Newsletter 2 - Campagna Questo Mondo Non E' In Vendita



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QUESTO MONDO NON E' IN VENDITA

NEWSLETTER N° 2 del 7 maggio 2003

Campagna promossa da: Arci, Attac, Azione Aiuto, Banca Etica, Campagna Riforma Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Chiama l'Africa, CIPSI, DeA - Donne e Ambiente, Focsiv, GreenPeace, Lila Cedius, Lunaria, Mani Tese, Rete Lilliput, Roba Dell'Altro Mondo, Terra Madre, Terra Nuova - Gruppo di appoggio al movimento contadino africano, Unione degli Studenti, Unione Degli Universitari

Con l'adesione e il sostegno di: Associazione delle Botteghe del Mondo, Ctm-Altromercato, Wwf, Medici Senza Frontiere, Un altro mondo Onlus, Ass. Un mondo senza guerre, Forum per la democrazia costituzionale europea, Territorio scuola, Ass. Tatavasco, Coord. Milanese la pace in comune, ACLI Milano, Sinistra ecologista Terviso, Civiltà Contadina, Ass. Il seme, Ass. Kokopelli, Ass. Verdelitorale, Servizio Civile Internazionale, Brusciano sinistra giovanile, Ass. Marco Mascagna onlus, ...

Car* amic*,

mancano poco più di 4 mesi al vertice dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) di Cancun, che la società civile di tutto il mondo vuole vivere come una nuova Seattle: un'occasione per prendere alla parola e dire un "no" definitivo alla trasformazione di tutti i diritti e i beni dell'umanità in merci.

La Campagna Questo mondo non è in vendita ha lanciato per il 17 e 18 maggio Le giornate dei beni comuni, il primo appuntamento per capire insieme i piani del Wto, e i rischi che l'Italia corre se le trattative in corso per la privatizzazione dei servizi essenziali come acqua, istruzione, sanità, trasporti, telecomunicazioni, poste, energia e servizi finanziari, non dovessero saltare.

Convegni, piazze tematiche, incontri e banchetti sono già in cantiere, ma perché si moltiplichino in tutte le città d'Italia c'è bisogno dell'aiuto di tutti.

Vi invitiamo a segnalare tutte le iniziative in corso, che verranno pubblicizzate attraverso la newsletter e le nostre mailing, all'indirizzo info at campagnawto.org.

Sul sito www.campagnawto.org troverete molte schede e volantini pronte da leggere, scambiare, far circolare, arricchire.

Di seguito tutti gli aggiornamenti sulle prime iniziative in cantiere, e alcune iniziative dei promotori della nostra campagna, con le quali coordinarsi.

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ACQUA A FERRARA
In occasione delle Giornate dei beni comuni, il Comitato italiano per il Contratto mondiale dell'Acqua organizza il 17 e 18 maggio, presso la sala Imbarcadero del Castello di Ferrara il seminario Acqua bene comune dell'umanità, per una nuova politica dell'acqua a partire dal Forum alternativo mondiale di Firenze. A Ferrara, dove saranno presenti gruppi, movimenti, e rappresentanti politici di Comuni, Province e Regioni di tutta Italia, verranno individuati i progetti concreti più urgenti per la tutela del territorio e del bene acqua, contro l'emergenza idrica e le politiche di privatizzazione, ma anche le azioni possibili per fermare il Wto a Cancun. (per info: www.contrattoacqua.it)

FESTA DI PIAZZA A PISA
Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo organizza a Pisa nella giornata del 17 maggio una festa di piazza con una scenografia molto suggestiva. I quattro angoli della piazza serviranno da sfondo per la rappresentazione dei quattro elementi fondamentali del pianeta, acqua, aria, terra e energia, a rischio per l'azione del Wto. Al centro della piazza i problemi più legati all'uomo, come il lavoro, la brevettazione genetica, la nonviolenza. Hanno già aderito, oltre al CNMS, Rete Lilliput, Amnesty International, Legambiente, WWF, Centro Gandhi, Gruppo Jagestetter, Centro Missionario Diocesano, Chicco di Senape, Cerchio Aperto, Raphael, Forum Contadino, che declineranno i cinque aspetti con materiali e strumenti d'animazione per coinvolgere la città.

