Verso una nuova Seattle: prime iniziative per le giornate del bene comune 17 e 18 maggio



QUESTO MONDO NON E' IN VENDITA
info stampa: Andrea Baranes 339 6312613; Monica Di Sisto 335 8426752;
Cristiano Lucchi 339 6675294
Campagna promossa da: Arci, Attac, Azione Aiuto, Banca Etica, Campagna
Riforma Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Centro Nuovo
Modello di Sviluppo, Chiama l'Africa, CIPSI, DeA -  Donne e Ambiente,
Focsiv, GreenPeace, Lila Cedius, Lunaria, Mani Tese, Rete Lilliput, Roba
Dell'Altro Mondo, Terra Madre,  Terra Nuova - Gruppo di appoggio al
movimento contadino africano, Unione degli Studenti, Unione Degli
Universitari

Con l'adesione e il sostegno di: Associazione delle Botteghe del Mondo,
Ctm-Altromercato, Wwf, Medici Senza Frontiere, Un altro mondo Onlus, Ass.
Un mondo senza guerre, Forum per la democrazia costituzionale europea,
Territorio scuola, Ass. Tatavasco, Coord. Milanese la pace in comune, ACLI
Milano, Sinistra ecologista Terviso, Civiltà Contadina, Ass. Il seme, Ass.
Kokopelli, Ass. Verdelitorale, Servizio Civile Internazionale, Brusciano
sinistra giovanile, Ass. Marco Mascagna onlus, ...

Car* amic*,

mancano poco più di 4 mesi al vertice dell'Organizzazione Mondiale del
Commercio (Wto) di Cancun, che la società civile di tutto il mondo vuole
vivere come una nuova Seattle: un'occasione per prendere alla parola e dire
un "no" definitivo alla trasformazione di tutti i diritti e i beni
dell'umanità in merci.

La Campagna Questo mondo non è in vendita ha lanciato per il 17 e 18 maggio
Le giornate dei beni comuni, il primo appuntamento per capire insieme i
piani del Wto, e i rischi che l'Italia corre se le trattative in corso per
la privatizzazione dei servizi essenziali come acqua, istruzione, sanità,
trasporti, telecomunicazioni, poste, energia e servizi finanziari, non
dovessero saltare.

Convegni, piazze tematiche, incontri e banchetti sono già in cantiere, ma
perché si moltiplichino in tutte le città d'Italia c'è bisogno dell'aiuto
di tutti.

 Vi invitiamo a segnalare tutte le iniziative in corso, che verranno
pubblicizzate attraverso la newsletter e le nostre mailing, all'indirizzo
info at campagnawto.org.

Sul sito http://www.campagnawto.org troverete molte schede e volantini
pronte da leggere, scambiare, far circolare, arricchire.

Di seguito tutti gli aggiornamenti sulle prime iniziative in cantiere, e
alcune iniziative dei promotori della nostra campagna, con le quali
coordinarsi.

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ACQUA A FERRARA
In occasione delle Giornate dei beni comuni, il Comitato italiano per il
Contratto mondiale dell'Acqua organizza il 17 e 18 maggio, presso la sala
Imbarcadero del Castello di Ferrara il seminario Acqua bene comune
dell'umanità, per una nuova politica dell'acqua a partire dal Forum
alternativo mondiale di Firenze. A Ferrara, dove saranno presenti gruppi,
movimenti, e rappresentanti politici di Comuni, Province e Regioni di tutta
Italia, verranno individuati i progetti concreti più urgenti per la tutela
del territorio e del bene acqua, contro l'emergenza idrica e le politiche
di privatizzazione, ma anche le azioni possibili per fermare il Wto a
Cancun. (per info: http://www.contrattoacqua.it)

FESTA DI PIAZZA A PISA
Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo organizza a Pisa nella giornata del 17
maggio una festa di piazza con una scenografia molto suggestiva. I quattro
angoli della piazza serviranno da sfondo per la rappresentazione dei
quattro elementi fondamentali del pianeta, acqua, aria, terra e energia, a
rischio per l'azione del Wto. Al centro della piazza i problemi più legati
all'uomo, come il lavoro, la brevettazione genetica, la nonviolenza. Hanno
già aderito, oltre al CNMS, Rete Lilliput, Amnesty International,
Legambiente, WWF, Centro Gandhi, Gruppo Jagestetter, Centro Missionario
Diocesano, Chicco di Senape, Cerchio Aperto, Raphael, Forum Contadino, che
declineranno i cinque aspetti con materiali e strumenti d'animazione per
coinvolgere la città.

