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Catena di Sanlibero 178
- Subject: Catena di Sanlibero 178
- From: <riccardoorioles at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Mon, 19 May 2003 16:05:43 +0200
________________________________________ riccardo orioles <riccardoorioles at libero.it> tanto per abbaiare 12 maggio 2003 n. 178 ________________________________________ Persone. Il bambino del ghetto di Varsavia, ve lo ricordate? Con quell'enorme berretto, quel visino affilato, quelle le braccia alzate davanti a una Ss grande il triplo di lui e tuttavia, negli occhi, qualcosa di non rassegnato, di sfida. Il ghetto di Varsavia fu difeso dai giovani ebrei per piu' d'un mese, fino al sedici maggio del quarantatre'. Un mese di lotta durissima, senza speranza materiale, solo per lasciare un esempio, per dignita'. Allora sembro' che vincessero i soldati: ma ora, dopo tanti anni, sappiamo che il vero vincitore in realta' fu quel bambino. Se vive ancora, dev'essere vecchissimo e avra' visto tante cose del mondo: ma cos'e' il ghetto, cos'e' la dignita' e perche' occorre resistere, questo non credo che l'abbia dimenticato. E a tutti noi lo tramanda, e non soltanto agli ebrei. * * * Persone. Sono passati venticinque anni dalla morte di Peppino Impastato e in Sicilia i compagni hanno fatto un altro Forum nazionale Antimafia in suo onore (il primo, l'anno scorso); s'e' parlato di antimafia, di pace e di informazione, e se n'e' parlato in quel paesino di Cinisi dove, tanti anni fa, i mafiosi pensavano di avere vinto, con un po' di tritolo, la loro guerra contro Peppino. E invece, anche in questo caso, in realta' alla fine aveva vinto lui. Aveva piu' o meno la mia stessa eta', venivamo dalle stesse cose: Lotta Continua, la "contestazione", il Sessantotto. Adesso io sono un signore di cinquant'anni, e lui e' sempre un ragazzo appassionato e generoso. Chissa' che cosa sarebbe successo in questo paese, se tutti fossimo rimasti - noi sessantottini - giovani e incorruttibili come lui. Bookmark: http://www.peppinoimpastato.com http://www.cuntrastamu.org http://www.radioaut.org ________________________________________ Piu' o meno dieci anni fa di questi tempi la Sicilia era in pieno rinnovamento: le cose cambiavano in fretta dappertutto, ma in Sicilia piu' che altrove. Il movimento antimafia, la Rete, le prime elezioni libere cioe' senza piu' spaventarsi dei mafiosi. Il capo, o almeno la persona piu' conosciuta, era Leoluca Orlando: un giovane cattolico onesto, che se ne usci' dalla Dc e propose di fare una specie di "partito" nuovo (o un'accozzaglia, o un movimento, o insomma un qualche modo di stare insieme), in cui non si facesse tanto politica quanto liberazione, non si rimestassero troppo le divisioni del passato ma ci si desse da fare tutti insieme contro il potere mafioso, come contro i fascisti al tempo della Liberazione. La cosa, nell'immediato, ebbe successo: in Sicilia fu una generazione intera ad aderire; non facce scontente da leghisti o da forcaioli incalliti, ma visi entusiasti di giovani che vedevano finalmente il momento di inventare daccapo, e stavolta sul serio, la democrazia. La cosa, da questo punto di vista, duro' poco: la Rete, nel giro di sei mesi, s'era gia' trasformata in un partito molto perbene. Dei dirigenti, alcuni amministrarono citta' (nel complesso, bene), altri si fecero una carriera politica tradizionale, qualcuno - come sempre succede - tradi' del tutto. Nel complesso non furono molto migliori ne' molto peggiori degli altri. In piu' tuttavia, per qualche mese, incarnarono spavaldamente un sogno. Orlando che passa svelto con la sua scorta, chiaramente impaurito e tuttavia deciso, ragazzo appena piu' cresciuto di quelli dei cortei, che per un attimo si ferma come intimorito da qualcosa, e poi si passa la mano sul ciuffo e riparte a passo di marcia e sorridendo - ecco, questa e' una delle foto piu' belle