17 MAGGIO: GIORNATA EUROPEA DELLE BOTTEGHE DEL MONDO
Anche per quest'anno il 17 maggio si terrà la Giornata Europea delle Botteghe del Mondo. Assobotteghe, che rappresenta più di 100 botteghe del mondo, ha aderito alla campagna Questo Mondo Non è In Vendita e il 17 maggio, in collaborazione con ROBA dell'Altro Mondo, Cipsi e Rete Lilliput, aiuta le botteghe a: - organizzare incontri pubblici sul tema WTO, beni comuni chiedendo informazioni per relatori a info at campagnawto.org - garantire una presenza "in piazza" per la giornata in cui distribuire materiale informativo sull'acqua come bene comune messo a disposizione dalla federazione di ong Cipsi (www.cipsi.it; ufficiostampa at cipsi.it); - sostenere la campagna attraverso la vendita delle borse di juta eque e solidali "NOT FOR SALE": parte del ricavato andrà a finanziare direttamente le iniziative della campagna e dei gruppi locali. Per informazioni od ordini: ROBA dell'Altro Mondo - 0185 54830 - info at roba.coop
http://inforoba.roba.coop/PDF/Modulo%20Borse%20WTO.pdf


MANI TESE E LA GLOBAL MARCH 2003
Basterebbe un ammontare pari a 3 giorni delle attuali spese in armamenti per garantire l'accesso all'istruzione a tutti i bambini del mondo. Il mondo non è povero: manca la volontà politica per devolvere i fondi necessari all'istruzione.

Kailash Satyarthi, segretario internazionale della Global March against Child Labour, ha reso noto che il Parlamento europeo sta per adottare una risoluzione che lo impegna a un significativo aumento di fondi per garantire l'accesso all'istruzione nei Paesi in Via di Sviluppo. Per questo all'interno della campagna 2003 della Global March, coordinata a livello europeo da Mani Tese, (tra le associazioni promotrici della campagna Questo Mondo Non è In Vendita), uno dei punti fondamentali è rappresentato dalla petizione che chiede al presidente della Commissione Europea Romano Prodi di sostenere questa risoluzione e di darne effettiva applicazione.

Il 17 maggio Mani Tese organizzerà iniziative di piazza che vedranno coinvolti, associazioni, bambini, alunni e studenti delle scuole, Enti Locali. La campagna Questo Mondo Non è In Vendita si coordinerà con queste iniziative, a difesa del diritto all'istruzione in tutto il mondo.

Per maggiori informazioni: www.manitese.it

SEMINARIO DI APPROFONDIMENTO DELLA FOCSIV
La Scuola di Politica Internazionale Cooperazione e Sviluppo (SPICeS) promossa dalla Focsiv (la Federazione di 57 Ong di cooperazione internazionale) organizza il seminario di approfondimento Verso la Conferenza di Cancun: il negoziato dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e il dumping
mercoledì 14 maggio ore 16.00
c/o  Volontari nel mondo-FOCSIV - Via S. Francesco di Sales n. 18, Roma
Intervengono:
Prof. Paolo Guerrieri, Vice Presidente IAI-Istituto Affari Internazionali
Sen. Francesco Martone Gruppo Verdi, membro della Commissione Affari Esteri ed Emigrazione Dr. Sergio Marelli, Direttore Generale della Focsiv e Presidente dellAssociazione ONG Italiane

Sempre in tale contesto, la Focsiv in collaborazione con il settimanale Vita ha messo in atto la Campagna No dumpingper spingere le istituzioni e le popolazioni dei Paesi dell'Unione Europea a costruire un'economia agricola fondata su principi di equità e di solidarietà. Alla Campagna "No dumping" aderiscono: ACLI, Amici della Terra, AIAB, ARCI, ARI, Banca Popolare Etica, Casa dei Diritti Sociali, Centro Internazionale Crocevia, CISL, CIPSI, COCIS, Comitato di appoggio al movimento Sem Terra del Brasile, Greenpeace, Legambiente, Manitese, Movimondo, Rete Volontari Rientrati, WWF Italia.
Per maggiori informazioni:  www.focsiv.it


NOTIZIE... VERSO CANCUN

Offerte consegnate ! Pascal Lamy il 29 aprile e' riuscito a tagliare il traguardo che gli era sfuggito il 31 marzo scorso, quello della consegna ufficiale dell'elenco dei settori che l'Unione Europea intende liberalizzare nei prossimi anni, nell'ambito del negoziato GATS. Come gia' annunciato nella precedente newsletter, il Comitato 133 (comitato tecnico incaricato di seguire i negoziati commerciali dell'UE) aveva avuto qualche difficolta' nel preparare il documento, soprattutto per approvare la parte relativa al movimento temporaneo di persone all'estero.

Il documento approvato si discosta pochissimo dalla bozza presentata in febbraio e costituisce la base minima di partenza per i negoziatori europei nel proseguio dei negoziati sul commercio dei servizi.