17 MAGGIO: GIORNATA EUROPEA DELLE BOTTEGHE DEL MONDO
Anche per quest'anno il 17 maggio si terrà la Giornata Europea delle
Botteghe del Mondo, i punti vendita del Commercio equo e solidale.
Assobotteghe, che rappresenta più di 100 botteghe del mondo, ha aderito
alla campagna Questo Mondo Non è In Vendita e il 17 maggio, in
collaborazione con ROBA dell'Altro Mondo, Cipsi e Rete Lilliput, aiuta le
botteghe a:
- organizzare incontri pubblici sul tema WTO, beni comuni chiedendo
informazioni per relatori a info at campagnawto.org
- garantire una presenza "in piazza" per la giornata in cui distribuire
materiale informativo sull'acqua come bene comune messo a disposizione
dalla federazione di ong Cipsi (http://www.cipsi.it ;
ufficiostampa at cipsi.it);
- sostenere la campagna attraverso la vendita delle borse di juta eque e
solidali "NOT FOR SALE": parte del ricavato andrà a finanziare direttamente
le iniziative della campagna e dei gruppi locali. Per informazioni od
ordini: ROBA dell'Altro Mondo - 0185 54830 - info at roba.coop
http://inforoba.roba.coop/PDF/Modulo%20Borse%20WTO.pdf

MANI TESE E LA GLOBAL MARCH 2003
Basterebbe un ammontare pari a 3 giorni delle attuali spese in armamenti
per garantire l'accesso all'istruzione a tutti i bambini del mondo. Il
mondo non è povero: manca la volontà politica per devolvere i fondi
necessari all'istruzione.

Kailash Satyarthi, segretario internazionale della Global March against
Child Labour, ha reso noto che il Parlamento europeo sta per adottare una
risoluzione che lo impegna a un significativo aumento di fondi per
garantire l'accesso all'istruzione nei Paesi in Via di Sviluppo. Per questo
all'interno della campagna 2003 della Global March, coordinata a livello
europeo da Mani Tese, (tra le associazioni promotrici della campagna Questo
Mondo Non è In Vendita), uno dei punti fondamentali è rappresentato dalla
petizione che chiede al presidente della Commissione Europea Romano Prodi
di sostenere questa risoluzione e di darne effettiva applicazione.

Il 17 maggio Mani Tese organizzerà iniziative di piazza che vedranno
coinvolti, associazioni, bambini, alunni e studenti delle scuole, Enti
Locali. La campagna Questo Mondo Non è In Vendita si coordinerà con queste
iniziative, a difesa del diritto all'istruzione in tutto il mondo.
Per maggiori informazioni: http://www.manitese.it

SEMINARIO DI APPROFONDIMENTO DELLA FOCSIV
La Scuola di Politica Internazionale Cooperazione e Sviluppo (SPICeS)
promossa dalla Focsiv (la Federazione di 57 Ong di cooperazione
internazionale) organizza il seminario di approfondimento
Verso la Conferenza di Cancun: il negoziato dell'Organizzazione Mondiale
del Commercio e il dumping
mercoledì 14 maggio ore 16.00
c/o  Volontari nel mondo-FOCSIV - Via S. Francesco di Sales n. 18, Roma
Intervengono:
Prof. Paolo Guerrieri, Vice Presidente IAI-Istituto Affari Internazionali
Sen. Francesco Martone Gruppo Verdi, membro della Commissione Affari Esteri
ed Emigrazione
Dr. Sergio Marelli, Direttore Generale della Focsiv e Presidente
dellAssociazione ONG Italiane

Sempre in tale contesto, la Focsiv in collaborazione con il settimanale
Vita ha messo in atto la Campagna No dumpingper spingere le istituzioni e
le popolazioni dei Paesi dell'Unione Europea a costruire un'economia
agricola fondata su principi di equità e di solidarietà.
Alla Campagna "No dumping" aderiscono: ACLI, Amici della Terra, AIAB, ARCI,
ARI, Banca Popolare Etica, Casa dei Diritti Sociali, Centro Internazionale
Crocevia, CISL, CIPSI, COCIS, Comitato di appoggio al movimento Sem Terra
del Brasile, Greenpeace, Legambiente, Manitese, Movimondo, Rete Volontari
Rientrati, WWF Italia.
Per maggiori informazioni:  http://www.focsiv.it

NOTIZIE... VERSO CANCUN

Offerte consegnate ! Pascal Lamy il 29 aprile e' riuscito a tagliare il
traguardo che gli era sfuggito il 31 marzo scorso, quello della consegna
ufficiale dell'elenco dei settori che l'Unione Europea intende
liberalizzare nei prossimi anni, nell'ambito del negoziato GATS. Come gia'
annunciato nella precedente newsletter, il Comitato 133 (comitato tecnico
incaricato di seguire i negoziati commerciali dell'UE) aveva avuto qualche
difficolta' nel preparare il documento, soprattutto per approvare la parte
relativa al movimento temporaneo di persone all'estero.

