Report da Amman #47



REPORT da Amman N. 47
PALESTINA
15 MAGGIO 2003

di Rosarita Catani

Mohammed Hajjo, 22 anni, di Deir Al Balah, prende la mano di sua moglie e la stringe fra le sue, camminano insieme, in compagnia di parenti ed amici, fino alla tomba della loro bambina Iman.

Le forze d'occupazione israeliane hanno ucciso Iman due anni fa, quando aveva quattro mesi. Una rosa e' posta sulla pietra tombale e si legge la Fatha, aprendo il corano, prima di sprofondare in un mortale silenzio. La cerimonia funebre si e' svolta per ricordare il secondo anniversario della morte di quell'innocente che, dice suo padre, e' stata uccisa a sangue freddo dai soldati israeliani. Iman, fu uccisa mentre era seduta in grembo a sua madre da un tank delle truppe israeliane che sparo' un colpo di cannone,verso la casa di sua nonna a Khan Younis. Sua madre e sua nonna furono gravemente ferite, il cui impatto si puo' distinguere oggi. "Ancora avverto la paura", dichiara tristemente Mohammed. "Non perche' Iman e' nata da me, piuttosto temo per tutti i bambini palestinesi, specialmente da allora. Io ho un altro bambino, il suo nome e' Ayman ed ha sei mesi". "Ayman e' venuto dopo", continua il padre, "io ho paura che sara' ucciso come sua sorella Iman. Ogni casa qui e' soggetta a bombardamenti e distruzione ed i soldati sparano su ogni cosa". Mohammed ricorda chiaramente quando sua figlia fu uccisa: "Iman era in braccio a sua madre quando i soldati israeliani hanno sparato. E' stata colpita e sbalzata all'indietro. Era in un mare di sangue. E' morta immediatamente. Mia moglie e sua madre furono ferrite gravemente."

"Quel giorno ero particolarmente arrabbiato, specialmente se ricordavo di aver avuto Iman in quella casa", lui continua "Noi eravamo cosi' felici di aver avuto quella bambina ed eravamo dell'idea di creare la nostra famiglia felice". Mohammed per un momento e' silenzioso "Quando Iman e' morta, la nostra vita e' diventata molto difficile. Mia moglie era ferita ed e' stata per molto tempo malata prima d'avere Ayman. Poi e' nato il bambino, eravamo incredibilmente felici della sua nascita. Una felicita' che non provavamo dalla perdita d'Iman. Iman e' andata via e con lei se ne sono andati i nostri sogni della vita felice, lontano dalle canne dei fucili Israeliani". Mohammed, che lavora per un'agenzia di sicurezza Palestinese, fu ferito dai soldati israeliani mentre stava svolgendo il suo incarico nel West Bank, quando Iman fu uccisa. Lui sostiene che la morte d'Iman, accese l'emozione dei Palestinesi e degli Arabi dei paesi
vicini che guardarono per la televisione le immagini della sua morte.
"Quando Iman mori', riponemmo il suo biberon, il suo latte in polvere, i suoi vestitini e le sue foto, in un cassetto, come il primo giorno della sua nascita, cosi' rimarra' sempre con noi", dichiara emozionato. "Io non ho mai voluto che mia figlia diventasse una martire e mutarla in un simbolo". "Voglio che lei rimanga la bambina innocente che giocava con me e si stringeva ai miei vestiti". "Ho partecipato a numerose cerimonie in Arabia Saudita ed in Egitto. All'apertura delle cerimonie il mio solo pensiero era di esprimere tutto l'amore verso mia figlia, che e' stata vittima di un pazzo killer seduto su un Tank che stava occupando le nostre citta' ed i nostri villaggi".

Le autorita' israeliane, sostennero che l'uccisione della bambina fu uno spiacevole incidente. Un incidente che poteva capitare... come in tutte le guerre. Mohammed chiede:"cosa rimpiangono? Porteranno indietro la mia bambina? Fermeranno il fiume di sangue che fanno scorrere uccidendo i bambini palestinesi a sangue freddo?. Mohammed dichiara che lui spera che la pace prevarra' nella sua Patria e che il popolo palestinese non avra' piu' timore per i suoi bambini e potra' vivere senza paura e senza riguardi. "Io sogno che le persone nel mio paese possano vivere lontano dalle case demolite e da queste condizioni di vita. Mi auguro che potranno avere una vita normale con dignita'".





[Nota: Rosarita Catani e' una reporter indipendente che invia i suoi resoconti da Amman, Giordania, raccontando da un punto di osservazione privilegiato cosa accade in Iraq e in medio oriente. I suoi report - pubblicati regolarmente sul sito www.peacelink.it - sono utilizzabili liberamente previa citazione della fonte e dell'autrice].