Sono comunque da sottolineare le critiche avanzate da alcuni paesi europei, come quella del governo belga che in una nota inviata al Consiglio Europeo il 24 marzo faceva notare che:

"mentre l'apertura alla libera concorrenza nell'ambito della Comunita' [europea] puo' essere accompagnata da misure a sostegno della sfera sociale ed ambientale, questo non è possibile nel caso del GATS. [...] Inoltre gli impegni intrapresi nel GATS saranno molto piu' difficili da annullare rispetto a quelli intrapresi in un contesto comunitario; per fare marcia indietro in un settore liberalizzato sara' necessario rinegoziare con tutti gli Stati firmatari del GATS".

Parola di governo, non di no global!



La situazione del negoziato TRIPS sull'accesso ai farmaci

(Con il contributo di Medici Senza Frontiere)

La questione del mancato accesso alle cure nei paesi in via di sviluppo è uno dei più scottanti argomenti all'ordine del giorno nell'ambito del negoziato in seno all'OMC; in particolare, la soluzione che dovrà essere trovata al paragrafo 6 della Dichiarazione di Doha approvata nel novembre 2001. Si tratta infatti di colmare al più presto il vuoto giuridico degli accordi internazionali in materia di proprietà intellettuale, così da garantire un rapido accesso alle terapie nei paesi in via di sviluppo vittime di epidemie, paesi che perlopiù non sono in grado di produrre autonomamente i farmaci necessari a combatterle con tempestività.

Il paragrafo 6 della "Dichiarazione di Doha sull'Accordo dei TRIPS e la Salute Pubblica" riconosce che i paesi con insufficienti o inesistenti capacità produttive e tecnologiche nel settore farmaceutico debbano potersi avvalere delle norme di salvaguardia della salute pubblica, utilizzando le eccezioni peraltro contemplate nei TRIPS. Nel pieno rispetto dei diritti brevettuali, dunque, si impone la necessità di mettere a punto un sistema solido e sostenibile.

La Dichiarazione di Doha formula al contempo la promessa e l'obbligo di interpretare ed attuare l'accordo TRIPS in modo da sostenere il diritto di tutti i paesi membri dell'OMC di proteggere la salute pubblica e garantire l'accesso ai farmaci per tutti. La sfida è quella di far applicare le norme di salvaguardia dei TRIPS, inequivocabilmente, ai paesi ricchi e a quelli poveri, ai membri con mercati interni avanzati oppure no, ai paesi con diversi livelli di sviluppo tecnologico.

La posizione della Commissione Europea sembra volere insistere su una soluzione che privilegia l'Art. 31 dell'accordo TRIPS. Questo articolo presenta però degli svantaggi, primo tra tutti la lentezza del processo decisionale, prima che la licenza obbligatoria sia avallata e l'esportazione abbia luogo. Inoltre, il paese in grado di rendere disponibili le copie generiche dei farmaci richiesti dovrebbe acconsentire alla deroga dei diritti sulla proprietà intellettuale di quei farmaci, ciò che rende il paese beneficiario dell'importazione inaccettabilmente dipendente dalla volontà politica di un altro governo.

Molti paesi membri dell'OMC e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in un comunicato del 17/09/2002 raccomandano una soluzione sulla base dell'Art. 30 dello stesso accordo TRIPS che consente di portare i maggiori benefici per i paesi in via di sviluppo. Esso prevede eccezioni che non richiedono l'autorizzazione del detentore del brevetto, e quindi assicurano maggiore autonomia operativa del paese beneficiario dell'importazione

Durante tutti i negoziati, i testi proposti non hanno fatto altro che conformarsi sempre più alle domande dei paesi ricchi, al fine di soddisfare le loro posizioni estreme e intransigenti e restringere l'accordo ad una lista di farmaci. L'ultimo modello, quello del 16 dicembre (testo Motta), pendeva pesantemente a loro favore, ma alla fine è stato rifiutato dagli Stati-Uniti, che lo trovava troppo generoso nello spettro delle malattie.

I medicinali sono beni di utilità pubblica, e la loro disponibilità non può essere limitata a seconda delle malattie, ovvero per i soli casi di emergenza o solo per alcune pandemie (AIDS, Tubercolosi, Malaria), come richiedono oggi alcuni paesi industrializzati in sede OMC. Secondo l'OMS, d'altra parte, ogni anno nei paesi in via di sviluppo muoiono 3,9 milioni di persone per infezioni respiratorie, 2 milioni di diarrea, 1,3 milioni per malattie infantili prevenibili, 173.000 persone di meningite, mentre la maggior parte di queste morti sarebbe evitabile favorendo laccesso ai farmaci, ed in particolare favorendo la produzione di generici nei paesi produttori per l'esportazione nei paesi in via di sviluppo che non hanno capacità produttiva.