della politica italiana dal quarantacinque in poi. Va bene: dieci anni sono passati come un carrarmato - come malinconicamente annotavamo sopra - e Orlando e' sparito dalla scena. E' stato un buon sindaco di Palermo (qualche volta bisognera' riflettere sul fatto che la gente, quando si riprende in mano la democrazia, per prima cosa pensa alla Citta' e non alla superregione), e' stato coraggiosissimo come uomo, inadeguato come condottiero (ma chi lo sarebbe stato?) di quel sogno, e infine pesantemente segnato dai "vizi" d'origine della sua classe e della sua cultura: fra un vecchio politicante perbene e un "sanculotto", affidava senz'altro la propria vita al sanculotto ma, per fare politica insieme, alla fine si sentiva piu' tranquillo col signore perbene. Cosi', per "colpa" sua ma in realta' di noi tutti, alla fine abbiamo perso un'occasione: la seconda, dopo il sessantotto e prima di questa (che e' ancora aperta) del movimento di ora. Impossibile comunque, conoscendolo, non volergli bene: io lo rivendico ancora con un certo orgoglio, pur sapendo benissimo, gia' allora, come sarebbe andata a finire. Comunque. Comunque, il nome di Orlando in queste settimane e' venuto fuori di nuovo. A Palermo l'Ulivo, dopo un'ampia "consultazione di base" cui hanno partecipato anche girotondini e movimenti, alla fine ha deciso di presentare alle elezioni un ex sindacalista (Dc) molto perbene, ma che fra le altre cose nella sua vita era stato smascherato dalla magistratura per essersi venduto gli operai di uno sciopero ai padroni. A Palermo, in questo momento, il tema piu' sentito da oltre meta' degli elettori (indagine Swg del 9 maggio) e': "Quando si ricomincia la lotta alla mafia?". Ma la sinistra perbene non risponde, e invece - suicidariamente - candida un democristiano clientelare. Su una cosa del genere, naturalmente, non c'e' molto da dire. L'unica conclusione che posso trarne e' che a Palermo non esiste alcun candidato dell'Ulivo, e che quindi i compagni come me non hanno - disgraziatamente - per chi votare. Questo perche' la politica e' bella, ma ci sono anche valori piu' importanti: un sindacalista che vende gli operai non e' di destra, non e' di sinistra, non e' niente. E io non posso imbrogliare me stesso e gli altri facendo finta che non sia successo niente. La rimozione, soprattutto in politica e soprattutto a sinistra, a lungo andare non ha mai pagato. Invece hanno rimosso tutti. Ha rimosso l'Ulivo, ha rimosso Rifondazione, hanno rimosso gli (sciagurati) girotondini di Palermo, e disgraziatamente ha rimosso anche Luca Orlando. Che si e' messo a rilasciare interviste in cui si dichiara entusiasta di questo strano "candidato" ("Votate per lui: e' come votare per me!") e gira entusiasticamente l'Isola spendendo, a beneficio di costui, la simpatia e la stima che pure s'era conquistato combattendo. Si dice che ci sia anche un gioco politico: Orlando, secondo alcuni, con questo riavvicinamento all'Ulivo ne vorrebbe la candidatura alle prossime europee (fu proprio sulle candidature europee, in un triste gioco di rivalita' personali, che a suo tempo si suicido' la Rete). Io non credo, e non mi pare importante. Penso semplicemente che uno come Orlando, in questo momento in cui tanti giovani, dopo tanto buio, ricercano avidamente una strada nuova, avrebbe il dovere morale di insegnare poche cose semplici ed essenziali. "La differenza fra gli anarchici e gli altri - disse una volta il vecchio Malatesta - e' che noi anarchici, se per vincere siamo costretti a fucilare, allora preferiamo perdere". Ecco: io non lo so che cos'e' oggigiorno la sinistra, e credo che non lo sappia neanche Orlando (per non parlare di Bertinotti e Rutelli). So pero' questo: che la sinistra, se per vincere e' costretta a fare imbrogli e a tradire, allora preferisce perdere. Senno' prima o poi sparirebbe, e in ogni caso non sarebbe piu' una sinistra. Io provo un dolore grandissimo