Il documento approvato si discosta pochissimo dalla bozza presentata in
febbraio e costituisce la base minima di partenza per i negoziatori europei
nel proseguio dei negoziati sul commercio dei servizi.

Sono comunque da sottolineare le critiche avanzate da alcuni paesi europei,
come quella del governo belga che in una nota inviata al Consiglio Europeo
il 24 marzo faceva notare che:

"mentre l'apertura alla libera concorrenza nell'ambito della Comunita'
[europea] puo' essere accompagnata da misure a sostegno della sfera sociale
ed ambientale, questo non è possibile nel caso del GATS. [...] Inoltre gli
impegni intrapresi nel GATS saranno molto piu' difficili da annullare
rispetto a quelli intrapresi in un contesto comunitario; per fare marcia
indietro in un settore liberalizzato sara' necessario rinegoziare con tutti
gli Stati firmatari del GATS".

Parola di governo, non di no global!



La situazione del negoziato TRIPS sull'accesso ai farmaci

(Con il contributo di Medici Senza Frontiere)

La questione del mancato accesso alle cure nei paesi in via di sviluppo è
uno dei più scottanti argomenti all'ordine del giorno nell'ambito del
negoziato in seno all'OMC; in particolare, la soluzione che dovrà essere
trovata al paragrafo 6 della Dichiarazione di Doha approvata nel novembre
2001. Si tratta infatti di colmare al più presto il vuoto giuridico degli
accordi internazionali in materia di proprietà intellettuale, così da
garantire un rapido accesso alle terapie nei paesi in via di sviluppo
vittime di epidemie, paesi che perlopiù non sono in grado di produrre
autonomamente i farmaci necessari a combatterle con tempestività.

Il paragrafo 6 della "Dichiarazione di Doha sull'Accordo dei TRIPS e la
Salute Pubblica" riconosce che i paesi con insufficienti o inesistenti
capacità produttive e tecnologiche nel settore farmaceutico debbano potersi
avvalere delle norme di salvaguardia della salute pubblica, utilizzando le
eccezioni peraltro contemplate nei TRIPS. Nel pieno rispetto dei diritti
brevettuali, dunque, si impone la necessità di mettere a punto un sistema
solido e sostenibile.

La Dichiarazione di Doha formula al contempo la promessa e l'obbligo di
interpretare ed attuare l'accordo TRIPS in modo da sostenere il diritto di
tutti i paesi membri dell'OMC di proteggere la salute pubblica e garantire
l'accesso ai farmaci per tutti. La sfida è quella di far applicare le norme
di salvaguardia dei TRIPS, inequivocabilmente, ai paesi ricchi e a quelli
poveri, ai membri con mercati interni avanzati oppure no, ai paesi con
diversi livelli di sviluppo tecnologico.

La posizione della Commissione Europea sembra volere insistere su una
soluzione che privilegia l'Art. 31 dell'accordo TRIPS.  Questo articolo
presenta però degli svantaggi, primo tra tutti la lentezza del processo
decisionale, prima che la  licenza obbligatoria sia avallata e
l'esportazione abbia luogo. Inoltre, il paese in grado di rendere
disponibili le copie generiche dei farmaci richiesti dovrebbe acconsentire
alla deroga dei diritti sulla proprietà intellettuale di quei farmaci, ciò
che rende il paese beneficiario dell'importazione inaccettabilmente
dipendente dalla volontà politica di un altro governo.

Molti paesi membri dell'OMC e la stessa Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS) in un comunicato del 17/09/2002 raccomandano una soluzione
sulla base dell'Art. 30 dello stesso accordo TRIPS che consente di portare
i maggiori benefici per i paesi in via di sviluppo. Esso prevede eccezioni
che non richiedono l'autorizzazione del detentore del brevetto, e quindi
assicurano maggiore autonomia operativa del paese beneficiario
dell'importazione

Durante tutti i negoziati, i testi proposti non hanno fatto altro che
conformarsi sempre più alle domande dei paesi ricchi, al fine di soddisfare
le loro posizioni estreme e intransigenti e restringere l'accordo ad una
lista di farmaci. L'ultimo modello, quello del 16 dicembre (testo Motta),
pendeva pesantemente a loro favore, ma alla fine è stato rifiutato dagli
Stati-Uniti, che lo trovava troppo generoso nello spettro delle malattie.

I medicinali sono beni di utilità pubblica, e la loro disponibilità non può
essere limitata a seconda delle malattie, ovvero per i soli casi di
emergenza o solo per alcune pandemie (AIDS, Tubercolosi, Malaria), come
richiedono oggi alcuni paesi industrializzati in sede OMC. Secondo l'OMS,
d'altra parte, ogni anno nei paesi in via di sviluppo muoiono 3,9 milioni
di persone per infezioni respiratorie, 2 milioni di diarrea, 1,3 milioni
per malattie infantili prevenibili, 173.000 persone di meningite, mentre la
maggior parte di queste morti sarebbe evitabile favorendo laccesso ai
farmaci, ed in particolare favorendo la produzione di generici nei paesi
produttori per l'esportazione nei  paesi in via di sviluppo che non hanno
capacità produttiva.