Il tentativo dell'Unione Europea di superare l'impasse sulle modalità di applicazione del paragrafo 6 della dichiarazione di Doha attraverso una lista di malattie, per quanto apprezzabile, non risolve la questione. Qualsiasi testo che restringa l'accordo ad una lista di malattie, pur con il coinvolgimento dell'OMS, costituisce un'inaccettabile restrizione per i paesi in via di sviluppo nell'uso delle licenze obbligatorie.

Perché gli Stati Uniti e l'Unione Europea possono discrezionalmente decidere quando e come utilizzare una licenza obbligatoria, mentre vogliono impedire ai paesi in via di sviluppo di fare lo stesso? Perché i paesi ricchi dovrebbero determinare cosa costituisce un problema di salute pubblica da soli ed i paesi in via di sviluppo no?

E' estremamente urgente trovare una soluzione. Il tempo entro cui alcuni importantissimi paesi produttori di generici (India, Brasile, Thailandia) devono adeguarsi alle regole per la proprietà intellettuale stabilite dall'Organizzazione Mondiale per il Commercio, sta ormai scadendo (2005) e, a meno che non venga trovata una soluzione che favorisca la produzione di generici di buona qualità e di basso costo per l'esportazione verso i paesi in via di sviluppo che non hanno adeguate capacità produttive, numerosi pazienti verranno esclusi dall'accesso a un trattamento indispensabile per la loro sopravvivenza.

Il testo Motta del 16 dicembre, anche se largamente consensuale (lo appoggiano 143 paesi su 144) viene visto da molte delegazioni come un compromesso lontano dall'ideale di una soluzione semplice, applicabile ed automatica. Forse potrebbe essere un buon suggerimento ripartire da una nuova proposta negoziale.

La soluzione del paragrafo 6 deve essere interamente basata sulla dichiarazione di Doha. L'accordo non deve costringere i paesi a negoziare "caso per caso", o farmaco per farmaco, ovvero sulla base di una situazione di emergenza sanitaria. Non deve comportare condizioni di applicazioni costose né procedure superflue. I paesi in via di sviluppo hanno il diritto di determinare cosa costituisce un problema di sanità pubblica per loro. Una vera soluzione per la questione relativa alla produzione di farmaci per l'esportazione deve essere fattibile, lineare ed economicamente sostenibile.

Se una soluzione giusta e razionale non viene rapidamente trovata, saranno i pazienti dei paesi in via di sviluppo a pagarne le conseguenze, nella maggior parte dei casi con la loro vita.

Il rischio concreto è che, se si arriverà a Cancun senza un accordo sulla questione dei farmaci, questo dossier irrisolto verrà utilizzato come merce di scambio da parte dei paesi occidentali per ottenere dei consistenti vantaggi negoziali in altri settori, a partire dalla liberalizzazione dei servizi essenziali, fino al negoziato sugli investimenti, che diversi paesi, e l'UE in testa, cercano di introdurre. In altre parole, i paesi occidentali potrebbero utilizzare la loro posizione di forza sui farmaci per pesare sugli altri negoziati, secondo il famigerato "trade off" nel quale tutto si negozia fino ad arrivare ad un accordo complessivo. Il paradosso è che vengono rimessi in discussione i risultati positivi che i paesi in via di sviluppo erano già riusciti ad ottenere a Doha.

Per questo, come primo passo, necessario anche se assolutamente non sufficiente, chiediamo all'Italia ed all'Unione Europea di impegnarsi per una soluzione al paragrafo 6 della dichiarazione di Doha che garantisca l'approvvigionamento certo e tempestivo di farmaci generici da parte di quei paesi membri dell'Organizzazione Mondiale del Commercio che ne hanno bisogno. Nel medio e lungo periodo sarà invece necessario discutere il ruolo ed il mandato dell'OMC, e valutare l'opportunità che sia un'organizzazione che si occupa di commercio a prendere decisioni in materia di accesso ai farmaci e diritto alla salute, così come di altre questioni strettamente legate a beni pubblici e ai bisogni dell'umanità, piuttosto che quelle agenzie delle Nazioni Unite come l'OMS che, per specifico mandato istituzionale, dovrebbero occuparsi di queste tematiche.

Per maggiori informazioni: www.msf.it