano la vecchia rotativa rimasta bloccata nella sua tipografia e, pertanto, presto sara' possibile tornare a stampare con regolarita'.

Il Domani di Cosenza

Diversa la situazione de Il Domani, che aveva dato in affitto al gruppo Ten, Teleuropa Network, la testata de Il Domani di Cosenza. L'editore di Ten, Mario Occhiuto, ha chiesto la risoluzione anticipata del contratto. Guido Talarico, editore de Il Domani, ha colto al volo l'occasione per stringere con La Provincia cosentina un accordo che prevede l'uscita in tandem de Il Domani di Cosenza - trasformato in quotidiano regionale- e La Provincia cosentina - con sole notizie locali - insieme al Mattino di Napoli e ad un libro giallo, al prezzo di 90 centesimi.
Da piu' parti si accusa inoltre il sindacato regionale di latitanza.
Ai sette giovani de Il Domani, che hanno lavorato duramente per un anno e mezzo, senza nemmeno percepire lo stipendio negli ultimi sei mesi, non resta nessuna certezza sul proprio futuro.

Metrosat

Le sorprese "calabresi" tuttavia non finiscono qui. Il due luglio, sul forum dei giornalisti calabresi, Pippo Gatto lancia un comunicato con cui esprime la sua solidarieta' alla televisione privata Metrosat, con queste parole: "Ancora una volta una intimidazione mafiosa cerca di tappare la bocca ai canali dell'informazione. Ancora una volta qualcuno in maniera troppo "chirurgica" (quasi degli addetti ai lavori) ha sabotato i ripetitori ed i trasmettitori di Metrosat. Ancora una volta la Calabria si distingue per la sua "democrazia". Solidarieta' a tutta Metrosat per il vile atto di intimidazione". Al giornalista cosentino abbiamo chiesto cosa e' successo, esattamente. E cosi' ha risposto Gatto: a Metrosat "Hanno spaccato un ripetitore e rubato il trasmettitore. Ad un altro ripetitore hanno staccato tutti i cavi (solo a loro e non alle tre tv) e gli hanno tappato le ventole di raffreddamento dei trasmettitori in modo da farli bruciare. Questo e' successo due volte nel giro di 20 giorni. Sicuramente e' opera di mani esperte".


Francesca Viscone