a pensare che una citta' come Palermo debba essere amministrata dalla destra, e da una destra semimafiosa come quella. Ma provo un dolore anche piu' grande a pensare che uno come Orlando, con la sua storia (e dunque figuriamoci gli altri) si illuda di poter girare attorno a una faccenda del genere, rimuovere questa tragedia, rinunciare ad essere maestro. ________________________________________ Par condicio. Va bene: di Berlusconi ne parleremo un'altra volta. Stiamo solo attenti a non imitarlo, nel frattempo. ________________________________________ Rosario wrote: < Oh, finalmente la legge inizia a funzionare! Pensa: perche' accanirsi contro le povere assicurazioni, che stanno tanto male, bisogna tutelarle con decreti legge in barba a chi e' costretto a pagare (non poco) le loro belle e giuste truffe! Bisogna invece punire chi masterizza Cd, anche col carcere perche' qui ci sono dei delinquenti in ballo e qui deve andare sul penale (mentre il falso in bilancio non ci va piu'). Le aziende discografiche ringraziano, hanno anche aumentato il costo dei cd vergini in modo preventivo cosi' qualche altro industriale puo' guadagnare di piu'. A parte gli scherzi, tu che ne pensi? > * * * Caro Rosario, che vuoi che ne pensi? Se voglio regalare a un amico il Cd coi miei lavori, ad esempio (lo faccio abbastanza spesso, per pura vanita') adesso debbo pagare una tassa alla Siae. Io non scrivo a fine di lucro, non ricevo alcun beneficio dalla Siae (i cui criteri di gestione interna sono molto discussi) e non sono iscritto ad essa, pero' lei viene lo stesso in casa mia a pretendere il "pizzo" sui miei passatempi. E io non posso ribellarmi perche' questa tangente viene presa direttamente all'origine, sul prezzo del CD, costringendomi cosi' a finanziare dei burocrati parassiti che con me autore non hanno proprio nulla a che vedere. Lo stesso per i CD musicali: per comprarne uno sono obbligato per forza a finanziare anche le loro terrificanti campagne pubblicitarie, i loro idiotissimi spot e le stock option dei loro megamanager, che con la musica e i cantanti non hanno - una volta ancora - che una funzione parassitaria e di zavorra. Non parliamo poi dei programmi per computer, il cui prezzo ormai e' del tutto arbitrario (l'identico software in un paese costa la meta' che in un altro): qua non solo c'e' un illecito arricchimento dei manager ai danni degli utenti e dei programmatori - che pagati pochissimo, senza neanche copyright sul loro lavoro - ma c'e' anche un vero e proprio sabotaggio del progresso tecnologico; un'innovazione come il peer-to-peer, paragonabile all'internet per importanza scientifica e potenzialita' culturale, e' stata semplicemente spazzata via solo perche' ai supermegamanager personalmente non conveniva. Poiche' questo e' un momento di transizione politica, sarebbe bene imporre l'abolizione di questo scandalo a chi chiedera' I nostri voti per il nuovo governo (centrosinistra, ulivista o come diavolo vorra' chiamarsi): non e' una questione secondaria, ed e' piu' politica di molte altre. Piu' in la', bisogna puntare decisamente su Linux, sulla Gnu-economy, sull'open source e insomma sul concetto di un software sviluppato collettivamente guardando all'interesse dell'utente e dei programamtori e non dei parassiti esterni. Questo e' possibile, e' gia' parzialmente in atto ed e' la piu' efficace e piu' radicale rivoluzione che possiamo fare qui ed ora. Lo scontro fra vecchio e nuovo, oggigiorno, e' piu' fra tecnologie che fra ideologie. ________________________________________ Subject: I BUFFONI E IL CAVALIERE Date: Thu, 8 May 2003 00:06:23 +0200 From: "Pasquale Iacopino.libero" <p.iacopino at libero.it> Pasquale wrote: < Chi, per vivere, fa il buffone di professione (e qui voglio fare qualche nome: Grillo, Villaggio ecc... per non parlare di Toto', che non puo' rispondere) dovrebbe denunciare il sig. Recca per aver osato chiamare buffone