Il tentativo dell'Unione Europea di superare l'impasse sulle modalità di
applicazione del paragrafo 6 della dichiarazione di Doha  attraverso una
lista di malattie, per quanto apprezzabile, non risolve la questione.
Qualsiasi testo che restringa l'accordo ad una lista di malattie, pur con
il coinvolgimento dell'OMS, costituisce un'inaccettabile restrizione per i
paesi in via di sviluppo nell'uso delle licenze obbligatorie.

Perché gli Stati Uniti e l'Unione Europea possono discrezionalmente
decidere quando e come utilizzare una licenza obbligatoria, mentre vogliono
impedire ai paesi in via di sviluppo di fare lo stesso? Perché i paesi
ricchi dovrebbero determinare cosa costituisce un problema di salute
pubblica da soli ed i paesi in via di sviluppo no?

E' estremamente urgente trovare una soluzione. Il tempo entro cui alcuni
importantissimi paesi produttori di generici (India, Brasile, Thailandia)
devono adeguarsi alle regole per la proprietà intellettuale stabilite
dall'Organizzazione Mondiale per il Commercio, sta ormai scadendo (2005) e,
a meno che non venga trovata una soluzione che favorisca la produzione di
generici di buona qualità e di basso costo per l'esportazione verso i paesi
in via di sviluppo che non hanno adeguate capacità produttive, numerosi
pazienti verranno esclusi dall'accesso a un trattamento indispensabile per
la loro sopravvivenza.

Il testo Motta del 16 dicembre, anche se largamente consensuale (lo
appoggiano 143 paesi su 144) viene visto da molte delegazioni come un
compromesso lontano dall'ideale di una soluzione semplice, applicabile ed
automatica. Forse potrebbe essere un buon suggerimento ripartire da una
nuova proposta negoziale.

La soluzione del paragrafo 6 deve essere interamente basata sulla
dichiarazione di Doha. L'accordo non deve costringere i paesi a negoziare
"caso per caso", o farmaco per farmaco, ovvero sulla base di una situazione
di emergenza sanitaria. Non deve comportare condizioni di applicazioni
costose né procedure superflue. I paesi in via di sviluppo hanno il diritto
di determinare cosa costituisce un problema di sanità pubblica per loro.
Una vera soluzione per la questione relativa alla produzione di farmaci per
l'esportazione deve essere fattibile, lineare ed economicamente sostenibile.

Se una soluzione giusta e razionale non viene rapidamente trovata, saranno
i pazienti dei paesi in via di sviluppo a pagarne le conseguenze, nella
maggior parte dei casi con la loro vita.

Il rischio concreto è che, se si arriverà a Cancun senza un accordo sulla
questione dei farmaci,  questo dossier irrisolto verrà utilizzato come
merce di scambio da parte dei paesi occidentali per ottenere dei
consistenti vantaggi negoziali in altri settori, a partire dalla
liberalizzazione dei servizi essenziali, fino al negoziato sugli
investimenti, che diversi paesi, e l'UE in testa, cercano di introdurre. In
altre parole, i paesi occidentali potrebbero utilizzare la loro posizione
di forza sui farmaci per pesare sugli altri negoziati, secondo il
famigerato "trade off" nel quale tutto si negozia fino ad arrivare ad un
accordo complessivo. Il paradosso è che vengono rimessi in discussione i
risultati positivi che i paesi in via di sviluppo erano già riusciti ad
ottenere a Doha.

Per questo, come primo passo, necessario anche se assolutamente non
sufficiente, chiediamo all'Italia ed all'Unione Europea di impegnarsi per
una soluzione al paragrafo 6 della dichiarazione di Doha che garantisca
l'approvvigionamento certo e tempestivo di farmaci generici da parte di
quei  paesi membri dell'Organizzazione Mondiale del Commercio che ne hanno
bisogno. Nel medio e lungo periodo sarà invece necessario discutere il
ruolo ed il mandato dell'OMC, e valutare l'opportunità che sia
un'organizzazione che si occupa di commercio a prendere decisioni in
materia di accesso ai farmaci e diritto alla salute, così come di altre
questioni strettamente legate a beni pubblici e ai bisogni dell'umanità,
piuttosto che quelle agenzie delle Nazioni Unite come l'OMS che, per
specifico mandato istituzionale, dovrebbero occuparsi di queste tematiche.  
Per maggiori informazioni: http://www.msf.it