il presidente Berlusconi. Infatti, un capo di stato che, in una foto di gruppo con altri capi di stato, si fa riprendere mentre fa le corna dietro la testa di un collega fa forse ridere, come farebbe un buffone? No! e' soltanto ridicolo. Un buffone oserebbe mai ridicolizzare la giustizia italiana? no! ma Berlusconi, si'! Quindi Berlusconi non e' un buffone > ________________________________________ Mimmo wrote: < Informazione Difesa, periodico dello Stato Maggiore, dedica un intero pezzo a: "La Corte penale internazionale per la prevenzione dei crimini umanitari". Il concetto-lapsus di "crimini umanitari" e' segno dei tempi....e anche della conoscenza dell'italiano dei nostri alti comandi > ________________________________________ Libro di lettura (ad uso dei piccoli siciliani, e anche marrocchini, africani, brasiliani e rumeni e di tutti gli altri Paesi). Un giorno Pertini e Berlinguer andavano in giro, in incognito, a vedere se ancora restasse una sinistra sulla terra. Bussarono a una porta con la scritta "Ds". Dopo un poco i battenti si schiusero e ne emerse una testa: "Buongiorno. Entrate". Subito dopo la testa fu tirata indietro e ne apparve una seconda: "Fuori dai piedi!". Rispunta la prima testa: "Venite avanti comp...". "Qua non si fa elemosina! Andate via". Le due teste s'alternavano nella fessura della porta, non aperta e non chiusa. Pertini sospiro': "Vieni, proviamo la', Enrico". Nella capanna a fianco ("Si rifondano attrezzi") aprirono quasi subito. "Meno male. Qua accanto, ancora si devono decidere a...". "Ah, siete stati dai nostri vicini? Che ci facevate da loro? E che cercate da noi?". "Mah, noi vorremmo dormire stanotte...". "Dormire? Mentre il popolo soffre? Voi VORRESTE dormire?". Slam! la porta si chiuse secca. Accanto c'era un usciolino: Cossutta & Figli. Pertini sollevo' il battente, ma l'altro fece un sorriso triste: "Scusa... forse questo non sarebbe tanto contento di vedermi". "E perche'? Qua c'e' scritto comunista". "Si', ma.. beh, te lo spiego un'altra volta". La casupola accanto, pitturata di verde, aveva un'aria piu' allegra. Infatti aprirono subito: "Entrate, entrate! Abbiamo appena rifatto il riscaldamento". Difatti, dalla porta aperta uscivano un bel calduccio, e un puzzo insopportabile di benzina. "Ma... scusa, credevo che qui aveste un caminetto a energia solare...". "Ce l'avevamo infatti, ma riscaldava poco. Cosi' invece puzza un po', ma in compenso...". I due, sospirando, si allontanarono salutando gentilmente. Dopo un po' incontrarono... (beh, chi incontrarono a questo punto? Don Vitaliano? Il dottor Strada? La mia amica Benedetta? Mi sa che questo racconto sia ancora da completare. Come tutto, del resto). ________________________________________ peppino at radio-aut.org wrote: < Seduto se ne stava e silenzioso stretto a tenaglia tra il cielo e la terra e gli occhi fissi nell'abisso > * * * < Lunga e' la notte e senza tempo. Il cielo gonfio di pioggia non consente agli occhi di vedere le stelle. Non sara' il gelido vento a riportare la luce, ne' il canto del gallo > * * * < I miei occhi giacciono in fondo al mare nel cuore delle alghe e dei coralli > ________________________________________ La "Catena di San Libero" e' una e-zine gratuita, indipendente e senza fini di lucro. Viene inviata gratuitamente a chi ne fa richiesta. Per riceverla, o farla ricevere da amici, basta scrivere a: riccardoorioles at libero.it. La "Catena" non ha collegamenti di alcun genere con partiti, lobby, gruppi di pressione o altro. L'autore e' un giornalista professionista indipendente. Parte dei suoi contenuti si possono trovare su www.clarence.com, e inoltre su www.carmillaonline.com, www.ilnuovo.it, www.girodivite.it, www.onnivora.net, www.broderie.it, www.peacelink.it e altri siti. Puoi riprenderla su web, mail, volantini, giornali ecc, purche' non a fini di lucro. 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